Certificazione e sviluppo sostenibile

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Transcript della presentazione:

Certificazione e sviluppo sostenibile Un relatore si trova spesso a dover esporre dati tecnici a un pubblico composto da persone che non conoscono l'argomento o la terminologia specifica. È possibile che l'argomento trattato sia complesso e ricco di dettagli che ne appesantiscono l'esposizione. Per presentare in modo efficace argomenti di questo tipo, seguire le indicazioni fornite da questo modello della Dale Carnegie Training®.   Considerare la quantità di tempo a disposizione e organizzare il materiale di conseguenza. Circoscrivere l’argomento da esporre. Suddividere la presentazione in sezioni specifiche. Seguire un ordine logico. Incentrare la spiegazione sull'argomento principale. Chiudere la presentazione con un riepilogo, la ripetizione dei punti chiave o una conclusione logica. Mantenere sempre l’attenzione rivolta agli spettatori, accertandosi che i dati siano chiari e le informazioni rilevanti. Mantenere un livello di argomentazione e terminologia appropriato per gli spettatori. Utilizzare supporti visivi per illustrare i punti chiave. Dimostrare interesse per gli spettatori per conquistarne l’attenzione. Fabio Iraldo IEFE - Università Bocconi

Temi dell’intervento Può una singola organizzazione contribuire al perseguimento dello sviluppo sostenibile? La certificazione ambientale è uno strumento attraverso cui ciò può essere realizzato? Come la certificazione può essere utilizzata a tal fine?

Punto di partenza: una definizione condivisa di Sviluppo Sostenibile “Lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente, senza compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri”

Ma cos’è lo sviluppo sostenibile per una singola organizzazione? Sviluppo Sostenibile come situazione “ideal-tipica” e insieme di principi-guida difficoltà a tradurre questi principi in obiettivi specifici e in modalità operative da parte della singola azienda o organizzazione ciò anche a causa di differenti percezioni della sostenibilità da parte dei suoi interlocutori scelta “forzata”: azioni concrete guidate dalla logica del miglioramento, con l’orizzonte della sostenibilità

Una “domanda” di sostenibilità viene infatti manifestata in forme diverse perlomeno da: Policy makers e istituzioni contesto economico e competitivo stakeholders “sociali”

Policy makers e istituzioni Approccio del progressivo abbandono del “non sostenibile” garanzie sul rispetto di standard (logica Command & Control) “chi inquina -cioè agisce in modo non sostenibile- paga” (ad es.: tasse ambientali) solo più recentemente: incentivo e indirizzo verso percorsi di maggiore sostenibilità (ad es.: BAT con la IPPC)

Contesto economico e competitivo Vi è domanda comparativa di “più sostenibile” prodotti più eco-compatibili rispetto ai concorrenti (consumatore finale, distributori,...) riconoscimenti di “eccellenza” ambientale per siti produttivi, organizzazioni, prodotti “credenziali” di sostenibilità nei confronti di investitori, banche, assicurazioni logica del marketing “verde” (aziendale o territoriale)

Stakeholders “sociali” All’organizzazione si chiede di essere “sempre più sostenibile” richiesta di impegno credibile verso il miglioramento continuo delle performance sempre maggiore trasparenza nell’informazione e nella comunicazione ambientale (Comunicazione della CE sulla contabilità ambientale, Convenzione di Aahrus,...) apertura al dialogo e alla collaborazione, anche nella fissazione di obiettivi condivisi (Agenda 21)

Quale Sviluppo Sostenibile, quindi? Qualunque organizzazione orientata alla Sviluppo Sostenibile si trova a dover (voler) soddisfare diversi tipi di “domanda” che proviene da attori che hanno differenti percezioni della sostenibilità e, quindi, perseguono obiettivi spesso non coincidenti Il concetto stesso di sostenibilità è dunque il risultato dell’interazione con (e tra) i diversi attori che giocano un ruolo importante come interlocutori della stessa organizzazione

A ciascuna organizzazione la “sua” sostenibilità: Istituzioni Stakeholders Attori “economici” SOSTENIBILITA’ SINGOLA ORGANIZZAZIONE

Quali strategie e quali strumenti? E’ nel contesto delle relazioni tra gli attori che l’organizzazione definisce le proprie strategie per la sostenibilità a fronte delle diverse “domande” di sostenibilità, si sviluppano strumenti innovativi, in grado di coniugare il miglioramento delle prestazioni ambientali e di quelle di crescita economica e competitiva

Fra gli strumenti a disposizione… DI POLICY Strumenti economici e mercati artificiali Certificazione ambientale (EMAS e ISO 14001) Ecolabel e altre certificazioni di prodotto Green Public Procurement Accordi volontari …... AZIENDALI I Sistemi di Gestione Ambientale e Audit Life Cycle Analysis EcoDesign Strumenti di comunicazione e informazione ambientale (es.: EPD) …….

Cos’è la certificazione ambientale? A partire dagli anni ‘90 alle politiche ambientali tradizionali si sono aggiunti strumenti nuovi, basati essenzialmente sulla cooperazione col (e responsabilizzazione del) settore privato La certificazione è uno di questi strumenti: le singole organizzazioni possono spontaneamente adoperarsi per migliorare la propria capacità di gestire gli impatti sull’ambiente seguendo alcune indicazioni fornite (dalla CE, dall’ISO) sul piano organizzativo e tecnico e, se dimostrano di ridurre in modo continuo i propri impatti nel tempo, possono ottenere un riconoscimento ufficiale (EMAS, ISO 14001)

per l’Italia: Comitato Ecolabel Eco-audit Impresa Sito POLITICA AMBIENTALE DI IMPRESA ANALISI AMBIENTALE INIZIALE POLITICA AMBIENTALE DI SITO OBIETTIVI E PROGRAMMI SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE AUDIT AMBIENTALE DICHIARAZIONE AMBIENTALE VERIFICA E CONVALIDA Commissione Europea Stati Membri Organismo di Accreditamento Organismo Competente Pubblico Verificatore accreditato REGISTRAZIONE Anpa Legenda: attori azioni

La certificazione può essere strumento efficace per la sostenibilità? Alcuni suoi presupposti vanno in questa direzione: la garanzia della conformità legislativa l’impegno al miglioramento continuo la forte responsabilizzazione gestionale (attraverso il percorso analisi - programmazione - attuazione - controllo) la disponibilità all’interazione con gli stakeholder (ad es.: dichiarazione Emas)

Vediamo se la certificazione risponde ad alcuni obiettivi dello sviluppo sostenibile: 1. Sostenibilità definita come un insieme di azioni orientate a “combinare i miglioramenti economici e di qualità della vita con un più efficiente uso delle risorse e minori emissioni di sostanze che possono avere conseguenze negative sull’ambiente” (Wbcsd, 1993) La certificazione aiuta a perseguire miglioramenti economici e ambientali?

Dove porta la certificazione?

2. Per l’impresa sviluppo sostenibile “significa condurre l’attività in modo da conciliare oggi i bisogni dell’azienda con quelli degli stakeholder, proteggendo, sostenendo e aumentando la disponibilità di risorse naturali per il domani” (United Nations, 1993) La certificazione consente di comunicare e cooperare con gli stakeholder?

Da un’indagine su 150 aziende registrate Emas: Più del 90% utilizza la dichiarazione ambientale per interagire attivamente con gli stakeholder (come il nuovo Emas richiede espressamente) Circa l’80% indirizza la dichiarazione a più di due categorie di stakeholder Rilevanti i casi di cooperazione con attori esterni nella realizzazione di programmi di miglioramento Un quarto del campione circa descrive nella dichiarazione ambientale iniziative di coinvolgimento delle comunità locali

3. Iclei (International Council for Local Environmental Initiatives, 1999) interpreta lo sviluppo sostenibile come “uno sviluppo che offra servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità locale, senza minacciare l’operatività dei sistemi naturale, edificato e sociale da cui dipende la fornitura di tali servizi” La certificazione può diventare uno strumento di azione sul territorio e sulle comunità locali?

Certificazione e sviluppo locale Certificazione delle Pubbliche Amministrazioni come strumento per una più efficace governance ambientale del territorio (integrazione con Agenda 21 Locale) Certificazione di aree territoriali omogenee (es.: Parchi, zone industriali o turistiche,…) come esperienza di coordinamento fra attori locali Esperienze italiane di applicazione sperimentale delle logiche Emas a contesti territoriali più vasti e disomogenei (distretti industriali: Sassuolo, Distretti Toscani,…)

Concludendo: quali prospettive per la certificazione nel solco della sostenibilità? Ruolo di traino dei leader, per passare da esperienze eccellenti isolate ad un miglioramento “di sistema” riconoscere vantaggi significativi alle organizzazioni certificate, ma allo stesso tempo misurare (con indicatori) il reale miglioramento ambientale conseguito rendere la certificazione un “modus operandi” comune ad attori diversi (Imprese, PA, servizi,…) al fine di farne uno strumento di collaborazione (approccio del “linguaggio comune”)

fabio.iraldo@uni-bocconi.it www.iefe.uni-bocconi.it