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Torquato Tasso 1544: Sorrento 1545 – 1551 Napoli. Scuole dei Gesuiti

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Presentazione sul tema: "Torquato Tasso 1544: Sorrento 1545 – 1551 Napoli. Scuole dei Gesuiti"— Transcript della presentazione:

1 Torquato Tasso 1544: Sorrento 1545 – 1551 Napoli. Scuole dei Gesuiti
Roma dal padre Venezia con il padre 1560 – Università Padova e Bologna Rinaldo Ferrara – Luigi d’Este Gerusalemme Liberata Alfonso II Aminta nominato storiografo di corte

2 1577 Tribunale dell’Inquisizione analizza la Gerusalemme liberata
Peregrinazioni per diverse città 1579 – 86 Recluso al Sant’Anna ^ ediz. Gerusalemme Liberata 1581 Mantova da Vincenzo Gonzaga diverse città Clemente VIII: poeta di corte 1593 Roma pubblica la Gerusalemme conquistata 1595 muore a Roma

3 Vita Rottura equilibrio psichico insoddisfazione del poema Reclusione
Situazione personale Infanzia separata Casa d’Este Contesto socio-culturale Controllo della Chiesa sulle coscienze Consenso obbligato Ribellione vista come colpa Lacerazione della coscienza Rottura equilibrio psichico insoddisfazione del poema Reclusione al Sant’Anna Irrequietezza ultimi anni

4 Follia Cause contingenti - Insoddisfazione - Rapporti con gli Estensi
Allucinazioni , dolori fisici Cause contingenti - Insoddisfazione - Rapporti con gli Estensi Cause profonde - Interiorizzazione conflitto con il potere - Adesione contraddittoria alla Controriforma Frutto di una simulazione per difendersi dalla invidie e dalle meschinità della corte estense Reale squilibrio: Lettere

5 Produzione letteraria
Rime Produzione vasta e varia nel tempo. Più di duemila testi 1591: Rime amorose 1593: Rime encomiastiche 1597: Rime religiose (post mortem) No compostezza classica e alla ricerca di equilibrio ma ricerca dell’eccesso e delle tensioni Rinnovamento del petrarchismo: - tema amoroso sganciato dalla riflessione religiosa - celebrazione di figure differenti - attenzione per il paesaggio Utilizzo di sonetti, canzoni e madrigali

6 Produzione letteraria
Aminta (1573) È un dramma pastorale o “favola boschereccia” E’ suddiviso in 5 atti, preceduti da un prologo Ogni atto è concluso da un coro Temi l’amore e l’oro

7 Prologo: recitato da Amore, sfuggito alla
Prologo: recitato da Amore, sfuggito alla sorveglianza di Venere, si reca nei boschi Aminta: ama Silvia (ninfa) Tirsi e Dafne: lo aiutano Silvia prigioniera di un satiro Malintesi sulla morte dei giovani Lieta fine

8 Diverse visioni dell’amore
Tirsi e Dafne Sentimento controllato e distaccato Aminta Sentimento estremo che mette in crisi l’uomo Amore Forza che annulla le differenze sociali Satiro Diverse visioni dell’amore Sentimento interessato subordinato all’oro

9 La Gerusalemme liberata
Titolo Gerusalemme liberata (non autorizzato dall’autore) Composizione 1593: elabora nuovo poema: la Gerusalemme conquistata Genere Poema epico cristiano Argomento La fase conclusiva della prima crociata (1099)

10 Personaggi principali
Struttura Venti canti in ottave, raggruppabili in cinque parti Personaggi principali Guerrieri cristiani: Goffredo di Buglione, Tancredi, Rinaldo, Raimondo Guerrieri pagani: Argante, Solimano Donne pagane: Armida, Clorinda, Erminia Temi La guerra religiosa L’amore stile Elevato ma vario, con tendenza alla forzatura e all’eccesso Uso dell’enjambement / regolarizzazione

11 Unità: Dovere collettivo
Principi religiosi della Controriforma Vincenti / perdenti Poema epico cristiano: argomento storico: prima crociata tra “verosimile” e “meraviglioso cristiano” Protagonista: Goffredo di Buglione, esemplare cavaliere della fede Scissione altri personaggi cristiani: - Clorinda: donna pagana - Armida. Amazzone convertita - Armida. Maga convertita - Erminia: amante infelice temi: l’amore, la guerra male bene Coscienza divisa dei protagonisti Scissione del’autore

12 Sonetto Composizione metrica, (dal francese antico sonet «canzone, canzonetta»), di carattere prevalentemente lirico E’ composta di 14 versi (quasi sempre endecasillabi nella letteratura italiana), distribuiti in 2 quartine e 2 terzine, con rime disposte secondo precisi schemi. Nel suo schema originario si compone di una prima parte costituita da 8 endecasillabi rimati alternativamente ABABABAB e di una seconda parte costituita da 6 endecasillabi rimati CDECDE o CDCDCD. L’ideazione del s. è attribuita a Giacomo da Lentini

13 Canzone E’ un componimento lirico formato da un numero variabile di strofe dette stanze, di solito 5, 6 o 7 più eventualmente una stanza più piccola detta congedo. E’ divisa in due parti, una detta fronte divisa in piedi con un numero identico di versi e con uguale disposizione di versi; l'altra, chiamata coda o sirma, può rimanere indivisa oppure può dividersi in due parti chiamate volte Fronte e sirma sono di solito uniti da un verso chiamato chiave. Alla fine della canzone, può trovarsi un congedo che consiste in una strofa più breve con una struttura metrica ripresa dalla coda. Generalmente i versi che compongono la canzone sono endecasillabi misti a settenari e le rime di regola sono disposte in modo che la chiave (il primo verso della sirma, chiamato anche diesi), faccia rima con l'ultimo verso della fronte

14 Madrigale È una forma di poesia per musica, caratterizzata nel Cinquecento, da una struttura libera di rime e versi, in cui si alternano endacasillabi e settenari

15 Dramma pastorale Il dramma pastorale, altresì detto favola pastorale o commedia pastorale, è un genere teatrale che vide la nascita negli ambienti colti del Rinascimento ed ebbe il suo massimo sviluppo nel Cinquecento e nel Seicento. Ebbe un forte influsso sull'intermezzo e fu d'ispirazione anche per il melodramma. Il dramma pastorale è ambientato in luoghi silvestri o campestri, in una natura bucolica e pura. Su questo sfondo, agiscono personaggi che ben si sposano con l'ambiente circostante: pastori, ninfe, satiri e creature del bosco. Era composto solitamente in versi.

16 Satiro Il satiro è una figura mitica maschile, compagna di Pan e Dioniso, che abita boschi e montagne. È personificazione della fertilità e della forza vitale della connessa con il culto dionisiaco. Sono generalmente raffigurati come esseri umani barbuti con corna, coda e zampe di capra. Vengono rappresentati come esseri lascivi, spesso dediti al vino, a danzare con le ninfe ed a suonare il flauto.


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