La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Il controllo di gestione negli Enti Locali

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Il controllo di gestione negli Enti Locali"— Transcript della presentazione:

1 Il controllo di gestione negli Enti Locali
Corso SSPAL Alessandro Spano le officine della formazione

2 Sommario da a ARGOMENTO 9.00 11.00
Il controllo di gestione nei sistemi di controllo manageriale 11.15 PAUSA 13.00 Le finalità e gli strumenti del controllo di gestione. Introduzione al caso applicativo: il costo dei pasti in una mensa 14.00 PAUSA PRANZO 16.00 Caso applicativo: analisi e discussione 2

3 Corrispondenza totale obiettivi
Obiettivi individuali = Obiettivi di gruppo Obiettivi organizzativi 3

4 Corrispond. parziale obiettivi
Obiettivi di gruppo Obiettivi individuali Obiettivi organizzativi 4

5 Sistema di controllo organizzativo
Sistema centrale di controllo Ambiente organizzativo Struttura organizzativa Cultura organizzativa 5

6 Sistema di centrale di controllo
Pian. Politica 1° fase Visione Analisi di contesto Missione Priorità politiche Progr. elettorale Pian. Politica 2° fase Ob. strategici Strategie Piani d’azione Ob. Operativi Indicatori: di output di processo di outcome Target Programma di governo Revisione progresso Valutazione Analisi Sistema ricompense Processi produttivi Sistemi di misurazione Outcome/ Valore pubblico Output/ Erogaz. servizi Sistema centrale di controllo 6

7 Configurazioni sistema centrale di controllo
Livelli di controllo Configurazione illustrativa degli elementi del sistema di controllo Misurazione Pianificazione Operazioni Risultati Valutazione-ricompensa 1° grado 2° grado: 2.1 2.2 3° grado 4° grado Collegamento tra visione e programmi politici 7

8 Ciclo di gestione della performance (art. 4, Dlgvo 150/2009)
Controllo manageriale e riforma Brunetta Ciclo di gestione della performance (art. 4, Dlgvo 150/2009) 1. Identificazione obiettivi 2. Collegamento obiettivi-risorse 3. Monitoraggio 4. Misurazione/ valutazione 5. Sistemi premiali 6. Rendicontazione 8

9 Caratteristiche obiettivi (art. 5, Dlg.vo 150/2009)
27/03/2017 Obiettivi SMART Coerenti con risorse disponibili Confronta-bili nel tempo Target e standard Arco temp. definito Capaci di migliorare qualità servizi Misurabili Specifici Rilevanti e pertinenti bisogni 9 9 9

10 I sistemi di misurazione
Finanziari Non finanziari Lucido inserito il 15 a seguito dell’analisi del clima della giornata precedente 10

11 I sistemi di misurazione
Commissione per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche (Civit) 25 giugno 2010 DELIBERA n. 89/2010: Indirizzi - sottoposti a consultazione - in materia di parametri e modelli di riferimento del sistema di misurazione e valutazione della performance (articoli 13, comma 6, lett. d e 30, del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150). Lucido inserito il 15 a seguito dell’analisi del clima della giornata precedente 11

12 I sistemi di misurazione
Commissione per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche (Civit) 24 giugno 2010 DELIBERA n. 88/2010: Linee guida per la definizione degli standard di qualità (articolo 1, comma 1 del decreto legislativo 20 dicembre 2009, n. 198). Lucido inserito il 15 a seguito dell’analisi del clima della giornata precedente 12

13 Evoluzione del controllo di gestione
Monitoraggio performance Art. 6 D.lgs. n. 150/2009 Controllo di gestione Artt D.lgs. n. 77/1995 Art. 1, 4 D.lgs. n. 286/1999 Servizi contr. interno/ nuclei valutazione Artt D.lgs. n.267/2000 Art. 20 D.lgs. n. 29/1993 Controllo economico di gestione Art. 57 legge n. 142/1990 (t) 13

14 Le novità del federalismo fiscale
Legge 5 maggio 2009, n. 42, recante “delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione”. Nuovi criteri di finanziamento Fabbisogni standard Costi standard 14

15 Le novità del federalismo fiscale
22 luglio 2010 SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO RECANTE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI DETERMINAZIONE DEI FABBISOGNI STANDARD DI COMUNI, CITTÀ METROPOLITANE E PROVINCE 15

16 L. 5 maggio 2009, n. 42 Delega al Governo in materia di federalismo fiscale
Art. 2. (Oggetto e finalità) co.2, f) determinazione del costo e del fabbisogno standard quale costo e fabbisogno che, valorizzando l’efficienza e l’efficacia, costituisce l’indicatore rispetto al quale comparare e valutare l’azione pubblica; definizione degli obiettivi di servizio cui devono tendere le amministrazioni regionali e locali nell’esercizio delle funzioni riconducibili ai livelli essenziali delle prestazioni o alle funzioni fondamentali di cui all’ articolo 117, secondo comma, lettere m) e p), della Costituzione; Lucido inserito il 15 a seguito dell’analisi del clima della giornata precedente 16

17 L. 5 maggio 2009, n. 42 Delega al Governo in materia di federalismo fiscale
Art. 2. (Oggetto e finalità) Co.2, m) superamento graduale, per tutti i livelli istituzionali, del criterio della spesa storica a favore: 1) del fabbisogno standard per il finanziamento dei livelli essenziali di cui all’ articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, e delle funzioni fondamentali di cui all’ articolo 117, secondo comma, lettera p), della Costituzione. Lucido inserito il 15 a seguito dell’analisi del clima della giornata precedente 17

18 Dlg.vo 27 ottobre 2009, n. 150 Misurazione e valuta- zione performance
Individuale (art. 9) Organizzativa (art.8) Lucido inserito il 15 a seguito dell’analisi del clima della giornata precedente Controllo di gestione (art. 6,co 2) 18

19 Il decreto legislativo n. 286/1999
“Riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell’attività svolta dalle amministrazioni pubbliche”; Delinea il quadro generale dei controlli interni e indica gli strumenti da utilizzare e l’organizzazione di cui dotarsi. 19

20 Il decreto legislativo n. 286/1999
“Riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell’attività svolta dalle amministrazioni pubbliche”; Delinea il quadro generale dei controlli interni e indica gli strumenti da utilizzare e l’organizzazione di cui dotarsi. 20

21 Tipologie e contenuti dei controlli (Dlg.vo 286/99)
Controllo regolarità amm.va e contabile Garantire legittimità, regolarità e correttezza azione amministrativa Controllo di gestione Verificare efficacia, efficienza economicità azione amministrativa Valutazione e controllo strategico Valutare adeguatezza scelte attuazione piani, programmi ed altri strumenti determinazione indirizzo politico 21

22 Controllo di Gestione Art. 1, co. 1 b) Dlg.vo 286/99 Attività preordinata a verificare l’efficacia, l’efficienza, e l’economicità dell’azione amministrativa al fine di ottimizzare, anche mediante tempestivi interventi di correzione, il rapporto tra costi e risultati. 22

23 Unità responsabili progettazione e gestione del controllo di gestione;
Art. 4, Dlg.vo 286/99 Unità responsabili progettazione e gestione del controllo di gestione; Unità a livello delle quali si intende misurare efficacia, efficienza ed economicità; Procedure determinazione obiettivi e responsabili; Insieme prodotti e finalità, con riferimento all'intera amministrazione o a singole unità organizzative. 23

24 Modalità rilevazione e ripartizione costi tra unità organizzative;
Controllo di Gestione Art. 4, Dlg.vo 286/99 Modalità rilevazione e ripartizione costi tra unità organizzative; Modalità individuazione obiettivi per cui i costi sono sostenuti; Indicatori specifici per misurare efficacia, efficienza ed economicità Frequenza rilevazione informazioni. 24

25 Art. 147 TUEL: tipologia controlli interni
1. Gli enti locali, nell'ambito della loro autonomia normativa ed organizzativa individuano strumenti e metodologie adeguati a: a) garantire attraverso il controllo di regolarità amministrativa e contabile, la legittimità, regolarità e correttezza dell'azione amministrativa; b) verificare, attraverso il controllo di gestione, l'efficacia, efficienza ed economicità dell'azione amministrativa, al fine di ottimizzare, anche mediante tempestivi interventi di correzione, il rapporto tra costi e risultati; c) valutare le prestazioni del personale con qualifica dirigenziale; d) valutare l'adeguatezza delle scelte compiute in sede di attuazione dei piani, programmi ed altri strumenti di determinazione dell'indirizzo politico, in termini di congruenza tra risultati conseguiti e obiettivi predefiniti. 25

26 Art. 196 TUEL: Controllo di gestione
1. Al fine di garantire la realizzazione degli obiettivi programmati, la corretta ed economica gestione delle risorse pubbliche, l'imparzialità ed il buon andamento della pubblica amministrazione e la trasparenza dell'azione amministrativa, gli enti locali applicano il controllo di gestione secondo le modalità stabilite dal presente titolo, dai propri statuti e regolamenti di contabilità. 2. Il controllo di gestione è la procedura diretta a verificare lo stato di attuazione degli obiettivi programmati e, attraverso l'analisi delle risorse acquisite e della comparazione tra i costi e la quantità dei servizi offerti, la funzionalità dell'organizzazione dell'ente, l'efficacia, l'efficienza ed il livello di economicità nell'attività di realizzazione dei predetti obiettivi. 26

27 Art. 197 TUEL: Modalità del controllo di gestione
1. Il controllo di gestione, di cui all'art. 147, comma 1, lettera b), ha per oggetto l'intera attività amministrativa e gestionale delle province, dei comuni, delle Comunità montane, delle unioni dei comuni e delle città metropolitane ed è svolto con una cadenza periodica definita dal regolamento di contabilità dell'ente. 2. Il controllo di gestione si articola almeno in tre fasi: a) predisposizione di un piano dettagliato di obiettivi; b) rilevazione dei dati relativi ai costi ed ai proventi nonchè rilevazione dei risultati raggiunti; c) valutazione dei dati predetti in rapporto al piano degli obiettivi al fine di verificare il loro stato di attuazione e di misurare l'efficacia, l'efficienza ed il grado di economicità dell'azione intrapresa. 3. Il controllo di gestione è svolto in riferimento ai singoli servizi e centri di costo, ove previsti, verificando in maniera complessiva e per ciascun servizio i mezzi finanziari acquisiti, i costi dei singoli fattori produttivi, i risultati qualitativi e quantitativi ottenuti e, per i servizi a carattere produttivo, i ricavi. 4. La verifica dell'efficacia, dell'efficienza e della economicità dell'azione amministrativa è svolta rapportando le risorse acquisite ed i costi dei servizi, ove possibile per unità di prodotto, ai dati rusultanti dal rapporto annuale sui parametri gestionali dei servizi degli enti locali di cui all'art. 228, comma 7. 27

28 Controllo di gestione e struttura organizzativa
Il controllo di gestione si svolge in riferimento alla struttura organizzativa Come viene inserito l’ufficio controllo di gestione nella struttura organizzativa? 28

29 Contabilità generale e analitica; Budget; Bilanci; PEG?
Strumenti del controllo di gestione Contabilità generale e analitica; Budget; Bilanci; PEG? Analisi costi volumi risultati; Costi standard; Analisi di efficienza e produttività; Analisi degli scostamenti. 29

30 Ruolo dei sistemi informativi;
I sistemi informativi ed il controllo di gestione Ruolo dei sistemi informativi; Sistemi ERP (sistemi informativi integrati) 30

31 Classificazione dei costi
Differenti criteri di classificazione Comportamento: fissi e variabili; Modalità di imputazione: diretti e indiretti; Controllabilità: controllabili e non controllabili; Modalità di programmazione: parametrici, vincolati e discrezionali. 31

32 Configurazioni di costo
Configurazione significa contenuto del costo, cioè voci di costo considerate; Esistono due classi generali di configurazioni di costo: Costo parziale; Costo pieno. 32

33 Configurazioni a costo parziale
Costo variabile; Costo primo o diretto; Costo industriale. 33

34 Costi preventivi ipotetici
Costi standard Costi preventivi ipotetici budget efficienza std ideale conveniente realistico 34

35 Costi standard Funzione di obiettivo per la gestione futura
Budget Funzione di parametro per il controllo Scostamenti 35

36 1. individuazione centri di costo
Costi standard 1. individuazione centri di costo definizione singoli processi individuazione dei responsabili 2. definizione condizioni operative std caratteristiche dei prodotti e fattori produttivi modalità di svolgimento dei processi-cicli e metodi 36

37 3. Scelta del livello di efficienza STD
Costi standard 3. Scelta del livello di efficienza STD esigenza di realismo strumenti di motivazione 4. Determinazione STD fisici unitari in riferimento alla fase 2 (condizioni operative) in riferimento alla fase 3 (livello efficienza std) 37

38 5. Determinazione degli STD monetari unit.
Costi standard 5. Determinazione degli STD monetari unit. std fisico x prezzo di acquisto di ogni singolo fattore produttivo 6. Determinazione dei volumi di produzione dei singoli prodotti/componenti; del processo produttivo del centro. 38

39 7. Calcolo degli std complessivi
Costi standard 7. Calcolo degli std complessivi di componente, di prodotto e di processo a) std fisico di fattore A per unità di prod.: b) prezzo std unitario del fattore A: Costo std del fattore A per unità di prodotto K c) volume di prodotto finito K : unità Costo std complessivo del fattore A 39

40 Di assorbimento o di volume
Scostamenti di costo Costi variabili Di volume; Di efficienza; Di prezzo. Costi fissi Di costo; Di assorbimento o di volume 40

41 Scostamenti dei ricavi di vendita
Di volume; Di mix produttivo; Di prezzo. 41

42 Analisi CVR: il metodo grafico
ricavi area di profitto area di perdita costi totali Costi Ricavi costi fissi costi variabili Volumi volume di pareggio 42

43 Sistema contabile Contabilità finanziaria Contabilità Contabilità
economico-patrimoniale (Classificazione per natura) Contabilità economico-analitica (Classificazione per destinazione) Altri sottosistemi contabili e non contabili 43

44 Sistema contabile integrato
44

45 Disallineamento contab. finanziaria/economica
Disallineamento temporale (Il manifestarsi della spesa può precedere o seguire il manifestarsi del costo) Disallineamento strutturale (il costo si manifesta in una struttura diversa da quella in cui si manifesta la spesa) Disallineamento sistemico (ad un valore registrato in un sistema non corrisponde alcun valore nell’altro sistema) 45

46 Disallineamento temporale costo - spesa
Esempio: all’01/01/x pagato fitto semestrale anticipato Spesa Costo Asse temporale 01/01/x 30/06/x Periodo di competenza 46 le officine della formazione 46 46

47 Disallineamento temporale costo - spesa
Esempio: all’01/01/x+1 pagato fitto semestrale posticipato Spesa Costo Asse temporale 01/07/x 01/01/x+1 Periodo di competenza 47 le officine della formazione 47 47

48 Periodo di competenza dal 01/03/x al 01/03/x+5
Disallineamento temporale costo - spesa Esempio: all’01/01/x acquisto cespiti che entreranno in funzione in seguito a collaudo in data 01/03/x; vita utile dei cespiti: 5 anni Spesa Costo Asse temporale 01/01/x 01/03/x 01/03/x+5 Periodo di competenza dal 01/03/x al 01/03/x+5 48 le officine della formazione 48 48

49 Report di Contabilità analitica
Servizio:_____ Prodotto:____ Periodo:_____ 49

50 Struttura gerarchica obiettivi (Esempio Ras)
50 le officine della formazione 50 50

51 Modalità di funzionamento (Esempio Ras)
Progetto G.R. Assessore D.G. D.S. Funzionario 51

52 Esemplificazione scheda obiettivo dirigenziale (1)
52

53 Esemplificazione scheda obiettivo dirigenziale (2)
53

54 Esemplificazione scheda obiettivo dirigenziale (3)
Report di contabilità finanziaria Competenza Residui Totale Capitoli Stanziam. Impegno Pagam. 54

55 Esemplificazione scheda obiettivo dirigenziale (4)
Report di contabilità economico analitica Report di Contabilità analitica Servizio:_____ Periodo:_____ 55


Scaricare ppt "Il controllo di gestione negli Enti Locali"

Presentazioni simili


Annunci Google