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Indicatori congiunturali 2 Gli indicatori qualitativi

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Presentazione sul tema: "Indicatori congiunturali 2 Gli indicatori qualitativi"— Transcript della presentazione:

1 Indicatori congiunturali 2 Gli indicatori qualitativi
e gli indicatori compositi (misti)

2 Cogliere i cambiamenti in anticipo …
Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 2

3 … ed in particolare i punti di svolta
Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 3

4 Indicatori qualitativi
Gli indicatori qualitativi sono ricavati da indagini svolte presso gli operatori. Si suddividono essenzialmente in due tipologie: Indagini presso le famiglie Indagini presso le imprese Gli intervistati rispondono ad alcuni quesiti senza fornire una quantificazione precisa del fenomeno sul quale vengono interrogati. In tal modo, le risposte si prestano ad essere classificate in genere in maniera ordinale attraverso classi del tipo: valutazione positiva (“alto”, “in aumento”), valutazione intermedia ( “medio”, “sufficiente”, “invariato”) o valutazione sfavorevole (“basso”, “insufficiente”, “in diminuzione”). I risultati possono essere oggetto di una riaggregazione che restituisce una serie storica delle risposte: ad esempio, la percentuale delle risposte favorevoli registrata ogni mese, oppure il saldo fra le risposte favorevoli e quelle sfavorevoli. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 4

5 Indicatori qualitativi
Hanno il pregio di una maggiore tempestività nella diffusione dei dati (in genere l’indagine è condotta ad inizio mese ed il dato è disponibile entro la fine del mese). Ad esempio, a fine febbraio conosciamo il clima di fiducia delle imprese di febbraio, mentre l’indice di produzione industriale è ancora fermo a dicembre). Solitamente si tratta di dati con frequenza mensile. La disponibilità di dati molto aggiornati spiega perché questi indicatori siano guardati con grande attenzione dai mercati. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 5

6 ... Capacità di “anticipare i fenomeni”
In generale, gli indicatori qualitativi vengono diffusi nella forma di un indice “generale” che sintetizza diversi sottoindici. Alcuni dei sottoindici possono avere proprietà di anticipazione degli andamenti di breve di altre variabili quantitative. Ad esempio: conosciamo la produzione industriale al tempo t, xt ,, e disponiamo delle indagini presso le imprese industriali del mese t+1 e t+2, st+1 e st+2 Se s anticipa x di due mesi, potremo fare previsioni su xt+1 , xt+2 , xt+3 , xt+4 . Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 6

7 ... Capacità di “spiegare i fenomeni”
Le inchieste sono effettuate attraverso questionari che si soffermano su diversi aspetti che possono caratterizzare i comportamenti e le opinioni degli intervistati. Dalle risposte a ciascuna domanda si ottengono informazioni utili non solo per descrivere determinati fenomeni, ma anche per interpretarli. In questo senso, le indagini forniscono un contenuto aggiuntivo rispetto agli indicatori quantitativi. Ad esempio, dai risultati delle indagini presso le imprese industriali potremo non solo ottenere indicazioni sull’andamento della produzione, ma anche sapere quali sono gli andamenti della domanda interna ed estera sottostanti le attese sui livelli produttivi, oppure quali sono le aspettative riguardo all’andamento dell’occupazione ad esse associate. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 7

8 Indici di fiducia dei consumatori - USA
Gli indici di fiducia dei consumatori sono delle buone rappresentazioni sintetiche dello stato del ciclo. Non hanno però particolari proprietà quali anticipatori dei comportamenti. In effetti, tendono a risentire molto delle condizioni del mercato del lavoro e la disoccupazione è un indicatore ritardato dello stato del ciclo economico. Negli Stati Uniti - esistono due survey principali Conference Board University of Michigan Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 8

9 Indici di fiducia dei consumatori - USA
Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 9

10 Indici di fiducia dei consumatori - UE
In Europa ciascun paese realizza inchieste congiunturali presso le famiglie. Principali survey presso le famiglie per i maggiori paesi europei paesi europei Ifo - Germania Insée - Francia Isae - Italia Le inchieste nazionali sono utilizzate dalla Commissione europea, che rielabora i dati per uniformare i criteri metodologici adottati nei diversi paesi. La Commissione, oltre a diffondere le statistiche relative ai diversi paesi, produce indicatori aggregati per area, ad esempio relativi all’Unione europea, oppure all’area dell’euro. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 10

11 Ciclo Italiano e indice di fiducia delle famiglie (IFC)
Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 11

12 Ciclo Italiano e fiducia dei consumatori
La relazione causale è tuttavia difficile da definire: è l’indice di fiducia che influenza i consumi e quindi il ciclo, o viceversa? Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 12

13 Ciclo Italiano e fiducia dei consumatori
Inserendo un termine AR(1) si ottiene peraltro una buona approssimazione tra la dinamica dell’IFC e quella del PIL. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 13

14 Ciclo Italiano e fiducia dei consumatori
Quando si inserisce il termine AR(1), peraltro, la miglior correlazione tra dinamica dell’IFC e del PIL è quella in cui si utilizzano le variazioni dell’indice, con un ritardo di un trimestre. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 14

15 Ciclo Italiano e fiducia dei consumatori
Il fit della regressione è abbastanza buono; ma attenzione alle previsioni (forecast) quando si utilizzano termini autoregressivi!!! Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 15

16 Fiducia dei consumatori e crescita del PIL
Anche con dati annuali si constata l’esistenza di una discreta correlazione tra dinamica del PIL e fiducia dei consumatori, con l’indice sia in livelli sia in variazioni percentuali (R2=0,46) Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 16

17 Fiducia dei consumatori e crescita dei consumi
Una correlazione analoga si ottiene con la dinamica dei consumi– ora però solo con l’indice in livelli (R2=0,45), anziché nelle sue variazioni (R2=0,31) Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 17

18 Indici di fiducia dei consumatori
Le diverse inchieste si caratterizzano per la struttura differente del questionario. I principali temi su cui vengono raccolte le opinioni dei consumatori sono comunque in generale condivisi, e sono sintetizzabili in tre gruppi: Intenzioni di spesa (enfasi sui durevoli) Risparmio e ricchezza finanziaria Opinioni su andamento economia (ciclo, occupazione, prezzi) Nella tavola successiva si riportano le variabili della survey presso le famiglie diffusa dalla Commissione europea. Vi sono dodici quesiti ripetuti con cadenza mensile, oltre a tre domande poste con cadenza trimestrale. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 18

19 Componenti della consumer confidence
L’indice sintetico della consumer confidence è la media aritmetica delle risposte alle domande 2, 4, 7, 11 Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 19

20 Clima di fiducia delle famiglie, comportamenti di spesa
Di solito la consumer confidence segue il ciclo del consumi. Minimo ’92 più profondo di 2009 Sfasamenti: 1997 (ciclo auto) 2001 (cambio di Governo) Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 20

21 Applicazioni: percezione dell’inflazione
Inflazione effettiva e “percepita” dalle famiglie in Italia Dalla componente della survey sui giudizi circa i “prices in last months” desumiamo una indicazione circa alcuni fattori che potrebbero spiegare i comportamenti delle famiglie. Notate l’anomala divaricazione fra i due indicatori avvenuta dopo l’introduzione dell’euro I giudizi delle famiglie sull’andamento dei prezzi in genere colgono i punti di svolta 1985: controshock petrolifero 1997: convergenza ai parametri di Maastricht 2002: introduzione fisica dell’euro 2008: impennata quotazioni del petrolio Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 21

22 ...... Il disallineamento fra i giudizi sull’inflazione passata e quella futura ci segnala come le famiglie europee abbiano percepito uno shock sui prezzi, ma di carattere transitorio. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 22

23 ...... Anche in Italia il disallineamento fra inflazione percepita ed effettiva ha carattere transitorio. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 23

24 Consumer confidence e confronti internazionali
Un modo di utilizzare le survey è anche quello di cercare di cogliere se dati fenomeni hanno una specifica connotazione domestica Circa gli effetti del changeover, la percezione sull’andamento dell’inflazione è aumentata proprio nelle economie dove è stato introdotto l’euro, non essendovi invece andamenti nella stessa direzione nelle altre economie europee che non hanno aderito alla moneta unica, come il Regno Unito. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 24

25 Indici di fiducia delle imprese
Stati Uniti Ism (Institute for Supply Management) Manufacturing Non-manufacturing Altre survey settoriali e territoriali Es. Nahb (National Association of Home Builders) Philadelphia Fed – Regional Manufacturing New York Fed – Regional Manufacturing Stati Uniti: componenti della survey ISM: PRODUCTION NEW ORDERS SUPPLIER DELIVERIES INVENTORIES EMPLOYMENT PRICES PAID EXPORT ORDERS IMPORTS BACKLOG OF ORDERS Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 25

26 Indici di fiducia delle imprese
Area euro Indagini nazionali Germania (Ifo) Francia (Insée) Italia (Isae) Altre survey settoriali e territoriali Commissione europea (armonizza serie nazionali) Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 26

27 Indici di fiducia delle imprese
Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 27

28 Indici di fiducia delle imprese
L’indice sintetico della industrial confidence è la media aritmetica delle risposte alle domande 2, 4, 5 (la 5 con segno invertito) L’indicatore del grado di utilizzo degli impianti (quesito 13) presenta una differenza dal punto di vista metodologico, essendo l’unica variabile per cui è richiesto alle imprese di fornire una quantificazione puntuale invece di una risposta di carattere qualitativo. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 28

29 Indici di fiducia delle imprese
Fattori che rappresentano un limite alla produzione (quesito 8). Alle imprese viene richiesto quali fattori ne stiano ostacolando la produzione, con la possibilità di declinare la risposta secondo sei alternative: i) nessuno; ii) insufficienza di domanda; iii) scarsità di manodopera; iv) scarsità di materiali o impianti, v) vincoli finanziari; vi) altro. Questo tipo di risposta quindi aiuta a collocare l’industria nelle diverse fasi del ciclo; le due alternative più importanti essendo la seconda e la terza fra quelle elencate, con l’insufficienza di domanda che tende a rappresentare il principale ostacolo alla produzione nel corso delle fasi cicliche avverse, e la scarsità di manodopera che invece costituisce il maggiore ostacolo nelle fasi di picco del ciclo economico. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 29

30 Indici di fiducia delle imprese
Un possibile utilizzo delle survey è costituito anche dalla possibilità di confrontare il comportamento di diverse economie. Dall’andamento dei giudizi delle imprese industriali sul trend recente della produzione (domanda 1), per Italia e Germania fra il 1989 e il 1997. consonanza nelle tendenze dei due indicatori, risultato coerente con la elevata sincronia nei cicli delle economie europee. la sincronia nel comportamento delle due economie non è perfetta. Dalla fine del 1990 l’Italia registrò l’inversione del ciclo prima della Germania; questo perché mentre l’industria italiana seguiva la tendenza del ciclo internazionale, l’economia tedesca evidenziava un ciclo temporaneamente sfasato dal resto d’Europa per effetto della politica fiscale fortemente espansiva del periodo immediatamente successivo all’unificazione delle due Germanie. Nel periodo successivo l’Italia ha invece generalmente seguito con un lag temporale di qualche mese l’economia tedesca. Questo perché nel periodo l’Italia ha avuto politiche di bilancio e monetarie fortemente restrittive, che hanno condizionato l’evoluzione della domanda interna, e determinato fasi cicliche dell’industria al traino delle fluttuazioni della domanda estera, e questo ci ha portati a replicare con qualche mese di ritardo i comportamenti ciclici dei nostri maggiori partner. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 30

31 Indici di fiducia delle imprese
Il carattere export-led del ciclo italiano intorno alla metà degli anni novanta fu amplificato dalla svalutazione del tasso di cambio della lira, che determinò condizioni di competitività particolarmente favorevoli alle imprese esportatrici. Un modo per apprezzare tale particolarità è quello di prendere in esame l’andamento dei giudizi delle imprese in relazione all’andamento del portafoglio ordini esteri (domanda 3 della survey). Dal relativo grafico è possibile difatti osservare come fra il 1993 e il 1995 l’Italia abbia mostrato per questa variabile uno scostamento significativo rispetto all’andamento osservato in Germania. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 31

32 Applicazioni: indici di fiducia delle imprese
Gli indicatori di fiducia delle imprese normalmente forniscono una buona rappresentazione del ciclo. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 32

33 ..... Nel confronto fra paesi è consigliabile guardare all’andamento delle variabili piuttosto che al loro livello, che può riflettere anche differenze nella metodologia che diversi paesi utilizzano per l’indagine. Ad es. se rappresentiamo le due variabili del grafico precedente su una medesima scala, potremmo ritenere che le imprese italiane sono sistematicamente più ottimiste di quelle tedesche.... Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 33

34 ..... Se proprio si desidera disporre di una misura che consenta di confrontare gli indicatori di confidence sui livelli (ad es. perché si vogliono aggregare due serie) si può procedere “standardizzando” le serie storiche (basta sottrarre a ciascuna serie storica la propria media e dividere per la propria deviazione standard). Si ottiene una rappresentazione come quella del grafico a fianco. Si noti ancora la forte correlazione fra il clima di fiducia delle imprese italiane e tedesche. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 34

35 Indice di fiducia delle imprese manifatturiere e ciclo in Italia
Sembra esistere una buona correlazione tra la dinamica dell’indice di fiducia delle imprese manifatturiere e quella del PIL, con un trimestre di ritardo. L’IFIM è dunque un indicatore leading. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 35

36 Indice di fiducia delle imprese manifatturiere e ciclo
La relazione, come in precedenza, può essere migliorata, inserendo un termine AR(1). I possibili problemi di distorsione dell’uso del termine AR(1) in fase di previsione possono essere ridotti inserendo una dummy che colga i punti di svolta ciclici. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 36

37 Indicatori qualitativi delle imprese: relazione tra produzione e occupazione
Dal confronto fra le componenti delle survey relative alle aspettative sull’andamento della produzione e dell’occupazione possiamo apprezzare il lag temporale che separa le decisioni di produzione e le politiche occupazionali delle imprese. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 37

38 Indicatori qualitativi delle imprese: relazione tra produzione e scorte
I giudizi sul livello delle scorte sono un indicatore rilevante. Non vanno però lette come un indicatore delle consistenze dello stock di prodotti finiti in magazzino, quanto piuttosto come una indicazione della loro adeguatezza rispetto allo stato della domanda finale. Nelle fasi basse del ciclo le imprese ritengono di avere magazzini troppo elevati. Pertanto cercano di soddisfare la domanda ridimensionando lo stock di scorte esistente. Quando le scorte vengono giudicate insufficienti si verificano effetti moltiplicativi. Si produce per soddisfare la domanda finale e per accrescere il magazzino. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 38

39 In conclusione L’utilizzo degli indicatori qualitativi non si esaurisce nella capacità descrittiva di alcuni andamenti delle variabili quantitative. E’ molto importate utilizzare le singole componenti delle survey allo scopo di trarne indicazioni utili per l’interpretazione dei fatti economici rilevanti. Importante confrontare le singole componenti delle survey ed effettuare confronti fra paesi. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 39

40 Indicatori sintetici (compositi – misti)
Le diverse variabili economiche possono essere aggregate per ottenere indicatori sintetici (ad esempio nella precedente analisi sulle survey avevamo visto come il clima di fiducia delle famiglie o delle imprese costituisca la sintesi di un insieme di variabili contenute nella survey). Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 40

41 Applicazione 4 Per gli indicatori qualitativi è pure possibile aggregare i dati relativi a varie inchieste, ottenendo così indicatori composti, da utilizzare come indicatore sintetico delle attese. Ad esempio possiamo aggregare (con il metodo delle componenti principali o utilizzando altri pesi) gli indicatori di fiducia di imprese diverse (manifatturiere, costruzioni, servizi) o di imprese e famiglie (come nel caso accanto). Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 41

42 Indicatori sintetici (compositi – misti)
Varie istituzioni internazionali (es. OCSE, CEPR, USACB) o enti di ricerca (es. ISAE, Unicredit, Ref) elaborano indicatori sintetici dello stato del ciclo economico. Tali indicatori possono essere classificati in funzione della loro scansione temporale rispetto all’andamento del ciclo economico. Abbiamo così indicatori: Anticipatori (leading) Coincidenti (coincident) Ritardati (lagging) – poco rilevanti Ai fini della previsione economica gli indicatori più rilevanti sono ovviamente quelli anticipatori (“saper cogliere in anticipo i punti di svolta”). Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 42

43 Indicatori sintetici (compositi – misti)
Background teorico: Burns e Mitchell (1946) Il ciclo economico “consists of expansions, occurring at about the same time in many economic activities, followed by similarly general recessions, contractions and revivals”. Background metodologico applicato: Stock e Watson (1999) Diffusion indexes; Forecasting Inflation Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 43

44 Costruzione di un leading indicator
Lo scopo è quello di anticipare, con un indicatore sintetico, l’andamento di una variabile obiettivo y(t) (la componente ciclica della produzione industriale, la componente ciclica del Pil.. ) attraverso una pluralità di variabili ritenute informative (x, z, …) circa l’andamento della variabile obiettivo. Queste variabili concorrono a formare il leading indicator. Di queste variabili occorre preliminarmente individuare se sono, in modo statisticamente regolare, leading, coincidenti o lagging rispetto alla variabile obiettivo Le variabili leading lo possono essere in senso informativo (es. le tendenze della produzione dalle survey) o in senso causale (ad es. il tasso di cambio reale). Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 44

45 ..... Alcune condizioni di base:
le variabili abbiano frequenza omogenea (mensile, trimestrale, …) le serie storiche coprano un ampio orizzonte temporale (ad esempio 10 anni), essendo tali metodologie fondate sulla robustezza statistica di regolarità storiche (preferibilmente che coprano due cicli). le serie storiche siano composte dalla sola componente ciclica, ovvero che siano già state depurate dalle componenti stagionali, irregolari e di trend Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 45

46 ...... L’analisi di correlazione tra la variabile target y(t) e la variabile esplicativa x(t) ha l’obiettivo - attraverso il calcolo degli indici di correlazione - di individuare: se x(t) è ha un andamento prossimo a quello di y(t) se x(t) è un indicatore anticipatore, coincidente o ritardato rispetto a y(t) e di quanti periodi Coefficiente di correlazione: Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 46

47 Tecniche di selezione delle variabili
Analisi di Granger causality La valutazione delle capacità predittive della variabile x(t) può essere effettuata facendo ricorso all’approccio di Granger che è finalizzato a individuare quanto y(t) può essere spiegata dai valori passati della variabile x(t). I test di encompassing Al fine di ottenere un indicatore anticipatore aggregato “parsimonioso” è opportuno valutare se - all’interno di famiglie di indicatori anticipatori affini - ognuno di essi presenta una capacità informativa autonoma. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 47

48 Aggregazione Modalità di aggregazione
Una volta individuate le variabili anticipatrici, si deve procedere alla loro aggregazione in modo da ottenere un unico indicatore sintetico. L’aggregazione prevede: che le serie vengano “fasate” sulla base del lag ottimale di anticipazione individuato per ciascuna di esse che le serie vengano standardizzate e aggregate per: semplice somma somma ponderata, utilizzando (per esempio) come pesi della ponderazione i coefficienti risultanti dalla stima della regressione OLS: yt=a0+a1xt-p+…+akzt-p+et Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 48

49 Un esempio Il “superindice” Usa, costruito dal Conference Board aggrega l’andamento di diverse variabili che si ritiene abbiano la proprietà di anticipare il ciclo. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 49

50 Indicatori leading, coincident, lagging
Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 50

51 Le componenti degli indici compositi Usa (CB)
Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 51

52 Le componenti del coincident indicator Usa (CB)
THE CONFERENCE BOARD'S COINCIDENT INDICATORS INDEX EMPLOYED - NONFARM INDUSTRIES TOTAL (PAYROLL SURVEY) PERSONAL INCOME LESS TRANSFER PAYMENTS INDUSTRIAL PRODUCTION BUSINESS (MANUFACTURING AND TRADE SALES) IN CONSTANT DOLLARS Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 52

53 Le componenti del lagging indicator Usa
THE CONFERENCE BOARD'S LAGGING INDICATORS INDEX AVERAGE DURATION OF UNEMPLOYMENT (WEEKS) BUSINESS MANUFACTURING & TRADE INVENTORIES/SALES RATIO 6-MO CHNG (ANNUALIZED) IN INDEX OF MFG UNIT LABOR COSTS PRIME RATE CHARGED BY BANKS COMMERCIAL & INDUSTRIAL LOANS OUTSTANDING RATIO OF CONSUMER CREDIT OUTSTANDING TO PERSONAL INCOME 6-MONTH CHANGE (ANNUALIZED) IN CPI FOR SERVICES Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 53

54 Il ruolo delle variabili finanziarie all’interno dei leading indicators
Si noti come nel leading indicator siano incluse anche alcune variabili di carattere finanziario. In particolare, l’inclinazione della curva dei rendimenti, sintetizzata attraverso lo spread fra i tassi a lunga ed i tassi a breve Una curva dei tassi inclinata positivamente implica attese di tassi in aumento da parte dei mercati. Queste possono essere intese come aspettative di ripresa del ciclo economico. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 54

55 ... La crescita dell’offerta di moneta (in termini reali) può costituire un indicatore sintetico delle condizioni monetarie di un’economia e quindi anticiparne le tendenze di breve. In ogni caso, non è detto che la velocità di circolazione della moneta resti stabile. Nella fase di debolezza del ciclo d’inizio anni novanta, la forte crescita della moneta sembra però rispecchiare lo spostamento dei mercati verso attività liquide, così come la successiva decelerazione può essere dovuta allo spostamento verso titoli a più lunga scadenza. Nel 2009 la notevole crescita dell’offerta di moneta non è stata sufficiente per aumentare la disponibilità di credito all’economia a causa del comportamento delle banche che hanno ricostituito riserve di liquidità e dell’aumentata avversione al rischio. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 55

56 “The stock market has predicted nine out of the last five recessions” (P.Samuelson)
I corsi azionari possono essere considerati come una sintesi dei profitti attesi dal mercati. La prociclicità dei profitti induce a ritenere che la Borsa tenda ad anticipare il ciclo. Secondo questa chiave di lettura la Borsa “è un previsore”, ovvero un anticipatore del ciclo. E’ ragionevole peraltro ritenere che anche la stessa Borsa influenzi il ciclo via l’effetto ricchezza sui consumi e l’effetto fiducia sugli investimenti. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 56

57 Indicatori coincidenti
Sono rilevanti, nonostante non siano anticipatori, perché forniscono informazioni sulla dinamica del PIL in tempo reale (mentre i dati sul PIL hanno un ritardo di 2-3 mesi) Le principali applicazioni empiriche: I due più famosi esempi di indicatori coincidenti di attività economica con frequenza mensile sono il Chicago Fed National Activity Index (CFNAI) per gli Stati Uniti e l’Eurocoin per l’Area Euro (Altissimo et al.); In Italia l’Osservatorio RegiosS propone un indicatore coincidente con frequenza mensile per l’Italia e per ciascuna regione del Paese. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 57

58 Il Chicago Fed National Activity Index (CFNAI)
Il Chicago Fed National Activity Index (CFNAI) è l’indicatore coincidente di attività economica con frequenza mensile realizzato dalla Federal Reserve Bank of Chicago; Il CFNAI descrive l’andamento del ciclo economico americano. L’indicatore rappresenta lo scostamento della dinamica del PIL rispetto alle tendenze di lungo periodo (standardizzate a zero). Il CFNAI è una singola misura di attività economica costruita come la media ponderata di 85 indicatori macroeconomici. La tecnica utilizzata è l’analisi per componenti principali, che permette di sintetizzare in un’unica variabile l’informazione contenuta nelle 85 serie storiche originarie (fonte: Stock and Watson 1999). Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 58

59 IL CFNAI (composizione del dataset)
Le 85 serie storiche utilizzate per la costruzione del CFNAI possono essere suddivise in cinque categorie: Produzione e reddito: i dati si riferiscono al tasso di crescita della produzione industriale nei diversi settori e per categoria di prodotto. Inoltre, si considerano indici compositi come il Purchasing Managers Index (PMI), il grado di utilizzo della capacità produttiva e il tasso di crescita del reddito; Mercato del lavoro: tasso di occupazione, di disoccupazione e il totale delle ore lavorate; Consumi delle famiglie e l’indice di costruzione di nuove case; Vendite industriali e commerciali (vendite all’ingrosso e al dettaglio); Ordini e scorte. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 59

60 IL CFNAI dagli anni Settanta ad oggi
Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 60

61 Eurocoin (CEPR – Banca d’Italia) …
L’Eurocoin è l’indicatore coincidente per l’Area dell’Euro proposto dal CEPR in collaborazione con la Banca d’Italia. Per la costruzione dell’Eurocoin si considerano le seguenti serie storiche relative a Germania, Francia, Italia, Spagna, Paesi Bassi e Belgio: Il PIL (fonte: Eurostat); La produzione industriale (fonte: Eurostat); Customer Survey (fonte: Eurostat, ISAE, Insee); Business Survey (fonte: Eurostat, Ifo, ISAE, Insee, Markit). Stock prices (fonte: Datastream Thompson Financial) Esportazioni di beni (fonte: Eurostat, Insee, Deutsche Bundesbank, ISTAT, Ine). Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 61

62 … Eurocoin (CEPR – Banca d’Italia)
L’Eurocoin è il risultato di un procedimento di aggregazione di serie macroeconomiche lungo e complesso (Altissimo et al., 2001, A Real Time Indicator of the Euro Area Business Cycle, Tema di Discussione n. 436, Banca d’Italia). L’Eurocoin è un classico esempio di “indicatore misto”, dato che è ottenuto utilizzando variabili quantitative (il PIL, le esportazioni e i prezzi delle azioni) e altre qualitative (le Business e Customer Survey della Commissione Europea). Come per l’indice CFNAI, l’Eurocoin mostra la dinamica tendenziale del PIL, come scostamento rispetto al trend di lungo periodo (normalizzato a zero). Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 62

63 L’Eurocoin dal 2003 ad oggi (febbraio 2010)
Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 63

64 Lo studio del ciclo economico italiano
Lo studio del ciclo economico secondo la metodologia dell’NBER è stato introdotto per la prima volta in Italia dall’ISCO (ora ISAE) alla fine degli anni Cinquanta. Altissimo et al. (2000) propongono un indicatore coincidente ed uno anticipatore dell’economia italiana, in grado di aiutare gli economisti a prevedere l’evoluzione delle condizioni economiche di breve periodo del Paese. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 64

65 L’indicatore coincidente per l’Italia (ex ISAE – Banca d’Italia; oggi disgiunto)
Sono analizzate 183 serie storiche (mensili o trimestrali) considerate potenzialmente rilevanti nella descrizione del comportamento ciclico dell’economia italiana. Le variabili presentano diversa fonte e fanno riferimento al mercato del lavoro, all’output e alla capacità di utilizzo degli impianti, alle condizioni della domanda, ai prezzi, al costo del lavoro e ai salari, agli aggregati monetari e ai tassi di interesse, al commercio estero ed alle principali variabili internazionali. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 65

66 La costruzione dell’indicatore coincidente per il ciclo italiano (1)
Le variabili macroeconomiche sono destagionalizzate (quando necessario) e rese stazionarie. Inoltre, le serie storiche sono filtrate per identificare e analizzare la componente ciclica di ciascuna di esse. La selezione delle variabili utilizzate per la costruzione dell’indicatore coincidente avviene stimando le proprietà di comovimento attraverso la tempistica dei punti di svolta (punti di picco – punto di depressione) di ciascuna serie con la cronologia ufficiale pubblicata dall’ISCO (ora ISAE) negli anni Sessanta. Per l’identificazione dei punti di picco e di depressione si ricorre alla Bry-Boschan routine, un processo iterativo che definisce la durata minima di un ciclo e di una singola fase (espansione o recessione) pari a quindici e cinque mesi rispettivamente. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 66

67 La costruzione dell’indicatore coincidente per il ciclo italiano (2)
Vengono in questo modo scelte sei serie storiche che verranno effettivamente utilizzate per la costruzione dell’indicatore composito, ossia: La quota di ore di straordinario sul totale delle ore lavorate negli stabilimenti industriali; L’indice di produzione industriale; Il trasporto ferroviario di beni; Il valore aggiunto nei servizi; Gli investimenti in macchinari; Le importazioni di beni di investimento. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 67

68 La costruzione dell’indicatore coincidente per il ciclo italiano (3)
Si procede applicando un filtro alle variabili selezionate per eliminare le oscillazioni ad alta frequenza. Vengono calcolate le variazioni percentuali usando la classica formula simmetrica, dato che permette di trattare allo stesso modo le variazioni positive e negative. Le variabili vengono aggregate attraverso opportuni fattori standardizzati (la standardizzazione evita che le serie con ampie fluttuazioni cicliche dominino i movimenti dell’indicatore composito). Le risultanti variazioni mensili sono poi cumulate, ottenendo così l’indicatore coincidente composito. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 68

69 Indicatore coincidente per l’economia italiana (ex ISAE – Banca d’Italia)
Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 69

70 La costruzione dell’indicatore anticipatore (ISAE, Banca d’Italia) per il ciclo italiano (1)
Si considera l’indicatore coincidente descritto in precedenza come variabile di riferimento. Inoltre, si studiano non solo le proprietà di comovimento delle serie storiche, ma anche il loro potere predittivo. Una variabile è considerata anticipatrice se aiuta a prevedere il tasso di crescita della serie di riferimento (Stock e Watson, 1991). Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 70

71 La costruzione dell’indicatore anticipatore (ISAE, Banca d’Italia) per il ciclo italiano (2)
Le serie storiche selezionate per la costruzione dell’indicatore anticipatore del ciclo economico italiano sono le seguenti: Le ore di cassa integrazione ordinaria nel settore manifatturiero; Le aspettative sull’andamento della produzione industriale; Le scorte di prodotti finiti industriali; Gli ordini interni dei beni di consumo; Il clima di fiducia delle famiglie (Households’ Confidence Climate); I depositi bancari intermini reali; Il premio sui differenziali dei tassi di interesse; Le importazioni; L’indice della produzione industriale tedesca Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 71

72 La costruzione dell’indicatore anticipatore (ISAE, Banca d’Italia) per il ciclo italiano (3)
Le serie storiche sono trasformate e elaborate secondo la stessa procedura adottata per la costruzione dell’indicatore coincidente. L’indicatore anticipatore viene così confrontato direttamente con quello coincidente. Si ribadisce che l’indicatore anticipatore è un indicatore misto, dato che è ottenuto considerando variabili sia qualitative (le aspettative sull’andamento della produzione industriale e il clima di fiducia delle famiglie) sia quantitative. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 72

73 L’indicatore anticipatore del ciclo italiano (ISAE, Banca d’Italia)
Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 73

74 L’indicatore anticipatore e quello coincidente a confronto
Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 74

75 L’indicatore anticipatore come previsore del PIL
L’indicatore anticipatore sembra essere ben correlato con la dinamica del PIL con un anticipo di un trimestre (il ritardo più significativo) o anche di uno e due trimestri insieme, come si può osservare dalla regressione riportata a lato. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 75

76 Ulteriori applicazioni: gli indicatori coincidenti RegiosS - Unicredit
Brasili e Federico (2006) elaborano un indicatore coincidente per l’Italia, la Germania e l’Austria. La tecnica adottata rispecchia le scelte per la costruzione del CFNAI. Si ricorre alla analisi per componenti principali e si considera il primo fattore comune come un indicatore di attività economica, dato il peso rilevante in esso di tutte le variabili che rappresentano l’attività reale. L’indicatore coincidente di attività economica per l’Italia viene costantemente aggiornato e reso pubblicamente disponibile dall’Osservatorio RegiosS ( Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 76

77 L’Indicatore coincidente di attività economica per l’economia italiana (gennaio 2000 – dicembre 2009) Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 77

78 L’Osservatorio RegiosS
Sulla scia dei più recenti sviluppi dello studio delle economie regionali negli Stati Uniti [Carlino e Sill (2001); Crone e Clyton-Matthews (2004)], l’Osservatorio RegiosS pubblica un indicatore di attività economica coincidente per ogni regione italiana. L’obiettivo è quello di verificare l’andamento del ciclo economico di ciascuna regione rispetto all’evoluzione della congiuntura nazionale ed internazionale. A differenza dell’indicatore nazionale, gli indicatori regionali mostrano le variazioni tendenziali del PIL, piuttosto che gli scostamenti di queste ultime rispetto al trend. Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 78

79 L’Osservatorio RegiosS: un esempio di indicatore regionale – la Lombardia
Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 79

80 Un altro esempio di indicatore coincidente per l’Italia: l’indicatore Ref
Gli indicatori congiunturali 2: Gli indicatori qualitativi 80


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