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Dr. Elisa Robotti Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Vita

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Presentazione sul tema: "Dr. Elisa Robotti Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Vita"— Transcript della presentazione:

1 “La qualità delle misure nei laboratori di analisi nel settore alimentare ”
Dr. Elisa Robotti Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Vita Università degli Studi del Piemonte Orientale Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

2 “qualità del dato analitico”?
Cosa vuol dire “qualità del dato analitico”? Le misure analitiche, in qualsiasi ambito, devono essere affidabili e comparabili per poter essere di aiuto nei processi decisionali Il metodo di analisi applicato dal laboratorio deve avere prestazioni stabili nel tempo in modo da garantire la confrontabilità dei risultati, quindi la loro “qualità”. Analogia tra qualità dei prodotti e del dato: il dato è visto come il prodotto del laboratorio Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

3 Importanza della qualità del dato analitico dal punto di vista legale
Necessità di prendere decisioni in merito a sostanze vietate (es: additivi), dannose, rischiose per la salute, non dichiarate in etichetta: Indicazione della presenza o assenza di una certa sostanza in un campione di analisi Confronto della quantità di sostanza presente con un riferimento: presenza della sostanza al di sopra del limite di legge previsto Il dato analitico prodotto deve essere corredato da opportuni parametri che ne indichino la QUALITA’ Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

4 Dal dato all’informazione
Limite di legge Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

5 L’errore sperimentale
Errore sperimentale: entità delle fluttuazioni tra un risultato e l’altro Il termine “errore” non ha un’accezione negativa Es: determinazione concentrazione di mercurio nel pesce Conc Hg (ppm) Aliquota 1 0.24 Aliquota 2 0.26 Aliquota 3 0.25 Aliquota 4 Aliquota 5 Repliche della stessa misura sono diverse a causa dell’errore sperimentale VARIABILITA’ Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

6 Fasi dell’analisi di un campione
Sorgenti di errore Tutte le procedure che non sono “totalmente controllabili” Fasi dell’analisi di un campione Campionamento Prelievo del campione di pesce Analisi del campione: Trattamenti preliminari Analisi strumentale Identificazione del problema Es: determinazione di Hg nel pesce Determinazione della concentrazione Ogni fase dà un suo contributo all’errore della misura finale, cioè alla sua variabilità Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

7 Tutte le procedure che non sono “totalmente controllabili”
Sorgenti di errore Tutte le procedure che non sono “totalmente controllabili” Altre fonti di errore sperimentale CASUALE: temperatura dell’ambiente addestramento del personale purezza e freschezza dei reagenti efficienza e stato dell’apparecchiatura ATTENZIONE !! Non confondere errore sperimentale con ERRORE SISTEMATICO (“GROSSOLANO”) che si può eliminare: disattenzione, reagente errato, virgola decimale posta nel punto sbagliato Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

8 L’errore sperimentale
Es: determinazione concentrazione di mercurio nel pesce Conc Hg (ppm) Aliquota 1 0.24 Aliquota 2 0.26 Aliquota 3 0.25 Aliquota 4 Aliquota 5 Misura finale identificata da due parametri: Localizzazione Definisce “dove” sono localizzate le misure (es: concentrazione) Media delle n misure replicate Dispersione Definisce la variabilità delle misure Varianza o scarto tipo delle n misure replicate Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

9 Localizzazione Dispersione
Media delle n misure replicate Dispersione Varianza delle n misure replicate Scarto tipo delle n misure replicate Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

10 Il campione statistico
Le n misure eseguite realmente sul campione in esame rappresentano un campione statistico della popolazione di N misure ottenibili con lo stesso metodo analitico sul medesimo campione Valore medio più probabile Scarto tipo Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

11 Localizzazione e dispersione
Stessa dispersione Diversa localizzazione Diversa dispersione Stessa localizzazione Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

12 Dal segnale alla concentrazione
Qualsiasi tecnica strumentale permette di misurare un “segnale”, cioè l’intensità di una proprietà chimica o fisica della sostanza da identificare che sia in relazione con la quantità di sostanza presente nel campione Segnale Hg (intensità) Aliquota 1 35.20 Aliquota 2 35.40 Aliquota 3 35.30 Aliquota 4 Aliquota 5 Conc Hg (ppm) Aliquota 1 0.24 Aliquota 2 0.26 Aliquota 3 0.25 Aliquota 4 Aliquota 5 Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

13 Dal segnale alla concentrazione: retta di calibrazione
Preparazione campioni standard (conc nota) Modello di calibrazione Misura segnale Previsione inversa ? Segnale Conc [C]=0.25 Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

14 Confronto tra una misura sperimentale e un riferimento
Distribuzione t-Student dipende dai “gradi di libertà” cioè dal numero di misure ripetute. Media misure replicate Valore di riferimento Scarto tipo delle repliche Numero di repliche Ipotesi Ipotesi H0 rifiutata Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

15 Confronto tra una misura sperimentale e un riferimento
Es: Valutare se il valore medio di 5 misure della concentrazione di Hg nel pesce (pari a 0.25 ppm) è significativamente maggiore di 0.2 ppm. Lo scarto tipo delle 5 misure è 0.01 ppm. Confrontato con valore di riferimento tabulato per un livello di confidenza del 95%: 0.25 ppm è significativamente maggiore di 0.2 ppm Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

16 Confronto tra una misura sperimentale e un riferimento
Superiore al limite di legge Limite di legge Inferiore al limite di legge Casi dubbi: è fornita una probabilità di superamento del limite di legge Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

17 Utilizzo del dato analitico in ambito legale
Valutazione presenza/assenza di una sostanza 1 Metodo di analisi di tipo qualitativo Valutazione di “quanta” sostanza è presente 2 Metodo di analisi di tipo quantitativo Dato analitico prodotto da un laboratorio di analisi ACCREDITATO UNI CEI EN ISO/IEC 17025 (norma accreditamento laboratori di misura) Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

18 ISO/IEC 17025:2005 Definisce le regole per la gestione del laboratorio (sez. 4) e per assicurare la competenza tecnica del laboratorio ad eseguire le prove (sez. 5). Nella sez. 5 sono dettate regole per: Qualificare il personale addetto all’esecuzione delle prove; Fare in modo che la strumentazione utilizzata sia riferibile a campioni primari; Definire l’incertezza di misura del laboratorio; Stabilire le regole per la gestione del campione in laboratorio, affinché esso non venga deteriorato o danneggiato; Presentare i risultati secondo precise regole stabilite dalla norma Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

19 L’adeguamento del laboratorio alla norma è volontario.
ISO/IEC 17025:2005 La garantisce che i metodi applicati dal laboratorio in questione abbiano le prestazioni indicate e siano stabili nel tempo L’adeguamento del laboratorio alla norma è volontario. È il laboratorio a decidere se richiedere l’accreditamento e quante e quali prove accreditare. Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

20 Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

21 Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

22 UN EN ISO 17025 In base alla 17025, i metodi di analisi devono essere “validati” La validazione è la conferma attraverso l’esame e l’apporto di evidenza oggettiva che i requisiti particolari per l’utilizzazione prevista siano soddisfatti [ISO 8402:1994] La validazione di un metodo analitico è il processo con il quale è stabilito, attraverso opportuna evidenza sperimentale, che le prestazioni del metodo soddisfano i requisiti per l’utilizzazione prevista. Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

23 (dalla UNI CEI EN ISO/IEC 17025)
Il laboratorio deve validare i metodi normati, i metodi sviluppati/progettati dal laboratorio, i metodi normati utilizzati al di fuori del proprio scopo e campo di applicazione prefissato, come pure estensioni e modifiche di metodi normati per confermare che i metodi siano adatti all’utilizzazione prevista. La validazione deve essere estesa in modo da soddisfare le esigenze di una data applicazione o di un campo di applicazione. Il laboratorio deve registrare i risultati ottenuti, le procedure utilizzate per la validazione, così pure una dichiarazione circa l’idoneità del metodo per l’utilizzo previsto. Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

24 Validazione dei metodi analitici
Il processo di validazione richiede quindi di esplicitare le caratteristiche di prestazione del metodo attraverso opportuni parametri. La validazione definisce i parametri di qualità del metodo di analisi e quindi del dato da esso prodotto Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

25 Validazione dei metodi analitici
La validazione di un metodo analitico serve inoltre a garantire che, indipendentemente dal tipo di cambiamenti che si possono verificare in un dato laboratorio, o in più laboratori, le prestazioni del metodo analitico rimangono sostanzialmente le stesse. Materie prime: Parti strumentali; Tarature; Operatori; Campioni; Tempo Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

26 Validazione dei metodi di analisi
Requisiti di qualità del dato analitico (ISO 17025): Precisione, accuratezza, linearità, LOD e LOQ Selettività e specificità, incertezza di misura, recupero Validazione secondaria (robustezza del metodo) Valutazione della trasferibilità del metodo (System Suitability Test) Controllo di qualità del metodo nelle analisi di routine (QC e QA) e Proficiency Test EURACHEM: The Fitness for Purpose of Analytical Methods Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

27 Validazione dei metodi analitici
Più vasto è il campo di applicazione del metodo, più estesa deve essere la validazione. Parametri di interesse Qualitativa Quantitativa Impurezze Accuratezza √ Precisione √ Linearità √ Selettività e specificità √ √ Limite di rivelazione √ √ Limite di quantificazione √ Robustezza √ √ Recupero √ Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

28 Validazione dei metodi analitici
Campo di applicazione E’ l’intervallo tra il più alto ed il più basso livello dell’analita o della proprietà determinabili con precisione ed accuratezza. Il campo di applicazione definisce anche il tipo di matrice in cui l’analita (o gli analiti) viene determinato Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

29 Validazione dei metodi analitici
Accuratezza Grado di accordo tra il risultato di una misura e il valore vero o di riferimento accettato del misurando Valore di riferimento: Certificato (risultati di organizzazioni nazionali o internazionali) Di consenso, basato su lavoro sperimentale in collaborazione (sotto la guida di organismi scientifici) Quantità misurata sperimentalmente (media di serie ampia di misure) Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

30 L’esattezza è misurata attraverso il bias (errore sistematico)
Validazione dei metodi analitici Esattezza (trueness) Grado di accordo tra il valore medio dei risultati di una misura e il valore di riferimento del misurando L’esattezza è misurata attraverso il bias (errore sistematico) Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

31 L’esattezza viene verificata ad esempio mediante:
Validazione dei metodi analitici Esattezza (trueness) L’esattezza viene verificata ad esempio mediante: Analisi di materiali di riferimento aventi una composizione il più possibile simile a quella dei campioni reali in esame; Confronto con i risultati ottenuti analizzando una serie di campioni reali con il metodo in esame e con un metodo di riferimento. Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

32 Validazione dei metodi analitici
Esattezza Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

33 Validazione dei metodi analitici
Precisione Grado di accordo fra i risultati indipendenti ottenuti con un procedimento di misura in condizioni specificate Tre tipi di precisione: ripetibilità, precisione intermedia e riproducibilità. Normalmente, i principali fattori che influenzano la precisione sono: differenze in temperatura e umidità ambientali operatori con diversa manualità ed esperienza strumentazioni con caratteristiche diverse variazioni della qualità dei materiali (pH, composizione…) strumentazioni e materiali di consumo di diversa età Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

34 Validazione dei metodi analitici
RIPETIBILITA’ stesso laboratorio; stesso operatore; stessa apparecchiatura; nessuna taratura tra le misure; misure vicine nel tempo. PRECISIONE INTERMEDIA stesso laboratorio; operatori diversi; apparecchiature diverse; taratura tra le misure; misure in tempi differenti. RIPRODUCIBILITA’: laboratori diversi; operatori diversi; apparecchiature diverse; misure in tempi differenti. Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

35  Precisione ed esattezza
Gli errori casuali influenzano la precisione, quelli sistematici l’esattezza Né esatto né preciso Non esatto ma preciso Esatto ma non preciso Esatto e preciso Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

36 Validazione dei metodi analitici
Incertezza di misura Associata al risultato di una misura, caratterizza la dispersione dei valori che possono essere assegnati al misurando qualora siano state considerate tutte le sorgenti d’errore associabili a tutti gli stadi della procedura analitica. L’incertezza di misura deve comprendere i contributi dovuti al campionamento ed ai pretrattamenti del campione (determinata con metodi bottom-up, top-down, NMKL…). La stima dell’incertezza di misura è lo stadio più difficile dell’intera procedura di validazione. Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

37 Validazione dei metodi analitici
Incertezza di misura Senza l’incertezza i risultati non possono essere confrontati né tra loro, né con valori di riferimento (specifiche o norme) Es: Verificare se la concentrazione di un analita è conforme al valore limite stabilito in una norma, VLA: 2,0 mg/kg Risultato dell’analisi: Canalita = 1,80 mg/kg Il materiale è conforme? La risposta dipende dalla UOM UOM = 0,19 mg/kg ( = 0,05;  = 3) Cmax = 1,99 mg/kg CONFORME! UOM = 0,33 mg/kg ( = 0,05;  = 3) Cmax = 2,13 mg/kg NON CONFORME? Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

38 Validazione dei metodi analitici
Incertezza di misura Perché il punto interrogativo? Il secondo risultato indica che esiste una probabilità del 95% che la concentrazione dell’analita sia compresa nell’intervallo C = 1,80  0,33 mg/kg (1-: 0,95;  = 3) Dato che la concentrazione può essere maggiore del VLA, il test non è decisivo. Converrebbe diminuire l’UOM (come?) in modo da verificare se è possibile dimostrare, al livello di confidenza scelto, che l’intervallo di confidenza giace completamente al di sotto del VLA. Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

39 A causa della presenza di errori casuali, ogni serie di misure produrrà un set di misure più o meno disperse. Dopo eliminazione degli errori sistematici, l’operatore può definire un intervallo in cui poter assumere ragionevolmente che sia compreso il valore vero. Intervallo di confidenza (o fiducia) (CI), i cui limiti estremi sono detti limiti dell'intervallo di confidenza. Livello di confidenza (P o 1-): probabilità che il valore atteso di un parametro stimato sia incluso in un intervallo stimato del parametro stesso. È un numero tra 0 e 1, o in percento. La quantità complementare () si chiama livello di significatività. Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

40 Nel caso di una media di misure, l’intervallo di confidenza è definito come segue:
: media delle n misurazioni s: scarto tipo delle misure t: t–Student tabulato (2 code  /2) in funzione del numero di gradi di libertà,  = n-1, e del livello di confidenza prescelto /2 Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

41 Il risultato è: CK = 149,0  5,0 mg/100 g (P=0,95;  = 3)!
Esempio: Quattro repliche della determinazione del potassio nelle ceneri di un campione di latte. I risultati sono i seguenti (mg/100 g): 148; 145; 151; 152 Riportare correttamente il risultato (P = 95%). Media e deviazione standard sono rispettivamente mg/100g e mg/100 g. Il valore critico del t-Student è t0,95;3 = Si ottiene: Il risultato è: CK = 149,0  5,0 mg/100 g (P=0,95;  = 3)! Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

42 Il risultato deve essere arrotondato alla prima o seconda cifra significativa dell’incertezza. Es:
= 34.100.27 …… La prima (seconda) cifra significativa dell’incertezza corrisponde alla prima (seconda) cifra incerta della media. Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

43 Selettività e specificità
Validazione dei metodi analitici Selettività e specificità Stabiliscono l’affidabilità delle misurazioni in presenza di interferenti. Valutare la selettività implica l’analisi di campioni (standard o meno) fortificati con i possibili interferenti ed il confronto dei risultati relativi all’analita in presenza o meno degli interferenti. Risultato: massima concentrazione di interferente accettabile per poter applicare il metodo. Specificità: metodo che dà una sola risposta Selettività: metodo che dà più risposte (metodo separativo) Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

44 Range dinamico e range lineare
Validazione dei metodi analitici Range dinamico e range lineare Sano valutati mediante esecuzione di calibrazioni specifiche implicanti l’uso di tecniche statistiche di regressione. Range dinamico Segnale Range lineare Attenzione: Ogni tecnica di regressione si basa su condizioni specifiche che devono essere verificate al fine di evitare errori sistematici. Conc Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

45 Validazione dei metodi analitici
Linearità La relazione di linearità tra segnale misurato e concentrazione di analita è una caratteristica che può esistere o meno nell’ambito del campo di validità del metodo Segnale Conc Richiesti almeno 5 livelli di concentrazione e 3-6 misure replicate per definire il campo di misura lineare Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

46 Se relazione non lineare: sensibilità varia con la concentrazione
Validazione dei metodi analitici Sensibilità E’ la variazione della risposta di un dato strumento di misura diviso per la corrispondente variazione di concentrazione dell’analita Se la relazione tra segnale e concentrazione è lineare, la sensibilità coincide con la pendenza della retta di taratura: y = a + b*X Sensibilità = b Segnale Conc Se relazione non lineare: sensibilità varia con la concentrazione Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

47 Limiti di rivelazione e quantificazione Limite di quantificazione
Validazione dei metodi analitici Limiti di rivelazione e quantificazione Limite di rivelazione Capacità di affermare la presenza o l’assenza dell’ analita Limite di quantificazione Capacità di eseguire una misurazione quantitativa Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

48 Limiti di rivelazione e quantificazione Limite di quantificazione
Validazione dei metodi analitici Limiti di rivelazione e quantificazione Limite di rivelazione (LOD) La più piccola concentrazione di analita che può essere rivelata Limite di quantificazione (LOQ) La minore concentrazione di analita che può essere quantificata Segnale del Bianco Segnale del Campione Distinguere tra segnale del bianco e dell’analita tenendo conto dell’errore sperimentale Se si ottiene valore diverso da zero: Campione non contiene analita (errore sperimentale) Campione contiene analita Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

49 Limiti di rivelazione e quantificazione
Validazione dei metodi analitici Limiti di rivelazione e quantificazione Confronto del segnale del campione con la distribuzione del bianco Errore di I specie (errore ) Falso POSITIVO (affermare che l’analita è presente quando è assente) Errore di II specie (errore ) Falso NEGATIVO (affermare che l’analita è assente quando è presente) Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

50 Si attribuisce il segnale del bianco all’analita con un rischio del 5%
Validazione dei metodi analitici Limite critico yC = Segnale minimo per cui α= 5% e β= 50% Si attribuisce il segnale del bianco all’analita con un rischio del 5% Si attribuisce il segnale dell’analita al bianco con un rischio del 50% yC = yB+ t⋅sB t = t-Student ad una coda; sB = scarto tipo del bianco Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

51 Validazione dei metodi analitici
Limite di rivelazione yD = Segnale minimo per cui α= 5% e β= 5% yD = Limite di rivelazione Si attribuisce il segnale del bianco all’analita con un rischio del 5%. Si attribuisce il segnale dell’analita al bianco con un rischio del 5%. yD = yB+ 2 * t⋅sB Retta calibrazione LOD (conc) Si assume lo stesso scarto tipo per bianco e campione Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

52 Limite di quantificazione
Validazione dei metodi analitici Limite di quantificazione Segnale minimo per il quale: RSD% = 10% Retta calibrazione LOQ (conc) Lo scarto tipo deve essere trascurabile rispetto al segnale Determinazione quantitativa Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

53 Limite di determinazione e quantificazione
Validazione dei metodi analitici Limite di determinazione e quantificazione Altre definizioni LOD LOQ Rapporto segnale / rumore LOD LOQ Scarto tipo del bianco Pendenza curva calibrazione Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

54 Validazione dei metodi analitici
Recupero Permette di rilevare eventuali perdite di analita o contaminazioni del campione lungo l’intera procedura analitica. Si valuta analizzando campioni reali fortificati con aliquote note di analita. C1: concentrazione analita determinata dopo l’aggiunta C2: concentrazione analita determinata prima dell’aggiunta C3: concentrazione aggiunta Tanto più il recupero è diverso dal 100%, tanto più sono probabili problemi. D’altra parte un recupero vicino al 100% non indica necessariamente un risultato corretto. Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

55 Validazione dei metodi analitici
Recupero In base al manuale AOAC per il Peer Verified Methods program, il recupero atteso ad un certo livello di concentrazione di analita è dell’ordine sotto specificato: Analita% Concentrazione Recupero medio (%) %  % 1 1 % 0,1 0,1 % 0, ppm 0, ppm 0, ppm 0, ppb 0, ppb 0, ppb Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

56 Robustezza – Validazione secondaria
Validazione dei metodi analitici Robustezza – Validazione secondaria Robustezza: valutata verificando l’effetto di piccole (deliberate) variazioni dei parametri che possono prevedibilmente influenzare i risultati della determinazione su precisione ed accuratezza. Possibilmente, conviene ordinare le variabili in base alla loro influenza sulle prestazioni del metodo. Conviene focalizzare l’attenzione sulle variabili più influenti (critiche). Permette di definire procedure di controllo di qualità per mantenere sotto controllo le variabili critiche. Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

57 Qualifica dei sistemi analitici
Validazione dei metodi analitici Qualifica dei sistemi analitici System Suitability Tests (SST) I test di System Suitability sono concepiti per verificare che un sistema analitico inteso nel suo complesso (costituito da elettronica, strumentazione, operazioni analitiche, campioni ecc) sia adeguato per l’esecuzione della specifica analisi sia prima che durante l’analisi stessa. Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

58 Qualifica dei sistemi analitici
Validazione dei metodi analitici Qualifica dei sistemi analitici System Suitability Tests (SST) Nel caso di un sistema cromatografico parametri quali i piatti teorici, fattori di tailing, risoluzione e ripetibilità dei tempi di ritenzione di uno o più analiti, sono utilizzati per verificare l’adeguatezza all’analisi del sistema stesso. Questi parametri sono generalmente misurati durante l’analisi di un campione appositamente costituito. Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

59 Esercizi interlaboratorio
Validazione dei metodi analitici Esercizi interlaboratorio Esercizi di Certificazione. Obiettivo: certificazione di una o più proprietà (ad es. analita) di un Materiale di Riferimento; Esercizi di Standardizzazione. Obiettivo: studio delle prestazioni di un metodo (“test method”); “Proficiency tests”. Obiettivo: valutazione delle prestazioni dei laboratori partecipanti; Studi in Collaborazione. Un gruppo di laboratori cerca di migliorare le proprie prestazioni analitiche o di ottimizzare un metodo analitico. Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

60 Proficiency tests (PTs)
Validazione dei metodi analitici Proficiency tests (PTs) Obiettivo: valutazione delle prestazioni analitiche dei laboratori partecipanti Parametri di Riferimento: a. Valore di Riferimento o Assegnato b. Unità di Deviazione Valutazione di una prestazione singola Valutazione di prestazioni combinate utilizzando punteggi compositi Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

61 Proficiency tests (PTs)
Validazione dei metodi analitici Proficiency tests (PTs) Valutazione laboratorio per prestazione singola Z-scores”(punteggi Z): Z = (XLAB – XRIF) / S Dove: XLAB = Risultato del Laboratorio XRIF = Valore Assegnato di riferimento S = Scarto tipo di riferimento Valutazione delle prestazioni: •|Z| ≤2: Soddisfacente •|Z| compreso tra 2 e 3: Accettabile •|Z| >3: Insoddisfacente Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

62 Proficiency tests (PTs)
Validazione dei metodi analitici Proficiency tests (PTs) x = valore laboratorio X = valore di riferimento Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

63 La qualità… “La qualità è il risultato di un ambiente e di una cultura costruiti con molta attenzione” PHILIP B. CROSBY "Qualità significa fare le cose bene quando nessuno ti sta guardando" HENRY FORD Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010

64 . . . e grazie a tutti per l’attenzione !
FINE . . . e grazie a tutti per l’attenzione ! Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare - Acqui Terme - 4 Giugno 2010


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