Disuguaglianza e povertà

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Disuguaglianza e povertà Maurizio Franzini Sapienza, Università di Roma 18 febbraio 2016

Nozioni preliminari

La disuguaglianza nei redditi: diverse nozioni Distribuzione funzionale: si riferisce alla distribuzione del reddito tra percettori di reddito da lavoro (salari) e percettori di reddito da capitale (profitti) A questa distribuzione si interessarono i primi economisti Distribuzione personale: si riferisce alle differenze di reddito tra gli individui può essere riferita a redditi diversamente definiti (lordi – di mercato - o netti - disponibili) e a ambiti territoriali diversi (regioni, paesi, entità sovranazionali, mondo,….) Tra le due distribuzioni vi sono collegamenti anche se non strettissimi.

Disuguaglianza economica La disuguaglianza economica può essere riferita a altre variabili non solo il reddito: Alla ricchezza Al consumo Qui considero soprattutto quella relativa ai redditi

Come si misurano le disuguaglianze economiche Compito non facile: misurare le distanze di reddito tra gli individui Una misura semplice: il rapporto tra il reddito di un “ricco” (90° percentile) e di un povero (10° percentile): P90/10. Una misura complessa: l’indice di Gini Misure (parziali) di disuguaglianza: il reddito (o la ricchezza) nazionale che si concentra nella mani dell’1% (o del 5%.....) più ricco (top income)

Povertà e disuguaglianza La disuguaglianza si riferisce alle distanze di reddito tra individui La povertà è uno stato nel quale ci si trova se il reddito (o il consumo) è sotto una data soglia Ci sono legami ma in astratto potremmo avere un mondo molto diseguale senza poveri… e la povertà può ridursi mentre la disuguaglianza cresce (Cina)

La “catena” della disuguaglianza MERCATO DEL LAVORO:retribuzioni individuali TUTTI I MERCATI: redditi familiari di mercato (resi individuali “equivalenti”) DOPO L’INTERVENTO DEL WELFARE STATE: redditi familiari disponibili (resi individuali “equivalenti”)

Le tendenze della disuguaglianza

La disuguaglianza nei redditi (top 10%)

La disuguaglianza nella ricchezza

La disuguaglianza negli ultimi decenni

Dalla metà degli anni ’80 in quasi tutti i paesi avanzati la disuguaglianza dei redditi è peggiorata La disuguaglianza dei redditi lordi (di mercato) è peggiorata molto di più della disuguaglianza nei redditi netti (disponibili) In Italia fortissimo peggioramento della disuguaglianza di mercato, parzialmente contenuta dalla redistribuzione realizzata dal Welfare State Di recente forte crescita anche della povertà mentre il top 1% diventava sempre più ricco (effetti sulla classe media) A livello mondiale: “avvicinamento” di alcuni PVS in termini di reddito procapite (soprattutto Cina e India) ma crescenti disuguaglianze interne Povertà mondiale in apparente diminuzione… ma le migrazioni?

Andamento dell’indice di Gini dei redditi disponibili e di mercato in alcuni paesi OCSE, 1985-2010   Redditi disponibili equivalenti Redditi di mercato equivalenti (prima di imposte e trasferimenti) 1985 1995 2010 Danimarca 22.1% 21.5% 25.2% 37.3% 41.7% 42.9% Francia n.d. 27.7% 30.3% 47.3% 50.5% Germania 25.1% 26.6% 28.6% 43.9% 45.9% 49.2% Giappone 30.4% 32.3% 33.6% 34.5% 40.3% 48.8% Italia 28.7% 32.6% 31.9% 38.6% 46.5% 50.3% Paesi Bassi 27.2% 29.7% 28.8% 48.4% 42.4% Regno Unito 30.9% 33.7% 34.1% 46.9% 50.7% 52.3% Spagna 33.8% Stati Uniti 34.0% 36.1% 38.0% 43.6% 47.7% 49.9% Svezia 19.8% 21.1% 26.9% 40.4% 43.8% 44.1%

La povertà

Povertà relativa (Istat)

Povertà assoluta (Istat)

I poveri “assoluti” Tra il 2005 e il 2013 i poveri assoluti in Italia sono cresciuti di 3 milioni e 600 mila unità, raggiungendo la cifra di 6 milioni.

Popolazione a rischio di povertà (Eurostat)

E la classe media? la posizione di coloro che sono al “centro” negli ultimi anni è peggiorata (in senso assoluto o relativo). I figli della classe media di un tempo, anche se oggi potessero essere considerati classe media, sono più distanti da chi sta più in alto rispetto ai loro genitori e spesso stanno peggio anche rispetto ai propri genitori

I super ricchi

Commento Oggi è alta e crescente la quota di reddito appropriata dal piccolo segmento dei più ricchi nella società Molti di questi ricchi sono tali grazie al loro reddito da lavoro Questo vuol dire che il lavoro di alcuni vale, nei casi estremi, centinaia o migliaia di volte di più del lavoro di altri E’ equo tutto questo? Per rispondere occorre guardare ai meccanismi che generano queste disuguaglianze

Quota di reddito detenuta dall’1% più ricco

Quote di reddito dell’ 1% più ricco, 1980-2007   1980 1990 2000 2007 Stati Uniti 8,2 13 16,5 18,3 Italia 6,9 7,8 9,1 9,9

Il reddito dell’1% più ricco e quello medio   USA (dollari) ITALIA (euro) reddito medio dell’1% più ricco 1980 355.296 94.150 2007 1.056.905 180.416 variazione 1980/2007 197,50% 91,60% reddito medio della popolazione 43.452 13.645 57.669 18.296 32,70% 34,10% Quanti redditi “medi” Per un reddito “ricco”? da 8,2 a 18,3 da 6,8 a 9,9

Cause e meccanismi

Spiegazione prevalente La globalizzazione e il progresso tecnologico accrescono l’importanza del “capitale umano”. Questo viene remunerato di più e di conseguenza crescono le disuguaglianze nel mercato del lavoro: i più “istruiti” guadagnano molto di più dei meno “istruiti”. Quindi: spiegazione concentrata sul mercato del lavoro e sul capitale umano E’ soddisfacente questa spiegazione?

E’ vero che la disuguaglianza nel mercato del lavoro è molto cresciuta E’ vero che la disuguaglianza nel mercato del lavoro è molto cresciuta. Abbiamo fenomeni nuovi: working poor e working super-rich

Lavoratori a rischio di povertà

Sempre più redditi da lavoro tra i super ricchi La composizione del reddito del top 0,01%in Italia

L’improvviso “merito” dei manager

Titoli di studio elevati IN MEDIA danno significativi vantaggi economici Tuttavia le differenze di reddito e di benessere tra individui con lo stesso titolo di studio sono enormi e l’elevato titolo di studio non è garanzia contro la povertà ..e molti di coloro che hanno elevati titoli di studio lamentano la sottoutilizzazione delle loro competenze (overeducation)

L’istruzione in media rende

Ma la disuguaglianza a parità di istruzione è enorme

Come si spiegano le disuguaglianze a parità di istruzione? Molte possibili cause, in particolare Altre “abilità” non cognitive Varietà di forme contrattuali (e dimensioni delle imprese) Relazioni sociali e network

Il ruolo delle origini familiari Possono incidere su molte delle precedenti variabili In effetti sembra che in Italia incidano parecchio La meno giustificabile delle influenze è quella che opera attraverso i network e le relazioni personali Naturalmente oltre che sul reddito da lavoro il background familiare può incidere sul reddito da capitale (via trasmissione del patrimonio)

Il reddito dei genitori e il reddito da lavoro dei figli: il coefficiente β

BACKGROUND FAMILIARE E REDDITO DA LAVORO, A PARITA’ DI ISTRUZIONE I figli degli operai come termine di riferimento. 90% interval of confidence Fig. 4: OLS estimated coefficient of the association between Source: elaborations on EU-SILC 2005 Earnings with the same education… Il vantaggio dei figli dei manager è significativo e consistente in Spagna, Italia, UK e Irlanda. In UK il vantaggio medio è del 25% in Italia del 17%. Conclusioni simili per i figli degli impiegati

Il merito e le origini familiari Comunque si intenda il merito, difficilmente si può affermare che vi è merito se i redditi (anche quelli da lavoro) dipendono dalle origini familiari. I dati ci dicono che i redditi da lavoro in quasi tutti i paesi dipendono dalle origini familiari, e in Italia in modo particolarmente forte

L’influenza delle origini familiari Un canale molto importante è l’istruzione: un grandissimo numero di coloro che provengono da famiglie con basso reddito hanno titoli di studio più bassi Ma in diversi paesi, tra cui l’Italia, l’influenza della famiglia si manifesta anche indipendentemente dall’istruzione: c’è un effetto “diretto” della famiglia sull’occupazione e sul reddito da lavoro dei figli, probabilmente connesso alle reti di relazioni

COMMENTO In Italia le origini familiari incidono significativamente sul reddito da lavoro Lo fanno sia perché il sistema dell’istruzione (soprattutto terziaria) tende a escludere i “poveri” (criterio per la riforma della scuola?) sia perché nel mercato del lavoro vengono premiati altri “vantaggi” connessi alla famiglia Possiamo considerare equa la disuguaglianza che dipende da questi meccanismi reminiscenti dell’antico regime?

Ragioni per contrastare la disuguaglianza “Questa” disuguaglianza è poco accettabile per tanti motivi Inoltre essa non produce effetti positivi su altri fenomeni sociali e economici come talvolta si sostiene, in particolare sulla crescita Quindi occorre contrastarla….con quali strumenti?

Una tesi diffusa La disuguaglianza economica è indispensabile per la crescita economica, essenzialmente perché fornisce incentivi all’impegno individuale. Tesi molto popolare presso vari opinion makers spesso diffusa senza alcun riferimento a dati e fatti Ma quali prove abbiamo?

Crescita e disuguaglianza

COMMENTO Nessuna apparente relazione tra disuguaglianza e crescita In realtà secondo studi recenti del Fondo Monetario Internazionale e dell’OCSE la disuguaglianza danneggia e non favorisce la crescita Inoltre negli ultimi decenni la crescita è stata a vantaggio soprattutto dei più ricchi e, quindi, ha accresciuto le disuguaglianze, spesso non lasciando alcun beneficio a chi si trova più in basso. Quindi si è trattato di una “pro-rich growth”

Inoltre, la disuguaglianza sembra correlata con vari altri mali sociali Disuguaglianza, illegalità e corruzione: la forza perversa degli “incentivi” Disuguaglianza e influenza dei ricchi sui processi di decisione politica Disuguaglianza e caratteri “premoderni” delle società: la nozione di società estrattiva.

Corruzione e disuguaglianza

Commento La disuguaglianza di questa epoca storica è largamente inaccettabile perché non è equa e perché non è utile a nessun altro significativo obiettivo economico e sociale Contrastarla non vuol dire mirare a una società di assoluta eguaglianza economica ma a una società equa, anche nelle disuguaglianze In questa società, i cui contorni devono essere definiti meglio, le disuguaglianze sarebbero le conseguenze di “veri” meriti individuali perché sarebbe garantita: a) l’eguaglianza delle opportunità; b) la partecipazione a una “gara” aperta e non protetta Gli interventi per andare in questa direzione non mancano. L’importante è cominciare a discuterne seriamente.

Le politiche: un rapido sguardo Misure redistributive Progressività della tassazione del reddito Tassazione patrimoniale (Piketty) Tassazione eredità “Protezione” dei redditi più bassi Misure “Pre-distributive” Modifiche delle “dotazioni” degli individui (incluso capitale umano) Modifiche delle “regole del gioco”: nel mercato e all’interno delle imprese, “controllo” del progresso tecnologico Regolazione dei mercati finanziari

Le difficoltà a realizzare queste politiche In alcuni casi difficoltà “tecniche” Possibili anche alcuni (minori) effetti collaterali Ma l’ostacolo principale sono da un lato gli interessi degli avvantaggiati e dall’altro alcune idee/percezioni sulla disuguaglianza e le sue conseguenze

Conclusioni Le disuguaglianze dei redditi in molti paesi tra cui il nostro sono alte, risultano da processi ben poco equi e non producono effetti positivi Per contrastarle occorre un obiettivo chiaro e la consapevolezza che la disuguaglianza non si combatte solo con la redistribuzione del Welfare, ma anche “aggiustando” le regole del gioco Queste devono essere orientate a eliminare privilegi, a favorire la concorrenza “buona” e quindi a rendere “contendibili” anche le posizioni di vantaggio.

GRAZIE

Per approfondire… M. Franzini, Disuguaglianze inaccettabili. L’immobilità economica in Italia, Laterza 2013 M. Franzini, E. Granaglia, M. Raitano, Dobbiamo preoccuparci dei ricchi? Le disuguaglianze estreme nel capitalismo contemporaneo, Il Mulino, 2014 M. Franzini, M. Pianta, Disuguaglianze. Capitale, lavoro e nuove oligarchie, di prossima pubblicazione presso Laterza (tr. It di Explaining inequality, Routledge 2016) … e la rivista online Menabò di Etica e Economia, www.eticaeconomia.it