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Francesco D’Addio Danilo Ricci

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Presentazione sul tema: "Francesco D’Addio Danilo Ricci"— Transcript della presentazione:

1 Francesco D’Addio Danilo Ricci
Apache ServiceMix Francesco D’Addio Danilo Ricci

2 Obiettivo della tesina
Studiare e fornire una panoramica sugli Enterprise Service Bus In particolare studiare dettagliatamente ServiceMix Fornire esempi pratici sull’impiego di ServiceMix: come Web Service come ESB

3 Cos’è un Enterprise Service Bus
Può esser definito come un middleware in grado di integrare varie tecnologie, al fine di creare servizi ampiamente disponibili per il riuso.

4 Enterprise Service Bus
I servizi chiave forniti da un ESB includono: Protocolli di trasporto per i servizi Definizione e scoperta dei servizi deployati Gestione ed instradamento dei messaggi

5 Enterprise Service Bus (2)
ESB supporta: l’eterogeneità dei messaggi, intesa sia in termini di molteplicità di modelli (sincroni, asincroni, publish e subscribe), sia in termini di molteplicità di formati(SOAP, XML). molteplici protocolli di trasporto per l’instradamento (FTP, HTTP, JMS). scoperta dei servizi, memorizzando informazioni su di essi (schemi,WSDLs e politiche). una gestione centralizzata e un accesso distribuito ai servizi.

6 Enterprise Service Bus (3)
Si fa spesso riferimento ai requisiti minimi di un ESB, come sistema di consegna di messaggi. L’acronimo TRANS definisce un ESB come un’entità software in grado di: • Transforms: trasformare i messaggi da un formato ad un altro. • Routes: inoltrare i messaggi ai servizi registrati, garantendo quality-of-service. • Augments: arricchire il contenuto del messaggio con informazioni riguardanti il richiedente. • Notifies: notificare ai listeners registrati. • Secures: assicurare la consegna del messaggio.

7 Apache ServiceMix Rilasciato sotto licenza Apache, è un Enterprise Service Bus (Open Source) Combina le funzionalità di Service Oriented Architecture e Event Driven Architecture. La sua realizzazione si basa sulle semantiche e le APIs della specifica JBI (Java Business Integration) JSR-208.

8 Obiettivi Apache ServiceMix
Permettere a componenti e servizi di essere integrati in maniera indipendente. Garantire il disaccoppiamento dei servizi, agendo da mediatore tra essi. Consentire agli utenti la possibilità di plug and play. Fornire un ambiente di esecuzione per il deploy e l’attivazione dei servizi, associati a tools di progetto in grado di definirne le interazioni. Fornire un’infrastruttura software che permette l’impiego di architetture SOA (Service-Oriented Architecture).

9 Ambiente senza ServiceMix

10 Ambiente con ServiceMix

11 Java Business Integration
L’aspetto chiave delle architetture JBI è il disaccoppiamento dei servizi, cosicché, la business logic non risulta essere caricata dai dettagli dell’infrastruttura, richiesti per l’invocazione ed il consumo dei servizi. Ciò garantisce un’architettura flessibile ed estensibile. All’interno di JBI, sia i Binding Components che i Service Engine Components, possono assumere il ruolo di fornitori di servizi e/o consumatori di servizi.

12 Ambiente JBI

13 Componenti JBI: BC e SE JBI definisce il contatto fra un ESB ed i componenti che l'ESB gestisce. In JBI esistono due tipi di componenti: Binding Component (BC): sono essenzialmente adattatori di protocollo (consentono di agganciare il bus JBI a fonti di dati/servizi esterni come ad esempio database, web services, servizi CORBA ecc…) Service Engine (SE): sono componenti interni al bus che implementano una logica applicativa (consentono di applicare delle logiche applicative ai messaggi che fluiscono nel bus, ad esempio logiche di routing, logiche di trasformazione o logiche di processo)

14 Componente JBI: NMR Uno dei componenti chiave utilizzati nell’architettura JBI è il Normalized Message Router (NMR). Il NMR effettua il routing dei messaggi dai BC verso i SE nelle comunicazioni inbound e dai SE verso i BC nelle comunicazioni outbound. I servizi presentano delle interfacce, che costituiscono un insieme di operazioni; ciascuna operazione è composta da zero o più messaggi.

15 Normalized Message JBI utilizza un formato normalizzato per la rappresentazione dei messaggi all’interno dell’ambiente di sviluppo. Un messaggio normalizzato è costituito dalle seguenti parti: Proprietà del messaggio: costituiscono i dati extra associati al messaggio. Possono contenere informazioni sulla sicurezza, informazioni su specifici componenti, etc. Carico del messaggio: racchiuso in un documento XML. Allegati del messaggio

16 JBI: Service Invocations
La specifica JBI definisce la chiamata a servizio come istanza di un interazione tra un service consumer e un service provider. Quattro metodi di chiamate a servizio, chiamati Service Invocation, sono richiesti da qualsiasi implementazione JBI. Questi metodi sono definiti dal Message Exchange Pattern (MEP) e sono: In-Only: Il consumatore invia una richiesta al fornitore senza nessuna gestione dei fault Reliable In-Only: Il consumatore invia una richiesta al fornitore del servizio. Il provider può rispondere con un errore se non riesce a elaborare la richiesta. In-Out: Il consumatore invia una richiesta al fornitore, con aspettative di risposta. Provider può rispondere con un errore se non riesce a elaborare la richiesta. In Optional-Out: Il consumatore invia una richiesta al fornitore, che può tradursi in una risposta. Sia il consumatore che il fornitore hanno la possibilità di generare un errore in risposta a un messaggio ricevuto durante l'interazione.

17 Java Business Integration

18 Ambiente ServiceMix

19 ServiceMix Il progetto combina, efficacemente, le caratteristiche di SOA ed EDA per lo sviluppo ed il deploy di applicazioni aziendali integrate. In particolare, supporta l’architettura guidata dagli eventi, per gli eventi che si verificano sia all’interno, che all’esterno del bus. I servizi sono disaccoppiati e si mettono in ascolto, sul bus, delle richieste di servizio. Il bus è responsabile delle caratteristiche di Quality of Service (QoS), quali persistenza del messaggio, garanzia di consegna, gestione dei fallimenti, etc.

20 Funzionamento di ServiceMix
ServiceMix mette a disposizione 2 tipi di componenti: Le Service Unit (SU) Le Service Assembly (SA) Le SU si dividono (concettualmente) tra BC e SE. Sono i componenti che si interfacciano col NMR e le vere unità funzionali. ServiceMix mette a disposizione dei componenti standard per semplificare lo sviluppo delle applicazioni Le SA hanno il semplice ruolo di accorpare tutte le SU di un progetto per permettere il suo deploy

21 ServiceMix e WebService
ServiceMix può avere 2 diversi tipi di rapporto con i Web Service: I. Come semplice Gateway II. Come Web Service vero e proprio

22 I. ServiceMix come Gateway
Axis ServiceMix Http HTTP endPoint HTTP endPoint Http Client WEB Service SOAP Binding Normalized Message Router Servizio Firewall Firewall Internet Web Services Gateway Web Server Client

23 II. ServiceMix come WebService
Client BC SE HTTP-SOAP Normalized Message Router

24 II. ServiceMix come WebService(2)
Per utilizzare ServiceMix come Web Service basta farlo interfacciare con il mondo esterno attraverso un BC compatibile con il protocollo http-soap Quindi una volta che arriveranno dal mondo esterno delle invocazioni a servizio queste verranno prima normalizzate dal BC e poi attraverso l’ NMR saranno inviate al servizio appropriato. Il servizio sarà costituito da uno o più SE che processeranno la chiamata e la spediranno indietro sul NMR una volta finita la computazione.

25 II. ServiceMix come WebService(3)
Per l’interfacciamento http-soap ServiceMix mette a disposizione due tipi di BC: Servicemix-http e Servicemix-cxf-bc Come SE sono particolarmente adatti: Servicemix-jsr181 e Servicemix-cxf-se ma in realtà il servizio potrebbe essere implementato da ogni tipo di SE.

26 Scelte progettuali Abbiamo scelto di approfondire e fare un esempio pratico su come trasformare ServiceMix in un Web Service. Infatti utilizzare ServiceMix come semplice gateway non sfrutta a pieno tutte le potenzialità della piattaforma. I componenti di ServiceMix che utilizzeremo per il nostro esempio sono: Servicemix-cxf-bc Servicemix-cxf-se

27 ESEMPIO Ricerca Libri WebService

28 Specifica Il client invierà al Web Service una richiesta per scoprire quali operazioni possono essere effettuate Il Web Service offrirà al client la possibilità di effettuare le ricerche dei libri in due modalità, attraverso: L’ autore Il titolo Quindi il client sceglierà uno dei 2 metodi messi a sua disposizione e invierà la richiesta Infine il Web Service si connetterà al database (nel nostro caso un file .txt) e restituirà al client il risultato

29 Diagramma degli stati Richiesta operazioni Cerca autore Richiesta
Risposta S0 S2 Cerca titolo

30 Creazione del Maven Project
ServiceMix mette a disposizione diversi Maven archetypes per aiutare a creare il progetto in modo più rapido Ci sarà una cartella del progetto che conterrà tutte le sottocartelle per ogni SU – SA Questo comando genererà la cartella project-root chiamata “wsdl-cxf-service” contenente il pom.xml del progetto mvn archetype:create -DarchetypeGroupId=org.apache.servicemix.tooling -DarchetypeArtifactId=servicemix-project-root -DgroupId=progetto.tesina -DartifactId=wsdl-cxf-service Il tipo di archetype Il package del progetto Il nome del componente

31 Creazione del CXF-BC Noi ora utilizzeremo l’archetipo servicemix-cxf-bc-service-unit per creare la SU servicemix-cxf-bc del progetto, con il seguente comando: mvn archetype:create -DarchetypeGroupId=org.apache.servicemix.tooling -DarchetypeArtifactId=servicemix-cxf-bc-service-unit -DgroupId=progetto.tesina -DartifactId=cxf-bc-su

32 Creazione del CXF-BC (2)
COSA E’ STATO CREATO??? Prima di tutto è stata creata la directory cxf-bc-su contenente: Un file pom.xml file per la compilazione dell’ SU del progetto Una directory src/main/resources con all’ interno: un file xbean.xml per la configurazione della SU un file service.wsdl per la descrizione del nostro servizio Inoltre Maven nel file pom.xml nella cartella principale del progetto ha aggiunto il modulo: <module>cxf-bc-su</module>

33 Configurazione CXF-BC
I file generati automaticamente dovranno essere modificati per ottenere l’implementazione desiderata. Per brevità mostriamo direttamente i file modificati: File pom.xml File Service.Wsdl File xbean.xml Di seguito discuteremo delle parti più significative di ognuno.

34 service.wsdl Definizione del servizio e dell’indirizzo su cui
<wsdl:service name="LibriService"> <wsdl:port binding="tns:LibriSOAPBinding" name="soap"> <soap:address location=" /> </wsdl:port> </wsdl:service> <wsdl:binding name="LibriSOAPBinding" type="tns:Libri"> <soap:binding style="document" transport=" /> <wsdl:operation name="CercaAutore"> <wsdl:input> <soap:body use="literal" /> </wsdl:input> <wsdl:output> <soap:body use="literal" /> </wsdl:output> <wsdl:fault name="UnknownWord"> <soap:fault use="literal" name="UnknownWord" /> </wsdl:fault> </wsdl:operation> </wsdl:binding> Definizione del servizio e dell’indirizzo su cui è in attesa Definizione di input, output e fault in CercaAutore

35 service.wsdl (2) Definizione dell’operazione CercaAutore Definizione
<wsdl:portType name="Libri"> <wsdl:operation name="CercaAutore"> <wsdl:input message="tns:CercaAutoreRequest"/> <wsdl:output message="tns:CercaAutoreResponse"/> <wsdl:fault name="UnknownWord“ message="tns:UnknownWordFault"/> </wsdl:operation> <wsdl:message name="CercaAutoreRequest"> <wsdl:part name="payload" element="typens:CercaAutore"/> </wsdl:message> <wsdl:message name="CercaAutoreResponse"> <wsdl:part name="payload" element="typens:CercaAutoreResponse"/> <wsdl:message name="UnknownWordFault"> <wsdl:part name="payload" element="typens:UnknownWordFault"/> Definizione dei messaggi

36 service.wsdl (3) Definizione di tipi complessi
... <xsd:element name="CercaAutore"> <xsd:complexType> <xsd:sequence> <xsd:element name="name" type="xsd:string"/> </xsd:sequence> </xsd:complexType> </xsd:element> <xsd:element name="CercaAutoreResponse"> <xsd:sequence> <xsd:element name="name" type="xsd:string"/> </xsd:sequence> <xsd:element name="UnknownWordFault"> <xsd:sequence> <xsd:element name="word" type="xsd:string"/> </xsd:sequence> Definizione di tipi complessi utilizzati nell’operazione CercaAutore

37 xbean.xml <beans xmlns:cxfbc=" xmlns:libri=" <cxfbc:consumer wsdl="classpath:service.wsdl" targetService="libri:LibriService" targetInterface="libri:Libri"/> </beans> Riferimento al servizio Riferimento all’interfaccia implementata Riferimento al wsdl del servizio

38 Creazione del CXF-SE Ora invece per creare la SU servicemix-cxf-se useremo l’archetipo servicemix-cxf-se-service-unit, con il seguente comando: mvn archetype:create -DarchetypeGroupId=org.apache.servicemix.tooling -DarchetypeArtifactId=servicemix-cxf-se-service-unit -DgroupId=progetto.tesina -DartifactId=cxf-se-su

39 Creazione del CXF-SE (2)
COSA E’ STATO CREATO??? Prima di tutto è stata creata la directory cxf-se-su contenente: Un file pom.xml file per la compilazione dell’ SU del progetto Una directory src/main/resources con un file xbean.xml per la configurazione della SU Una directory src/main/java contenente il file .java /progetto/tesina/ExampleService.java per l’implementazione del nostro servizio Inoltre Maven nel file pom.xml nella cartella principale del progetto ha aggiunto il modulo: <module>cxf-se-su</module>

40 Configurazione CXF-SE
Nel pom.xml aggiungiamo il plugin “org.apache.cxf”: <plugin> <groupId>org.apache.cxf</groupId> <artifactId>cxf-codegen-plugin</artifactId> <version>${cxf-version}</version> <executions> <execution> <phase>generate-sources</phase> <configuration> <sourceRoot>${basedir}/target/jaxws</sourceRoot> <wsdlOptions> <wsdlOption> <wsdl>${basedir}/src/main/resources/service.wsdl</wsdl> <extraargs> <extraarg>-verbose</extraarg> </extraargs> </wsdlOption> </wsdlOptions> </configuration> <goals> <goal>wsdl2java</goal> </goals> </execution> </executions> </plugin> Indica dove si trova la wsdl Il comando da utilizzare per la trasformazione

41 Configurazione CXF-SE(2)
Il precedente plugin serve a generare in automatico i java classes dal file WSDL. Quindi il prossimo passo è copiare il file WSDL, che abbiamo modificato nel cxf-bc-su, nel cxf-se-su in modo da poter generare i java classes da questo. Copiamo quindi il file service.wsdl: Dalla directory cxf-bc-su/src/main/resources Alla directory cxf-se-su/src/main/resources

42 Configurazione CXF-SE(3)
Ora dobbiamo configurare questa SU per farle realmente implementare il WebService. Nel file xbean.xml che è stato generato automaticamente bisogna settare un collegamento con la classe java che svolgerà il servizio: <cxfse:endpoint> <cxfse:pojo> <bean class="progetto.tesina.LibriImpl" /> </cxfse:pojo> </cxfse:endpoint> Definisce il percorso in cui si trova il file java che implementa il servizio

43 LibriImpl.java Il file LibriImpl.java dovrà realizzare il servizio; in particolare dovrà: Far parte del package del servizio: package progetto.tesina; Importare i tipi definiti nella wsdl: import progetto.tesina.types.CercaAutore; import progetto.tesina.types.CercaAutoreResponse; import progetto.tesina.types.CercaTitolo; import progetto.tesina.types.CercaTitoloResponse; import progetto.tesina.types.RichiestaOperazioni; import progetto.tesina.types.RichiestaOperazioniResponse; Fare riferimento al servizio di apparteneza e implementare l’interfaccia definita nella wsdl: @WebService(serviceName = "LibriService", targetNamespace = " endpointInterface = "progetto.tesina.Libri") public class LibriImpl implements Libri { Definire le 3 operazioni: public void cercaAutore(Holder<String> name) throws UnknownWordFault public void cercaTitolo(Holder<String> name) throws UnknownWordFault public void richiestaOperazioni(Holder<String> name) throws UnknownWordFault

44 Creazione del Service Assembly (SA)
Ora creiamo la SA con il seguente comando: mvn archetype:create -DarchetypeGroupId=org.apache.servicemix.tooling -DarchetypeArtifactId=servicemix-service-assembly -DgroupId=progetto.tesina -DartifactId=cxf-sa Cosa è stato Creato? E stata creata la cartella cxf-sa con al suo interno un file pom.xml Inoltre Maven nel file pom.xml nella cartella principale del progetto ha aggiunto il modulo: <module>cxf-sa</module>

45 Configurazione CXF-SA
Ora dobbiamo aggiungere le Service Units che abbiamo creato al Service Assembly Maven farà questo automaticamente dopo che avremo aggiunto le corrette dipendenze nel file pom.xml della SA. Useremo il groupId, l’ artifactId e la version che troviamo nel pom.xml della SA <dependencies> <dependency> <groupId>progetto.tesina</groupId> <artifactId>cxf-se-su</artifactId> <version>1.0-SNAPSHOT</version> </dependency> <artifactId>cxf-bc-su</artifactId> </dependencies> I riferimenti alle 2 SU che fanno parte del progetto

46 Compilazione e deploy Finalmente dopo aver creato e configurato le nostre SU e aver creato la SA e aggiunto a questa le dipendenze con le SU, siamo pronti per la compilazione del progetto. Per compilare il nostro progetto basta eseguire il comando: mvn install Questo comando creerà nella directory della SA un file jar che servira’ per mettere in deploy l’applicazione

47 ESEMPIO Ricerca Libri JMS-ESB

48 Presentazione In questo esempio implementeremo la ricerca libri gestendo le richieste tramite JMS. L’obiettivo sarà mettere in evidenza il ruolo dell’NMR nella comunicazione tra i vari componenti dell’applicazione.

49 Architettura del progetto
ServiceMix Client BC myJmsSu SE myStaticRoutinSlip SE myS1Pojo SE myS2Pojo JMS Normalized Message Router

50 Componenti Una JMS Service Unit (SU) che si comporta come un Binding Component (BC), mettendosi in attesa di un messaggio su una coda. Inoltre si occupa della traduzione necessaria per spedire il messaggio nel Normalize Message Router(NMR); per far questo useremo il componente servicemix-jms. Una Static Routing Slip SU che controlla il flusso dei nostri messaggi nel NMR; per fare questo useremo il Service Engine(SE) servicemix-eip. Una SU per ciascuno dei nostri due servizi S1 e S2. Per questi servizi noi useremo una semplice implementazione POJO. S1 è il servizio vero e proprio; infatti fornirà i metodi cercaAutore cercaTitolo e richiestaOperazioni. S2 è un servizio banale che aggiungerà solo un tag all’output del servizio S1. Abbiamo deciso di creare questo servizio per mostrare come funziona il routing dei messaggi attraverso l’ NMR. Infine ci sarà una Service Assembly (SA) che metterà insieme tutte queste SU in una sola unità che andrà in deploy.

51 Scambio di messaggi Client myJmsSu myStaticRoutingSlip myS1Pojo
Un client manda un messaggio su una coda JMS e aspetta la risposta su una coda JMS temporanea. Il messaggio viene smistato al Service1 (S1) che svolge alcune operazioni. L’output di S1 viene inviato al Service2 (S2) che a sua volta esegue altre operazioni. Infine l’output di S2 viene restituito al sistema esterno tramite la coda temporanea. Client myJmsSu myStaticRoutingSlip myS1Pojo myS2Pojo

52 Creazione del Progetto
ServiceMix è fornito con alcune Maven archetypes che costruiscono automaticamente la struttura dei componenti di cui si ha bisogno nei vari progetti. Creiamo una directory che conterrà il progetto: per comodità la chiameremo “Project_Home”. Abbiamo bisogno di creare la nostra JMS SU usando l’archetype di Maven che fornisce il BC JMS servicemix-jms: Project_Home> smx-arch su jms-consumer "-DgroupId=progetto.tesina2" "-DartifactId=myJmsSu" Ora creiamo la nostra Static Routing Slip SU; per fare questo usiamo l’archetype di Maven che fornisce il SE servicemix-eip: Project_Home> smx-arch su eip "-DgroupId=progetto.tesina2" "-DartifactId=myStaticRoutingSlip" Il tipo di archetype di Maven Il package del progetto Il nome del componente

53 Creazione del Progetto (2)
Ora creiamo una SU per ciascun servizio POJO usando l’archetype di Maven per il SE servicemix-bean: Project_Home> smx-arch su bean "-DgroupId=progetto.tesina2" "-DartifactId=myS1Pojo" Project_Home> smx-arch su bean "-DgroupId=progetto.tesina2" "-DartifactId=myS2Pojo" Ora dobbiamo inglobare tutte queste SU in una SA che potrà essere messa in deploy. Per creare la SA usiamo il comando: Project_Home> smx-arch sa "-DgroupId=progetto.tesina2" "-DartifactId=mySa"

54 Creazione del Progetto (3)
Dopo l’esecuzione dei precedenti comandi vengono create delle cartelle che raggruppano tutti i file di ogni SU/SA. Per configurare il comportamento dei nostri componenti JBI affinché svolgano le loro funzionalità effettive occorrerà modificare il file xbean.xml che si trova nella directory /src/main/resources di ogni nostra SU. Il file pom.xml serve per la compilazione dell’ SU del progetto Per fare il deploy occorrerà impacchettare tutte le SU dentro la SA. Per fare questo occorre modificare il file pom.xml che si trova nella directory principale della SA.

55 MyJMSQueueTest Questo è il punto di accesso e di uscita del nostro progetto. Vengono ricevuti dei messaggi e, eventualmente, rispediti indietro. Implementeremo il JMS request/response tramite code temporanee. Il servizio MyJMSQueueTest è inglobato in un BC SU (MyJmsSu). Il file xbean.xml generato automaticamente (nella directory myJmsSu/src/main/resource) va modificato così: xbean.xml

56 dei messaggi utilizzata
MyJMSQueueTest (2) Riportiamo il codice del file xbean.xml dopo la modifica: <?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?> <beans xmlns:jms=" xmlns:test=" xmlns:amq=" <jms:endpoint service="test:MyJmsQueueTest" endpoint="jmsQueue" targetService="test:MyStaticRoutingSlipService" targetEndpoint="myStaticRoutingSlipSu" role="consumer" destinationStyle="queue" jmsProviderDestinationName="myJmsQueueTest" defaultMep=" connectionFactory="#connectionFactory"></jms:endpoint> <amq:connectionFactory id="connectionFactory" brokerURL="tcp://localhost:61616" /> </beans> Indica il componente a cui va passato l’output La politica di scambio dei messaggi utilizzata

57 MyStaticRoutingSlipService
La situazione che abbiamo è di un client che mette un messaggio in una coda e la BC SU MyJmsQueueTest lo estrae e lo smista verso la prima SE SU, ovvero MyStaticRoutingSlipService Questo servizio si occupa di smistare il messaggio al primo servizio, aspettare la risposta e quindi girarla ai servizi successivi. La sua configurazione viene definita in: myStaticRoutingSlip/src/main/resources/xbean.xml Riportiamo il codice da sostituire nel file xbean.xml: <?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?> <beans xmlns:eip=" xmlns:test=" <eip:static-routing-slip service="test:MyStaticRoutingSlipService" endpoint="myStaticRoutingSlipSu"> <eip:targets> <eip:exchange-target service="test:MyS1PojoService" endpoint="myS1PojoSu"/> <eip:exchange-target service="test:MyS2PojoService" endpoint="myS2PojoSu"/> </eip:targets> </eip:static-routing-slip> </beans> Indica l’ordine in cui vanno chiamati le varie SU residenti sull’NMR

58 MySnPojoService Ora bisogna definire una SE SU per ciascun servizio a cui verranno smistati i messaggi. MyS1Pojo svolgerà effettivamente il servizio, mentre MyS2Pojo aggiungerà solo un tag per testimoniare di aver processato il messaggio. Per configurare i servizi va modificato il file mySnPojo/src/main/resources/xbean.xml, in questo modo (la n dovrà essere sostituita, per ogni servizio, con il rispettivo numero “1” o “2”): <?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?> <beans xmlns:bean=" xmlns:test=" <bean:endpoint service="test:MySnPojoService" endpoint="mySnPojoSu" bean="#myBean"/> <bean id="myBean" class="progetto.tesina2.MyBean"/> </beans> Fa riferimento alla posizione in cui si trova il file con l’implementazione

59 Metodo onMessageExchange
Svolge il servizio restituendo l’output, che verrà inserito nel messaggio normalizzato. public void onMessageExchange(MessageExchange exchange) throws MessagingException { if (exchange.getStatus() == ExchangeStatus.ACTIVE) { InOut inOut = (InOut)exchange; NormalizedMessage normalizedMessage =inOut.getInMessage(); String outMessage =processa(normalizedMessage); normalizedMessage.setContent(new StringSource(outMessage)); MessageUtil.transferInToOut(inOut, inOut); channel.send(inOut); } I nostri POJO verranno chiamati due volte: La prima quando viene invocato il servizio (con lo stato ACTIVE) La seconda al termine di tutta la computazione (con lo stato DONE) Noi vogliamo modificare il messaggio solo quando lo stato è ACTIVE. Trasforma il messaggio in un messaggio in uscita e infine lo spedisce indietro

60 Build e deploy Il file pom.xml della SA va modificato aggiungendo le dipendenze a tutte le SU del progetto. Ora siamo pronti per il build delle nostre SU Da linea di comando entrare nella directory principale di ogni SU (myJmsSu, myStaticRoutingSlip, myS1Pojo, myS2Pojo) ed eseguire il comando: mvn install Infine possiamo fare il build della nostra SA accedendo nella direcotory principale della SA ed eseguendo il comando: mvn install Quest’ultimo comando genererà il file jar che servirà per il deploy del progetto

61 Conclusioni Nonostante un alto costo iniziale dovuto alla scarsa documentazione e alla sua complessità, una volta acquisita dimestichezza offre un grande supporto per lo sviluppo di applicazioni. Abbiamo visto che ServiceMix è una tecnologia particolarmente versatile, può essere utilizzata semplicemente come ESB sia per simulare altre teconologie (nel nostro caso abbiamo approfondito l’utilizzo come Web Service)


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