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PubblicatoSofia Lentini Modificato 8 anni fa
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Tra questi Eutichio gli affidò Mauro e il patrizio Tertullo Placido. Mauro, adolescente e buono, divenne subito l'aiutante del maestro. Placido era ancora un bambino.
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4. Correzione del monaco dissipato
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In uno di quei monasteri che aveva costruito c'era un monaco incapace di stare alla preghiera: tutte le volte che i fratelli si radunavano per pregare, usciva dal coro e con la mente svagata si occupava in faccende materiali di nessuna importanza.
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Il suo abate, dopo averlo richiamato diverse volte, lo condusse da Benedetto che lo rimproverò assai aspramente di tanta leggerezza. Ritornò al monastero ma, dopo un paio di giorni, riprese a gironzolare durante il tempo della preghiera.
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Giunse Benedetto e, durante la meditazione, egli osservò che una specie di fanciullo, piccolo e nero, traeva fuori quel monaco.
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Il giorno dopo, uscito dall'oratorio al termine della preghiera, Benedetto incontrò il monaco che stava fuori; allora lo frustò aspramente con una verga. Da quel giorno in poi non fu più influenzato dalla suggestione del piccolo negro, ma perseverò nell'orazione. E l'antico nemico non osò più disturbarlo, come se quelle frustate le avesse subite lui.
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5. L'acqua dalla pietra
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Nella stessa notte, preso con sé Placido, salì su quei rapidi monti, e si fermò lungamente a pregare. Terminata la preghiera collocò in quel punto tre pietre, come segno e senza che nessuno si accorgesse di nulla, fece ritorno al suo monastero.
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6. Il ferro che torna nel manico
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Si era presentato a chiedere l'abito monastico un Goto. Era un povero uomo di scarsissima intelligenza, ma il servo di Dio, Benedetto, lo aveva accolto con particolare benevolenza.
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Un giorno il santo gli fece dare un falcastro perché liberasse dai rovi un pezzo di terra che intendeva poi coltivare ad orto. Il terreno che il Goto si accinse immediatamente a sgomberare si stendeva proprio sopra la riva del lago. Ad un tratto il ferro sfuggì via dal manico e andò a piombare nel lago, in un punto profondissimo. Tutto tremante, il Goto corse dal monaco Mauro e gli rivelò il danno.
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Mauro ebbe premura di far conoscere l'incidente a Benedetto che tolse dalle mani del Goto il manico e lo immerse nelle acque. Sull'istante il ferro dal profondo del lago ritornò a galla e da se stesso si andò ad innestare nel manico. Rimise quindi lo strumento nelle mani del Goto, dicendogli: "Ecco qui, seguita pure il tuo lavoro e stattene contento!".
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7. Mauro cammina sull'acqua
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18. Il furto del bariletto di vino
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8. Il pane avvelenato
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Il prete Fiorenzo cominciò a bruciare d'invidia. Reso ormai cieco da quella tenebrosa invidia, progettò infine un'orrenda decisione: inviò al servo dell'onnipotente Signore un pane avvelenato, presentandolo come pane benedetto e segno di amicizia. L'uomo di Dio lo accettò con vivi ringraziamenti, ma non gli rimase nascosta la pestifera insidia che il pane celava.
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All'ora del pasto veniva abitualmente dalla vicina selva un corvo e beccava poi il pane dalle mani di lui. Venne anche quel giorno; e l'uomo di Dio gli gettò innanzi il pane che aveva ricevuto in dono dal sacerdote e gli comandò: "In nome del Signore Gesù Cristo, prendi questo pane e buttalo in un luogo dove nessun uomo lo possa trovare". Il corvo, dopo aver a lungo esitato, finalmente l'afferrò col becco, lo sollevò e volò via.
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Fiorenzo allora fece entrare nell'orto del monastero sette fanciulle nude per tentare i monaci.
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Il santo cedette alla gelosia altrui: sistemò l'ordinamento dei suoi monasteri. Poi, portando con sé solo alcuni monaci, partì per andare ad abitare altrove.
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Benedetto manda Mauro in Francia e Placido in Sicilia
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La morte di Fiorenzo
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Ma l'uomo di Dio si era appena allontanato evitando umilmente l'odio di quell'uomo, che Dio Onnipotente non tardò a punire costui con un castigo spaventoso. Stava difatti questi sul suo terrazzo tutto gongolante di gioia alla notizia che Benedetto era partito, quando ad un tratto, mentre il resto dell'edificio restava in piedi, il terrazzo dov'era lui precipitò, stritolando tra le macerie il nemico di Benedetto.
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Vicovaro
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L’Abbazia di Montecassino, oggi.
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C'era in cima un antichissimo tempio, dove la gente dei campi, secondo gli usi degli antichi pagani, compiva superstiziosi riti in onore di Apollo. Intorno vi crescevano boschetti, sacri ai demoni, dove ancora in quel tempo, una fanatica folla di infedeli vi apprestava sacrileghi sacrifici. Appena l'uomo di Dio vi giunse, fece a pezzi l'idolo, rovesciò l'altare, sradicò i boschetti e dove era il tempio di Apollo eresse un Oratorio in onore di S. Martino e dove era l'altare sostituì una cappella che dedicò a S. Giovanni Battista. Si rivolse poi alla gente che abitava lì intorno e con assidua predicazione la andava invitando alla fede.
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Appena l'uomo di Dio vi giunse, fece a pezzi l'idolo, rovesciò l'altare, sradicò i boschetti e dove era il tempio di Apollo eresse un Oratorio in onore di S. Martino e dove era l'altare sostituì una cappella che dedicò a S. Giovanni Battista.
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9. La pietra che diventa leggera - 10. L'incendio della cucina
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11. Il piccolo monaco schiacciato
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Benedetto dice ai monaci dove e quando avevano mangiato fuori dal monastero
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Benedetto rimprovera il fratello del monaco Valeriano perché non ha fatto digiuno.
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Benedetto scopre la finzione di Totila, re dei Goti
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Benedetto riconosce e accoglie Totila
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Benedetto predice la distruzione di Montecassino
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Benedetto ottiene farina in abbondanza e ne ristora i monaci
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Benedetto appare in sogno a due monaci lontani e disegna la costruzione di uno monastero
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Benedetto scomunica due religiose e le assolve dopo morte
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Benedetto fa portare il corpo di Cristo sopra al monaco che la terra non voleva ricevere
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Benedetto perdona al monaco che volendo fuggire del monastero trova un dragone sulla via
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Benedetto con lo sguardo scioglie le corde che legano un povero contadino
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Subiaco, chiesa inferiore
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Il miracolo di sua sorella Scolastica
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34. L'anima di Scolastica vola al cielo
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elaborazione: Monache Benedettine Vallombrosane S.Umiltà
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