Il comportamento materno della scrofa
L’inizio della costruzione del nido viene innescato da un aumento dei livelli di prolattina, legato ad una diminuzione del progesterone e all’aumento della concentrazione di prostaglandine. Alcuni stimoli esterni regolano la raccolta del materiale per il nido, come la temperatura o il comfort della mammella. Inoltre, le variazioni nell’ambiente in cui la scrofa partorirà hanno un effetto sulla raccolta della paglia. La costruzione del nido termina nelle 4 ore precedenti l’inizio del parto. Un aumento dei livelli di ossitocina si verifica 6 ore prima dell’inizio del parto. Il rilascio di ossitocina è di fondamentale importanza per efficaci contrazioni dell’utero e la rapida nascita dei suinetti. La costruzione del nido
Una migliore performance nella realizzazione del nido è associata ad una nidiata più numerosa, ad un minor tasso di mortalità nei suinetti prima dello svezzamento e all’incremento della durata dei periodi di allattamento. Una interruzione nel comportamento di costruzione del nido rende il parto più stressante come dimostra l’aumento di cortisolo nel plasma delle scrofe allevate in gabbia.
Il parto Il meccanismo del parto viene innescato dagli stessi suinetti che, giunti al termine della gravidanza, iniziano a trovarsi in condizioni di stress e a produrre il cortisolo. Questo a sua volta genera sulla madre un effetto a cascata che porta alla liberazione di prostaglandine le quali sono responsabili della lisi dei corpi lutei e quindi dell’inizio vero e proprio del parto.
Il parto è una delle fasi più critiche dell’allevamento, poiché ha un impatto molto rilevante sulla sopravvivenza neonatale. La percentuale di nati morti va dal 3 al 12% e pesa per il 30-40% sul totale della mortalità neonatale.
I parti di durata superiore alle 3-4 ore sono considerati problematici. La mancanza di ossitocina bloccherà le contrazioni uterine e porterà ad un prolungamento del processo del parto con elevato numero di nati morti, aumento dei suinetti poco vitali ed incremento della mortalità pre- svezzamento. L’ambiente ristretto interferisce con la normale fisiologia della scrofa e la bassa concentrazione di ossitocina nelle scrofe in gabbia può dipendere dall’influenza degli oppioidi sul rilascio di ossitocina durante il parto.
La lattazione La scrofa ha la particolarità di dare alla luce un gran numero di lattonzoli ben sviluppati, capaci di poppare autonomamente e di combattere tra loro già pochi minuti dopo la nascita. Il processo dell’allattamento comprende una serie di complesse caratteristiche comportamentali e fisiologiche come il grugnito dei suinetti e della scrofa, il massaggio pre-eiezione della mammella, il rilascio di ossitocina, la breve eiezione di latte e la ripresa del massaggio della mammella.
I suinetti sono chiamati alla mammella dal grugnito della scrofa e proprio l’aumento nella frequenza del grugnito fa sì che essi inizino a succhiare il capezzolo. Le prime eiezioni di latte si manifestano già prima che il parto sia completo; eiezioni separate avvengono ad intervalli più brevi e con un’elevata variabilità, da 5 a 40 minuti durante le prime 8 ore dall’inizio del parto, avvicinandosi più tardi all’intervallo di 1 ora. Il colostro è disponibile continuamente nelle prime ore, per un periodo medio di 11 ore dopo l’inizio del parto.
Subito dopo la nascita, i suinetti combattono per l’accesso ai capezzoli, spostandosi da un capezzolo all’altro in un processo di assaggio che dura dalle 2 alle 6 ore dopo la nascita; gradualmente il ritmo di lattazione si sincronizza e si stabilisce un ordine di poppata. La scrofa è in grado di riconoscere i suinetti dalle tracce olfattive e si mostra spesso aggressiva nei confronti degli intrusi.
La distensione e l’allattamento, dal momento in cui comincia la lattazione, avvengono ad intervalli regolari di minuti, quando tutti i suinetti allattano allo stesso tempo. Il latte è disponibile soltanto durante l’eiezione, la quale a sua volta viene stimolata dal massaggio che i suinetti fanno alla mammella per 1-3 minuti. Meno suinetti massaggiano la mammella e più tempo occorre per ottenere il rilascio di ossitocina e la conseguente produzione di latte.
Una volta terminato il latte, i suinetti riprendono a massaggiare la mammella per vari minuti; più la nidiata prolunga il massaggio più la scrofa produce latte. Quando si verifica un impedimento del massaggio, i suinetti presentano una diminuzione nell’incremento di peso.
I problemi di comunicazione durante la lattazione Quando la scrofa è esposta al rumore di un ventilatore, che nasconde il grugnito, i suinetti sono meno attratti verso la mammella, la sincronizzazione del massaggio-allattamento si interrompe, il tempo totale del massaggio si riduce, i combattimenti per l’accesso ai capezzoli sono più frequenti e la produzione di latte diminuisce.
La mortalità pre-svezzamento è correlata positivamente al numero di gabbie parto presenti nella sala. La ragione di ciò è da ricercarsi nella maggiore difficoltà di pulizia dell’ambiente e nella regolazione sia della ventilazione che della temperatura negli spazi più grandi. Gli ambienti più grandi sono spesso più rumorosi, con la conseguenza di disturbare la scrofa in allattamento che quindi tenderà più spesso ad alzarsi e a distendersi, aumentando il rischio di schiacciamento dei suinetti.
Se i suinetti sono esposti ai grugniti di diverse scrofe, che rendono più difficoltoso identificare il grugnito materno, può accadere che la sincronizzazione della poppata sia ostacolata, almeno durante i primi giorni di vita. Spesso, quando una scrofa inizia ad allattare emettendo un tipico grugnito le altre la imitano. Quindi mantenere tutte insieme molte scrofe che hanno appena partorito, potrebbe ritardare la sincronizzazione della poppata e confondere i suinetti sulla disponibilità di latte.
Le scrofe che ricevono i suinetti di altre covate hanno intervalli più lunghi tra le lattazioni rispetto alle altre che allattano solo i propri suinetti. I suinetti di altre scrofe sembrano interferire con il processo di allattamento fino al punto che la proporzione di poppate “non nutrienti” aumenta, il che indica la possibilità che la scrofa sia disturbata a causa degli odori differenti o dei suoni dei suinetti estranei. I suinetti di nidiate con più alti tassi di mortalità presentano perdite di peso, mancanza di sincronizzazione della poppata, lotte più frequenti e per tempi più lunghi.
Gli effetti delle diverse tipologie di alloggio Alcuni autori hanno condotto degli studi per valutare gli effetti delle diverse modalità di stabulazione delle scrofe durante il parto e l’allattamento (gabbia parto, box e box in libertà) sul comportamento e sulle prestazioni produttive.
Nei box, le scrofe cominciano a costruire il nido aumentando i movimenti e concentrandosi sul pavimento e sul materiale disponibile per la lettiera; le scrofe nelle gabbie, senza la possibilità di muoversi e in assenza di materiale per il nido, sono attive verso le sbarre della gabbia e il pavimento. La durata del parto delle scrofe in gabbia è più lunga rispetto a quella delle scrofe nel box e nel box in libertà. Sempre per le scrofe in gabbia, l’intervallo medio di nascita dei suinetti è più lungo rispetto a quello delle scrofe nei due tipi di box.
Le scrofe nelle gabbie, a differenza di quelle nel box e nel box in libertà, mostrano un tasso più alto di suinetti nati morti, mentre non c’è alcuna differenza tra quelle nei due tipi di box. La mortalità causata dallo schiacciamento è superiore tra i suinetti delle scrofe nel box rispetto a quelli delle scrofe nel box in libertà e a quelli in gabbia. In confronto alle scrofe alloggiate nei box, le scrofe in gabbia restano più tempo in piedi, cambiano postura più frequentemente e interagiscono di più con il pavimento e le attrezzature. L’intervallo tra la nascita dell’ultimo suinetto e la posizione in piedi dopo il parto è più lungo per le scrofe nel box e nel box in libertà rispetto a quello delle scrofe in gabbia.
Dopo il parto la concentrazione di cortisolo è maggiore nelle scrofe in gabbia. Sempre nelle scrofe in gabbia, la concentrazione media degli impulsi post- espulsione di ossitocina tende ad essere più bassa in confronto a quella delle scrofe allevate nei box.
Produzione di latte nella scrofa % range Pg6,1(4,8-8,6) Lg 8,5 (6,2-11,7) Lattosio4,7 (5,3-5,6) Ceneri0,8 (0,7 -1,0) Mcal 1,2-1,3
LA SCROFA E’ UN’OTTIMA LATTIFERA: N° medio di suinetti per figliata = 12; N° pasti giornalieri x suinetto al giorno = 20; Quantità assunta in media in un pasto = 50 g; PRODUZIONE MEDIA GIORNALIERA = 12 suinetti x 20 pasti x 50g = 12 KG DI LATTE Appetito scarso dopo il parto DEFICIT ENERGETICO Da limitare con: Steaming-up adeguato; Razione in molti pasti e umidificata; Controllo dei parametri ambientali in sala parto;
La lattazione FATTORI che INFLUENZANO la QUANTITA’ del LATTE PRODOTTO: Giorno di lattazione: (picco intorno alla 2a-3a settimana); Fattori genetici: di razza e individuali; Ordine di parto: (meno in una primipara); Appetito della fattrice: influenza lo stato delle riserve corporee e quindi la produttività; Temperamento e istinto materno: (risposta allo stress del parto e della lattazione); Numero di suinetti: maggiore è il numero, maggiore sarà la secrezione lattea.
SVEZZAMENTO SV. TRADIZIONALE (28 giorni di vita) SV. PRECOCE (21 giorni di vita possibile solo se motivato) SVEZZAMENTO FRAZIONATO SVEZZAMENTO COMPLETO FASE DI GRANDE STRESS CONTROLLO ALL’AMBIENTE DEGLI SPAZI DELL’ALIMENTAZIONE DELLE PATOLOGIE (profilassi) FARE GRUPPI OMOGENEI (per peso, per età) TUTTO PIENO TUTTO VUOTO
METODI di SVEZZAMENTO 1)SEPARAZIONE BRUSCA Scrofa e suinetti allontanati bruscamente Metodo drastico STRESS 2) SVEZZAMENTO FRAZIONATO Suinetti piùpesanti allontanati prima; -Graduale messa in asciutta meno stress x la scrofa 3) SVEZZAMENTO in SALA PARTO Allontanare la scrofa e lasciare i suinetti in sala parto riduzione stress nei suinetti
Ambienti grandi e rumorosi aumentano la competizione per i capezzoli nei suinetti e la produzione di latte diminuisce. In queste condizioni la scrofa si agita maggiormente aumentando il rischio di schiacciamento dei suinetti. L’ambiente ristretto della gabbia parto determina un aumento dei parti languidi con elevato numero di nati morti, aumento dei suinetti poco vitali ed incremento della mortalità pre-svezzamento. La restrizione dello spazio nella gabbia parto determina maggiore irrequietezza nella scrofa con aumento della mortalità per schiacciamento. La pratica del pareggiamento delle nidiate interferisce negativamente sulla produzione di latte e sulla fisiologia riproduttiva della scrofa. Conclusione
Conclusione Una maggiore conoscenza del comportamento animale in tutte le fasi di vita è di fondamentale importanza ai fini dell’ottimizzazione delle strutture e delle tecniche di allevamento. Lo scopo ideale sarebbe quello di riuscire a migliorare le condizioni di vita dei soggetti in allevamento lasciando loro la possibilità di crescere in un ambiente che rispecchi quanto più possibile quello naturale. L’attuale normativa che regola il benessere nell’allevamento suino ha provato a dare delle linee guida che, tuttavia, tendono a considerare in misura maggiore gli interessi degli allevatori piuttosto che quelli degli animali. Le gabbie parto sono ancora una realtà dell’allevamento intensivo della scrofa e andrebbero riconsiderate alla luce anche degli studi più recenti.