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DIRITTI RIPRODUTTIVI E NUOVE TECNOLOGIE Dott.ssa Angela Balzano.

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Presentazione sul tema: "DIRITTI RIPRODUTTIVI E NUOVE TECNOLOGIE Dott.ssa Angela Balzano."— Transcript della presentazione:

1 DIRITTI RIPRODUTTIVI E NUOVE TECNOLOGIE Dott.ssa Angela Balzano

2 DEFINIZIONI E STORIA Diritti riproduttivi  Salute sessuale  Libertà procreativa Non si equivalgono, senza i primi due non vi è libertà procreativa. Perché vi possa essere il suo pieno esercizio, è fondamentale l’armonia tra gli sviluppi della Giurisprudenza e della Medicina.

3 DEFINIZIONI E STORIA Fisiopatologia della riproduzione: prevenzione, informazione, diagnosi e cura delle patologie riproduttive Medicina riproduttiva: branca della medicina legata agli sviluppi delle bio- tecnologie  non si limita a curare, è strumento di autodeterminazione: contraccezione, interruzione di gravidanza e fecondazione assistita.

4 DEFINIZIONI E STORIA La storia dei diritti riproduttivi è recente, legata in particolare alle spinte del movimento sullo sviluppo della popolazione mondiale e del movimento per i diritti delle donne. Un dibattito è in corso per stabilire se la Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo del 1948 possa ritenersi fondamento dei diritti riproduttivi, o se essi non siano piuttosto nati alla fine degli anni Sessanta, con la Conferenza Internazionale sui Diritti Umani, tenutasi a Teheran nel 1968.

5 Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo, 1948, art. 16: Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.

6 Conferenza Internazionale sui Diritti Umani, Teheran, 1968, risoluzione XXIII, art. 16 «I genitori hanno il diritto fondamentale di determinare liberamente e in maniera responsabile il numero dei figli e l’intervallo tra le nascite» (Nazioni Unite, Final Act of the International Conference on Human Rights, Teheran, 22 April to 13 May 1968, art 16). Il Proclama di Teheran costituiva il risultato della preoccupazione che una crescita incontrollata della popolazione in alcune aree del mondo, restie alla diffusione dei contraccettivi entro i loro confini, potesse compromettere la possibilità di ottenere adeguati standard di vita.

7 CEDAW/ Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna / adottata dall’ONU nel 1979 Articolo 12 Gli Stati Membri adottano tutte le misure adeguate per eliminare la discriminazione nei confronti delle donne nel campo delle cure sanitarie al fine di assicurare, su di una base di parità tra uomini e donne, l'accesso ai servizi sanitari, compresi quelli relativi alla pianificazione familiare.

8 Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo, Cairo 1994 Alla conferenza, promossa dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA), 179 paesi hanno affermato che: sviluppo e popolazione sono strettamente collegati istruzione e salute, ivi compresa la salute riproduttiva, sono strumenti fondamentali per il miglioramento delle condizioni di vita individuali e per uno sviluppo equo e sostenibile è necessario promuovere la parità tra donne e uomini ed eliminare la violenza contro le donne Le donne devono avere il diritto al controllo del proprio corpo, a partire dalla scelta di se e quando avere figli

9 Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo, Cairo 1994, Capitolo VII: Diritti riproduttivi e Salute riproduttiva La salute riproduttiva è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale relativo al sistema riproduttivo. Essa implica che le persone hanno la capacità di riprodursi e la libertà di decidere se, quando e quanto spesso farlo. I Diritti riproduttivi si basano sul riconoscimento del diritto fondamentale di coppie e individui di decidere liberamente e responsabilmente il numero e i tempi e delle gravidanze, di avere le informazioni e mezzi per farlo, e il diritto di raggiungere i più alti standard di salute sessuale e riproduttiva.

10 Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo, Cairo 1994, Capitolo VII: Diritti riproduttivi e Salute riproduttiva Tutti i paesi sono chiamati a rendere la salute riproduttiva accessibile attraverso il sistema sanitario di base a tutti gli individui in età appropriata, il più presto possibile e comunque non oltre il 2015. I paesi sono chiamati a offrire ai singoli e alle coppie, con particolare attenzione alle donne: pianificazione familiare, consulenza, informazione, educazione, comunicazione e servizi; servizi per la cura prenatale, assistenza post-natale, in particolare all'allattamento al seno; prevenzione e terapie della sterilità; interruzione volontaria di gravidanza; trattamento delle infezioni del tratto riproduttivo, malattie sessualmente trasmissibili (MST), contraccezione.

11 Quarta Conferenza Mondiale sulle Donne, Pechino, 1995 Riconosciuto il diritto della donna al controllo della salute, del corpo, della sessualità e della procreazione. Il paragrafo 96 del Programma di Azione ribadisce: I diritti umani delle donne includono il diritto ad avere il controllo e a decidere liberamente e responsabilmente circa la propria sessualità, inclusa la salute sessuale e riproduttiva, senza coercizione, discriminazione e violenza.

12 Quarta Conferenza Mondiale sulle Donne, Pechino, 1995 Le donne sono soggette a rischi particolari per ciò che concerne la salute a causa della inadeguata ricettività e scarsità di servizi per soddisfare le esigenze relative alla sessualità e alla riproduzione. Complicazioni derivanti da gravidanze e parti sono tra le cause di mortalità e morbilità più diffuse tra le donne in età riproduttiva in molti Paesi in via di sviluppo. Gli aborti in condizioni di insicurezza minacciano la vita di un grande numero di donne e rappresentano un pericolo per la salute pubblica poiché sono soprattutto le donne più povere e più giovani che si trovano a maggiore rischio.

13 Comitato sui diritti Economici, Sociali e Culturali, UE, 2000, par. 21 Il diritto alla salute include: il diritto al controllo del proprio corpo, compresa la libertà sessuale e riproduttiva il diritto ad essere libero/a da interferenze,, la rimozione di tutti gli ostacoli che non permettono l’accesso ai servizi sanitari, all’educazione e all’informazione, inclusa la sfera della salute sessuale e riproduttiva.

14 Salute riproduttiva – OMS, 1994 La salute riproduttiva riguarda i processi, le funzioni e il sistema riproduttivo in tutte le fasi delle vita. Implica che le persone siano in grado di condurre una vita sessuale responsabile, soddisfacente e sicura, abbiano la capacità di riprodursi e la libertà di decidere se, quando e quanto spesso farlo. In tale concetto è implicito il diritto degli uomini e delle donne di essere informati e di avere accesso, sulla base di una scelta personale, a metodi sicuri, efficaci e accessibili di regolazione della fertilità, e il diritto di accedere a servizi sanitari adeguati che permettano alle donne di vivere la gravidanza e il parto in modo sicuro e diano alle coppie le migliori possibilità di avere un neonato sano.

15 Salute sessuale – OMS, 1994 La salute sessuale è uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale relativo alla sessualità; non consiste nella semplice assenza di malattie, disfunzioni o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali come pure la possibilità di fare esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizione, discriminazione e violenza. Per raggiungere e mantenere la salute sessuale, i diritti sessuali di ogni persona devono essere rispettati, protetti e soddisfatti.

16 LIBERTÀ PROCREATIVA Cambia il punto di vista: non Organi Legislativi e consultivi, ma persone: La libertà procreativa è per tutte/i noi la possibilità di scegliere di avere figli o di non averne; la possibilità di scegliere quando; di sceglierne il numero; La libertà procreativa è una libertà negativa. Ciò significa che gli individui possono compiere una scelta senza che vi siano interferenze da parte di terzi o da parte dello Stato. Tuttavia essa non può essere esercitata in assenza di normative incentrate sui diritti della persona.

17 LIBERTÀ PROCREATIVA In presenza di adeguati Diritti Riproduttivi Salute Sessuale e Libertà Procreativa possono coincidere, ciò implica che le persone possono godere di libertà: -positiva (maternità con o senza nuove tecnologie della fecondazione assistita) -negativa (contraccezione, interruzione di gravidanza)

18 La realtà dei diritti riproduttivi nel mondo Il tasso di mortalità materna in gravidanza è più alto nei paesi in via di sviluppo, dove muoiono circa 430.000 donne all’anno per complicazioni durante la gravidanza. Sempre nei paesi più poveri muoiono 70.000 donne all’anno per aborto clandestino. Qui si verificano oltre il 96% di aborti annuali considerati a rischio su 19 milioni.

19 La realtà dei diritti riproduttivi nel mondo L’IVG in Europa: in molti casi, come in Italia, l’aborto può essere richiesto fino alla 12 settimana; fino alla 18 in Svezia; fino alla 22 in molti paesi Caucasici per ragioni sociali o mediche; fino a 24 nei Paesi Bassi e in UK per motivi sociali, economici o medici; Le legislazioni più restrittive sono Cipro, Lussemburgo, Polonia, Portogallo e Spagna; solo Irlanda e Malta lo vietano ancora. In Italia c’è comunque il problema dell’obiezione di coscienza.

20 Legge 22 maggio 194/1978 Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza. Art. 4 IVG entro i primi 90 giorni, per rischio salute fisica e psichica della donna, per difficoltà economiche, sociali e familiari, per la situazione in cui è avvenuto il concepimento (violenza), quando sono accertate gravi malformazioni/patologie del feto. Art. 5 I consultori devono assicurarsi che le cause dell’aborto non siano irrimediabili. Per motivazioni economiche, sociali e familiari i consultori devono informare la donna di ogni possibile soluzione, coinvolgendo il padre solo se la donna lo consente. Se il medico riconosce fondatezza e urgenza deve rilasciare «immediatamente alla donna un certificato attestante l'urgenza». Se la richiesta di IVG è necessaria e fondata ma non urgente, il medico può rilasciare il certificato, invitando la donna a soprassedere per 7 giorni. Dopo i primi 90 giorni l’IVG è concessa in due casi: per serio pericolo di vita della donna; per malattie/malformazioni del feto che minano il diritto alla vita della stessa.

21 Legge 22 maggio 194/1978 Art. 9: Obiezione di coscienza Il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie non è tenuto a prendere parte alle procedure di cui agli articoli 5 e 7 ed agli interventi per l'interruzione della gravidanza quando sollevi obiezione di coscienza, con preventiva dichiarazione. Gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare lo espletamento delle procedure previste dall'articolo 7 e l'effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalità previste dagli articoli 5, 7 e 8. La regione ne controlla e garantisce l'attuazione anche attraverso la mobilità del personale. L'obiezione di coscienza esonera il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie dal compimento delle procedure e delle attività specificamente e necessariamente dirette a determinare l'interruzione della gravidanza, e non dall'assistenza antecedente e conseguente all'intervento. L'obiezione di coscienza si intende revocata, con effetto, immediato, se chi l'ha sollevata prende parte a procedure o a interventi per l'interruzione della gravidanza previsti dalla presente legge, al di fuori dei casi di cui al comma precedente.

22 La realtà dell’obiezione all’IVG in Italia Dati estratti dalla Relazione del Ministero della Salute italiano, pubblicata nel 2014 e riferita al periodo 2012-2013, a firma Beatrice Lorenzin. Media nazionale di obiezione di coscienza tra i ginecologi vicina al 70%. Valori maggiori di 80% tra i ginecologi si riscontrano soprattutto al Sud: 90.3% in Molise, 89.4% in Basilicata, 87.3% nella PA di Bolzano, 84.5% in Sicilia, 81.9% nel Lazio, 81.8% in Campania e 81.5% in Abruzzo. Anche per gli anestesisti le percentuali maggiori di obiezione si localizzano al Sud (con un massimo di 78.3% in Molise, 77.4% in Sicilia, 71.5% nel Lazio e 71.3% in Calabria).

23 Applichiamo l’etica all’IVG La morale è soggettiva e non può essere universalizzata, finisce per riconoscere i diritti di pochi e ostacolare la libertà di molti. L’etica è collettiva, frutto di un processo comune e riconosce che quello che può essere buono per me non lo è per te. Nessuno è “per” l’aborto, ma qualcuna è per “i diritti delle donne” tra cui rientrano i diritti riproduttivi, la possibilità di scegliere in materia di inizio vita. Tutte vogliamo che il tasso di abortività si abbassi, ma possiamo ritenere l’obiezione di coscienza uno strumento adeguato a questo fine?

24 Applichiamo l’etica all’IVG Tra i fattori che incidono sul tasso di abortività non rientra il carattere permissivo/proibitivo di una legge. Gli aborti si sono sempre eseguiti, l’unica differenza era la difficoltà di monitorarli e di renderli sicuri. La diffusione della pratica abortiva è legata a fattori di tipo culturale, sociale, mediatico, educativo, medico ed economico. La legge da sola non determina il numero delle donne che ricorrono a tale intervento, essa si limita a regolamentarlo e medicalizzarlo. Una politica che si ponga il serio obiettivo di diminuire il tasso di abortività deve tener presente tutti questi fattori. Gli interventi sono variegati e interessano molti settori: vanno dall’educazione sessuale nelle scuole primarie/secondarie alla diffusione della cultura della contraccezione sia nelle aree urbane che nelle aree rurali e periferiche.

25 La realtà dei diritti riproduttivi nel mondo Circa 222 milioni di donne che vogliono evitare la gravidanza nei paesi in via di sviluppo non utilizza ancora un moderno metodo di controllo delle nascite. L'uso di contraccettivi dei paesi in via di sviluppo ha diminuito il numero di morti materne del 40 % (circa 270.000 decessi evitati nel 2008) e potrebbe prevenire il 70% se l'intera domanda di controllo delle nascite fosse soddisfatta.

26 La realtà dei diritti riproduttivi nel mondo Contraceptive prevalence by method: voluto dall’OMS per monitorare il raggiungimento degli obiettivi del millennio, indica la percentuale di donne che utilizza, o il cui partner sessuale utilizza, almeno un metodo di contraccezione. Metodi moderni di contraccezione: IUD, pillola e contraccettivi ormonali, condom, sterilizzazione maschile e femminile. Metodi tradizionali: coito interrotto, astinenza periodica. Positivo il trend: le donne in età riproduttiva che ricorrono ad almeno un contraccettivo moderno sono in aumento, e la loro percentuale è passata in tutto il mondo dal 55% del 1990 al 63% del 2011. Il metodo più comune è la sterilizzazione femminile (Asia, America Latina, Caraibi e Nord America), operazione chirurgica della chiusura delle tube, a lungo termine, irreversibile. La sterilizzazione maschile prende il nome di vasectomia, ma è molto meno diffusa, pur causando minori effetti collaterali e presentando il pregio di essere reversibile.

27 La realtà dei diritti riproduttivi nel mondo Le statistiche redatte dall’ONU nel 2009 attestano la pillola ormonale come contraccettivo più diffuso del condom sia in Europa sia negli Stati Uniti. Anche se il contesto socio-culturale ed economico europeo e statunitense è molto diverso da quello asiatico e latino-americano, notiamo che la prevalenza d’impiego della contraccezione femminile rimane invariata. In Europa in particolare la percentuale di sterilizzazioni è molto bassa, ma molto elevate sono quelle della contraccezione ormonale femminile e della IUD.

28 La realtà dei diritti riproduttivi nel mondo Secondo il World Contraceptive Use nei principali paesi europei rimane nettamente prevalente la contraccezione femminile: in Olanda la contraceptive prevalence della pillola ormonale è pari a 40 contro quella del condom che è pari a 9; in Germania siamo al 37,2 per la pillola contro il 9 del condom; in Francia 40,6 per la pillola, 7,9 per il condom; solo nel Regno Unito questa sproporzione si attenua, essendo la pillola a 28 e il condom a 27. In Italia questo rapporto è paritetico, 14,2 sia per pillola sia per preservativo, sebbene rimanga bassa la media della contraceptive modern prevalence by any method, ovvero quella generale, rispetto agli altri paesi europei.

29 La realtà dei diritti riproduttivi nel mondo Confrontando i dati OMS e ONU rileviamo che dove i metodi contraccettivi moderni sono supportati da pianificazione familiare e adeguate politiche di welfare, il ricorso ai metodi tradizionali diminuisce e si abbassano i tassi di abortività. In Olanda nel 1969 l’indice di diffusione dei metodi contraccettivi moderni era pari al 41,6, quello dei metodi tradizionali al 17,5. Nel 2008, dopo 20 anni di pianificazione familiare e politiche educative/preventive, la diffusione dei metodi contraccettivi moderni è salita a 67 e i metodi tradizionali sono scesi al 213. Il World Contraceptive Use riporta i dati aggiornati al 2000 di quasi tutti i paesi del mondo, ma per l’Italia si ferma al 1996, anno in cui la prevalence dei metodi contraccettivi moderni era pari al 40,6, mentre quella dei tradizionali era di 22,1. La fotografia dell’Italia alla fine degli anni Novanta è dunque meno rosea di quella dell’Olanda agli inizi dei Settanta.


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