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Studi di Minimum Bias e Underlying Event ad LHC

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Presentazione sul tema: "Studi di Minimum Bias e Underlying Event ad LHC"— Transcript della presentazione:

1 Studi di Minimum Bias e Underlying Event ad LHC
F.Ambroglini, P.Bartalini, L.Fanò (members of the group)

2 Filippo Ambroglini - IFAE
Sommario Perché effettuare studi di MB e UE Introduzione alla terminologia Osservabili e strategie di Misura per UE a LHC Filippo Ambroglini - IFAE

3 Motivazioni allo studio del Minimum Bias e dell’Underlying Event
Studio della “soft” QCD I Modelli forniscono una connessione profonda ad aspetti fondamentali delle collisioni adrone- adrone Struttura degli adroni, Fattorizzazione delle interazioni Tuning dei Modelli Monte Carlo Comprensione del rivelatore Occupanze, Backgrounds etc. Calibrazione di tools di primaria importanza Jet Energy, Missing Energy, Jet Vetoes, Vertex Reconstruction, Photon/Lepton Isolation Filippo Ambroglini - IFAE

4 Filippo Ambroglini - IFAE
Minimum Bias (MB) Generica interazione particella-particella. Elastici + Inelastici (inclusi Diffractivi). ~ 100 LHC.  Soft. Low PT, low Multiplicity. Che cosa si osserverebbe con un detector/trigger completamente inclusivo. All’LHC, molte interazioni MB possono aver luogo in un singolo beam crossing. <Nint> = Linst * s.  MB può anche essere registrato se sono prodotte altre interazioni in grado di attivare il trigger.  Pile-up effect. I rivelatori di tracciatura possono essere utilizzati per distinguere tracce associate a diversi vertici primari. Situazione più complessa a livello dei calorimetri: è necessario impiegare metodologie di energy flow. Filippo Ambroglini - IFAE

5 Filippo Ambroglini - IFAE
Underlying Event (UE) Tutta l’attività di una singola interazione particella-particella oltre al processo “interessante”. Initial State Radiation (ISR). Final State Radiation (FSR). Spectators. MPI interazioni partoniche multiple [T. Sjöstrand et al. PRD 36 (1987) 2019] UE è correlato al relativo processo “interessante”. Condivide il vertice di interazione. L’attività dell’underlying event cresce con la scala di energia del evento associato Pedestal effect. Non è sempre qualcosa di “fastidioso” ! Ex. Ricostruzione del vertice in Hgg. UE ≠ MB ma alcuni aspetti e concetti sono simili Studio di Multiplicità & PT delle tracce cariche. Filippo Ambroglini - IFAE

6 Strategie per la misura del UE ad LHC
Jet carichi: La topologia dell’interazione p-p viene desunta dall’informazione sulle tracce cariche, ricostruendo i jet con ICA (input  particelle cariche senza massa) Il jet carico più energetico definisce una direzione nel piano f La regione trasversa è particolarmente sensibile al UE Osservabili prinicipali: dN/dhdf, densità di carica d(PTsum)/dhdf, densità di energia Produzione D-Y di coppie di muoni: Le osservabili sono le stesse di quelle definite per i jet carichi solo si vanno a valutare in tutto il piano f (dopo aver rimosso la coppia di m tutto il resto è UE) Filippo Ambroglini - IFAE

7 Studi a livello generatore (Jet carichi)
dN/dhdf La crescita per PT>50 GeV/c è dovuta alle radiazioni dei gluoni (ISR+FSR) dPTsum/dhdf PT>0.9 |h|<1 Filippo Ambroglini - IFAE

8 Studi a livello generatore (D-Y)
dN/dhdf dPTsum/dhdf PT>0.5 |h|<1 PT>0.9 |h|<1 PY-Atlas Tune  ottimizzato per MB ha una distribuzione di PT più soffice che il PY-DW (fatto a CDF) ottimizzato per UE HERWIG è un utile modello senza MPI Filippo Ambroglini - IFAE

9 Filippo Ambroglini - IFAE
Trigger per UE in Jets Attualmente non si ha un trigger specifico per il MB. Trigger dedicato: trigger sui p0, trigger sulle torri calorimetriche, jet soffice, forward trigger… Utilizzando altre stream: In questo modo tutte le altre interazioni di PU diventano eventi di segnale unbiased Durante il pilot run (pp/X-bunch <1) sarà comunque indispensabile avere un trigger dedicato Per questi studi sono state utilizzate le seguenti soglie di trigger, richiedendo almeno 1 jet calorimetrico con PT>20 GeV/c (MB trigger) PT>60 GeV/c PT>120 GeV/c Filippo Ambroglini - IFAE

10 Filippo Ambroglini - IFAE
Studi a livello di dati ricostruiti (Jet carichi) - Distibuzioni di densità dNch/dhdf VS Df dPTsum/dhdf VS Df toward away transverse toward away transverse MB JET60 JET120 PT>0.9 |h|<1 Filippo Ambroglini - IFAE

11 Studi a livello di dati ricostruiti (Jet carichi) - regione trasversa
<Nch>/DhDf <PTsum>/DhDf PT>0.9 |h|<1 MC MB JET60 JET120 PT jet1 GeV/c PT jet1 GeV/c Gli eventi sono stati pesati con le sezioni d’urto: le barre di errore sono dominate dall’incertezza statistica Luminosità è arbitraria ma scalata correttamente per ogni trigger Buono l’accordo delle distribuzioni fra MC e RECO Le differenze sono compatibili con le correzioni aspettate per i jet carichi e l’efficienza e fake delle tracce. Filippo Ambroglini - IFAE

12 Studi a livello di dati ricostruiti (Jet carichi) - regione trasversa
Rapporto PT>0.9/PT>05 |h|<1 <PTsum>/DhDf MC MB JET60 JET120 PT jet1 GeV/c Le differenze fra MC e RECO vengono assorbite nel rapporto e non si devono più applicare correzioni Filippo Ambroglini - IFAE

13 Studi a livello di dati ricostruiti (D-Y) Regione trasversa
MC REC MC REC <Nch>/DhDf <PTsum>/DhDf M(m,m) GeV/c M(m,m) GeV/c Si ha poca statistica per eventi con Z off-shell: le barre di errore sono dominate dall’incertezza statistica Luminosità è arbitraria ma scalata correttamente Buono l’accordo delle distribuzioni fra MC e RECO Le differenze sono compatibili con le correzioni aspettate per i jet carichi e l’efficienza e fake delle tracce. Filippo Ambroglini - IFAE

14 Filippo Ambroglini - IFAE
Conclusioni Quando LHC verrà acceso e avremo i primi dati “usabili” saremo in grado con gli attuali strumenti di effettuare misuare di UE sia utilizzando i jet carichi e per la prima volta in un collider adronico (CDF permettendo) utilizzando eventi D-Y Filippo Ambroglini - IFAE

15 Backup slides

16 Multiple Parton Interactions (MPI)
ISR, FSR, SPECTATORS… Non sufficienti per dare conto delle alte molteplicità osservate ai collider adronici The Pythia solution: [T. Sjöstrand et al. PRD 36 (1987) 2019] Multiple Parton Interactions Multiple high PT interactions osservate da AFS, UA2, CDF!!! Modello con parametro d’impatto variabile tra gli adroni; la materia adronica può essere descritta da Gaussiane Interazioni partoniche multiple in una singola collisione adronica Parametro principale: PT cut-off d Impact Parameter Regolarizzazione delle sezioni d’urto per PT 0 Può essere interpretato come l’inverso di una lunghezza di screening Controlla il numero di interazioni partoniche e conseguentemente le molteplicità Introduce correlazioni IP nelle Multiple Parton Interactions! < Nint > = sparton-parton /sproton-proton Pedestal Effect Filippo Ambroglini - IFAE

17 Tuning MC ed estrapolazioni ad LHC
LHCb (Pythia6.134) [P. Bartalini et al., CERN ] MPI con parametro d'impatto variabile e con cut-off running hanno successo nel riprodurre lo spettro di molteplicita‘ MB CDF (Pythia6.206) [R. Field et al., PRD 65 (2003) ] L'attivita' nella regione trasversa e' descritta da pythia “Tune A” altri modelli non hanno la stessa precisione La sensibilita' all'attivita' underlying aumenta selezionando topologie di stato finale particolari: jets ATLAS (Pythia6.214) [A.M.Moraes et al., hep- ph/ ] Ha il miglior accordo “globale” con i dati (sia MB che UE) Il tuning di CDF funziona bene per descrivere l'UE al Tevatron ma l'accordo sul MB a bassa energia non e' buonissimo Filippo Ambroglini - IFAE

18 Studi a livello di dati ricostruiti (D-Y)
(MmmRec – MmmMC)/MmmMC (MmmRec – MmmMC)/MmmMC VS MmmMC PT>0.9 |h|<1 M(m,m) Gev/c Lo spostamento sistematico della massa è da attribuirsi alla simulazione. Filippo Ambroglini - IFAE

19 Filippo Ambroglini - IFAE
Studi a livello di dati ricostruiti (D-Y) Regione trasversa (isolamento) <Nch>/DhDf <PTsum>/DhDf MC MC Reco Reco M(m,m) GeV/c M(m,m) GeV/c Criteri di isolamento per i muoni: Nessuna traccia con PT > 0.9 GeV/c in un cono di raggio 0.3 nel piano h-f lungo la direzione del m Efficienza del 76.9% su eventi D-Y nessun evento di QCD (22) supera il taglio di isolamento L’attuale statistica che abbiamo a disposizione non ci consente di effettuare predizioni ragionevoli al di sopra dei 100 GeV/c Filippo Ambroglini - IFAE


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