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1 L’Europa e l’euro Francesco Daveri. Concetti di base: tasso di cambio nominale Il tasso di cambio nominale è il tasso al quale si può scambiare la valuta.

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1 1 L’Europa e l’euro Francesco Daveri

2 Concetti di base: tasso di cambio nominale Il tasso di cambio nominale è il tasso al quale si può scambiare la valuta di un paese con quella di un altro paese che abbia una valuta diversa. Il cambio nominale può essere espresso in due modi (consideriamo la EZ eurozona come il paese interno e gli Usa come il paese straniero):  In unità della valuta estera (diciamo: dollari) per 1 euro  In unità di euro per 1 unità della valuta estera (dollari). Esempio: Supponiamo che il cambio tra $ Usa ed € sia 1.30  Un euro viene scambiato contro 1.30 dollari  Un dollaro viene scambiato per 0.769 (=1/1.30) euro. 2

3 Concetti di base: tasso di cambio reale, una misura di competitività Il tasso di cambio reale, non quello nominale, determina quanto un paese è in grado di esportare o importare. E’ una misura di competitività. Il cambio reale in euro è RER euro (real exchange rate):  Un deprezzamento (aumento) del RER euro significa che i beni prodotti nella EZ sono diventati meno cari relativamente ai beni prodotti fuori dall’EZ (ad esempio, in Usa). Ciò incoraggia i consumatori in EZ e Usa a comprare più beni prodotti dall’EZ e meno beni Usa. Conseguenza? Export dell’EZ negli Usa aumentano, import EZ dagli Usa diminuiscono. NX dall’EZ aumenta, per due ragioni. La relazione è simmetrica: se il RER si apprezza (diminuisce), vuol dire che i beni prodotti nell’EZ sono diventati più costosi. Diminuiscono exports (X), aumentano imports (M), si riduce NX dell’EZ. 3

4 Concetti di base: tasso di cambio nominale e reale In base all’equazione precedente: Un deprezzamento del cambio nominale a parità di prezzi interni ed esteri fa salire RER euro e quindi fa aumentare la competitività di un paese. 4

5 Domanda delle domande: perché fare un’unione monetaria in Europa?

6 Unione monetaria 6 Unione monetaria = rinuncia di un paese al diritto di stampare moneta in modo indipendente e delega la politica monetaria ad un’autorità comune. Molto di più di un accordo per mantenere il tasso di cambio fisso: Unione monetaria è irrevocabile  Non ci sono regole predisposte per abbandonarla (uno dei problemi nel caso della Grecia) ma solo sanzioni per chi non si comporta bene; Accordo di cambio è revocabile o almeno aggiustabile  SME (Sistema Monetario Europeo): accordo di cambio tra paesi europei fino al 1992;  Fissava parità centrali e bande di oscillazione intorno alle parità;

7 La teoria delle aree valutarie ottimali Un’unione monetaria (cioè cambi fissi irrevocabili) ha costi e benefici per i paesi che decidono di aderire. Benefici: Niente più incertezza sui cambi; In altre parole, minore incertezza su prezzi, tassi di rendimento e stipendi tra paesi. Quindi: scambi di beni e servizi incoraggiati. Costi: Perdita di sovranità; Perdita di flessibilità nella politica economica.

8 High hopes from the euro http://ec.europa.eu/economy_finance/euro/index_en.htm “A single currency makes very good economic and political sense. It delivers a stable currency with low inflation and low interest rates, and encourages sound public finances. A single currency also complements to the single market which makes it more efficient by raising price transparency, eliminating currency exchange costs, greasing the wheels of the economy, easing international trade and giving the EU a more powerful voice in the world. The size and strength of the euro area also better protect it from external economic shocks, such as unexpected oil price rises or turbulence in the currency markets. Last but not least, the euro gives the EU’s citizens a tangible symbol of their European identity, of which they can be increasingly proud as the euro area expands and multiplies these benefits for its existing and future members”

9 Robert Mundell, 1961: Come può funzionare bene un’unione monetaria? 9 Quattro condizioni da soddisfare per avere un’area valutaria ottimale: Economie che aderiscono sono simili Altrimenti (se le economie non sono simili) allora ci vuole: Flessibilità dei salari nei paesi aderenti all’unione; Oppure Mobilità del lavoro tra paesi dell’unione; Oppure Politica di bilancio pubblico che porti a condividere il rischio tra paesi. Nessuna di queste condizioni è stata soddisfatta nella zona euro in passato.

10 Criterio 1: Economie abbastanza simili 10 Se economie simili, quando arriva uno shock esterno, lo shock è uguale per tutti e l’unica BC (Banca Centrale) può fare gli interessi di tutti. In questo caso, l’unione monetaria funziona bene. Due esempi di shock 1. Aumento del prezzo del petrolio  Rischio di recessione  Se tutti i paesi importano petrolio e hanno paura della recessione, la BC riduce il tasso di sconto per sostenere l’economia. Tutti contenti.  Se UK esporta petrolio, aumento del prezzo del petrolio fa crescere di più l’economia inglese. UK vorrebbe aumento, non riduzione, del tasso di sconto.  E infatti UK non è entrata nell’euro …. 2. La Cina entra nel WTO  La Germania ha grandi imprese, è ben attrezzata per cogliere l’occasione. L’Italia è fatta di piccole imprese che non riescono a cogliere l’occasione  La domanda di prodotti tedeschi aumenta, quella di prodotti italiani diminuisce  L’Italia avrebbe bisogno di svalutare la moneta per essere più competitiva, la Germania no  Cosa dovrebbe fare la BC?

11 Durante la crisi post 2008 dentro l’EMU, performance molto divergenti nell’andamento del PIL

12 Tali differenze sono una sfida reale al salvataggio dell’euro, oltre che alla risoluzione dei problemi di natura finanziaria. Grandi differenze tra i paesi dell’Euro zona Fonte: Eurostat

13 ... Lo stesso nell’Europa del nord - dentro e fuori dall’eurozona La Norvegia non ha quasi visto la crisi e ora cresce rapidamente Svezia (non euro): Pil giù come Germania, ma poi cresce più dei tedeschi Finlandia (paese eurozona): Pil molto giù. Poi una ripresa più lenta rispetto agli altri paesi. Fonte: Eurostat

14 Nell’Europa dell’Est - dentro e fuori dall’eurozona - c’è chi ha fatto anche meglio della Germania... Polonia (paese non euro) e Slovacchia (paese euro) sono andate molto bene durante la crisi La Repubblica Ceca (paese non euro) si è ripresa inizialmente MEMO: Polonia + Slovacchia + Rep. Ceca = 53 milioni, quasi come l’Italia Fonte: Eurostat

15 Se fallisce il criterio 1 di Mundell diventa impossibile fare un’unione monetaria? NO, se valgono le altre condizioni sufficienti di Mundell

16 Criterio 2 e 3: flessibilità dei salari oppure mobilità del lavoro 16 Se le economie che aderiscono all’unione non sono simili, quando arriva uno shock esterno (Cina nel WTO), le economie devono adattarsi allo shock. Ma senza usare il tasso di cambio. Ciò può avvenire con: Flessibilità dei salari  Se aumenta la domanda di prodotti tedeschi e diminuisce la domanda di prodotti italiani, salgono i salari tedeschi e scendono quelli italiani. Oppure Mobilità del lavoro tra paesi  Italiani disoccupati vanno a lavorare in Germania.

17 Criterio 4: bilancio pubblico comune 17 Se nell’Unione monetaria ci sono: 1. economie dissimili, 2. salari non flessibili e 3. non c’è mobilità del lavoro quando arriva uno shock esterno (Cina nel WTO), le economie non riescono ad adattarsi allo shock. Si può solo ridurre l’incidenza sociale dello shock Bilancio pubblico comune:  Calo disoccupazione in Germania fa aumentare le entrate fiscali e i disoccupati italiani possono ricevere un sussidio di disoccupazione pagato dai tedeschi; (anche mercati finanziari comuni possono svolgere questo compito)  Se italiani possiedono azioni di imprese tedesche beneficiano del successo delle imprese tedesche in Cina.

18 L’Europa, un’area valutaria ottimale? 18 Nell’Unione Monetaria Europea: 1. Economie molto integrate dal punto di vista commerciale e finanziario, ma dissimili per dotazioni tra Sud e Nord:  Integrate per alto volume di commercio intra-settoriale;  Dissimili perché Europa del nord ha alti livello di capitale fisico per lavoratore e più lavoro qualificato rispetto a Europa del sud. 2. S alari non flessibili (istituzioni del mercato del lavoro poco “americane”); 3. Bassa mobilità del lavoro (barriere linguistiche); Bassa mobilità del lavoro 4. Bilancio comune è 1% del Pil (bilanci nazionali tra 45 e 50% del Pil); 5. Pochi investono in Borsa. E così quando arriva uno shock esterno, le economie non riescono ad adattarsi allo shock Chi perde competitività (Gre, Spa, Por, Ita) continua a farlo. Chi guadagna competitività (Ger, Europa nord) continua a farlo...

19 In Europa la mobilità del lavoro è più bassa che in altre aree dove c’è una moneta comune

20 Adottare l’euro è stata una follia? I membri UE adottarono l’euro principalmente per 3 ragioni: 1. Mercato unico: si riteneva che si sarebbero ottenute una maggiore integrazione del mercato ed una maggiore crescita economica. 2. Stabilità politica: si riteneva che una valuta comune avrebbe reso gli interessi politici più uniformi. 3. Eliminazione della possibilità di svalutazioni/rivalutazioni: con liberi flussi di capitale finanziario, si potevano verificare fughe di capitali e speculazioni in uno SME con valute diverse, ma sarebbe stato più difficile con una moneta unica.

21 Criteri di appartenenza all’UME Per essere membro dell’UME, sulla base del trattato di Maastricht, un paese doveva esibire: Bassa inflazione (non superiore di 1.5 punti percentuali rispetto ai tre paesi con l’inflazione più bassa nell’Ume); Bassi tassi di interesse a lungo termine (non superiori di 2 punti percentuali rispetto ai tre paesi con l’inflazione più bassa nell’Ume); Stabilità del tasso di cambio nei 2 anni precedenti all’adesione all’Ume; Stabilità fiscale: Deficit/Pil < 3%; Debito pubblico / Pil < 60% (oppure “dimostrata capacità di fare progressi graduali verso l’obiettivo”).

22 C’è stata convergenza dei tassi di inflazione tra i membri SME … Nel grafico si riportano i differenziali di inflazione rispetto alla Germania per sei dei paesi fondatori dello SME: Belgio, Danimarca, Francia, Irlanda, Italia e Paesi Bassi. Fonte: FMI, World Economic Outlook Database, April 2013

23 .. E anche nei tassi di interesse. Fino al 1998 e anche dopo Introduzione dell’euro

24 Il problema del Patto di Stabilità e Crescita (PSC) Domanda. UME prevede abbandono della lira (niente più politica monetaria nazionale) ma anche vincoli sulle politiche di bilancio. Perché? Risposta breve: C’è un costo collettivo (esternalità negativa) di deficit pubblici nazionali troppo grandi. Vediamo perché. ESEMPIO: Ger, Fra e Ita fanno DEF >3% Super-emissione di debito pubblico in €. Con la valuta comune, rischio che l’euro vada a fondo. Giù il rating dei bond emessi da tutti. Su il costo del debito per tutti i paesi. Ecco il costo collettivo di DEF nazionali non vincolati. Un Tanto Paga Pantalone europeo. L’eurozona vuole (voleva) scoraggiare queste politiche “beggar-your- neighbour” (che impoveriscono il vicino). Ecco allora il PSC: DEF max=3% del Pil (oppure oggi il Fiscal Compact) Paesi che non avessero rispettato questa regola avrebbero dovuto essere multati fino allo 0.5% del loro Pil. Misura non credibile e mai attuata perché pro-ciclica (un paese che sfora dovrebbe  Tasse x pagare la multa. Ma  Tasse   Pil, dunque peggiora ancora DEF/Pil)

25 Il trattato di Maastricht, oggi carta straccia Trattato di Maastricht, 1991, gamba fiscale dell’Emu. Logica: Una moneta, tanti governi. Ci vuole vincolo che scoraggi deficit eccessivi dei singoli paesi. 2 criteri fiscali per ammissione nell’Emu: 1.deficit/Pil sotto al 3% 2.debito pubblico / Pil sotto 60%. Oppure “dimostrata capacità di fare progressi graduali verso l’obiettivo del 60%”. Clausola tra virgolette (più debole): servì per tenere il Belgio dentro l’Emu. Ma anche Italia e Grecia ne hanno beneficiato. Fino ad oggi. Source: Eurostat

26 L’alternativa degli USE (Stati Uniti d’Europa)

27 Il Fiscal Compact, prima

28 Gli Stati Uniti d’Europa (USE) cominciano con il Fiscal Compact 28 Approvato da 25 paesi UE (fuori Uk e Repubblica Ceca) il Fiscal Compact contiene due regole 1. pareggio di bilancio “blindato”, cioè divieto per il deficit strutturale di superare lo 0,5 per cento del Pil.  Deficit strutturale, cioè aggiustato per il ciclo  Esempio: dal governo Monti non ci si aspetta manovra correttiva se deficit dovuto alla recessione  molto diverso da regola di Maastricht del deficit < 3% Stupida e forse per questo inapplicata 2. percorso di riduzione del debito pubblico in rapporto al Pil: dovrà scendere ogni anno di 1/20 della distanza tra il suo livello effettivo e la soglia del 60 per cento  Salvo circostanze attenuanti  molto diverso da regola di Maastricht di “show gradual and steady progress towards 60%” http://graphics.thomsonreuters.com/14/03/ITINFLDBT.html

29 Potenziali implicazioni del Fiscal Compact per l’Italia 29 Se debito di partenza = 130, eccesso di debito = 70 Secondo il Fiscal Compact punto 2 va ridotto di 3,5 punti percentuali annui. Aritmetica del debito ∆debito = deficit – (inflazione+crescita) x debito iniziale Italia 2014 -3,5 = 3 – (inflazione+crescita)*1,30 Per ottenere il -3 implicato dal Fiscal Compact ci vuole (inflazione + crescita) = 5 Cioè 5 punti percentuali. Impossibile. Il numero tra parentesi sarà 0, invece. Vie di uscita? a) Berlusconi e Monti hanno contrattato che il punto 2 del Fiscal Compact tenga conto anche di “altri fattori” (le «riforme») b) Padoan ha annunciato l’accelerazione del piano di privatizzazioni c) Eppure la Commissione Europea non si fida: http://www.corriere.it/economia/14_novembre_11/ue-incerti-esiti-riforme-spending- 062a6ff0-69a2-11e4-96be-d4ee9121ff4d.shtml http://www.corriere.it/economia/14_novembre_11/ue-incerti-esiti-riforme-spending- 062a6ff0-69a2-11e4-96be-d4ee9121ff4d.shtml

30 Le condizioni di Mundell, poi

31 Il Fiscal Compact è preliminare a soddisfare una delle condizioni per far funzionare l’euro (e l’Europa) 31 Mundell, premio Nobel Economia scrisse articolo nel 1961 Quattro condizioni da soddisfare per avere un’area valutaria ottimale 1. Economie che aderiscono sono simili 2. Flessibilità dei salari nei paesi aderenti all’unione 3. Mobilità del lavoro tra paesi dell’unione 4. Politica di bilancio pubblico che porti a condividere il rischio tra paesi Si può fare politica di bilancio pubblico con fondi di emergenza a beneficio di tutti solo se c’è regola di bilancio che impedisca ai singoli stati di sforare il loro budget Con il Fiscal Compact, basi per Europa federale in cui nasce politica di bilancio comune

32 La strada verso gli USE 32 Come potrebbero essere gli Stati Uniti d’Europa  NON possono essere sinonimo di “Più Stato”.  NON duplicazione ma trasferimento di poche funzioni (a Commissione, Bce, organi tecnici nominati da Parlamento Europeo)  Esempio 1: Tassazione europea del capitale finanziario e multinazionale (ormai inattuabile a livello nazionale). Ma tassazione e legislazione del lavoro e del welfare rimangono nazionali. Cioè sovranità nazionale si concentra su diritti fondamentali  Esempio 2: politiche innovazione rimangono nazionali. Ma soldi europei per sviluppare tecnologie sanitarie per sconfiggere malattie e assistenza anziani senza far esplodere i bilanci nazionali Non basta: con gli Stati Uniti d’Europa, rilancio dell’integrazione transatlantica  Area di libero scambio con gli Usa  Concorrenza del modello occidentale alla Cina  Il modello occidentale: diritti, democrazia, welfare ma anche innovazione e concorrenza leale

33 Appendice L’Unione Europea

34 Che cos’è l’UE? L’Unione Europea è un sistema di istituzioni internazionali, tra le quali la prima è nata nel 1957, che ora rappresenta 27 paesi europei attraverso:  Il Parlamento Europeo: eletto dai cittadini dei paesi membri;  Il Consiglio dell’Unione Europea: nominato dai governi dei paesi membri;  La Commissione Europea: organo esecutivo;  La Corte di Giustizia: interpreta le leggi UE;  La Banca Centrale Europea (BCE), che conduce la politica monetaria attraverso un sistema di banche dei paesi membri chiamato Sistema Europeo di Banche Centrali.

35 Perché l’UE? I paesi che fondarono l’UE e lo SME avevano diversi obiettivi: 1. Assicurare il potere dell’Europa negli affari internazionali: come unione di paesi, l’UE poteva rappresentare molto più potere economico e politico nel mondo. 2. Per rendere l’Europa un mercato unico: si riteneva che un grande mercato con libero scambio, liberi flussi di capitale finanziario e libere migrazioni di persone – oltre a tassi di cambio fissi o ad una valuta comune – favorisse la crescita economica ed il benessere economico. 3. Per rendere l’Europa politicamente stabile e pacifica.

36 Criteri di appartenenza all’UE Per essere membro dell’UE, un paese deve, tra le altre cose: 1. Ridurre le barriere che limitano il commercio e i flussi di capitale finanziario; 2. Adottare regole comuni per l’emigrazione e l’immigrazione in modo da facilitare il movimento delle persone; 3. Stabilire regole comuni per la sicurezza dell’ambiente lavorativo e la protezione dei consumatori; 4. Istituire alcune istituzioni politiche e legali che siano consistenti con la definizione UE di democrazia liberale.


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