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Public Utilities: normativa, economia e industria

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Presentazione sul tema: "Public Utilities: normativa, economia e industria"— Transcript della presentazione:

1 Public Utilities: normativa, economia e industria

2 Sintesi dell’intervento
Normativa di riferimento dei servizi pubblici locali (SPL) I processi industriali in atto Italia Toscana

3 Le leggi dei SPL Definizione SPL Affidamento (chi gestisce cosa)
Nessuna norma italiana ed UE li definisce chiaramente Libro verde (UE): servizi di interesse generale Sentenze della Corte di Giustizia Art.112 del TUEL: servizi pubblici locali di cui i cittadini usufruiscano uti singuli e come componenti la collettività, purché rivolti alla produzione di beni e utilità per obiettive esigenze sociali Affidamento (chi gestisce cosa) Art.23bis DL 112/08 (agosto 2008) È riferito a tutti i servizi a rilevanza economica (“norma prevalente sulle norme di settore”) Abroga l’art.113 del TUEL (“per le parti incompatibili”) Al comma 2 prevede che le forme di affidamento sono “le procedure competitive ad evidenza pubblica (…) nel rispetto dei principi del Trattato UE (…)” Gara per la concessione PPPI – partenariato pubblico privato istituzionalizzato (ex COM (2007) 6661 – società miste) Al comma 3 – affidamento in house (ma con restrizioni…) – comunicazioni (parere) ad Antistrust e Authority Rimando ad un regolamento di deligificazione (…) Norme di settore (gestione, tariffe e regolazione) 3 3

4 Affidamenti (il passato)
Sulla base di diverse considerazioni (concorrenza, configurazioni industriali ottimali..) si hanno differenti soluzioni normative: Art.113 TUEL (norma generale) Gara per la concessione Società mista Affidamento in house Acqua e Rifiuti: Decreto Ambientale (152/06) e art.113 TUEL Gas: Decreto Letta (164/00) TPL: Decreto Burlando (422/97) 4 4

5 Il gas (Decreto Letta) Anche norma di settore
Separazione distribuzione e vendita Distribuzione (Monopolio naturale) Gare per la gestione (dal 2007 al 2011) Vendita (non Monopolio naturale) Libertà di concorrenza (dal 2003) Autorità di regolazione nazionale (AEEG) Regolazione tariffaria

6 Erogazione gas naturale: la regolazione
In Italia la tariffa del gas è regolata dalla Autorità nazionale energia e gas, sulla base di un metodo definito a livello nazionale. In realtà la Autorità decide le tariffe di vendita e distribuzione per gli utenti che hanno scelto il mercato vincolato (che non hanno cambiato fornitore e scelto il “mercato libero”), mentre decide solo la tariffa di distribuzione per gli utenti che operano sul mercato libero. La tariffa viene aggiornata ogni trimestre per la componente variabile “costo del gas”, in modo da tenere conto costantemente delle fluttuazioni del prezzo della materia prima, prezzo di solito legato all’andamento del prezzo del petrolio. Le altre componenti della tariffa variabile vengono aggiornate ogni anno. Non esiste un tempo definito per l’aggiornamento delle quote fisse. In linea generale la Autorità di Ambito procede a “regolare” le tariffe di sua competenza secondo i seguenti criteri: La tariffa tiene conto periodicamente delle variazioni del costo della materia prima. La tariffa tiene conto degli investimenti effettuati e da effettuare sulla rete, del loro costo e della remunerazione del capitale investito da parte dell’operatore della distribuzione La tariffa tiene conto dell’altitudine del comune e del potere calorifico del gas venduto in uno specifico territorio. La tariffa viene adeguata alla inflazione programmata.

7 Erogazione energia elettrica: fasi del servizio
Con la bolletta paghiamo una catena di servizi attività molto diversi fra loro, gestiti da operatori distinti. la produzione di energia elettrica la distribuzione di energia elettrica in altissima, alta e media tensione la distribuzione locale la vendita di energia elettrica

8 Erogazione gas naturale: la bolletta
La bolletta è così composta: “quote fisse” ovvero di importi che paghiamo anche se non consumiamo gas. Esiste una quota fissa per il servizio di distribuzione (30 Euro anno per utente) e una quota fissa per il servizio vendita (3,60 Euro anno ad utente). “quota variabile” della tariffa viene calcolata sul gas effettivamente consumata e misurato dal contatore sulla base di “scaglioni di consumo”. Sul primo scaglione si applica una tariffa agevolata (più bassa della media), il secondo scaglione è il più costoso di tutti, gli scaglioni successivi sono calcolati a prezzi a metro cubo decrescenti. Iva al 20 % (10% per i primi 480 metri cubi)

9 Erogazione gas naturale: un esempio di bolletta

10 Erogazione gas naturale: la spesa di una famiglia (1.600 mc)

11 Energia elettrica: i clienti sono liberi
Dal luglio anche i consumatori domestici di energia elettrica possono scegliere sul libero mercato da chi farsi consegnare l’energia a casa. Il mercato della vendita è stato infatti liberalizzato e non siamo obbligati ad avere un contratto con l’operatore di sempre, il monopolista locale prima della liberalizzazione. Scegliere il “mercato libero” non è però obbligatorio, è una possibilità per le famiglie. Se non facciamo niente rimaniamo serviti dall’operatore “storico”, beneficiando di un sistema tariffario interamente regolato dalla Autorità Nazionale Energia Elettrica e Gas, a condizioni chiamate “di maggior tutela”. Se scegliamo il “mercato libero” dobbiamo confrontare “proposte” fatte sia del nostro operatore storico, sia da operatori diversi. La legge prevede che se l’utente non sceglie il mercato libero, l’operatore storico è tenuto a continuare a fornire il servizio energia elettrica alle condizioni tariffarie interamente definite dalla Autorità nazionale (condizioni di maggior tutela). Se invece l’utente sceglie il “mercato libero”, paga una tariffa proposta dall’operatore (non regolato quindi dalla Autorità), limitatamente alla parte variabile della tariffa stessa. Gli utenti possono sempre cambiare operatore sul libero mercato, così come possono sempre tornare a beneficiare delle condizioni del mercato vincolato, dopo che hanno scelto le opzioni del “libero mercato”.

12 Erogazione energia elettrica: la regolazione
In Italia la tariffa dell’energia elettrica è regolata dalla Autorità nazionale energia e gas, sulla base di un metodo definito a livello nazionale. In realtà la Autorità decide le tariffe per gli utenti che hanno scelto la tariffa di “maggior tutela” (che non hanno cambiato fornitore), mentre decide solo la tariffa di distribuzione ed altre componenti per gli utenti che operano sul mercato libero. La tariffa dell’energia elettrica, a differenza di quella degli altri servizi, è unica a livello nazionale. Questo significa che ogni famiglia italiana paga la stessa tariffa, indipendentemente dal costo effettivo sostenuto per consegnare l’energia elettrica a domicilio. La tariffa viene aggiornata ogni trimestre per la componente variabile “costo delle materie prime ”, in modo da tenere conto costantemente delle fluttuazioni del prezzo della materia prima, prezzo di solito legato all’andamento del prezzo del petrolio. Le altre componenti della tariffa variabile vengono aggiornate ogni anno. Non esiste un tempo definito per l’aggiornamento delle quote fisse. La tariffa tiene conto periodicamente delle variazioni del costo della materia prima. E’ per questo motivo che gli utenti hanno visto scendere o poi risalire la bolletta negli ultimi anni. La tariffa tiene conto degli investimenti effettuati e da effettuare sulla rete, del loro costo e della remunerazione del capitale investito da parte dell’operatore della distribuzione La tariffa viene adeguata alla inflazione programmata.

13 Erogazione energia elettrica: costi industriali e altri costi
Con la “bolletta” siamo chiamati a pagare tutte le fasi industriali del servizio, dalla produzione di energia elettrica alla consegna a domicilio. La bolletta non distingue i costi di produzione, trasporto e distribuzione, dai costi di vendita. La bolletta copre anche gli “oneri di sistema” (ad esempio la dismissione delle centrali nucleari).

14 Erogazione energia elettrica: andamento delle tariffe regolate

15 Erogazione energia elettrica: la bolletta
Il sistema di calcolo della bolletta è complicato: quote fisse” importi che paghiamo anche se non consumiamo gas. Esiste una quota fissa cliente pari a 4, Euro all’anno; una quota fissa potenza, proporzionata alla quantità di potenza richiesta (pari a 13,4943 Euro a utente anno) “quota variabile” della tariffa viene calcolata sull’energia elettrica effettivamente consumata e misurato dal contatore. Nel caso di utenti che utilizzano la tariffa di maggior tutela si applicano un sistema a scaglioni, con prezzi crescenti dal primo a quarto scaglione e decrescenti dal quinto. L’Iva è al 10 %

16 Erogazione energia elettrica: un esempio di bolletta

17 Erogazione energia elettrica; la spesa di una famiglia

18 Il TPL (Decreto Burlando)
Anche norma di settore Introduce la concorrenza per il mercato Scarsa diffusione in Italia Sì in Toscana, gare dal 2005 Banditore: Province Affidamento 5 anni

19 Le gare nel TPL 19 19

20 Le norme di settore TPL, Gas (vedi sopra) Acqua: Legge Galli (36/94)
RSU: Dlgs 152/06 (c.d. c.d. Decreto Ambientale) Decreto Ronchi (22/97)

21 Servizio idrico: teoria e legge
Monopolio naturale Duplicazione reti Sub-additività della funzione di costo Legge Galli: Integrazione orizzontale e verticale La gestione (art.113) e la regolazione

22 Servizio idrico: La legge Galli
Prima legge “moderna” sui SPL (1994) Separazione gestione e regolazione Creazione di ATO e AATO Programmazione Regolazione tariffaria Integrazione orizzontale e verticale della gestione La legge regionale 81/1995 Convenzione di gestione (L.R. 26/97) 25 anni di durata

23 Il SII in Italia e in Toscana
87/91 Ambiti insediati (94% popolazione) 70 ATO con Piani redatti o approvati (80% degli ATO insediati) 38 affidamenti effettuati Toscana Insediamenti di tutte le ATO Approvazione di tutti i Piani Affidamento di tutte le gestioni (ATO1?) Da 200 gestori a 6

24 I rifiuti: la teoria Sono un monopolio naturale ?
Le fasi della filiera: Spazzamento Raccolta Trattamento, recupero e smaltimento

25 Rifiuti: Decreto Ronchi
A “imitazione” della Galli (1997) Obiettivi di politica ambientale Prevenzione, riduzione, RD (35%) Regolazione tariffaria (chi inquina paga) Legge regionale 25/98 Separazione gestione/regolazione ATO (??) Programmazione No piena integrazione orizzontale e verticale

26 La Legge Regionale 25/98 Art.26: Comunità d’Ambito (compiti)
Attuano i Piani Provinciali attraverso il PI Elaborazione PI Realizzazione interventi previsti nel PP e nel PI individuando i soggetti cui affidarne la gestione e la realizzazione Rapporti sulla realizzazione del PI Alla determinazione della tariffa ex art.49 del Ronchi Art.27: Piani industriali Definizione delle aree di raccolta I piani economico-finanziari degli interventi previsti nei PP La definizione dei tempi di realizzazione degli interventi L’organizzazione dei servizi ed i relativi i piani eco-fin Lo schema di assetto gestionali (sub-ambito, aree di raccolta, gli impianti da affidare in gestione) Il piano degli investimenti (raccolta – smaltimento) La previsione delle tariffe, per singola voce e su base pluriennale

27 Rifiuti: Decreto Ambientale
Nuovi obiettivi di politica ambientale (55%) Nuovi soggetti di programmazione (ATO) Piano di Ambito Gestore Unitario Legge regionale 61/08 3 ATO Gestore unico

28 Oggetto dell’affidamento
il D.lgs. 152/06 disciplina, al comma 1 dell’art.202, che “L'Autorità d'ambito aggiudica il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani […]”, mentre l’art.184, al comma 3, lett. h) del medesimo decreto include tra i rifiuti speciali “i rifiuti derivati dalle attività di selezione meccanica dei rifiuti solidi urbani”. l’Autorità di Ambito, nell’affidare il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani (ai sensi dell’art.201 c.4 del D.Lgs 152/06, coordinato con le definizioni di cui all’art.183, c.1, lettera d), sicuramente affida: la raccolta dei rifiuti urbani indifferenziati (prelievo, ivi incluso lo spazzamento, cernita e raggruppamento); la raccolta differenziata dei rifiuti urbani; il trasporto dei rifiuti urbani; il recupero (che è tuttavia menzionato all’art.183, ma non anche esplicitamente fra le attività oggetto dell’affidamento dell’art. 201 del D.Lgs. 152/06); la commercializzazione dei rifiuti urbani; lo smaltimento dei rifiuti urbani; la realizzazione degli impianti necessari allo svolgimento delle attività sopra citate.

29 L’industria dei SPL Italia Toscana Numeri Processi in atto
Le concentrazioni e la borsa Toscana

30 I SPL in Italia (Confservizi 2005)
Acqua Gas Rifiuti TPL TOTALE Addetti 23.254 8.205 36.819 72.044 Fatturato 4.268 4.175 3.842 4.896 17.181

31 I SPL in Italia : Il fatturato dei SPL passa dal 3,9 al 4,3% rispetto all’economia e dal 9% al 10% rispetto al comparto industriale : Gli investimenti crescono del 34% (industria del 20,4%)

32 Strategie delle aziende di SPL (Italia)
: La risposta alla liberalizzazione : L’illusione delle TLC e la bolla speculativa : Il riposizionamento strategico : Il rilancio del core business 2008 – Oggi: Campioni nazionali ed europei

33 Comportamenti Rallentamento della privatizzazione sostanziale (definitivo compimento di quella formale) Settore energetico Letta (liberalizzazione del mercato) Bersani (dismissioni delle Gen.Co.) Effetti incerti (nulli) sui prezzi TPL Decreto Burlando ancora inapplicato in Italia Le gare toscane e la conservazione dello status quo SII Ambiti costituiti: 89 Ambiti che hanno affidato il servizio: 38 (1 con gara) Aziende pubbliche maggiori diventano i “partner privati” RSU Non toccato dai processi di riorganizzazione (normativa non vincolante) Fino ad ora…

34 Comportamenti emergenti
Due tipologie di comportamenti Stato di indeterminatezza (causata anche dall’incertezza delle norme) Ricerca di maggiore competitività Costruzione di alleanze ed accordi Costruzione di aggregazioni

35 Le alleanze e gli accordi
I percorsi Alleanze di scala e accordi commerciali/strategici Ridurre costi di acquisto Ottenere economie di scala su investimenti Migliore efficienza nella gestione del personale (costi comuni, call center, etc.) Raggruppamenti per gare (idrico, Genco, TPL) Modelli consortili Di acquisto, outsourcing e sviluppo impianti Joint venture (equity) Sviluppo progetti Diversificazione Tlc Gli attori Local utilities: ACEA, AMGA-AEM, Hera, ASM-AEM Milano National utilities: Enel (idrico), Italgas (Gas), Edison (Tlc) Operatori esteri: L’entrante gioca in maniera autonoma (EdF, Saur) Partnership con ex municipalizzate (ACEA-Suez, ASM Brescia-Endesa)

36 Le aggregazioni I principali driver Gli obiettivi strategici
Le nuove norme (integrazione vert. e orizz., SII) La volontà politica ed imprenditoriale (rafforzamento territoriale per vicinanza culturale) Liberalizzazione settore (energia) La diversificazione (Tlc) Shared supply (contratti di acquisto nel gas) La liberalizzazione ex art.113 Il mercato interno europeo ed i nuovi entranti Gli obiettivi strategici Creazione di attori nazionali Economia di scala e maggiore peso politico

37 Principali esperienze in Italia

38 Esperienze in Nord Italia

39 I vantaggi delle fusioni
Il MOL dei concentrati crescono del 20% I costi aumentano meno che proporzionalmente dei ricavi La crescita dimensionale: più efficace accesso al mercato dei capitali La borsa

40 Le aggregazioni: i modelli
Holding finanziaria Soluzione che prevede la costituzione di una società che detenga partecipazioni in altre local utilities, senza toccarne l’autonomia gestionale. Holding operativa Ha una maggiore logica industriale. Implica un’ integrazione operativa tra le diverse realtà (R&S, Finanza, Acquisti beni e servizi, Marketing). Le società originarie (S.O. territoriali o di business) rimangono in piedi (Hera). Fusione Aggregazione tout court, fondata su logiche industriali. Integrazione totale delle fasi di gestione, tra i business e i territori.

41 I servizi pubblici in Toscana
IMPRESE 0,33% dei costi intermedi FAMIGLIE 1,04% del reddito medio

42 Quadro generale delle aziende rilevate. Anno 2006.
Le utilities toscane Quadro generale delle aziende rilevate. Anno 2006. 42 42

43 La proprietà delle imprese
L’elemento comune a tutti i settore è l’ASSETTO PROPRIETARIO

44 Processi in atto in Toscana
Servizio idrico integrato Gestore unico 6 affidamenti su 6 5 Gare per il partner privato Avvio fusione gruppo Acea (?) Rifiuti: Azienda della Piana (Firenze, Prato, Empoli, Pistoia) Toscana Sud (gruppo unieco) Solo parziale applicazione del Ronchi e della L.R. (disinteresse verso i “modelli” del 113). Nuova L.R. sui SPL Gas: Toscana Energia (5° operatore nazionale; 97 comuni serviti) Partecipazione incrociata Aziende di Vendita Siena Prato TPL: Costituzioni di due Consorzi CTT Rasena (si sta per sciogliere: Polo ATAF- RATP) Toscana Sud La Holding di Partecipazioni (Acqua, Rifiuti, Gas) Protocollo di intesa dei sindaci capoluogo di provincia e di circondario

45 Dati per settore (Toscana 2005)

46 Dinamica occupazione

47 Dinamica Valore aggiunto

48 Il posizionamento industriale in Toscana

49 Il posizionamento industriale in Italia

50 Le tariffe (spesa e dinamica)

51 Il gas in Toscana

52 Assetti societari gas Società di distribuzione e di vendita interamente pubbliche (Siena e Prato) Società di distribuzione pubblica e società di vendita mista (Arezzo) Società di distribuzione e vendita miste (Pisa, Viareggio, Luca, Grosseto, Livorno) Società di distribuzione mista e vendita privata (Firenze) Toscana Energia (quarta fattispecie) Polo Blugas

53 Il TPL in Toscana

54 Le dinamiche industriali in Toscana: acqua
Obiettivi della Legge 36: Separazione della gestione dalla titolarità del servizio Raggiungimento di dimensioni ottimali della gestione (economie di scala) Possibilità di attrarre capitali privati mediante un nuovo sistema tariffario Superamento della frammentazione delle gestioni e di quelle in economia No liberalizzazione e privatizzazione, ma: Realizzazione piano di investimenti (infrastrutture) Creazione dell’industria

55 Le problematiche iniziali
Sin dalla fase ricognitiva e da quella di pianificazione sono emerse problematiche molto rilevanti: Ingente fabbisogno di investimenti in nuove opere soprattutto in fognatura e depurazione Elevate quantità di condutture e impianti da sostituire o rifare Ingenti costi di gestione “sommersi” nei bilanci comunali e non coperti dalle tariffe vigenti Su tali argomenti si è concentrato lo sforzo iniziale Tariffe sostenibili

56 Le forme gestionali scelte
Società mista a prevalente capitale pubblico Capitale rappresentato da una pluralità di enti Capitale pubblico frammentato e costituito per successive aggregazioni Aziende pubbliche trasformate in SpA e partecipazione in società SII Partecipazione diretta comuni Costituzione di NewCo o fusione per incorporazione Gara per il partner privato Capitale privato organizzato in società veicolo appositamente costituite per la gara (evoluzione della RTI in fase di gara)

57 L’industria toscana del SII
6 SpA 367 milioni di fatturato 2.192 dipendenti 168 milioni di capitalizzazione La società mista Maggioranza pubblica (il 24% ad un privato)

58 Il servizio idrico in Toscana

59 Obiettivi del socio pubblico
Premessa: bassa identità aziendale Preservazione e valorizzazione il patrimonio materiale e immateriale proveniente dalle ex municipalizzate (know how, competenze di settore, professionalità) Ottenere dal mercato la migliore offerta per una partnership di minoranza Costruire uno stabile assetto di rapporti con i soci privati, tale da garantire lo sviluppo e il rafforzamento dell’azienda partecipata Demandare al pubblico l’elaborazione delle strategie aziendali di maggiore rilevanza per il territorio di riferimento, riconoscendo al privato piena autonomia nella gestione ordinaria della società (fase iniziale) In sintesi: al pubblico la programmazione e il controllo, al privato la gestione. Alla decisione di entrambi le questioni di rilevanza strategica

60 Obiettivi del socio privato
Perseguire una gestione dell’azienda in un contesto di equilibrio economico e finanziario tale da garantirne una crescita stabile e duratura Accrescere l’efficienza e l’efficacia del servizio pubblico attraverso un costante processo di miglioramento organizzativo (forte identità aziendale) Accrescere il valore dell’azienda e conseguentemente il valore del proprio investimento Costruire le condizioni per ulteriori processi di aggregazione e consolidamento con altre realtà aziendali dallo stesso partecipate o suscettibili di ampliare la compagine sociale Crescere dimensionalmente in una logica di Gruppo Industriale per competere con successo sul mercato nazionale dei servizi pubblici locali

61 I problemi di governance
Società a proprietà concentrata Bassa contendibilità Minore efficienza gestionale Controllo e sorveglianza del pubblico Garanzia di stabilità e continuità strategica Società chiuse (no aperte quotate) Dialettica tra azionista privato, pubblico e management No tra azionisti di maggioranza e di minoranza Sistema chiuso e territorialmente limitato Il soggetto proprietario non effettua politiche industriali ma di controllo Debolezza dell’industria toscana

62 Conclusioni industria acqua
Scelte industriali inizialmente innovative La PPP ha precluso la strada alla borsa Riassumere gli schemi di governance creati appare complesso, perché spesso nelle società miste criteri discrezionali di valutazione dei risultati prendono il posto del mercato Dall’analisi delle società toscane si nota tuttavia una auto-limitazione del potere dell’azionista di maggioranza (AD), per attrarre il partner Il pubblico si è ritagliato un ruolo di vigilanza Indebolito dalle scelte del management… La cabina di regia come risposta (anche a fronte di fusioni aziende)

63 Le dinamiche industriali in Toscana: RSU

64 Produzione RSU (variazione)

65 RD in Toscana

66 In termini percentuali…
Il 60% della popolazione sopra il 35% Oscillazioni delle % RD da 8 a 48%

67 L’assetto di gestione Aziende miste 23 gestori Gestione sovra comunale
In alcuni ambiti opera già un solo gestore (Siena, Prato, Grosseto), in altri operano due gestori (Pisa, Pistoia-Empoli, Arezzo), tre gestori (Massa Carrara), quattro gestori (Livorno, Firenze). Solo nell’ambito di Lucca operano cinque gestori. Le aziende pubbliche generano un fatturato pari a circa 500 milioni di euro, impegnano circa addetti. Disinteresse per l’art. 113

68 I rifiuti urbani in Toscana

69 Le dinamiche in atto Le aziende interamente pubbliche servono la gran parte del territorio (no gestione in economia): LU, MS, LI, GR, PT-Em, PO, FI, AR SI, PI (miste) Tre ATO Affidamenti entro 30/3/2009 ??? Il punto centrale tuttavia sono gli impianti

70 Gli impianti (attuali)
Modalità di smaltimento

71 I costi attuali

72 La frontiera (conclusioni)
Dinamiche industriali italiane “evolute” Acqua Quotazione in borsa Multiservizio Dinamiche toscane “contrastanti” Applicazione delle norme (SII) PPP (acqua) – scelta di partner industriali esterni Bassa propensione alla concentrazione Nessuna società quotata


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