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La gestione economico-finanziaria delle Public Utilities

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Presentazione sul tema: "La gestione economico-finanziaria delle Public Utilities"— Transcript della presentazione:

1 La gestione economico-finanziaria delle Public Utilities
Dott. Emilio Della Cagna Presidente del Collegio Sindacale G.T.M. SpA Dott. Emilio Della Cagna Dott. Emilio Della Cagna

2 IL SISTEMA DELLE UTILITIES
L’individuazione della categoria dei servizi pubblici risponde all’esigenza di riconoscere quelle attività che la pubblica amministrazione ritiene necessario gestire direttamente, oppure sotto il suo controllo, perché, per il benessere della collettività, ritiene essenziale garantire a tutti i cittadini l’accesso all’utilizzazione di uno specifico servizio. Con il termine «utilities» si intende solitamente raggruppare le imprese che si occupano dell’erogazione e gestione di servizi quali ad esempio la distribuzione di energia elettrica, la distribuzione di gas, la gestione del ciclo idrico, lo smaltimento dei rifiuti, la manutenzione delle aree verdi, il trasporto pubblico locale. E’ difficile identificare modalità rigide di classificazione dei servizi pubblici. Essi si configurano piuttosto come un sistema aperto che si amplia o si restringe, nel tempo e nello spazio, in relazione agli orientamenti dello Stato nei confronti degli interessi e dei bisogni della collettività amministrata. Dott. Emilio Della Cagna

3 ART. 43 COSTITUZIONE «Ai fini di utilità generale, la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale» Riconoscimento legislativo Appartenenza alla categoria delle attività economiche Esistenza del carattere di interesse sociale Dott. Emilio Della Cagna

4 ART. 43 COSTITUZIONE Il regime tradizionalmente previsto dalla Costituzione, pur non implicando automaticamente l’esclusione dei privati dall’erogazione dei medesimi (concessione), favoriva l’affidamento delle attività di produzione e di erogazione degli stessi a soggetti pubblici (gestione diretta del servizio). Questa scelta era stata motivata fondamentalmente dalla inadeguatezza dei meccanismi di mercato nell’allocazione delle risorse produttive. Si era consolidata l’idea che la struttura ottimale per gestire queste attività fosse rappresentata dal monopolio pubblico (soluzione europea) o da un sistema di regolazione in assenza di liberalizzazione dei mercati (soluzione americana). Tali soluzioni hanno comportato, da un lato, l’eliminazione della concorrenza nell’erogazione dei servizi pubblici e, dall’altro, la coincidenza fra interesse generale del servizio e natura pubblica del gestore. Dott. Emilio Della Cagna

5 I servizi pubblici in sede europea
I servizi di interesse economico generale, come definiti in sede europea, presentano requisiti analoghi a quelli che sono stati evidenziati dalla Costituzione Italiana per i servizi di pubblica utilità ART. 36 Carta dei Diritti dei Cittadini Europei «Al fine di promuovere la coesione sociale e territoriale dell’Unione, questa riconosce e rispetta l’accesso ai servizi d’interesse economico generale quale previsto dalle legislazioni e prassi nazionali conformemente al trattato che istituisce la Comunità Europea» Dott. Emilio Della Cagna

6 Servizi di interesse economico generale in ottica europea
All’interno di tale comparto, in sede europea, si distinguono: SERVIZI UNIVERSALI  la cui gestione spesso non è remunerativa e diventa perciò indispensabile l’intervento finanziario dello stato per ripianare i disavanzi di bilancio; SERVIZI DI BASE  per la cui produzione ed erogazione è necessaria un’infrastruttura a rete e spesso la produzione del servizio è separata dalla gestione della rete; SERVIZI SPECIFICI  la cui gestione è in grado di essere remunerativa ed è necessario l’intervento di una regolamentazione per limitare il potere discrezionale degli operatori. Dott. Emilio Della Cagna

7 Principi sul funzionamento dei servizi di interesse economico generale
Il processo di integrazione europea ha imposto il ripensamento delle modalità con cui lo Stato interviene nell’economia. La normativa comunitaria a tutela della concorrenza vieta, infatti, sussidi ed aiuti pubblici diretti alle imprese nazionali che possano provocare alterazioni della competizione. Sebbene gli articoli richiamati dall’art.16 TCE sanciscano l’estensione della regola della concorrenza anche ai servizi di interesse economico generale e limitino gli aiuti concessi dagli Stati alle imprese, in sostanza, il principio della concorrenza e del libero mercato, nell’ambito dei servizi di interesse economico generale, non ha valore assoluto, ma è limitato dal raggiungimento dei fini sociali e dal rispetto dei valori fondanti l’Unione. L’art. 86 del TCE prevede espressamente una deroga al principio della concorrenza nei limiti in cui questa osti con l’adempimento, in linea di diritto o di fatto, della specifica missione affidata alle imprese incaricate della gestione di tali servizi. Dott. Emilio Della Cagna

8 Cambiamento del contesto ambientale negli anni Novanta
Spinta verso l’apertura dei mercati derivante dagli indirizzi della Comunità Europea. Effetti del progresso tecnologico che ha scalfito quelli che erano considerati monopoli naturali, favorendo l’entrata nel mercato di nuovi operatori e lo sviluppo di una offerta alternativa (ad esempio nel settore delle telecomunicazioni). Inefficacia ed inefficienza dell’azione dello Stato «gestore e regolatore». Dott. Emilio Della Cagna

9 Risultati del processo di riforma degli anni Novanta
La trasformazione in società per azioni e la scelta fatta da alcune municipalità di quotare sul mercato azionario le proprie utilities ha imposto una trasformazione nei meccanismi di controllo sulle società ed ha al contempo introdotto meccanismi volti alla riduzione dei costi e al miglioramento del servizio. A partire dagli anni Novanta gli Enti locali hanno iniziato ad agire da attori economici nella gestione dei servizi pubblici locali. Sinteticamente, l’esito del processo di riforma degli anni Novanta ha generato i seguenti fenomeni: La managerializzazione nella gestione delle utilities; L’intervento dei privati allo scopo di ridurre l’incidenza degli investimenti sui bilanci degli Enti Pubblici; La ricerca di alleanze, accordi e fusioni tra imprese pubbliche locali appartenenti a Enti Pubblici diversi; Il cambiamento di ruolo dell’attore pubblico locale: PRODUTTORE E GESTORE DEL SERVIZIO IMPRENDITORE LOCALE Dott. Emilio Della Cagna Dott. Emilio Della Cagna

10 ………..Verso la privatizzazione
L’obiettivo di introdurre una maggiore efficienza nel comparto riducendo i costi di fornitura dei servizi, nonché l’aumento della capacità di investimento è stato perseguito, a partire dagli anni Novanta, attraverso una serie di riforme. Tali riforme erano indirizzate, dapprima a privatizzare il comparto dei servizi pubblici trasformando le ex-municipalizzate in imprese, assegnando loro una personalità giuridica e dotandole di risorse e patrimonio propri a garanzia di una maggiore «autonomia imprenditoriale». Privatizzare, in senso ampio, significa ridurre il peso del settore pubblico nell’economia. Più precisamente si distingue tra: PRIVATIZZAZIONE FORMALE  Comporta la trasformazione della natura giuridica dell’impresa in società per azioni e l’introduzione di obiettivi di tipo privatistico nella gestione; PRIVATIZZAZIONE SOSTANZIALE  Si riferisce all’effettivo trasferimento della proprietà dall’operatore pubblico a quello privato. Dott. Emilio Della Cagna

11 Risultati del processo di riforma degli anni Novanta
In questo contesto emerge il modello delle «multiutilities» ossia di soggetti economici che nascono dall’aggregazione tra utilities locali e da strategie di diversificazione dell’offerta al cliente finale, la cui peculiarità sta nella capacità di operare su differenti mercati di servizio (produzione ed erogazione di energia elettrica, fornitura di gas naturale, telecomunicazioni, ecc.), sfruttando la possibilità di muoversi all’interno di mercati protetti dalla concorrenza, generando economie di scala e di scopo. Il caso delle multiutilities, in quanto peculiare risultato del processo di riforma, nonché esito più evidente del crescente rapporto tra attore locale e mercato, fa emergere la propensione degli Enti a sfruttare le opportunità offerte dal mercato per lo sviluppo delle imprese. SI SOSTANZIA, PERTANTO, UNA STRATEGIA INDUSTRIALE ALL’INTERNO DELLA QUALE IL COMUNE/LA REGIONE INTERPRETA TANTO IL RUOLO DI CONTROLLANTE SULL’OPERATO DELLE UTILITY, QUANTO QUELLO DI AZIONISTA DI MAGGIORANZA INTERESSATO ALLA PRODUZIONE DI VALORE E ALL’ESPANSIONE DEL PERIMETRO DEL BUSINESS Dott. Emilio Della Cagna

12 DEFINIZIONE DEL RUOLO DELL’ATTORE LOCALE
Nel rapporto con l’impresa, l’attore locale è investito di un duplice ruolo che determina potenziali conflitti di interesse Il potere pubblico si presenta come stakeholder in quanto rappresentante dei cittadini a cui i servizi devono essere corrisposti e in quanto responsabile della corretta erogazione degli stessi Dall’altro lato, il potere pubblico assume il ruolo di shareholder, ovvero di possessore di quote societarie e di detentore del valore patrimoniale delle stesse STAKEHOLDER SHAREHOLDER Dott. Emilio Della Cagna Dott. Emilio Della Cagna

13 Processo di liberalizzazione
Il servizio pubblico, sebbene non estraneo a considerazioni di natura esclusivamente gestionale, detiene, proprio per la prerogativa pubblica che lo contraddistingue, delle peculiarità non del tutto proprie di una impresa privata. Al di là di una buona o di una cattiva gestione, i servizi pubblici, prima ancora che essere in attivo, hanno l’obbligo di esservi. L’obiettivo è favorire l’equilibrio interno aziendale fra i due contrapposti interessi di MIGLIOR SERVIZIO VS MINOR COSTO L’evidenza empirica ha ormai dimostrato che effettivamente la proprietà privata gode di una maggiore efficienza potenziale rispetto alla proprietà pubblica e pertanto, la liberalizzazione si presenta come un approdo necessario. Il processo di liberalizzazione appare inconcepibile al di fuori della regolazione pubblica cui spetta il compito di bilanciare l’obiettivo dello sviluppo della concorrenza con quello di tutela dell’interesse pubblico. La liberalizzazione non implica l’annullamento del ruolo dello Stato nell’economia ma piuttosto la trasformazione del suo ruolo in «Stato Regolatore». In tal senso, sono state, ad esempio, realizzate le Autorità di regolamentazione, istituite al fine di favorire la corretta implementazione delle attività di concorrenza e l’innalzamento degli standard nei servizi di pubblica utilità. Ad esempio, l’Autorità per l’energia e il gas stabilisce e verifica la qualità dei servizi, fissa le tariffe secondo la metodologia del «price cap» ed, inoltre, può sanzionare comportamenti lesivi dell’interesse pubblico. Dott. Emilio Della Cagna

14 I TRASPORTI PUBBLICI LOCALI
Il comparto dei trasporti pubblici locali ha subito negli ultimi anni forti cambiamenti, avviati dalle riforme normative che, dal 1997 (d.lgs. 422/97 noto come Decreto Burlando), hanno cercato di regolamentare il settore. Unificazione delle responsabilità di programmazione e finanziamento del servizio presso le Regioni, con l’istituzione di specifici fondi; Assegnazione agli Enti Locali delle funzioni di governo e regolazione del servizio finale; Individuazione dei servizi minimi da garantire per rispondere in modo soddisfacente alla domanda di mobilità locale, da definirsi in concertazione tra la Regione e gli Enti locali interessati; Separazione rigorosa del ruolo di governo da quello di regolazione del servizio e dalla sua gestione; Liberalizzazione della gestione attraverso la decisione di istituire gare ad evidenza pubblica per la scelta del gestore; Privatizzazione formale dei gestori; Definizione di standard quali-quantitativi del servizio per mezzo di contratti che regolino i rapporti tra soggetti pubblici ed imprese regolatrici. Vengono presi in considerazione aspetti relativi alla programmazione e alla gestione del servizio. Il primo passo per l’attuazione di tali normative è stato quello di definire, a livello regionale, un Piano di programmazione dei servizi di TPL. Dott. Emilio Della Cagna

15 ASPETTI GESTIONALI È possibile individuare tre diversi modelli di affidamento degli incarichi in coerenza con l’impostazione generale tipica dei servizi di pubblica utilità: Scelta dell’affidatario tramite gara; Affidamento diretto in house a società interamente pubbliche; Affidamento diretto a società a partecipazione pubblica, a condizione che il partner privato sia selezionato mediante gara. Devono essere soddisfatti i cosiddetti obblighi di servizio ovvero: Continuità, regolarità e capacità; Utilizzabilità; Obblighi tariffari: i servizi vanno offerti nel rispetto di prezzi stabiliti, pur consci del fatto che le scelte tariffarie e regolatorie impattino in misura sensibile sulla capacità reddituale e, di riflesso, sui profili finanziari e patrimoniali Dott. Emilio Della Cagna

16 ANALISI DELLA DOMANDA DI SERVIZI DI TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
La domanda di servizi di TPL presenta un andamento stagionale, caratterizzato da una struttura per nulla lineare, non solo nell’arco dell’anno, ma anche nell’ambito della settimana e della stessa giornata. La domanda è legata a variabili relative all’urbanizzazione, ai mezzi disponibili e alla localizzazione territoriale dell’utenza servita. Si pensi, ad esempio, alle città metropolitane che durante i giorni lavorativi raccolgono migliaia di pendolari, per motivi di studio o di lavoro. Si crea così un picco di domanda da soddisfare (in corrispondenza dell’apertura e chiusura di uffici, negozi, scuole) cui fa seguito, però, una riduzione della stessa nelle ore centrali della giornata. Dott. Emilio Della Cagna

17 Specificità del comparto TPL
Il comparto dei trasporti pubblici locali si caratterizza per alcune specificità: Assenza di una filiera produttiva vera e propria; Esigenza di ammodernamento del parco veicoli; Strutturale e spesso pesante deficit economico finanziario, riconducibile al fatto che le tariffe non coprono i costi di gestione ed erogazione dei servizi; Profilo labour intensive, tale per cui sono rilevanti i costi del personale dipendente. Le aziende di trasporto pubblico sono sempre state in pesante perdita con bilanci storicamente ripianati sia da fondi pubblici nazionali e regionali, sia dall’intervento delle casse degli Enti. Al contrario la GTM SpA è un’azienda virtuosa e vanta un bilancio perfettamente in equilibrio che addirittura evidenzia un costante utile di esercizio. Dott. Emilio Della Cagna


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