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L’IMMIGRAZIONE IN FRANCIA

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Presentazione sul tema: "L’IMMIGRAZIONE IN FRANCIA"— Transcript della presentazione:

1 L’IMMIGRAZIONE IN FRANCIA

2 LE DIVERSE FASI Unico paese che a partire dall’800 richiama immigrazione ; bassa natalità; forte proprietà contadina, industrializzazione precoce Al 1891 più di 1 milione di immigrati e non si scenderà mai sotto Provenienza da paesi vicini: Belgi a Nord, Italiani a sud ovest, Spagnoli sud est, per lo più lavoro stagionale Forte xenofobia specie nell’ambiente operaio: linciaggi (Aigues-Mortes 1893, saline)

3 Costruzione pseudoscientifica di un razzismo su presunte basi scientifiche
Oggetto principale Ebrei: caso Dreyfus (1898) Nel 1889 ius soli per regolarizzare i numerosi nati in Francia, più volte modificato ma di base resta Allo scoppio 1° guerra mondiale internati gli stranieri di nazionalità nemica Gli abitanti delle vecchie colonie (Antille, Riunione, Senegal) sono francesi, delle nuove (Algeria, Marocco) hanno particolare statuto se sono musulmani (ebrei e origine francese sono francesi) Durante guerra Vietnamiti e cinesi nelle fabbriche, Algerini a Marocchini nei campi, Neri al fronte.

4 DOPO IL 1918 Grande necessità di manodopera, convenzioni bilaterali, arrivano Polacchi e si creano oganismi come la Società Generale d’immmigrazione In milione di Italiani; mezzo milione Polacchi; ad es. nelle miniere di ferro più del 70% stranieri, incomincia stabilizzazione, arrivano famiglie, poi rifugiati armeni dopo 1920, ebrei da Germania e Polonia, russi dopo la rivoluzione (1924 passaporto Nansen); italiani che sfuggono a fascismo Stranieri vivono fra di loro, polacchi hanno loro scuole; italiani istituzioni fasciste

5 IL PROBLEMA ASSIMILAZIONE
Nel 1927 legge che bastano 3 anni per naturalizzazione; si combatte declino demografico Teorie eugenitiche che vengono da USA riprese da geografo George Mauco che classifica operai per loro valore su base etnica Dopo 1931 crisi mondiale, cresce xenofobia; si espellono stranieri (ormai quasi 3 milioni), gli si impedisce accessi a molti settori di lavoro; intere famiglie minatori polacchi messi su convogli e rimandati a casa Mito “quinta colonna”, avanza Fronte Popolare; antisemitismo, rifugiati spagnoli messi nei campi

6 VICHY Ebrei considerati di razza ebraica, si toglie cittadinanza a chi ha padre naturalizzato, la Francia ai Francesi, via i meticci A scoppio guerra gli immigrati combattono per la libertà; formate unità polacche e russe, gli altri mandati in Legione straniera, si arruolano tra i partigiani, spagnoli entrano a Parigi con De Gaulle Fine guerra i 3 gruppi maggiori: Italiani, Polacchi, Spagnoli. Gli italiani sono spesso naturalizzati e vogliono restare. Francia ha bisogno di manodopera, aumentano matrimoni misti

7 I TRENTA GLORIOSI Tra 1945/75 grande crescita economica. Nuova immigrazione. Europa sud domina fino ‘75 specie Spagnoli e Portoghesi ma arrivano Algerini, Marocchini, Tunisini; si passa dalla decolonizzazione alla emigrazione. Per vecchi migranti cessa xenofobia Alloggi presso le fabbriche per nuovi migranti, arruolati da industria, si creano baraccopoli, Algerini sono francesi e gli altri africani del nord hanno statuto speciale ma anche quelli da Mali e Mauritania; non c’è controllo flussi; L’ufficio per le migrazioni serve a regolarizzzare non a recrutare: sfruttamento

8 UNA NUOVA FIGURA L’IMMIGRATO le nordaf
Distanza fra francesi e immigrati aumenta, sia sociale che spaziale; francesi non più operai semplici, solo specializzati e quadri nelle fabbriche; immigrazione vista come provvisoria; immigrati stanno in baraccopoli, bidonvilles, francesi in HLM, nuovi quartieri a edilizia popolare. Non si considera immigrante parte della Francia ma uno di passaggio. Verso metà anni ‘60 ci si accorge del livello di sfruttamento degli stranieri. Lo stato inizia a occuparsene costruendo alloggi e iniziando politiche sociali. Il problema algerino col 1961 scoppia con tutta la violenza; non li si vuole negli alloggi HLM, si parla di razzismo coloniale, ci sono episodi razzisti che costano la vita a decine di algerini; ci forma la figura del Nordaf che rimpiazza quella dell’ebreo.

9 LA CRISI DEL ’74 E DOPO Crisi della metà degli anni ‘70, si cerca di rimpatriare gli immigrati, specie Algerini (sono francesi) con incentivi, fallimento. La disoccupazione nell’industria supera i 3 milioni nel ‘94. immigrati i più colpiti e nuova ondata xenofoba come negli anni ‘30. gli immigrati però arrivano come rifugiati (dall’Asia) e come ricongiungimenti. Gli specialisti parlano ora di integrazione e non più di assimilazione; si parla di modello francese alla integrazione che rimanda ai valori della Repubblica, quindi all’assimilazione, modello insufficiente per creare una vera integrazione sociale

10 L’Islam come riscoperta di una identita’
Successo del F.N. di Le Pen, demonizzazione del “maghrebino” e dell’islam, religione considerata incompatibile con i valori della Repubblica Crescono i sans papiers che non possono essere espulsi Problema 2° e 3° generazione. Con 1980 iniziano rivolte nelle periferie (prima Lione), per lo più fatte da beur, quindi problema del velo nonostante che inchieste dimostrino che giovani algerini assai meno praticanti ad es dei portoghesi Figli immigrati hanno tassi elevati di disoccupazione, abbandono scolastico, alto livello di criminalità specie stupri e droghe; sempre più forte segregazione spaziale e quindi anche delle scuole. Si creano le ZEP , zone d’educazione prioritaria

11 IL PROBLEMA ETNICO Si tende a considerare il problema come fatto etnico e non come rivolta sociale. Le rivolte interessano le ZUS zone urbane sensibili, sono tutti i giovani lì risedenti che risentono del processo di emarginazione socilae e spaziale La Francia ha difficoltà a riconoscere le differenze, tanto più se riguardano islamici (battaglia per la costruzione di moschee) ma anche antisemitismo in crescita tanto più per vicinanza spesso tra arabi ed ebrei (maggiore comunità europea) persino nello stesso arrondissment a Parigi Oggi si tende in Europa a riaprirsi all’immigrazione, privilegiando determinate categorie ed accettandola come qualcosa di inevitabili anche per via delle dinamiche demografiche


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