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LO SVILUPPO ECONOMICO ITALIANO DAL DOPOGUERA AD OGGI

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Presentazione sul tema: "LO SVILUPPO ECONOMICO ITALIANO DAL DOPOGUERA AD OGGI"— Transcript della presentazione:

1 LO SVILUPPO ECONOMICO ITALIANO DAL DOPOGUERA AD OGGI
LA DISTRIBUZIONI PER FASI La Ricostruzione ( ) Il “miracolo economico” ( ) La fase di “sviluppo intensivo” ( ) Crisi e decentramento produttivo ( ) Industrializzazione diffusa e p.i. ( ) La ristrutturazione delle imprese ( ) La ristrutturazione del bilancio pubblico e l’integrazione monetaria europea ( )

2 LA DISTRIBUZIONI PER FASI
La Ricostruzione ( ) Il “miracolo economico” ( ) La fase di “sviluppo intensivo” ( ) Crisi e decentramento produttivo ( ) Industrializzazione diffusa e p.i. ( ) La ristrutturazione delle imprese ( ) La ristrutturazione del bilancio pubblico e l’integrazione monetaria europea ( )

3 Il periodo della ricostruzione
La struttura economica: l’eredità del fascismo I problemi economici e sociali La collocazione internazionale Il Piano Marshall Le misure di politica economica Il modello di sviluppo

4 La struttura economica
L’elevato peso del settore agricolo Eccesso dell’offerta sulla domanda di lavoro Arretratezza del Mezzogiorno L’industria era orientata ai settori tradizionali, produttori di beni di consumo Il ritardo tecnologico Distribuzione ineguale del reddito Concentrazione e arretratezza Struttura dei consumi privati arretrata (46% ai consumi alimentari)

5 La struttura della produzione (% PIL per settori) (1938)
Agricoltura 26,6 Industria 30,3 Altre attività 43,1 di cui P.A. 11,4 PIL

6 Struttura dell’occupazione (% occupazione per settori) (1938)
Agricoltura 49,0 Industria 28,0 Altre attività 23,0 Di cui P.A. 10,0 TOTALE 100

7 Distribuzione del reddito (1938)
Salari e stipendi 34,1 Redditi agrari 17,9 (esclusi rendite e salari) Redditi artigianali 13,6 Profitti, rendite, redditi prof. 34,4 PIL privato

8 Distribuzione % dell’occupazione per classi di ampiezza degli stabilimenti industriali (1937-39)
Sino a 10 addetti 25,4 ,5 ,5 ,3 Oltre ,3 Totale

9 I problemi economici e sociali
Ricostruzione dei danni bellici Inflazione Disoccupazione Mezzogiorno/Agricoltura Bilancia dei pagamenti

10 La collocazione internazionale
Il contesto internazionale La collocazione internazionale dell’Italia

11 Il contesto internazionale
Gli accordi di Bretton Woods (1944) Liberismo commerciale Cambi fissi Sistema dei pagamenti internazionali Gli istituti specializzati internazionali (FMI, Banca Mondiale, GATT)

12 La collocazione internazionale dell’Italia
Liberismo vs. protezionismo Vincolo esterno e necessità di aumentare le esportazioni Dove esportare? La liberalizzazione economica e l’integrazione economica europea (aderisce all’OECE nel 1949 e all’Unione Europea dei Pagamenti nel 1950)

13 Il Piano Marshall (ERP - European Recovery Program) (1947)
La “filosofia” del Piano Marshall PIL USA PIL IT (1938 = 100) 60 PIL D

14 Il Piano Marshall (2) Obiettivo di breve periodo: stabilizzazione dei redditi e dell’occupazione Obiettivi di medio-lungo periodo - integrazione economica mondiale . Leadership americana

15 Il Piano Marshall (3) L’utilizzazione del Piano Marshall in Italia
Vincoli congiunturali vs. scelte strutturali (il “ricatto della congiuntura”) Ristrutturazione vs. costituzione di nuove imprese Ristrutturazione industriale del Nord vs. sviluppo industriale del Sud

16 Le misure di politica economica (1)
Integrazione economica europea (riserve valutarie per controllo dei flussi commerciali e rispetto vincolo estero)) Politica del tasso di cambio (introduzione dei cambi fissi nel 1949) Ristrutturazione industriale e ammodernamento produttivo Politica di controllo salariale Deflazione e stretta creditizia nel 1947

17 Le misure di politica economica (2)
Riforma fondiaria (1950) (legge Sila e “legge stralcio”) Cassa per il Mezzogiorno (1950)

18 La scelta del modello di sviluppo (1)
Le alternative Imitare i paesi avanzati (produzione di beni standardizzati di massa) - Economie di scala e vantaggi competitivi statici Specializzazione in settori ad alto contenuto di lavoro qualificato - Qualità e innovazione

19 LA SCELTA DEL MODELLO DI SVILUPPO (2)
Viene scelto il modello di sviluppo basato sull’imitazione delle produzioni dei paesi avanzati Fondamenti analitici: La domanda cresceva più velocemente nei paesi avanzati Possibilità di riduzione del “gap” tecnologico attraverso importazione di macchinari e tecnologie da parte delle grandi imprese Competitività basata sui costi (cfr. abbondanza di forza lavoro)


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