Letteratura Italiana 8 CFU a.a. 2015-2016 Apollonia Striano.

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Letteratura Italiana 8 CFU a.a Apollonia Striano

“C’è un testo in questa classe?” (S. Fish) Cos’è un testo letterario? Secondo Fish il testo si presenta come una successione di segni, che raggiunge la sua piena capacità di significare solo attraverso la lettura.

La lettura La lettura avviene nel tempo e i significati sono attivati solo nel e grazie al tempo della lettura. Insomma, non si può parlare di testo, prescindendo dalla fondamentale collaborazione del lettore. Va da sé che se i testi iniziano a vivere per la mediazione dei lettori e che in quest’atto comunicativo si creano asimmetrie.

Asimmetrie tra testo-lettore I lettori appartengono a contesti storici diversi da quelli in cui sono stati elaborati i testi e dunque non possono accedere a tutti i loro significati; necessitano dunque di un lavoro di mediazione critica, che li aiuti nel raccogliere elementi ed informazioni sull’ambiente in cui è stato prodotto il testo. Nonostante questo strumento, lo squilibrio tra testo e lettore resta ed è un fattore costante ma positivo, che aumenta la varietà della comunicazione possibile.

Testo-lettura Bisogna poi aggiungere che anche la mediazione critica parte da un atto di lettura. Dunque, la lettura è il punto focale. Se il testo rappresenta un effetto potenziale che viene realizzato nel corso del processo di lettura, a sua volta la lettura è un’attività guidata dal testo. In questa reciprocità di tensioni si verifica un processo che ha la stessa struttura di un’ esperienza.

Un testo come esperienza Infatti, nel corso dell’atto della lettura si sospendono i giudizi e con essi le certezze e gli orientamenti del passato, per accogliere altri elementi ed approdare ad una fase successiva, ad una certezza nuova. Insomma, la lettura di un testo rappresenta la possibilità di sperimentare un altro percorso e di acquisire altre informazioni sulla vita, sul mondo, su di sé.

I testi della letteratura italiana A partire da queste rapide riflessioni, si può dedurre che la comunicazione letteraria avviene su più livelli e che può essere indagata su questi diversi piani: A) intra-testualità (realtà interna del testo): Il testo parla al lettore con i suoi contenuti semantici (temi, significati simbolici, etc.) con il suo “messaggio” e la forma che questo messaggio assume (metro, ritmo, suono, sintassi). La poesia ha il suo codice (lirico) artificiale, ma esso è comunque un codice per comunicare; B) inter-testualità (da un testo agli altri testi) Il testo dialoga con altri testi: è necessario immaginare l’insieme dei testi di un autore come un sistema di testi. Tutti le opere, inoltre, rimandano ai libri precedenti nel tempo dello stesso genere; C) extra- testualità (dal testo al con-testo) Il testo fornisce elementi importanti per conoscere il contesto in cui è stato prodotto, l’ideologia dominante, la situazione politica, economica, sociale, le concezioni estetiche.

TESTO Meravigliosa-mente un amor mi distringe e mi tene ad ogn'ora. Com'om che pone mente in altro exemplo pinge la simile pintura, così, bella, facc'eo, che 'nfra lo core meo porto la tua figura.

Ipotesi d’analisi A partire dai veloci spunti di riflessione prima forniti, dalla lettura di questo che viene indicato genericamente come “testo”, quali elementi è possibile cogliere e isolare per tentarne una comprensione-collocazione storico-geografica? (extra-testualità) Chi ha scritto questo testo e quali altri lavori ha prodotto?(inter-testualità) Quali tematiche sembrano più importanti? Quali strutture formali sono state adoperate?(intra- testualità)

La letteratura delle origini Il brano è stato estrapolato da Meravigliosa- mente, nel Canzoniere di Jacopo da Lentini, tra il 1230 e il 1240 al seguito della corte di Federico di Svevia. Siamo, insomma nell’ambito della cosiddetta scuola siciliana, di cui, probabilmente fu proprio l’iniziatore. Jacopo fu un poeta molto letto e amato: Dante nel Purg., (XXIV, 56) espresse lode nei suoi confronti. Sulle sue composizioni e sulla sua figura torneremo più avanti.

La Letteratura italiana Quando nasce con precisione la letteratura in lingua italiana e dove? E cosa bisogna intendere per primi documenti letterari? Le domande qui poste sono piuttosto complesse: intanto va ricordato che la storia della penisola italiana è stata quella di una realtà segnata da una pluralità di soluzioni politiche. L’unità del paese è avvenuta in tempi piuttosto recenti. In questo contesto frastagliato, la lingua che accomunava era il latino sermo doctus: fino al XII secolo i letterati, gli uomini di cultura e di chiesa adoperavano il latino. Persisteva tuttavia un altro piano della comunicazione –quotidiano, familiare, commerciale- che era affidato al volgare.

Il volgare, i volgari Il sermo vulgaris era il latino parlato quotidianamente, piuttosto distante dalle forme alte e pulite del sermo doctus. Questa lingua parlata dal volgo era caratterizzata da un estremo dinamismo e si arricchiva e si trasformava nel contatto con le lingue originali dei popoli conquistati dall’impero romano. Il sermo vulgaris rimase come base comune a molte lingue nuove, ma i popoli lo elaborarono secondo le loro esigenze: così il volgare diventò una vera e propria lingua diversa da latino. In Europa si distinsero due grandi ceppi linguistici: quello germanico e quello romanzo. Le prime lingue romanze di cui possediamo una più ricca documentazione sono quelle sviluppatesi in Francia: la lingua d’oc, nella parte meridionale, la lingua d’oïl, in quella settentrionale. Le maggiori opere composte in queste due lingue circolarono e furono amate in tutta Europa. Infatti, fin dall’epoca carolingia –fino cioè da quando Carlo Magno ne aveva esaltato la missione civilizzatrice- la Francia era stata una sorta di ideale cuore pulsante del mondo occidentale, un punto di riferimento culturale.