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Management dell’Innovazione Energetica

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Presentazione sul tema: "Management dell’Innovazione Energetica"— Transcript della presentazione:

1 Management dell’Innovazione Energetica
Claudia Bettiol

2 DEMOGRAFIA

3 Distribuzione popolazione mondiale
Fonte: Human Report 2006 I dati sono stati presi dall’Human Report 2006 disponibile nel sito L’UNPD (United Nations Development Programme) è un network utilizzato dalle Nazioni Unite, una organizzazione che cerca di aiutare a migliorare la vita dei cittadini del mondo attraverso lo studio delle risorse, delle esperienze e della cultura di ogni Paese. La Nazione più popolosa è la Cina con mln di abitanti. Al secondo posto c’è l’India con 1087 mln di abitanti. Gli Stati Uniti sono al terzo posto con 295 mln di abitanti L’Italia ricopre il 17° posto con 58 mln di abitanti

4 Densità di popolazione
Fonte: Wikipedia Anno 2006 I dati sono stati presi dall’enciclopedia informatica wikipedia che ha riformulato i dati presi dal World Factbook 2006 redatto dalla CIA (Central Intelligence Agency) degli Stati Uniti. In viola e in blu sono evidenziati i Paesi con maggior densità di popolazione (tra i quali compare anche l’Italia), mentre in verde e giallo i Paesi a minor densità. La Cina ha una densità pari a 137 ab/Km2. Gli Stati Uniti hanno una densità pari a 31 ab/Km2 L’Italia ha una densità pari a 193 ab/Km2

5 Fonte: U.S. Census Bureau
Il Census Bureau si propone di fare delle statistiche di qualità riguardo le popolazioni mondiali e i livelli economici di ogni nazione. In questi tre grafici sono rappresentati rispettivamente il tasso di crescita annuale della popolazione mondiale dal 1950 al 2050, la variazione annuale della popolazione mondiale dal 1950 al 2050 ed infine la popolazione mondiale dal 1950 al Il tasso di crescita è definito come il differenziale tra i tassi di natalità e mortalità. Il primo grafico diminuisce nel tempo in previsione della diminuzione del tasso di crescita annuale e quindi, di conseguenza, si nota lo stesso andamento decrescente per il secondo grafico. Riguardo alla popolazione mondiale invece, continuerà a crescere nonostante gli andamenti decrescenti dei primi due grafici.

6 Andamento demografico
Nazione Popolazione al 2004 (mln) al 2015 (mln) Tasso di crescita annuo 2004/2015 (%) 1 Cina 1308 1393 0,6 2 India 1087 1260 1,3 3 Stati Uniti 295 325 0,9 4 Indonesia 220 246 1,0 5 Brasile 183 209 1,2 6 Russia 144 136 -0,5 7 Pakistan 155 193 2,0 8 Bangladesh 139 162 1,7 9 Nigeria 129 160 10 Giappone 128 - 11 Messico 106 119 1,1 12 Germania 82 13 Filippine 81 96 1,6 14 Tailandia 63 69 0,7 15 Francia 60 62 0,3 16 Gran Bretagna 59 61 17 Italia 58 57,8 18 Spagna 42 44 0,4 Fonte: Human Report 2006 Dati anno 2004 I dati presenti in questa tabella e nelle 7 successive, sono stati presi dallo Human Report 2006. La nazione più popolosa al mondo risulta essere la Cina con 1308 mln di abitanti e con un tasso di crescita annuale pari allo 0,6%. Gli Stati Uniti sono al terzo posto con una popolazione pari 295 mln di abitanti con un tasso di crescita annuale dello 0,9%. È interessante anche la situazione dell’India che, con un tasso di crescita pari all’1,3% nel 2015 raggiungerà una popolazione pari a 1260 mln di abitanti e si avvicina sempre di più alla popolazione cinese. L’Italia invece si ritrova al 17° posto con una popolazione di 58 mln di abitanti. Il tasso di crescita è pari a 0 e nel 2015 la popolazione si ridurrà arrivando a 57,8 milioni di abitanti.

7 Le 100 città più popolose al mondo
50 Madrid Spain Nagoya Japan Ahmadabad India Baghdad [Bagdad] Iraq Al-Iskandariyah [Alexandria] Egypt Houston USA Toronto Canada Belo Horizonte Brazil Wuhan China Guangzhou [Canton] China Yangon (Rangoon) Myanmar Ar-Riyad Saudi Arabia Harbin China Atlanta USA Caracas Venezuela Shenyang China Sydney Australia Thanh Pho Ho Chi Minh (Saigon) Vietnam Berlin Germany El Djazaïr (Algiers, Algier) Algeria Guadalajara Mexico incl. Zapopan 71 Pune (Poona) India incl. Pimpri-Chinchwad 72 Miami USA incl. Fort Lauderdale 73 Pusan (Busan) South Korea Abidjan Côte d Ivoire Barcelona Spain Kuala Lumpur Malaysia Milano [Milan] Italy Porto Alegre Brazil Casablanca (Dar-el-Beida) Morocco Recife Brazil Monterrey Mexico Seattle USA Chengdu China P'yongyang North Korea Montréal Canada Phoenix USA Ankara Turkey Athínai [Athens] Greece Melbourne Australia Medellín Colombia Salvador Brazil Chittagong Bangladesh Kyyiv [Kiev, Kiew] Ukraine Jiddah Saudi Arabia Roma [Rome] Italy Singapore Singapore Fortaleza Brazil Surat India Kano Nigeria Minneapolis USA 1 Tokyo Japan incl. Yokohama, Kawasaki 2 New York USA incl. Newark, Paterson 3 Soul (Seoul) South Korea incl. Inchon, Songnam 4 Ciudad de México Mexico incl. Nezahualcóyotl, Ecatepec, Naucalpan 5 São Paulo Brazil incl. Guarulhos 6 Mumbai (Bombay) India incl. Kalyan, Thane, Ulhasnagar 7 Osaka Japan incl. Kobe, Kyoto 8 Delhi India incl. Faridabad & Ghaziabad 9 Los Angeles USA incl. Riverside, Anaheim 10 Jakarta Indonesia incl. Bekasi, Bogor, Depok, Tangerang 11 Al-Qahirah [Cairo, Kairo] Egypt incl. Al-Jizah, Shubra al-Khaymah 12 Kolkata (Calcutta) India incl. Haora 13 Buenos Aires Argentina incl. San Justo, La Plata 14 Manila Philippines incl. Kalookan, Quezon City 15 Moskva [Moskau] Russia Karachi Pakistan Rio de Janeiro Brazil incl. Nova Iguaçu, São Gonçalo 18 Shanghai China London Great Britain and Northern Ireland Tehran [Teheran] Iran incl. Karaj 21 Istanbul Turkey Dhaka (Dacca) Bangladesh Paris France Chicago USA Lagos Nigeria Beijing [Peking] China Lima Peru Washington USA incl. Baltimore 29 Bogotá (Santa Fe de) Colombia Krung Thep [Bangkok] Thailand Johannesburg South Africa incl. Soweto, East Rand, West Rand 32 T'aipei [Taipeh] Taiwan San Francisco USA incl. Oakland, San Jose 34 Chongqing China Chennai (Madras) India Hong Kong (Xianggang) China incl. Kowloon 37 Kinshasa Congo (Dem. Rep.) Lahore Pakistan Bangalore India Philadelphia USA Hyderabad India Ruhr Germany Al-Khartum [Khartoum] Sudan Boston USA Detroit USA incl. Windsor (Canada) 46 Tianjin China Sankt-Peterburg (Leningrad) Russia Dallas USA incl. Fort Worth 49 Santiago Chile Fonte:Cadillac Trip Cadillactrip è un portale che si occupa di viaggi nel mondo e nella sezione curiosità si può accedere alla classifica delle 100 città più popolose del mondo. La città più popolosa al mondo risulta essere Tokyo in Giappone che ha una popolazione di abitanti. La prima città europea è Londra che troviamo al 19° posto con abitanti. La prima città italiana è Milano che troviamo al 77° posto con abitanti. Roma si trova al 95° posto con abitanti.

8 Le principali aree metropolitane in Europa
Agglomerazione Popolazione 1 Londra 26 Monaco di Baviera 2 Ruhr 27 Busapest 3 Parigi 28 Vienna 4 Milano 29 Stoccolma 5 Madrid 30 Bruxells 6 Berlino 31 Torino 7 Barcellona 32 Norimberga/Furth 8 Napoli 33 Lione 9 Atene 34 Valencia 10 Francoforte 35 Marsiglia 11 Roma 36 Lilla/Roubaix 12 Amburgo 37 Porto 13 Zuidvleugel-Rotterdam/L’Aia 38 Liverpoool 14 Katowice- Alta Slesia 39 Siviglia 15 Hannover-Braunschweig 40 Helsinky 16 Lisbona 41 Praga 17 Varsavia 42 Sheffield 18 Stoccarda 43 Glasgow 19 Birmingham 44 Anversa 20 Triangolo Veneto- Venezia/Padova/Treviso 45 Zurigo 21 Manchester 46 Malaga 22 Noordvleugel- Amsterdam/Haarlem 47 Palermo 23 Rhine Neckar Area- Mannheim/Hei 48 Dublino 24 Brema/Oldenburg 49 Bilbao 25 Leeds/West Yorkshire Fonte: Wikipedia I dati analizzati da Wikipedia sono stati presi dal progetto URBAN lanciato dall’Unione Europea. L'obiettivo di questa iniziativa è quello di rivitalizzare quelle città che si stavano spopolando e promuovere il loro sviluppo urbano. Il progetto è finanziato dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale. URBAN II si occupa di 70 zone con numerose problematiche, attraverso finanziamenti totali di 728,3 milioni di euro. In questa prima tabella viene stilata la classifica delle principali aree metropolitane europee. L’area metropolitana europea più grande è Londra. La prima città italiana è Milano che troviamo al 4° posto in classifica con una popolazione pari a abitanti.

9 Principali aree urbane in Europa
Agglomerazione Popolazione 1 Parigi 2 Londra 3 Madrid 4 Rhein Ruhr Nord-Duisburg/Essen 5 Barcellona 6 Milano 7 Torino 8 Rhein Ruhr Middle-Dusseldorf/Wuppertal 9 Atene 10 Rhein Ruhr Sud-Bonn/Colonia 11 Katowice 12 Napoli 13 Stoccarda 14 Roma 15 Amburgo 16 Birmingham 17 Manchester 18 Varsavia Fonte: Wikipedia In questa tabella è stilata la classifica delle principali aree urbane. La prima in Europa è Parigi con abitanti. La prima città italiana è Milano che troviamo al 6° posto con una popolazione di abitanti.

10 Principali città nei confini comunali in Europa
Agglomerazione Popolazione 1 Londra 2 Berlino 3 Madrid 4 Roma 5 Parigi 6 Amburgo 7 Budapest 8 Varsavia 9 Vienna 10 Barcellona 11 Monaco 12 Milano 13 Praga Fonte: Wikipedia In questa tabella ci sono le principali città nei confini comunali. La prima in Europa è Londra. La prima città italiana è Roma con abitanti.

11 Indice di sviluppo umano
Fonte: Human Report 2006 Dati anno 2004 L’Indice di Sviluppo Umano (isu) rappresenta un indice composto che misura la media dei risultati ottenuti da un paese in relazione a tre aspetti fondamentali dello sviluppo umano: una vita sana e longeva, misurata in base all’aspettativa di vita alla nascita; il livello di conoscenza, misurato in base al tasso di alfabetizzazione della popolazione adulta e al tasso lordo complessivo di scolarità per scuole di livello primario, secondario e terziario; un tenore di vita decente, misurato in base al prodotto interno lordo (PIL) pro capite in dollari a parità di potere di acquisto. Per aspettativa di vita si intende il numero di anni che un neonato vivrebbe se i tassi prevalenti di mortalità al momento della sua nascita si mantenessero costanti nel corso della sua vita. Il primo posto è della Norvegia con un indice pari allo 0,965. l’Italia si posiziona al 17° posto con un indice pari allo 0,940.

12 Ricchi e poveri: ripartizione della popolazione mondiale
Fonte:La Stampa Anno 2006 In un servizio de La Stampa del 7/12/2006, elaborando i dati di un rapporto dell’Università dell’ONU, si mette in evidenza la distribuzione dei ricchi e dei poveri. Il 2% più ricco degli esseri umani possiede (addirittura) il 50% della ricchezza mondiale e il 10% più ricco rastrella l’85%; sul lato basso della scala, il 50% più povero dell’umanità deve spartirsi un misero 1% della ricchezza planetaria. Nella prima torta, il Nord America e l’Europa fanno la parte dei leoni anche se ormai la fetta dell’Asia è quasi uguale a quelle dei due leader ed è in procinto di un sorpasso. Nella seconda torta, che vede la distribuzione per grandi aree del 10% delle persone più benestanti del pianeta (quelle con un patrimonio oltre i 61 mila dollari), balza agli occhi che ben il 7% di tali persone siano italiane, e che i benestanti italiani siano più numerosi dei francesi (4% del totale planetario) e degli inglesi (6%) e quasi numerosi quanto i tedeschi (8%). Questo numero sproporzionato di benestanti può essere dovuto al regalo dell’evasione fiscale impunita, che nel mondo occidentale è un’anomalia tutta italiana nelle sue dimensioni. Se si restringe l’attenzione ai veri e propri ricchi, cioè all’uno per cento degli esseri umani con un patrimonio superiore ai 500 mila dollari, l’Italia se la cava meno bene perché la sua quota scende dal 7 al 4%. Restiamo comunque un Paese ben piazzato in classifica perché la media mondiale della ricchezza pro-capite ammonta a dollari mentre noi sfioriamo i 100 mila, cioè più dei francesi e dei tedeschi (e qui si parla di medie generali e non più di quote ristrette di ricchi). Gli americani posseggono in media 144 mila dollari, i giapponesi 181 mila. Chiudono la classifica gli indiani con dollari che stanno ancora crescendo.

13 I 41 Paesi definiti dall’OCSE
Paradisi fiscali Andorra Guernsey/Sark/Alderney, Isole del Canale (Dipendenze della Corona britannica) Montserrat (Territorio della Gran Bretagna) Anguilla (Territorio della Gran Bretagna) Isola di Man Nauru Antigua e Barbuda Isole Cayman Niue (Nuova Zelanda) Antille Olandesi (Olanda) Isole Cook (Nuova Zelanda) Panama Aruba Isole Marshall Principato di Monaco Bahama Isole Vergini Britanniche (Territorio della Gran Bretagna) Saint Kitts and Nevis Barbados Liberia Samoa Cipro Lichtenstein San Marino Dominica Maldive Seychelles Gibilterra (Territorio della Gran Bretagna) Malta Tonga Grenada Mauritius Turks e Caicos (Territorio della Gran Bretagna) Vanuatu I 41 Paesi definiti dall’OCSE Paradisi Fiscali: Stato la cui normativa riguardante la fiscalità, il settore bancario e/o finanziario consente di attirare grandi masse di capitale grazie a condizioni particolarmente agevolate. Fonte: OCSE Anno 2006 L’OCSE è l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. L’OCSE è finanziata dai suoi Stati membri, la cui contribuzione è calcolata sulla base della ricchezza (PIL) di ciascun paese membro. Gli Stati Uniti con circa il 25% sono il principale paese contributore, l’Italia con circa il 5% figura al sesto posto; il bilancio previsionale dell’OCSE per il 2006 è di circa 340 milioni di euro. I 35 paradisi fiscali sono accusati dall'OCSE di praticare una concorrenza fiscale pregiudizievole, cercando di attirare i privati e le società che vogliono evitare di pagare imposte nel proprio paese.

14 Top ten dei più ricchi del mondo (2005)
Nome Occupazione Nazione anni William Gates III Microsoft Stati Uniti 50 Warren Buffet Berkshire Hathaway (compagnia di riassicurazioni) 75 Carlos Slim Helu Telecom Messico 66 Ingvar Kamprad Ikea Svezia 79 Lakshmi Mittal Mittal Steel India 55 Paul Allen 53 Bernard Arnault LVMH (impero di beni di lusso) Francia 57 Prince Alwaleed Bin Talal Alsaud Investimenti Arabia Saudita 49 Kenneth Thomson Media Canada 82 Li Ka-shing Hong Kong 77 Fonte: Forbes In questa tabella vengono presentati le 10 persone più ricche del mondo. CURIOSITA’: Il primo italiano si trova al 37° posto ed è Silvio Berlusconi; Al 44° troviamo Leonardo Del Vecchio, il presidente di Luxottica; Al 45° posto troviamo Michele Ferrero e famiglia, presidente della Ferrero; Al 158° posto c’è Giorgio Armani. Fonte: Forbes

15 Top ten delle donne più potenti del mondo (2005)
Nome Occupazione Nazione Angela Merkel Cancelliere della Germania Germania Condoleezza Rice Segretaria di Stato Stati Uniti Wu Yi Vice Premier Cina Indra Nooyi Direttore esecutivo Pepsi Anne Mulcahy Direttore esecutivo Xerox (informatica) Sallie Krawcheck Direttore del gruppo finanziario Citigroup Patricia Woertz Direttore esecutivo e Presidente Anne Lauvergeon Presidente della Areva (French Nuclear Engineering Company) Francia Brenda Barnes Presidente e Direttore esecutivo Sara Lee (alimentare) Zoe Cruz Co-presidente Morgan Stanley Fonte: Forbes In questa tabella troviamo le dieci donne più potenti del mondo. CURIOSITA’: L’unica donna italiana tra le prime 100 nel mondo si trova alla 42° posizione ed è Marina Berlusconi, presidente della Fininvest e della Mondadori. Fonte: Forbes

16 Le donne al governo (2005) L’Italia ha una percentuale pari all’8,3%
Nazione Donne che ricoprono incarichi ministeriali nel governo (2005) [%] Svezia 52,4 Botswana 26,7 Spagna 50 Bahamas Finlandia 47,1 Zambia 25 Germania 46,2 Haiti Norvegia 44,4 Filippine Sud Africa 41,4 Costa Rica Guinea-Bissau 37,5 Guatemala Olanda 36 Bulgaria 23,8 Rwanda 35,7 Latvia 23,5 Colombia Uganda 23,4 El Salvador 35,3 Canada 23,1 Croazia 33,3 Nuova Zelanda Danimarca Nigeria 23 Austria Georgia 22,2 Andorra Guyana Paraguay 30,8 Timor-Leste Barbados 29,4 Belgio 21,4 Gran Bretagna 28,6 Irlanda Lesotho 27,8 Senegal 20,6 Islanda 27,3 Australia 20 L’Italia ha una percentuale pari all’8,3% Fonte: Human Report 2006 Dati anno 2004 In questa tabella sono riportati gli Stati in cui hanno una maggior presenza di donne che occupano incarichi ministeriali. Al primo posto troviamo la Svezia dove le donne ministro sono addirittura in maggioranza rispetto agli uomini. Segue la Spagna dove si ha una parità tra uomini e donne. L’Italia invece non compare nella tabella perché ha una percentuale solo dell’8,3%. Fonte: Human Report 2006

17 Le donne al governo (2005) L’Italia ha una percentuale pari al 17,3%
Nazione Seggi in Parlamento occupate da donne (2006) [%] Rwanda 48,8 Seychelles 29,4 Svezia 45,3 Belarus 29,1 Costa Rica 38,6 Messico 25,8 Norvegia 37,9 Uganda 28,8 Finlandia 37,5 Andorra 28,6 Danimarca 36,9 Vietnam 27,3 Olanda 36,7 Afghanistan Cuba 36 Namibia 26,9 Spagna Grenada 26,7 Argentina 35 Suriname 25,5 Mozambico 34,8 Iraq Belgio 34,7 Timor-Leste 25,3 Austria 33,9 Svizzera 25 Islanda 33,3 Australia 24,7 Sud Africa 32,8 Liechtstein 24 Nuova Zelanda 32,2 Lussemburgo 23,3 Germania 31,8 Honduras 23,4 Guyana 30,8 Moldova 22,8 Burundi 30,5 Tunisia Tanzania 30,4 Bulgaria 22,1 L’Italia ha una percentuale pari al 17,3% Fonte: Human Report 2006 Dati anno 2004 In questa tabella viene riportata la classifica dei Paesi n cui si ha la più alta percentuale di presenze femminili al Parlamento. Al primo posto troviamo il Rwanda seguito dalla Svezia e dalla Costa Rica. Anche questa volta l’Italia non compare nella tabella perché ha una percentuale di donne parlamentari molto ridotta pari al 17,3%. Fonte: Human Report 2006

18 PERFORMANCE ECONOMICA e AMBIENTE

19 Performance economica
Nazione PIL [mln $] pro capite 2004 [mln $] Tasso di crescita annuo PIL pro capite [%] Tasso di crescita annuo PIL pro capite [%] Anno di massimo valore Variazione media annua dell’indice dei prezzi di consumo [%] 1 Stati Uniti 11.711 39,93 2,0 1,9 2004 2,7 2 Giappone 4.622 36,2 2,3 0,8 0,3 3 Germania 2.740 33,21 2,1 1,5 1,7 4 Gran Bretagna 2.124 35,48 2,2 3,0 5 Francia 2.046 33,9 1,8 6 Cina 1.931 1,49 8,4 8,9 4,0 7 Italia 1.677 29,1 1,3 8 Spagna 1.039 24,36 9 Canada 978 30,6 1,6 10 India 691 3,14 3,4 3,8 11 Korea 679,7 14,1 6,0 4,5 3,6 12 Messico 676,5 6,52 0,9 2000 4,7 13 Australia 637,3 31,7 2,5 1997 14 Brasile 604 3,3 0,7 1,2 6,6 15 Russia 581,4 -1,2 -0,6 1989 10,9 16 Olanda 579 35,6 2002 17 Svizzera 357 48,4 1,0 0,2 18 Belgio 352 33,8 19 Svezia 346 38,5 0,4 Fonte: Human Report 2006 Dati anno 2004 In questa tabella sono riportate le nazioni con il maggior PIL (Prodotto Interno Lordo). Il Prodotto interno lordo è convertito in dollari utilizzando il tasso di cambio ufficiale medio riportato dal Fondo monetario internazionale. Al primo posto troviamo gli Stati Uniti. Il PIL procapite è stato calcolato come il Prodotto interno lordo (dollari) diviso per la popolazione a metà anno. È interessante porre l’attenzione sulla Cina che troviamo al sesto posto nel mondo con un PIL pari a 1931 mln di dollari. L’aspetto interessante riguardante la Cina è l’incremento del tasso di crescita annuo pari rispettivamente a 8,4% per il periodo e a 8,9% per il periodo E’ il tasso più alto che si ritrova a livello mondiale che è riuscito a portare la Cina al 6° posto nel panorama mondiale per le performance economiche. La Cina infatti dall’ingresso nel WTO avvenuto nel 2000, ha fatto enormi passi in avanti nella sua economia. Il valore PIL pro capite risulta però piuttosto basso ed è pari a 1,49 mln di dollari. L’Italia si posiziona subito dopo la Cina con un PIL pari a 1677 mln di dollari. L’ultima considerazione da fare riguarda la Svizzera che, nonostante occupi la 17° posizione riguardo al PIL, occupa la prima posizione per quanto riguarda il PIL procapite pari a 48,4 mln di dollari. L’ultima colonna riguarda la variazione media annua dell’indice dei prezzi di consumo per il periodo Questo indice riflette i cambiamenti nel costo sostenuto da un consumatore medio per acquistare un paniere di beni e di servizi che può essere fisso o cambiare a intervalli di tempo specifici.

20 Esportazione prodotti lavorati
Nazione Esportazione di prodotti lavorati 2004 (% esportazioni) 1 Cambogia 97 21 Austria 84 2 Hong Kong 96 22 Germania 3 Israele 94 23 Singapore 4 Giappone 93 24 Finlandia 83 5 Svizzera 25 Francia 6 Korea 92 26 Albania 82 7 Cina 91 27 Romania 8 Bangladesh 28 Stati Uniti 9 Malta 90 29 Svezia 81 10 Repubblica Ceca 30 Belgio 11 Slovenia 31 Polonia 12 Italia 88 32 Messico 80 13 Ungheria 33 Tunisia 78 14 Capo Verde 34 Spagna 77 15 Irlanda 86 35 Estonia 16 Lussemburgo 36 Macedonia 17 Slovacchia 37 Malesia 76 18 Pakistan 85 38 Gran Bretagna 19 Turchia 39 Tailandia 75 20 Portogallo 40 Nepal 74 Fonte: Human Report 2006 Dati anno 2004 In questa tabella vengono riportate in ordine decrescente le principali Nazioni esportatrici di prodotti lavorati. Si considera la percentuale sul totale delle esportazioni. Per i prodotti lavorati ci si riferisce alle esportazioni di prodotti chimici, manufatti di base, macchinari e attrezzature per il trasporto, nonché altri prodotti lavorati vari. Al primo posto troviamo la Cambogia che per il 97% delle esportazioni, esporta i prodotti lavorati. La Cina ricopre il 7° posto ma, tenendo presente che gran parte delle esportazioni della Cambogia derivano da appalti cinesi, occuperebbe una posizione anche più alta. L’Italia occupa la dodicesima posizione con l’88% di esportazioni di prodotti lavorati sul totale. Gli Stati Uniti invece occupano la ventottesima posizione e questo denota un mercato interno molto florido.

21 Tecnologia: diffusione e creazione
Nazione Linee telefoniche principali (per persone) Abbonati a servizi di telefonia mobile (per persone) Utenti internet (per persone) Spese per R&S 2004 (% PIL) 1990 2004 1 Svezia 683 708 54 1043 6 756 5,42 2 Svizzera 587 710 19 849 474 3,6 3 Danimarca 566 643 29 956 696 5,01 4 Canada 550 - 21 469 626 5 Stati Uniti 545 606 617 8 630 4,5 Finlandia 535 453 52 954 Norvegia 503 669 46 861 7 390 4,6 Islanda 512 625 39 998 772 6,8 Francia 495 561 738 414 3,2 9 Olanda 464 483 910 614 2,5 10 Australia 456 541 11 818 646 1,6 Gran Bretagna 441 563 1.021 628 64 1,9 12 Giappone 460 716 3,1 13 Nuova Zelanda 426 443 16 745 788 1,2 14 Germania 401 661 864 500 15 Italia 394 451 1090 501 Belgio 393 876 403 2,3 17 Grecia 389 466 999 177 10,6 18 Cipro 361 507 776 0,3 Singapore 346 440 571 2,2 20 Spagna 325 416 905 336 Cina 241 258 73 1,3 Fonte: Human Report 2006 Dati anno 2004 In questa tabella si analizza la diffusione di tecnologia nel mondo attraverso la misurazione del numero delle linee telefoniche, del numero degli abbonati a servizi di telefonia mobile e degli utenti internet. Infine, nell’ultima colonna, sono riportate le percentuali del PIL utilizzate per il settore della Ricerca e Sviluppo. Le nazioni sono riportate in ordine decrescente, a partire della nazione con più linee telefoniche. Per Linea telefonica si intende la linea che collega l’apparecchio di un abbonato a una rete telefonica pubblica. Al primo posto troviamo la Svezia. Riguardo invece al numero degli abbonati ai servizi di telefonia mobile si intendono tutti gli abbonati a un servizio pubblico automatico di telefonia mobile che permette di accedere alla rete telefonica pubblica utilizzando la tecnologia cellulare. I sistemi possono essere analogici o digitali. Nell’anno 2004 troviamo al primo posto l’Italia, seguita dalla Svezia, Gran Bretagna e Islanda. Lo Stato che ha un maggior numero di utenti in internet che hanno accesso alla rete mondiale al 2004, risulta essere la Nuova Zelanda, seguito dalla Islanda, Svezia e Danimarca. In ultimo, viene analizzata la quota percentuale del PIL destinata alle spese per la Ricerca e Sviluppo. Vengono prese in considerazione tutte le spese correnti e in conto capitale (incluse le spese generali) per attività creative e sistematiche intese ad accrescere la conoscenza. Sono compresi la ricerca fondamentale e applicata e il lavoro di sviluppo sperimentale che conduce a nuovi dispositivi, prodotti o processi. Il primato appartiene alla Grecia con il 10,6%, seguita dall’Islanda con il 6,8% e la Svezia con il 5,42%. Non si considerano le spese per R&S effettuate da imprese e privati.

22 Esportazione prodotti ad alta tecnologia
Nazione Esportazione di prodotti ad alta tecnologia 2004 (% esportazioni di prodotti) 1 Filippine 64 15 Cipro 22 2 Singapore 59 16 Messico 21 3 Malta 58 Finlandia 4 Malesia 55 17 Danimarca 20 5 Nuova Guinea 39 18 Francia 19 6 Georgia 38 Israele 7 Costa Rica 37 Norvegia 8 Irlanda 34 Svezia 9 Korea 33 Germania 10 Stati Uniti 32 Barbados Hong Kong Gabon 11 Sierra Leone 31 Australia 14 12 Tailandia 30 Canada Cina Nuova Zelanda 13 Olanda 29 Estonia Ungheria 23 Repubblica Ceca Ruanda 25 Croazia Giappone 24 Ausrtia Gran Bretagna Grecia Svizzera 26 Lussemburgo Italia 8% Fonte: Human Report 2006 Dati anno 2004 Nella tabella si riportano in ordine decrescente gli Stati che esportano maggiormente prodotti ad alta tecnologia e ad alta intensità di ricerca e Sviluppo. Si considerano prodotti ad alta tecnologia come attrezzature aerospaziali, computer, prodotti farmaceutici, strumenti scientifici e apparecchiature elettriche. Al primo posto ci sono le Filippine che esportano prodotti ad alta tecnologia per il 64% delle esportazioni totali. Gli Stati Uniti occupano il 10° posto con il 32%, mentre la Cina con il 30% occupa il 12° posto a parimerito con la Tailandia. L’Italia invece esporta una quota di prodotti ad alta tecnologia molto bassa, pari all’8%.

23 Numero di laureati in ingegneria in Italia nel 2005
Ingegneria aerospaziale e astronautica 32 7 Ingegneria biomedica 141 60 Ingegneria chimica 93 31 Ingegneria civile 114 27 Ingegneria dell'automazione 38 4 Ingegneria delle telecomunicazioni 379 81 Ingegneria elettrica 46 Ingegneria elettronica 334 40 Ingegneria energetica e nucleare 48 6 Ingegneria gestionale 490 180 Ingegneria informatica 323 Ingegneria meccanica 341 28 Ingegneria navale 10 1 Ingegneria per l'ambiente e il territorio 182 61 Fonte: Ministero dell’Università e della Ricerca In questa tabella sono riportati i numeri dei laureati in ingegneria in Italia per l’anno 2005 di cui donne in verde.

24 Indice delle economie più competitive al mondo (2000-2005)
Fonte: World Economic Forum Anno: 2006 Il World Economic Forum è un’organizzazione internazionale indipendente che ha il compito di accrescere lo stato del mondo. Fu fondata nel 1971 ad ha sede a Ginevra, in Svizzera. È sotto la supervisione del Governo Federale Svizzero. Le indagini condotte dal World Economic Forum combinano i dati raccolti dagli Istituti nazionali di statistica con quelli facenti capo all´Executive Opinion Survey, e raccolgono il parere di oltre fra manager e imprenditori. Ogni anno traccia un quadro dettagliato sullo stato dell´economia e dell´imprenditoria delle singole nazioni e annuncia le strade percorribili in direzione di uno scenario maggiormente competitivo. L’indice GCI (Global Competitiveness Index) è un indice che tiene conto di nove aspetti importanti della società: Istituzioni, Infrastrutture, Macroeconomie, saluta ed istruzione primaria, istruzione di alto livello, efficienza del mercato, innovazione tecnologica, innovazione, livello del business. La competitività dell'Italia continua a calare, confermando il trend al ribasso osservato negli ultimi anni e scendendo di altre quattro posizioni al 42° posto della classifica del Global Competitiveness Index (GCI, Indice di competitività complessivo) del World Economic Forum per il L'elenco dei problemi è lungo: il contesto macroeconomico è mediocre e i conti pubblici sono in disavanzo da 20 anni. La situazione fiscale si è gravemente deteriorata dal 2000 e il debito pubblico, ben al di sopra del 100% del PIL, è tra i più alti al mondo. La grave situazione in cui versano le finanze pubbliche italiane può riflettere problemi istituzionali più profondi evidenziati dai pessimi risultati di variabili come l'efficienza della spesa pubblica, l’onere della regolamentazione e, più in generale, la qualità delle istituzioni del settore pubblico. La Cina è scesa dal 48° al 54° posto, a riflesso di una performance eterogenea. Per quanto riguarda gli aspetti positivi, i vigorosi tassi di crescita accompagnati alla bassa inflazione, a uno dei più alti tassi di risparmio del mondo e a livelli di debito pubblico gestibili, hanno spinto verso l’alto la posizione della Cina nel pilastro macroeconomico del GCI portandola al 6° posto: un risultato eccellente. Tuttavia il paese presenta diverse debolezze strutturali che vanno affrontate, tra cui il forte controllo statale sul settore bancario. I livelli di intermediazione finanziaria sono bassi e lo Stato è dovuto intervenire a più riprese per mitigare gli effetti negativi dell’ampio portafoglio di prestiti in sofferenza. La Cina ha bassi tassi di penetrazione delle tecnologie più avanzate (telefoni cellulari, Internet, personal computer) e tassi di iscrizione alla scuola secondaria e terziaria ancora bassi per gli standard internazionali. Lo sviluppo di gran lunga più preoccupante è il netto calo della qualità dell'assetto istituzionale, come testimonia la netta caduta nella graduatoria dal 60° all'80° posto nel 2006, con risultati scarsi in tutti i 15 indicatori istituzionali relativi sia alle istituzioni private che pubbliche. • Come negli anni scorsi il Cile è, al 27° posto, tra i primi paesi dell'America Latina e dei Caraibi. La sua posizione non è riconducibile unicamente alla solidità delle istituzioni, che in media operano già a livelli di trasparenza e apertura superiori a quelli UE, ma anche alla presenza di mercati efficienti relativamente esenti da distorsioni. Lo Stato ha svolto un ruolo di supporto nella creazione di un assetto normativo stabile e credibile. Una gestione macroeconomica estremamente competente ha contribuito in modo fondamentale a creare le condizioni per una crescita rapida e sforzi prolungati verso una riduzione della povertà. Le risorse generate dalla virtuosa politica fiscale del Cile sono state destinate a investimenti finanziari nelle infrastrutture e, in misura sempre maggiore, nell'istruzione e nella sanità pubblica. In considerazione della forte posizione competitiva del Cile, le autorità dovranno concentrare l'attenzione sul miglioramento della produttività della forza lavoro, cercando di ridurre rapidamente il divario di competenze rispetto a Finlandia, Irlanda e Nuova Zelanda, gruppo di confronto del Cile. Gli Stati Uniti, in calo dal primo posto, continuano a beneficiare di un eccellente contesto economico e di mercati efficienti e sono un centro globale per lo sviluppo tecnologico. Tuttavia la loro competitività generale è minacciata da importanti squilibri macroeconomici, collegati in particolare all’aumento dell'indebitamento pubblico a fronte di ripetuti deficit di bilancio. La loro posizione relativa nella classifica resta esposta ad un possibile assestamento turbolento di questi squilibri, inclusi il deficit commerciale storicamente elevato. Fonte: World Economic Forum

25 Sustainable Development
Final Index Sub-indexes Information Society Innovation and R&D Liberalization Network Industries Financial Services Enterprise Social Inclusion Sustainable Development Country Rank Score EU 25 Denmark 1 5,76 4 5 2 3 Finland 5,74 6 8 Sweden 7 Netherlands 5,59 Germany 5,53 10 12 United Kingdom 5,5 9 Austria 5,3 15 Luxembourg 5,29 France 5,21 11 Belgium 5,15 14 Ireland 5,09 18 Estonia 4,93 17 16 Portugal 13 4,64 Czech Republic 4,53 21 Spain 4,49 20 23 Slovenia 4,44 22 19 Hungary 4,4 Slovak Republic 4,38 Malta 25 Lithuania 4,31 24 Cyprus 4,28 Latvia 4,25 Greece 4,19 Italy 4,17 Poland 3,76 EU25 Average -- 4,84 Fonte: World Economic Forum: “The Lisbon Review 2006: Measuring Europe’s progress in Reform ” Anno: 2006 In questa tabella viene stilata la classifica dei Paesi europei riguardo al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona. Al primo posto troviamo la Danimarca, seguita dalla Finlandia, Svezia e Olanda. L’Italia occupa il penultimo posto, è davanti solo alla Polonia. Si trova negli ultimi posti in tutte le categorie I problemi per l’Italia sono dovuti all’eccessiva burocrazia delle amministrazioni pubbliche, al basso utilizzo dell’ITC in quanto le compagnie non adottano le nuove tecnologie, i bassi investimenti da parte dei privati nei settori della Ricerca e Sviluppo, poca competizione nei mercati locali, troppa presenza dello Stato nelle decisioni di mercato e insufficiente livello di protezione riguardo i diritti di proprietà.

26 I punti di Lisbona in confronto con USA e ASIA
Fonte: World Economic Forum: “The Lisbon Review 2006: Measuring Europe’s progress in Reform ” Anno: 2006 In questa tabella vengono paragonati i punti di Lisbona ottenuti dall’Unione Europea con gli Stati Uniti e l’Est Asiatico. Come si vede chiaramente dalle tabelle, gli USA e l’est Asiatico sorpassano l’UE con un largo margine. Tuttavia, se si guarda più dettagliatamente le performance dei Paesi individuali, il distacco è più sfumato.

27 Il diamante di Lisbona per l’Italia (2006)
Danimarca Fonte: World Economic Forum: “The Lisbon Review 2006: Measuring Europe’s progress in Reform ” Anno: 2006 In questa figura si vede chiaramente come è il comportamento dell’Italia in rapporto con gli Stati Uniti e i Paesi asiatici. Con la linea blu vengono descritti i valori degli Stati Uniti e con la linea più chiara quella dell’Esta asiatico. La linea nera è l’andamento dell’Italia. Il grado più alto raggiungibile è 7, che è pari agli standard definiti da Lisbona quindi più la linea si discosta dall’ultimo livello, più il Paese è indietro per il raggiungimento dei parametri di Lisbona. Come si vede chiaramente, l’Italia è molto lontana dal raggiungimento della perfezione. In modo particolare vediamo che i punti in cui sta più indietro sono gli aspetti sociali e l’innovazione. Nel rettangolo in alto a destra si può invece osservare l’andamento dei parametri di Lisbona per la Danimarca che si trova nella prima posizione in Europa. Come si può notare, supera di molto gli Stati Uniti e l’Asia in tutti i fronti. Italia

28 I migliori aeroporti del mondo (2006)
1 Singapore Changi Airport 2 Hong Kong Int’I Airport 3 Munich Airport 4 Kansai International Airport 5 Seoul Incheon Airport 6 KLIA- Kuala Lampur Airport 7 Helsinki Vantaa Airport 8 Zurich Airport 9 Dubai International Airport 10 Copenhagen Airport Fonte: Anno 2006 CURIOSITA’: Migliore aereoporto europeo: Monaco Migliore nella ristorazione: Copenaghen Migliore duty free: Dubai Migliore pulizia del terminal e degli spazi pubblici: Seul Migliore gentilezza dello staff: Brisbane Il più grande aereoporto africano: Cape Town Miglior sicurezza nell’aeroporto: Helsinky Miglior consegna dei bagagli: Hong Kong Miglior Int’l transit: Singapore Miglior pulizia dei bagni pubblici: Kansai Miglior servizio immigrazione: Kansai Migliori servizi di intrattenimento: Singapore Fonte:

29 Infrastrutture in Italia
Fonte: Istat (Istituto nazionale di statistica) Le figure di questa slide e delle successive, sono state prese da uno studio condotto dall’Istat dal nome “Le infrastrutture in Italia” (anno 2006). Fare un’analisi dell’insediamento infrastrutturale, è molto utile per conoscere il livello di sviluppo economico di un di un Paese. Molti studiosi riconoscono infatti, l’esistenza di un forte legame tra infrastrutturazione e crescita economica di un’area. Le due figure mettono a confronto la presenza delle strade provinciali per l’anno 1996 e il si vede chiaramente che la situazione è rimasta pressoché invariata ad eccezione di una parte della Puglia che ha incrementato i km di strada provinciale. Fonte: Istat

30 Infrastrutture in Italia
Fonte: Istat (Istituto nazionale di statistica) In questa figura viene analizzato l’insediamento delle strade statali e della rete stradale principale per 100 kmq di superficie territoriale riferiti all’anno 1996. Fonte: Istat

31 Infrastrutture in Italia
Fonte: Istat (Istituto nazionale di statistica) In queste figure vengono confrontate le situazioni di insediamento delle autostrade per gli anni 1996 e 2003. Le situazioni risultano pressoché invariate. Fonte: Istat

32 Infrastrutture in Italia
Fonte: Istat (Istituto nazionale di statistica) In queste figure vengono confrontate le situazioni di insediamento della rete ferroviaria per gli anni 1996 e 2004. Le situazione al 2004 risulta leggermente migliorata. I principali miglioramenti si sono avuti al Nord-Ovest e in Sicilia. Fonte: Istat

33 L’Impronta Ecologica nel mondo
L'area totale di ecosistemi terrestri ed acquatici richiesta per produrre le risorse che la popolazione di una comunità consuma ed assimilare i rifiuti che la popolazione stessa produce Fonte:Living Planet Report 2000 Il Living Planet Report 2000 è un rapporto redatto dal WWF. Come si vede dal grafico, lo Stato che ha l’Impronta Ecologica maggiore sono gli Emirati Arabi, seguiti dagli Stati Uniti e dall’Australia. L’Italia compare all’11° posto. Fonte: Living Planet Report 2000

34 LINGUE E CULTURA

35 Lingue parlate nel mondo
Fonte: World Almanac 2002 Fonte: World Almanac 2002 La World Almanac è un’istituzione americana che esiste da 137 anni. Ogni anno pubblica l’almanacco nel quale sono raccolti i dati principali di ogni Stato. Dall’Almanacco del 2002, si sono presi i dati riguardo alle lingue parlate nel mondo. Il primo grafico riguarda sia la madre lingua che la seconda lingua, mentre nella seconda tabella si considera solo la madre lingua. In ambedue i grafici troviamo al primo posto il cinese mandarino. L’italiano non compare in nessun grafico. Fonte: CIA World Factbook (ed.2006, stime del 2004)

36 In Oceania con 110.305 presenze (3,6%)
Sono i cittadini italiani residenti all’estero secondo i dati dell’Anagrafe degli Italiani residenti all’estero (AIRE), aggiornati al 9 maggio 2006. L’Europa si conferma come il continente di maggiore insediamento con quasi 2 milioni di persone ( ) e circa il 60% delle presenze totali, di cui il 43,9% nell’Unione Europea a 15 In America ci sono italiani residenti (34,4%), di cui il 24,3% nell’America centromeridionale In Oceania con presenze (3,6%) In Africa ( presenze, 1,3%) In Asia ( presenze, 0,7%) Fonte: Italia Estera, il giornale degli italiani all’estero Italia Estera è il giornale degli italiani nel mondo. Nasce dalla consapevolezza che esistono all'estero almeno 65 milioni di italiani ed oriundi contro i 60 milioni in Patria.

37 Lingue parlate nel mondo
Lingua Madre lingua Seconda lingua totale Cinese mandarino 873 178 1.051 Inglese 309 199 508 Hindi 364 120 484 Spagnolo 322 60 382 Russo 145 110 255 Arabo 206 40 246 Bengalese 171 211 Portoghese 177 15 192 Indonesiano 23 140 163 Giapponese 122 1 123 Tedesco 95 28 Francese 65 50 115 Urdo 61 43 104 Punjabi 89 - Cinese WU 77 Giavanese 76 Telugu 70 5 75 Tamil 66 8 74 Marathi 68 3 71 Vietnamita 67 Coreano Italiano Fonte: Ethnologue Anno 2005 Etnologue è una enciclopedia dei linguaggi. Cataloga tutte le lingue parlate in tutto il mondo. CURIOSITA’: Al terzo posto della classifica figura l’Hindi che è una lingua che si parla in India, in Nepal, a Singapore, in Sud Africa ed in Uganda. Il Bengalese si parla invece in Bangladesh, Singapore e in India; l’Urdu in Afghanistan, India, Mauritius, Pakistan, Sud Africa e Thailandia; il Punjabi in India, Pakistan, Kenia e Singapore; Il Cinese Wu solo in Cina; Il Giavanese in Indonesia, Malesia e Singapore; Il Telugu in India e Singapore; Il Marathi in India. Fonte: Etnologue 2005

38 Percentuale di spesa pubblica per l’istruzione
Nazione % di spesa pubblica per l’istruzione (2004) 1 Danimarca 8,8 14 Slovenia 6 2 Islanda 8,0 Ungheria 3 Kuwait 8,2 Francia 4 Maldive 8,1 15 Stati Uniti 5,9 Tunisia Portogallo 5 Malesia 16 Polonia 5,8 Norvegia 7,7 Messico 7 Cipro 7,4 17 Estonia 5,7 8 Israele 7,3 18 Mongolia 5,6 Barbados 19 Ausrtia 5,5 Capo Verde Gran Bretagna 9 Namibia 7,2 20 Svizzera 5,4 10 Svezia 7,0 Latvia Kenya Sud Africa 11 Nuova Zelanda 6,9 21 Olanda 5,3 12 Finlandia 6,5 22 Canada 5,2 13 Fiji 6,4 Lituania Bolivia Burundi Marocco 6,3 23 Italia 4,9 Belgio 6,2 Germania 4,8 Fonte: Human Report 2006 Dati anno 2004 In questa tabella vengono riportati i dati della percentuale di spesa pubblica utilizzata per l’istruzione nell’anno del 2004. La spesa pubblica per l’istruzione comprende sia le spese in conto capitale (per costruzione, ristrutturazione, riparazioni importanti e per l’acquisto di attrezzature importanti o di veicoli) sia le spese correnti. Per spese correnti si intendono le spese per beni e servizi consumati durante l’anno in corso e che dovrebbero essere rinnovati l’anno seguente, incluse le spese per i salari e i benefit corrisposti al personale, i servizi appaltati o acquistati, i libri e i materiali didattici, i servizi di assistenza sociale, gli arredi e le attrezzature, le piccole riparazioni, i combustibili, le assicurazioni, gli affitti, le telecomunicazioni e i viaggi. Al primo posto di questa classifica troviamo la Danimarca. L’Italia occupa invece il 23° posto con una spesa per l’istruzione molto bassa pari al 4,9% delle spese totali.

39 Numero medio di studenti per docente in Italia
Fonte: “Le risorse dell’Università”; Ministero dell’Università e della Ricerca Questa tabella è stata presa da una ricerca condotta dal Ministero dell’Università e della Ricerca. Nel 2002/2003 il numero medio di studenti per docente è pari a 30: 2 unità in meno rispetto al 1999/2000. Il rapporto varia considerevolmente tra le diverse facoltà, in considerazione anche della differente natura dei corsi di laurea che vi afferiscono. Si passa infatti dai 4 studenti per docente della facoltà di Chimica industriale, ai 10 di Medicina e chirurgia, per arrivare agli 81 di Psicologia e ai 168 di Scienze della comunicazione. Non tutti gli studenti, però, partecipano attivamente alla vita universitaria, pertanto può essere interessante riferirsi agli studenti equivalenti, cioè il numero teorico di studenti regolari che, dato il volume di esami superati in un anno, si avrebbe se tutti fossero in regola. Utilizzando questo nuovo indicatore il rapporto tra “studenti” e docenti si dimezza passando da 30 a 15, ma persiste la variabilità tra le facoltà: Chimica industriale rimane quella con il rapporto più basso (3 studenti equivalenti per docente) e Scienze della comunicazione è ancora la facoltà con il valore più alto (79) (Graf ).

40 Numero medio di studenti e di studenti equivalenti per docente di ruolo e per facoltà A.A. 2002/2003
Fonte: “Le risorse dell’Università”; Ministero dell’Università e della Ricerca

41 Numero medio di studenti per docente di ruolo in Italia e in alcuni Paesi stranieri A.A. 2001/2002
Fonte: “Le risorse dell’Università”; Ministero dell’Università e della Ricerca A livello internazionale, per confrontare l’organizzazione didattica delle università dei diversi Paesi, viene utilizzato il rapporto tra studenti e docenti equivalenti a tempo pieno. Questi corrispondono al numero teorico di docenti che si avrebbe se tutti scegliessero come modalità di lavoro il full time. Nel calcolare tale rapporto si tiene conto dell’insieme complessivo dei docenti e non solo di quelli di ruolo. Nel 2001/2002, secondo tale indicatore, per ciascun docente italiano vi erano circa 22 studenti, il valore più alto: circa 6 in più rispetto alla media europea (Graf ). Germania, Finlandia e Giappone, invece, fanno registrare i valori più bassi con circa 12 studenti per docente.

42 Classifica Università nel Mondo
1. Harvard University (USA) 12. Columbia University (USA) 23.ETH Zurich (SWI) 34. University of Sidney (AUS) 45.University of Aukland (NZ) 56.Case Western Reserve University (USA) 2. University of Cambridge (UK) 13. Duke University (USA) 24. University College London (UK) 35.Carnegie Mellon University (USA) 46.King’s College London (UK) 57. Nanyang Technological University (SINGAPORE) 3. University of Oxford (UK) 14. Peking University (CHINA) 25.University of Pennsylvania (USA) 36.Ecole Polytechnique (FR) 47.Whashington University in St. Louis (USA) 58.Darthmouth College (USA) 4. Massachusetts Institute of Technology (USA) 15. Cornell University (USA) 26.University of Toronto (CAN) 37.Monash University (AUS) 48. University of Rochester (USA) 59.Seoul National University (KOR) 5. Yale University (USA) 16. Australian National University (AUS) 27.Tsing Hua University (CHINA) 38. University of Geneva (SWI) 49.Chinese University of Hong Kong (HK) 60. University of Bristol (UK) 6. Stanford University (USA) 17. London School of Economics and Political (UK) 28. University of Michigan (USA) 39. University of Manchestern (UK) 50. University og British Colombia (CAN) 61.Ecole Polytechnique Ferderale de Lausanne (SWI) 7. California Institute of Technology (USA) 18. Ecole Normale Supereiure (FR) 29.Kyoto University (JAP) 40. University of New South Wales (AUS) 51.Sciences po Paris (FR) 62.Boston University (USA) 8. University of California, Berkeley (USA) 19.National University of Singapore 30.University of California, Los Angeles (USA) 41.Northwestern University (USA) 52.Vanderblit University (USA) 63.Eindhoven University of technology (NET) 9. Imperial college London (UK) 20.Mc Gill University (CAN) 31. University of Texas, Austin (USA) 42.New York University (USA) 53.Brown University (USA) 64. Indian Institute of Technology (IND) 10. Princeton University (USA) 21.University of Melbourne (AUS) 32. University of Edinburg (UK) 43.University of California, San Diego (USA) 54.Ruprecht-Karls-Universitat Heidelberg (GER) 65. University of Amsterdam (NET) 11. University of Chicago (USA) 22.Johns Hopkins University (USA) 33.University of Hong Kong (HK) 44.University of Queensland (AUS) 55.Hong Kong University of Science and Technology (HK) 66.School of Oriental and African Study (UK) Fonte: Top Universities Anno 2006 Top University è una sezione di QS che è network americano in grado di contribuire alla carriere e all’educazione degli studenti di tutto il mondo. La graduatoria delle Università del mondo si basa su quattro criteri fondamentali: la qualità della ricerca la qualità dell’insegnamento il panorama internazionale il numero di lavoratori laureati Fonte: L’Italia compare al 197° posto con l’Università La Sapienza di Roma

43 Classifica Università in Europa
Nome Paese Posizione nel mondo nel 2005 Posizione nel mondo nel 2006 1 University of Cambridge Gran Bretagna 3 2 University of Oxford 4 Imperial College London 13 9 London School of Economics and Political Science 11 17 5 Ecole Normale Superieure Francia 24 18 6 Swiss Federal Institute or Technology Zurich Svizzera 21 7 University College London 28 25 8 University of Edinburg 30 33 Ecole Politechnique 10 37 University of Geneva 88 39 L’Italia compare al 79° posto con l’Università La Sapienza di Roma Fonte: Top Universities Anno 2006 Fonte:

44 Classifica Università in Italia In Italia ci sono 80 Università
1 Università di Roma La Sapienza 2 Università di Milano 3 Università di Pisa 4 Università di Firenze 5 Università di Torino 6 Università di Bologna 7 Politecnico di Torino 8 Università Genova 9 Università di Napoli Federico II 10 Politecnico di Palermo 11 Università di Pavia 12 Università di Perugia Fonte: Jiao Tong University di Shanghai Anno 2006 L’Academic Ranking of World Univesities è una classifica redatta ogni anno dall’Università Jiao Tong di Shangai e valuta i 500 atenei migliori nel mondo. La classifica stilata dall’Università di Shangai è diversa da quella del network americano perché si basa su diversi parametri che sono essenzialmente quattro: la qualità della formazione fornita la qualità del corpo docente la produttività dei docenti e ricercatori l’efficienza gestionale Fonte:Jiao Tong University di Shanghai

45 Classifica Università italiane nel web
1 Università di Bologna 16 Università di Palermo 2 Università di Pisa 17 Università di Bari 3 Università di Padova 18 Università di Verona 4 Università di Roma La Sapienza 19 Università di Udine 5 Università di Firenze 20 Università Ca’ Foscari di Venezia 6 Università di Milano 21 Università di Catania 7 Università di Genova 22 Università di Roma 3 8 Università Torino 23 Università di Modena e Reggio Emilia 9 Università di Trento 24 Istituto Universitario Europeo 10 Politecnico di Milano 25 Università Cattolica del Sacro Cuore 11 Università di Napoli Federico II 26 Università di Roma 2 di Tor Vergata 12 Politecnico di Torino 27 Università di Salerno 13 Università di Pavia 28 Università di Trieste 14 Università di Parma 29 Università di Cagliari 15 Università di Siena 30 Università di Perugia Fonte: InternetLAb Anno 2006 La classifica è basata su alcuni indicatori di qualità dei siti web delle università, che tengono conto della loro dimensione, della visibilità da parte dei motori di ricerca e della ricchezza di contenuti. Internet è ormai uno dei mezzi fondamentali per la diffusione della conoscenza, specialmente in campo accademico, e pertanto la valutazione delle attività universitarie deve tener conto della capacità degli atenei di usare la rete per migliorare la propria visibilità. Fonte:InternetLAb

46 Numero totale di copie diffuse in un anno in Italia
Fonte: Censis: “Informazione e comunicazione” Anno 2004 Il Censis, Centro Studi Investimenti Sociali, è un istituto di ricerca socioeconomica fondato nel A partire dal 1973 è divenuto Fondazione riconosciuta con D.P.R. n. 712 dell'11 ottobre 1973, anche grazie alla partecipazione di grandi organismi pubblici e privati. Da più di trent'anni svolge una costante attività di studio, consulenza, valutazione e proposta nei settori vitali della realtà sociale, ossia la formazione, il lavoro, il welfare, le reti territoriali, l’ambiente, l’economia, lo sviluppo locale e urbano, il governo pubblico, la comunicazione e la cultura. Il lavoro di ricerca viene svolto prevalentemente attraverso incarichi da parte di Ministeri, Amministrazioni regionali, provinciali, comunali, Camere di Commercio, Associazioni imprenditoriali e professionali, Istituti di credito, Aziende private, Gestori di reti, Organismi internazionali nonché nell'ambito dei programmi dell'Unione Europea. Dal grafico emerge un problema reale: da parecchi anni la diffusione della stampa non aumenta. Il grafico rappresenta infatti il numero totale di copie diffuse in un anno. Nel caso dei quotidiani, benché il numero delle testate sia aumentato, la quantità totale di copie diffuse è praticamente invariata rispetto a 25 anni fa. C’era stato un aumento negli anni ’80 – ma da dieci anni c’è un lento declino. I periodici sembrano avere un leggero aumento nel periodo più recente, ma nonostante la moltiplicazione delle testate sono ancora sotto il livello del In leggera crescita, negli ultimi dieci anni, i mensili, ma con un tasso di sviluppo molto modesto. Fonte:ADS (Accertamento Diffusione Stampa)

47 Diffusione dei quotidiani nel mondo per 1.000 abitanti (2002)
Fonte: Censis: “Informazione e comunicazione” Anno 2004 Come vediamo in questo grafico (copie di quotidiani per 1000 abitanti in 14 paesi dell’Unione europea più gli Stati Uniti), malgrado i molteplici tentativi di sostegno e le continue iniziative promozionali, la stampa in Italia non riesce ad allargare la sua diffusione che è storicamente bassa rispetto a quella di altri paesi di paragonabile situazione economica e culturale. Secondo World Press Trends nel 2002 c’erano più di 6000 quotidiani con quasi 400 milioni di copie al giorno, di cui con 55 milioni di copie negli Stati Uniti e con 78 milioni di copie nell’Unione Europea. Nel resto del mondo più di quotidiani con oltre 260 milioni di copie. Il numero di testate e la diffusione nel mondo continuano ad aumentare. Fonte:World Press Trends

48 “Competenze alfabetiche” degli italiani (2004)
Fonte: Censis: “Informazione e comunicazione” Anno 2004 Sul livello di “competenze alfabetiche” degli italiani uno studio dell’Associazione Italiana Editori dà segnali preoccupanti. Questa analisi suddivide le persone in tre categorie. La prima raggruppa i due livelli più bassi: con una “competenza alfabetica” molto scarsa, “ai limiti dell’analfabetismo”, e con “un limitato patrimonio di competenze di base“. Al terzo livello si trovano le persone con un “sufficiente patrimonio di competenze” e al quarto quelle con “competenze elevate”. Si attribuiscono capacita “elevate” all’8 % della popolazione, “sufficienti” al 26 %, “insufficienti” a due terzi del totale. Il problema si rivela ancora più grave quando si analizzano le differenze per età. Il problema è serio per la popolazione italiana in generale, ma si aggrava con il crescere dell’età. Questo fenomeno non dipende solo da una più alta “scolarità” nelle generazioni più giovani, ma anche da un degrado nell’invecchiamento. Molte persone “perdono l’abitudine” di leggere, o più in generale di avere curiosità culturali, e così progressivamente riducono il loro livello non solo di “competenza alfabetica”, ma anche di apertura mentale. Fonte:Aie: Associazione Italiana Editori

49 Libri letti dagli italiani
Fonte: Censis: “Informazione e comunicazione” Anno 2004 In una prospettiva relativamente lunga la produzione di libri in Italia risulta notevolmente aumentata. Nel 1990, rispetto a dieci anni prima, il numero di titoli pubblicati era quasi raddoppiato e le copie stampate erano cresciute del 32 %. Lo sviluppo negli anni successivi è meno veloce. Nel 2000, rispetto al 1990, la crescita era del 47 % per il numero di opere e del 20 % per la “tiratura” complessiva. Negli ultimi cinque anni ci sono oscillazioni, che riflettono le incertezze e i mutamenti d’umore delle imprese editoriali più che le richieste dei lettori. La “tiratura media”, cioè il numero di copie stampate per ogni singolo libro, è in costante diminuzione. Nel 1980 era di copie, nel 1990 meno di 6.000, oggi circa I costi di produzione si sono ridotti con l’uso dell’elettronica – e questo ha indotto molti editori ad aumentare il numero delle opere pubblicate, anche a scapito della qualità. Ne deriva un mercato affollato e confuso, disorientante per i lettori e anche per i librai. Fonte:Aie: Associazione Italiana Editori

50 ENERGIA e RINNOVABILI

51 Consumo di energia nel mondo
Fonte: International Energy Outlook 2006 L’International Energy Outlook 2006 è un documento redatto dall’EIA (Energy Information Administration) che è l’ufficio di statistiche sull’energia del governo degli Stati Uniti. Nel primo grafico si possono vedere gli andamenti di dei consumi di energia dal 1980 al L’International energy Outlook 2006 (IEO2006) prevede una forte crescita della richiesta di energia mondiale per un periodo di proiezione di 27 anni dal 2003 al Malgrado i prezzi del petrolio continuino a crescere fino a raggiungere un aumento del 35% nel 2050, il consumo di energia del mondo continua ad aumentare. Il consumo totale di energia nel mondo nel 2003 pari a 421 quadrilioni di Btu passerà a 563 quadrilioni di BTU nel 2015 ed a 722 quadrilioni di BTU nel 2030, producendo un incremento del 71% dal 2003 al 2030. Nel secondo grafico vediamo i consumi di energia suddivisi per i paesi appartenenti all’OECD (Organization for Economic Cooperation and Development) e quelli esclusi dall’OECD. I Paesi non-OECD supereranno i consumi dei Paesi OECD nel 2015 fino ad essere maggiori del 34% nel Questo incremento dei consumi energetici da parte dei Paesi non-OECD è dovuto per la gran parte ai paesi asiatici quali India e Cina. Nel terzo grafico si mettono in evidenza i consumi energetici dei Paesi non-OECD. Il sorpasso da parte di questi ultimi nel consumo di energia che avverrà nel 2015 è dovuto essenzialmente al grande sviluppo che hanno avuto i paesi asiatici (India e Cina).

52 Consumo di energia nel mondo per fonte
Fonte: International Energy Outlook 2006 In questo grafico vengono riportati gli andamenti dei consumi di energia per fonte nel mondo. I combustibili fossili continuano ad aumentare negli anni. Il petrolio, nonostante continuerà ad essere la fonte di energia dominante negli anni, diminuirà il suo share dal 38% nel 2003 al 33% nel 2030 dovuto maggiormente all’incremento dei prezzi.

53 Consumo di combustibili tradizionale (anno 2003)
Nazione Consumo di combustibili tradizionali (% sul totale di energia consumata) 1 Chad 98,6 21 Burkina Faso 83,3 2 Congo 97,2 22 Kenya 83,1 3 Etiopia 96,5 23 Nigeria 82,9 4 Burundi 95,7 24 Malawi 5 Tanzania 94,4 25 Haiti 79,5 6 Uganda 93,5 26 Costa d’Avorio 75,5 7 Nepal 93,2 27 Angola 74,4 8 Cambogia 92,2 28 Guatemala 72,1 9 Sierra leone 91,2 29 Senegal 70,9 10 Mozambico 90,9 30 Nicaragua 69,3 11 Buthan 87,8 31 69 12 Zambia 87,2 32 Zimbawe 67,2 13 Guinea 87,1 33 Gambia 66,7 14 Mali 86,7 34 Gabon 65,8 15 Sudan 86,5 35 Honduras 63,6 16 Cameroon 86,3 36 Sri Lanka 60,4 17 Eritrea 85,2 37 Guinea equatoriale 57,1 18 Rwanda 84,7 38 Paraguay 55 19 Ghana 39 Bangladesh 51,4 20 Togo 84,4 40 Guinea Bissau 50 Fonte: Human Report 2006 Dati anno 2003 In questa tabella vengono riportati in ordine decrescente gli Stati che consumano più combustibili tradizionali nel panorama mondiale. Per combustibili tradizionali si intendono legna da ardere, carbonella, bagassa (residuo della canna da zucchero) e residui animali e vegetali. Come si vede chiaramente dalla tabella, gli Stati che utilizzano maggiormente questo tipi di combustibili sono Paesi che appartengono ai Paesi in via di sviluppo. L’Italia ha un consumo di combustibili tradizionali pari all’1,8%. Gli Stati Uniti hanno un consumo di combustibili tradizionali pari al 3,1%. La Cina ha un consumo di combustibili tradizionali pari al 4,6%.

54 Consumo di elettricità procapite (anno 2003)
Nazione Consumo procapite di elettricità [KWh] 1 Islanda 29.412 21 Germania 7.258 2 Norvegia 25.295 22 Danimarca 7.138 3 Qatar 19.374 23 Slovenia 7.109 4 Finlandia 17.111 24 Olanda 7.026 5 Kuwait 16.379 25 Arabia Saudita 6.749 6 Lussemburgo 16.348 26 Israele 6.843 7 Svezia 16.603 27 Gran Bretagna 6.755 8 Emirati Arabi 15.878 28 Bahamas 6.700 9 Stati Uniti 14.075 29 Irlanda 6.660 10 Australia 11.446 30 Repubblica Ceca 6.567 11 Baharain 11.274 31 Spagna 6.325 12 Nuova Zelanda 10.453 32 Russia 6.303 13 Brunei 9.133 33 Hong Kong 6.103 14 Belgio 8,791 34 Estonia 6.094 15 Svizzera 8.701 35 Italia 5.943 16 Austria 8.527 36 Cipro 5.656 17 Francia 8.319 37 Malta 5.632 18 Giappone 8.212 38 Grecia 5.497 19 Singapore 8.087 39 Slovacchia 5.377 20 Korea 7.338 40 Portogallo 4.770 Fonte: Human Report 2006 Dati anno 2003 In questa tabella sono riportati in ordine decrescente gli Stati che sono i maggiori consumatori procapiti di energia elettrica nel panorama mondiale. Per consumo di energia procapite si intende la produzione lorda pro capite, e comprende il consumo da parte dei servizi ausiliari di centrale e qualsiasi perdita nei trasformatori considerati parte integrante della centrale. Comprende anche l’energia elettrica totale prodotta da impianti di pompaggio senza sottrarre l’energia elettrica assorbita dalle pompe. L’Italia risulta essere nella 35° posizione con KWh di elettricità consumata. Gli Stati Uniti sono alla nona posizione con KWh. La Cina possiede un consumo di elettricità procapite pari a KWh.

55 Energie Rinnovabili nel mondo
Fonte: “Le fonti rinnovabili in Italia: lo sviluppo delle rinnovabili in Italia tra necessità e opportunità” Anno: 2005, dati 2003 I dati presenti in questi tre grafici sono stati presi dalla pubblicazione online dell’ENEA (Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente). Nel primo grafico vengono illustrate le maggiori fonti di energia utilizzate nel mondo dove il petrolio risulta essere al primo posto, mentre le rinnovabili occupano una quota pari al 13%. Nel secondo grafico vengono rappresentate le fonti rinnovabili in uso nel mondo. La fonte più utilizzata risulta essere la Biomassa, seguita dall’idroelettrico e dal Geotermico. Nell’ultimo grafico viene illustrata la crescita media annua della produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili nel mondo prendendo come periodo gli anni dal 1990 al Complessivamente, dal 1990 la produzione di energia da fonti rinnovabili è cresciuta ad un tasso annuo dell’1,8%. In valori percentuali la crescita più significativa è quella relativa alla fonte eolica che, pur rimanendo su valori assoluti molto bassi, ha segnato una media annuale di crescita dal 1990 al 2003 pari al 23%, dovuta essenzialmente alle nuove installazioni nei Paesi sviluppati dell’OECD. FonteENEA

56 Energie Rinnovabili nel mondo
Fonte: “Le fonti rinnovabili in Italia: lo sviluppo delle rinnovabili in Italia tra necessità e opportunità” Anno: 2005, dati 2003 Come si vede dal grafico, nei Paesi dell’OECD solo il 5,6% della fornitura di energia proviene dalle fonti rinnovabili. Il primato è del continente Africano che utilizza il 50,1% di fonti rinnovabili. Mentre nei Paesi dell’OECD, oltre la metà dell’energia fornita da fonti rinnovabili è destinata alla generazione di energia elettrica, a livello mondiale il grosso della produzione da rinnovabili è destinato invece ai settori residenziale e terziario e l’utilizzo per la generazione elettrica è limitato a poco più del 20%. FonteENEA

57 Energia fotovoltaica nel mondo
Incremento anni 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 31,6% 84,2% 32,7% 13% 6,5% 37% 19,2% 23,8% 9,5% 11,8% Fonte: IEA Photovoltaic Power System Programme Anno 2005 L’IEA Photovoltaic Power System Programme è un programma stabilito dall’IEA (Internationa Energy Agency) che promuove i progetti riguardo l’applicazione dell’elettricità fotovoltaica. Al primo posto si colloca il Giappone che al 2004 ha una potenza cumulativa installata di impianti fotovoltaici pari a 1132 MW. L’Italia si trova al 7° posto nel mondo con un totale di 31 MW di potenza installata. Il più grande incremento annuo si attribuisce alla Germania con un incremento medio annuo del 58,2%.

58 Energia fotovoltaica nel mondo
Fonte: IEA Photovoltaic Power System Programme In questo grafico si riportano i dati della tabella della slide precedente.

59 Energia fotovoltaica nel mondo
Incremento 34,8% 46,75% - 10,7% 44,9% Fonte: EurobserveER 2005,2006 Anno 2005 In questa tabella si mette in evidenza la distribuzione geografica della produzione delle celle fotovoltaiche nel 2004 e 2005 in MWp. Il Giappone risulta essere il leader mondiale della produzione di celle fotovoltaiche. Esso detiene il 48,2% del mercato mondiale di celle fotovoltaiche superando persino la produzione dell’Europa, della Cina e degli Stati Uniti. È importante notare anche l’entrata della Cina nel mercato del fotovoltaico: nel solo 2005 ha prodotto 200 MWp di pannelli fotovoltaici guadagnando immediatamente nei primi posti della produzione mondiale di celle.

60 Energia fotovoltaica nel mondo
Fonte: IEA Photovoltaic Power System Programme Anno 2005 In questo grafico invece sono rappresentati la potenza fotovoltaica installata dei primi dieci Paesi nel mondo. FonteIEA

61 Energia fotovoltaica nel mondo
Fonte: EurobserveER 2005,2006 Anno 2005 In questa tabella vengono graficati i risultati della slide precedente.

62 Energia eolica nel mondo
Incremento anni 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 10,8% 21,3% 5,5% 47,7% 0,06% 37,8% 49,2% 64,9% 31,5% 13% Fonte: GWEC Anno 2006 Il GWEC (Global Wind Energy Council) è nato agli inizi del 2005 in modo da creare un forum internazionale per l’intero settore dell’energia eolica. Nel campo dell’energia eolica la Germania si trova al primo posto per la potenza installata di impianti eolici. Anche l’Italia ricopre un posto rilevante occupando il 6° posto nel panorama mondiale.

63 Energia eolica nel mondo
Fonte: GWEC Anno 2006 In questo grafico invece sono rappresentati la potenza totale installata dei primi dieci Paesi nel mondo.

64 Energia da biomassa nel mondo
Nazione Produzione di energia primaria da biomasse 2003 [MTep] Produzione di energia primaria da biomasse 2004 [MTep] Incremento [%] 1 Francia 9,002 9,180 2 Svezia 7,927 8,260 4,2 3 Finlandia 6,903 7,232 4,8 4 Germania 5,191 6,263 20,7 5 Spagna 4,062 4,107 1,1 6 Polonia 3,921 3,927 0,2 7 Austria 3,222 3,499 8,6 8 Portogallo 2,652 2,666 0,5 9 Latvia 1,24 1,3 10 Gran Bretagna 1,084 1,231 13,6 11 Danimarca 1,071 1,113 3,9 12 Italia 1,015 1,083 6,7 13 Repubblica Ceca 0,895 1,007 12,5 14 Grecia 0,909 0,927 1,9 15 Ungheria 0,777 0805 3,6 16 Olanda 0,561 0,720 28,2 Fonte: Qualenergia In questa tabella vengono rappresentati i maggiori produttori di biomassa al mondo. Al primo posto figura la Francia con 9,18 MTep nel L’Italia compare al 12° posto con 1,083 MTep nel 2004. Il Paese che ha avuto un maggior incremento è l’Olanda che dal 2003 al 2004 ha incrementato la produzione di energia da biomassa del 28,2%, seguita dalla Germania con 20,7%.

65 Energia geotermica nel mondo
Nazioni Capacità installata [MW] Incremento [%] 2000 2004 Unione Europea 805,7 822,1 2,03 Altri Paesi Europei 213 301 41,3 Totale Europa 1.018,7 1.123,1 10,25 Nord America 2.983 3.497 17,2 Centro e Sud America 407 424 4,2 Totale America 3.390 3.921 15,7 Asia 3.074,9 3.291,3 7,03 Oceania 437,2 442,2 1,14 Africa 52 134 157,7 Totale mondo 7.972 8.910,6 11,8 Fonte: Qualenergia Questa tabella analizza la capacità installata di energia geotermica nel mondo. Il dato più rilevante è l’incremento dell’Africa per l’anno 2004 pari al 157,7% .

66 Energia solare termica nel mondo
Fonte: Qualenergia In questi due grafici si analizza l’insediamento dell’energia solare termica nel mondo che mostrano come la Cina rivesta un ruolo importante nel mercato del solare termico.

67 Energia solare termica in Europa
Fonte: Qualenergia Il grafico fornisce una chiara visuale sull'installato annuo espresso in kWth. L'Austria è al primo posto, grazie alla rimonta che ha caratterizzato il 2004: kWth installati. La Grecia è seconda.

68 Incremento guadagni da gennaio 2006 a dicembre 2006
Le migliori performance finanziarie nel 2006 di società nel campo delle rinnovabili Nome società Nazione Incremento guadagni da gennaio 2006 a dicembre 2006 Clipper Windpower (energia eolica) Gran Bretagna 83% RePower Germania 135,30% Geberit Svezia 71,6% Fonte: Corriere Economia Secondo un’analisi svolta dal Corriere Economia, le società che operano nella filiera del trattamento delle acque o nelle energie alternative e rinnovabili sono oggi al centro dell’interesse dei mercati. Tutto ciò è riconducibile alla scarsità di risorse idriche ed energetiche che caratterizzerà i prossimi decenni, che spingono molti investitori al mercato delle energie rinnovabili. Come si vede dalla tabella sopraesposta, alcune società sono riuscite ad incrementare i propri profitti fino al 135,3%. Fonte: Corriere Economia

69 Andamento del prezzo del petrolio ultimi 5 anni
Fonte: Oil-price Fontewww.oil-price.net

70 Bilancio dell’energia elettrica in Italia
Fonte: GRTN (Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale) Questa tabella rappresenta il bilancio dell’energia elettrica tra domanda ed offerta. Gli anni analizzati sono cinque, dal 2000 al 2004. Come si nota chiaramente, possiamo affermare che i consumi di energia sono complessivamente aumentati in tutti i settori: agricoltura, industria, terziario ed usi domestici. Riguardo all’offerta di energia, anche questa è aumentata nel corso degli anni. Il dato più rilevante è quello riguardo l’esportazione di energia per l’anno 2002 che risulta essere il valore massimo pari a 922 mln di kWh.

71 CHI SIETE

72 Lavoratori in Italia (anno 2004)
Indipendenti 3.192 1.810 1.382 1.313 1.782 6.287 Imprenditori 220 134 86 76 107 402 Liberi professionisti 566 351 214 282 276 1.124 Lavoratori in proprio 1.815 992 824 690 1.132 3.638 Soci di cooperativa 31 16 15 14 60 Coadiuvanti familiari 302 162 140 106 158 Collaboratori coordinati e continuativi 208 123 85 116 67 391 Prestatori d'opera occasionali 50 32 18 29 27 Dipendenti 8.244 4.799 3.445 3.224 4.649 16.117 Dirigenti 266 164 101 131 536 Quadri 537 327 210 273 301 1.112 Impiegati 3.349 2.005 1.344 1.331 1.854 6.534 Operai 3.925 2.214 1.711 1.426 2.292 7.643 Apprendisti 160 75 57 274 Lavoranti a domicilio 7 4 3 6 17 TOTALE 11.436 6.609 4.827 4.537 6.431 22.404 Fonte: Istat Anno 2004 Fonte:Istat

73 Struttura delle imprese italiane (anno 2002)
In Italia ci sono 4,2 milioni di imprese con 15,4 milioni di addetti Di cui 10 milioni dipendenti Danno origine a 574 miliardi di valore aggiunto: rappresenta l’incremento di valore che l’attività dell’impresa apporta al valore dei beni e servizi ricevuti da altre aziende mediante l’impiego dei propri fattori produttivi (il lavoro, il capitale e l’attività imprenditoriale) Fonte: ISTAT (Istituto nazionale di statistica) I dati sono stati presi da uno studio dell’Istat del 16 settembre 2004 relativo all’anno 2002 dal nome “Struttura e competitività del sistema delle imprese industriali e dei servizi. Fonte: Istat

74 Struttura delle imprese italiane (anno 2002)
Il 95,2% delle imprese italiane sono costituite da MICROIMPRESE con meno di 10 addetti 3,7 addetti: dimensione media imprese Le microimprese danno origine al 48,3% del totale di addetti 24,5% del totale di dipendenti 30,8% del totale del fatturato 34,4% del valore aggiunto Fonte: ISTAT (Istituto nazionale di statistica) L’analisi conferma una rilevante presenza di imprese di piccole dimensioni ed una relativa scarsità di grandi imprese. In particolare, la dimensione media delle aziende italiane è di circa 3,7 addetti. Fonte: Istat

75 Struttura delle imprese italiane (anno 2002)
Le aziende con più di 250 addetti sono 3123 che danno origine a: 18,5% del totale degli addetti 28,4% del totale dei dipendenti 28,2% del valore aggiunto Fonte: Istat Fonte: ISTAT (Istituto nazionale di statistica) Nonostante le imprese con più di 250 addetti siano molto poche, esse tuttavia caratterizzano in misura significativa importanti settori di attività economica contribuendo al 28,2% del valore aggiunto.

76 La sindacalizzazione in Italia
Fonte: Dipartimento di Studi del lavoro e del welfare, UniMi Anno: 2005 In questa tabella possiamo vedere il tasso di sindacalizzazione in Italia.

77 Numero Brevetti Comunitari
Fonte: OAMI (Office for Harmonization In the Internal Market) Anno 2006 In questa tabella, presente nell’area delle statistiche del sito si può vedere le domande e le pubblicazioni dei brevetti europei in Europa, quelli registrati e rinnovati negli anni che vanno dal 1996 al 2006. Da notare che Google ha appena concluso un accordo con l’ufficio brevetti americano per un motore di ricerca specifico sulle peculiarita’ dei brevetti presentati.

78 Numero Brevetti Comunitari
Fonte: OAMI (Office for Harmonization In the Internal Market) Anno 2006 Nella prima tabella sono elencati, in ordine crescente, gli Stati nel mondo che hanno presentato più domande di brevetti per gli anni che vanno dal 1996 al Al primo posto ci sono gli Stati Uniti che con 106,306 domande ricoprono il 22,34% della domanda totale dei brevetti. L’Italia compare al 5° posto con una domanda di 36,016 brevetti pari al 7,58% del totale. Nella seconda tabella invece, la classifica riguarda solo l’anno 2006 dove compare in prima linea la Germania con 12,142 brevetti mentre l’Italia rimane sempre al 5° posto. Nella tabella finale, si sommano i brevetti del 2006 a quelli degli anni gli stati Uniti tornano ad essere primi e l’Italia rimane al 5° posto.

79 Numero Brevetti in Italia
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Domande depositate per invenzioni in Italia 8,888 9,273 9,118 7,891 9,402 9,135 8,837 7,807 9,048 9,141 Domande per modello di utilità in Italia 3,425 3,651 3,335 3,259 3,124 2,825 2,553 2,639 2,347 2,122 Domande depositate per marchi in Italia 34,084 36,238 38,472 37,719 48,204 45,225 42,962 44,669 48,128 48,787 Fonte: STARNET (la rete degli uffici studi e statistica delle camere di commercio) Anno 2006 La tabella è stata presa dal sito che utilizza i dati del Ministero dello Sviluppo Economico. Il Brevetto per invenzione è una forma di protezione più forte concessa a trovati che hanno un alto grado d’innovazione e che rappresentano una soluzione nuova ed originale (innovativa) ad un problema tecnico. Dura 20 anni a decorrere dalla data del deposito della domanda di brevetto. Possono costituire oggetto di brevetto i prodotti, i processi produttivi e le varietà vegetali. Il modello di utilità rappresenta una modifica migliorativa di oggetti esistenti ed è un tipo di brevetto che esiste in Italia ed in pochi altri Stati. Dura 10 anni. Il modello di utilità protegge la forma di un prodotto che possiede una sua specifica funzionalità.

80 Fonte: Swiss Re Questa tabella è stata presa dal sito della Swiss Re. La Swiss Re è una delle più grandi compagnie di riassicurazione al mondo. È nata a Zurigo in Svizzera nel 1863 ed opera in 30 Paesi nel mondo. Opera nelle analisi e nella gestione dei rischi assicurativi e finanziari, nel trasferimento dei rischi e nel conferimento delle perdite. In questa tabella vengono analizzati i fattori principali che avranno un maggior impatto sui profitti delle aziende nel 2007 paragonati agli effetti che davano tre anni fa. Al primo posto troviamo l’efficienza delle operazione seguito dal team manageriale.

81 Fonte: Swiss Re In questa tabella invece troviamo i fattori che avranno un maggior impatto nella crescita delle vendite nel 2007 paragonati con quelli di tre anni fa. Al primo posto troviamo il team manageriale seguito dalle nuove tecnologie.

82 GEOPOLITICA La geopolitica è la disciplina che studia le influenze geografiche sui problemi politici. Secondo la definizione di Yves Lacoste c'è una situazione geopolitica dove due o più parti si contendono un territorio e una popolazione.


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