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Analisi di alcuni strumenti

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Presentazione sul tema: "Analisi di alcuni strumenti"— Transcript della presentazione:

1 Analisi di alcuni strumenti
Vengono influenzate in modo diretto e indiretto dalle teorie 4 LOGICA 3 METODOLOGIA 2 TECNICA Ripartizioni economiche 1 PROGRAMMAZIONE = Strumenti di intervento Ripartizioni amministrative

2 Dai Distretti ai Metadistretti
Cosa sono i distretti industriali? In letteratura i distretti industriali sono definiti come un particolare raggruppamento di imprese, specializzate in un complesso processo produttivo e strettamente legate al sistema di relazioni sociali, istituzionali e ambientali instaurate, sedimentate e strutturate nel tempo e nello spazio tra gli attori presenti sul territorio e il territorio stesso.

3 Riferimenti legislativi
La Legge n.317 del 5/10//91 – "Interventi per lo sviluppo delle piccole e medie imprese" L’ingresso del distretto industriale nel nostro ordinamento avviene con questa legge che, all’art.36, comma 1, lo definisce come “un’area territoriale caratterizzata da elevata concentrazione di piccole imprese caratterizzate da una particolare specializzazione produttiva, dove esiste un particolare rapporto tra presenza di imprese e popolazione residente”.

4 segue legge 317/91 Il 2° comma rimanda al Ministero dell’Industria l’emanazione di un apposito decreto contenente i parametri la cui verifica territoriale consenta alle Regioni di definire le aree da considerare distretti industriali. Con questa legge il legislatore fornisce una cornice per l’intervento delle Regioni concedendo alle stesse, una volta individuati i distretti presenti sul loro territorio, la possibilità di finanziare progetti innovativi concernenti più imprese sulla base di un contratto di programma stipulato con i consorzi di sviluppo industriale presenti in tali aree.

5 Decreto Ministeriale del 21/04/93
Il Decreto del Ministro dell’Industria del 21/04/93 fissa, come stabilito dalla Legge 317 del 1991, i parametri per l’individuazione dei distretti industriali. Le aree da prendere come riferimento per la definizione dei distretti sono i Sistemi Locali del Lavoro individuati dall’ISTAT, dove devono verificarsi le seguenti condizioni:

6 segue D.M.21/4/93 Il Sistema Locale del Lavoro deve essere caratterizzato dalla prevalenza di unità locali e addetti nel settore manifatturiero, in particolare: il peso degli addetti all'industria manifatturiera deve superare del 30% il dato nazionale, mentre nelle Regioni dove l’indice di industrializzazione manifatturiera calcolato a livello regionale, dato dal rapporto del totale degli addetti nella Regione sugli addetti occupati nell’industria manifatturiera della Regione, risulta inferiore a quello nazionale possono assumere come valore di riferimento il dato regionale;

7 segue D.M.21/4/93 il peso delle unità locali manifatturiere in rapporto alla popolazione residente deve essere superiore alla media nazionale: il Sistema Locale del Lavoro deve essere caratterizzato da una forte specializzazione in un determinato settore dell'industria manifatturiera, in particolare: il peso degli addetti del settore di specializzazione manifatturiera rispetto al totale degli addetti deve superare del 30% il dato nazionale;

8 segue D.M.21/4/93 il peso degli addetti del settore di specializzazione manifatturiera deve superare del 30% gli addetti occupati nell’industria manifatturiera del Sistema Locale del Lavoro; il tessuto produttivo del settore di specializzazione manifatturiera deve essere formato da piccole imprese.

9 Deliberazione CIPE del 21/03/97
Questa deliberazione modifica la disciplina relativa ai Contratti di Programma Legge n.266 del 7/10/97 – “Interventi urgenti per l’economia”. Questa norma prevede che il Ministero dell’Industria disponga la concessione di un contributo per l’innovazione informatica e delle telecomunicazioni dei distretti.

10 Dlgs. n /03/98 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n.59”. Con tale provvedimento vengono delegate alle Regioni le funzioni inerenti alla concessione di agevolazioni, contributi, sovvenzioni, incentivi e benefici di qualsiasi natura all’industria, compresi gli interventi per le piccole e medie imprese.

11 Decreto Legge n.79 16/03/99 “Decreto per la liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica”. Il decreto prevede la possibilità per una serie di soggetti definiti, all’articolo 2, “clienti idonei” di stipulare contratti di fornitura con qualsiasi produttore, distributore o grossista sia in Italia che all’estero.

12 Legge n.140 11/5/99 “Norme in materia di attività produttive”
Questa legge rinnova il quadro normativo di riferimento, abrogando il rinvio al decreto ministeriale contenente i parametri per l’individuazione dei distretti industriali. Vengono modificati sostanzialmente i commi 1, 2, 3, dell’articolo 36 della legge 317/91, in particolare vengono definiti: “sistemi produttivi locali” le aree produttive omogenee caratterizzate da una elevata concentrazione di imprese, prevalentemente di piccole e medie dimensioni, e da una peculiare organizzazione interna;

13 segue Legge n /5/99 “distretti industriali” i sistemi produttivi locali caratterizzati da una elevata concentrazione di imprese industriali nonché dalla specializzazione produttiva di sistemi di imprese; le modalità di intervento e di finanziamento di progetti innovativi e di sviluppo nei distretti industriali.

14 I Distretti Industriali in Regione Lombardia
Legge Regionale n. 7 del 22/2/93, art 3 (Attuazione della L. 317/91) Disciplina le procedure per la per la delimitazione geografica dei distretti industriali; stabilisce la predisposizione di programmi di sviluppo nei singoli distretti e, nell'ambito di tali programmi, la realizzazione di progetti innovativi concernenti più imprese.

15 segue distretti Industriali in RL
Con Delibera della Giunta Regionale Lombardia n. 5/43192 del 17 novembre 1993 vengono individuati 20 Distretti industriali di specializzazione produttiva:

16 segue distretti Industriali in RL
Deliberazione del consiglio regionale della Lombardia del 9/2/94 Definisce i contenuti dei programmi di sviluppo e le procedure per l'attuazione degli stessi. Deliberazione della giunta regionale della Lombardia del 21/6/94 Istituisce i comitati di distretto e definisce indirizzi e priorità per la promozione dei programmi di sviluppo nei distretti industriali.

17 segue distretti Industriali in RL
Deliberazione della giunta regionale della Lombardia del 11/10/94 Individua e istituisce il 21esimo Distretto Industriale del Basso Mantovano, e apporta modifiche e integrazioni ai comitati di distretto. Deliberazione della giunta regionale della Lombardia del 7/3/95 Approva programmi di sviluppo e concede contributi regionali par l’attuazione dei relativi progetti di intervento.

18 segue distretti Industriali in RL
Deliberazione della giunta regionale della Lombardia dell'8/11/96 Conferma, in base ai dati ISTAT 1991, i distretti industriali precedentemente individuati; approva lo stato di attuazione e l'aggiornamento dei programmi di sviluppo e dei relativi progetti di intervento.

19 segue distretti Industriali in RL
Legge Regionale n. 1 del 5/1/2000 “Riordino del sistema delle Autonomie in Lombardia Nell’ambito delle funzioni conferite alle Regioni, si prevede che attraverso la consultazione con le Province, le Camere di Commercio, le Associazioni imprenditoriali e le Organizzazioni sindacali, vengano determinate le modalità e i parametri per l’individuazione dei Distretti Industriali, nonché le modalità attuative per la presentazione, approvazione, realizzazione dei programmi di sviluppo degli stessi.

20 segue distretti Industriali in RL
Con Delibera della Giunta Regionale Lombardia n. 7/ del 16 marzo vengono individuati 16 Distretti industriali di specializzazione produttiva:

21 I Metadistretti Con Delibera della Giunta Regionale Lombardia N. 7/6356 del 5 ottobre 2001 vengono individuati 5 metadistretti:

22 Cosa sono i Metadistretti?
segue Metadistretti Cosa sono i Metadistretti? I metadistretti sono delle nuove ripartizioni territoriali finalizzate ad individuare sul territorio delle filiere produttive con un elevato potenziale tecnologico, ove operare politiche di cooperazione tra le imprese specializzate e comprese nelle filiere e i centri di ricerca.

23 segue Metadistretti Le novità sono tre: 1. La prima è strettamente legata all’individuazione sul territorio di ripartizioni territoriali, che esprimo non più una concentrazione territoriale di imprese specializzate in particolari settori produttivi, ma l’individuazione di aree caratterizzate dalla compresenza di imprese specializzate in alcune filiere di produzione.

24 segue Metadistretti 2. Il secondo elemento innovativo legato al mutamento della scala territoriale a cui il metadistretto si struttura. Nella definizione dei distretti tradizionali di specializzazione produttiva la contiguità territoriale ha giocato un ruolo chiave, in quanto presupposto dell’esistenza di relazioni interaziendali in grado di attivare processi di interscambio tecnologico e di apprendimento.

25 segue Metadistretti 3. Il terzo elemento innovativo dei metadistretti è il rapporto diretto della ricerca come elemento qualitativo dei sistemi industriali. Il tentativo della Regione Lombardia è quello di intensificare e strutturare, giocando d’anticipo rispetto alle dinamiche evolutive che condizionano i distretti industriali, il sistema di relazioni tra il “mondo” della ricerca e quello produttivo, cioè tra le imprese, laboratori e centri di ricerca la cui attività caratteristica consiste nel “fare ricerca” e il “l’universo” delle attività produttive.

26 Biotecnologie alimentari
segue Metadistretti Quali sono i metadistretti individuati: Biotecnologie alimentari colture vinicole e aziende vitivinicole; Lavorazioni di: 15.1 carne, 15.2 pesce, 15.3 frutta e ortaggi, 15.4 oli e grassi, trasformazione 15.5 lattiero casearia, 15.6 granaglie e amidacei, 15.7 prodotti per alimentazione animale, 15.8 altri alimentari, vino; fabbricazione di birra, macchine per alimentari;

27 Biotecnologie non alimentari
segue Metadistretti Biotecnologie non alimentari 24.1 prodotti chimici di base, 24.2 pesticidi, 24.3 vernici, 24.4 farmaceutici, colle, prodotti ausiliari per il tessile e cuoio, altri prodotti chimici, 24.7 fibre sintetiche e artificiali, macchine e impianti per industria chimica Design 36.1 mobili, 31.5 apparecchi illuminanti, articoli di coltelleria e posateria, serrature e cerniere, stoviglie, pentolame, casalinghi, arredo bagno .., minuteria metallica, rubinetti e valvole; macchine per legno

28 segue Metadistretti Moda
17.1 preparazione e filatura di fibre tessili, 17.2 tessitura di materie tessili, 17.3 finissaggio dei tessuti, 17.4 confezionamento di articoli in tessuto, 17.5 altri tessili, 17.6 tessuti a maglia, 17.7 maglieria, 18.1 confezioni in pelle, 18.2 altri articoli di vestiario e accessori, 18.3 pellicce ecc, gioielleria, bottoni, cerniere lampo,19.1 preparazione e concia del cuoio, 19.2 articoli viaggio, borse, ecc, 19.3 calzature, armature per occhiali, fabbricazione lenti, minuteria metallica, macchine tessili ecc., macchine per pelletteria

29 Nuovi Materiali segue Metadistretti
sinterizzazione, preziosi, alluminio, zinco, piombo, rame, altri metalli non ferrosi,; materie plastiche primarie, lastre fogli e tubi in plastica, imballaggi in plastica, articoli in plastica per edilizia, altri prodotti in plastica, prodotti ceramici per uso tecnico industriale, trattamento e rivestimento dei metalli, macchine per la metallurgia, macchine per materie plastiche, elementi ottici e fibre ottiche.

30 Procedura per la selezione dei Metadistretti:
segue Metadistretti Procedura per la selezione dei Metadistretti: IND1 = (Addetti UL filiera del comune / Addetti UL manifatturiero del comune) * 100 IND2 = (Addetti UL < 50 addetti filiera del comune / Addetti UL manifatturiero del comune) * 100 dove: UL = Unità locali; Filiera = insieme delle attività economiche della classificazione ATECO 91 ritenute rilevanti ai fini della individuazione del metadistretto; Manifatturiero = insieme delle attività economiche comprese nella sezione D della classificazione ATECO 91

31 Sono stati selezionati quei comuni per cui valeva contemporaneamente:
segue Metadistretti I valori degli indici sono stati calcolati sia a livello comunale (IND1C e IND2C) che a livello regionale (IND1R e IND2R). Sono stati selezionati quei comuni per cui valeva contemporaneamente: IND1C > IND1R *1.3 e IND2C > IND2R *1.3

32 Ni IND3i = (ADDUL49/N.)*1.3 j-1 segue Metadistretti
Sempre nell’ambito di ciascun metadistretto, data la media degli addetti in unità locali inferiori a 50 addetti della filiera Ni IND3i = (ADDUL49/N.)*1.3 j-1 dove: ADDUL49 = numero di addetti alle unità locali con meno di 50 addetti; i = indice del metadistretto; j = indice dei comuni del metadistretto i; Ni = numero di comuni del metadistretto i dopo la selezione IND1, IND2

33 segue Metadistretti Il passaggio dalle politiche del Distretto al Metadistretto è motivato dall’osservazione dei processi di cambiamento e di evoluzione del sistema produttivo lombardo, che hanno di fatto ridefinito il valore della prossimità territoriale quale elemento di vantaggio competitivo, sempre più superato, grazie all’evoluzione tecnologica, da sistemi di relazioni a rete e da modelli di interdipendenza tra imprese riscontrabili in una filiera produttiva più che in una zona di specializzazione.

34 Strumenti di intervento:
segue Metadistretti Strumenti di intervento: Distretti: sostegno allo sviluppo della competitività delle imprese, attraverso l'attribuzione di priorità di accesso alle leggi di incentivazione regionali, dirette alle imprese; Metadistretti: mediante bandi di “Invito a Proporre”, rivolti al sistema delle imprese e della ricerca, attraverso il cofinanziamento di progetti finalizzati alla cooperazione tra soggetti di ricerca e imprese.

35 segue Metadistretti


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