Inclusione e democrazia Francesca Valentini Difficoltà d’apprendimento e Bisogni Educativi Speciali.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
I Bisogni Educativi Speciali
Advertisements

DISTURBI SPECIFICI APPRENDIMENTO D.S.A
Rapporto fra DSA e insegnamento
L'INSEGNANTE SPECIALIZZATO PER LE ATTIVITA' DI SOSTEGNO
Mestre, r.anoè. Il processo di inclusione in Italia Elevata giurisdizionalizzazione Debolezza del quadro di riferimento pedagogico Prevalenza.
Osservatorio Locale Distretto 4 Bagheria Formazione G.O.S.P. a.s. 2011/2012 Piano Didattico Personalizzato.
Verona, r.anoè. Il processo di inclusione in Italia Elevata giurisdizionalizzazione Debolezza del quadro di riferimento pedagogico Prevalenza.
I Bisogni Educativi Speciali
Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012
Direttiva ministeriale del 27/12/2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione.
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
PEDAGOGICO-DIDATTICI
Integrazione inclusione Il Bisogno Educativo Speciale BES
Lapprendimento personalizzato offre una via duscita alla questione dello svantaggio e pone ogni allievo nella condizione di realizzare tutto il suo potenziale.
Sintesi ragionata della direttive ministeriali sui BES
I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI: Gruppo di Sperimentazione
TECNOLOGIA DISABILITA ED INCLUSIONE SCOLASTICA DUE VARIABILI ED UN PROCESSO PER TRASFORMARE LE TEORIE IN PRASSI Fossalta di Piave, 11 ottobre 2008.
LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico Riconosce e definisce la dislessia, la.
“Le sfide dell’essere educatore: criticità e prospettive”
SUISM – a.a. 2007/08DIDATTICA GENERALE MARIO CASTOLDIINSEGNAMENTO RECIPROCO ANALISI DELLESPERIENZA CHE COSA CARATTERIZZA IL METODO DELLINSEGNANTE? QUAL.
Funzione strumentale area 2: sostegno al lavoro dei docenti
I bisogni educativi speciali dopo la direttiva del 27 dicembre 2012
CONSIDERAZIONI SULLA DIRETTIVA 27/12/2012 C.M. 6/03/2013 e
INCLUSIONE SCOLASTICA
Come rispondere ai bisogni educativi speciali
(DIRETTIVA MINISTERIALE 27 DICEMBRE 2012)
Istituto Comprensivo “A. Belli” Sabbio Chiese a.s ’13
Handicap e tecnologie: quale connubio?
La scuola come non dovrebbe essere
PROTOCOLLO “Buone prassi di integrazione scolastica”
Direttiva del CM 8 del B E S
LA NORMATIVA La Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 ridefinisce e completa il tradizionale approccio all’integrazione scolastica, basato sulla.
CIRC. 27/12/2012 “STRUMENTI D’INTERVENTO PER ALUNNI CON
ALUNNI CON B. E. S. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Circolare Ministeriale N.8 Prot. 561 Del 06/03/2013
Una scuola di tutti e di ciascuno DSA e BES 11 Aprile 2014 Relatrice: Tiziana Bianconi.
ALUNNI BES PROTOCOLLO SEGNALAZIONE
“E’ una persona integrata quella che conserva una propria identità diversa dalle altre e con il suo posto nel gruppo”
traiettorie di operatività
DALL’INSERIMENTO ALL’INCLUSIONE
Docente neo-immessa in ruolo: prof.ssa Rosa Amato
ISTITUTO COMPRENSVO DI ALI’ TERME POF
P IANO A NNUALE D’ I NCLUSIVITÀ ALUNNI Carloforte 09 maggio 2015.
Integrazione sulla parte dedicata ai DSA Strumenti compensativi: sintesi vocale, registratore, programmi di video scrittura, calcolatrice, tabelle, formulari,
CORSO DI FORMAZIONE- PRESUPPOSTI TEORICI PER LA STESURA DI UN PDP
Decreto attuativo 5669 del 12 luglio 2011 Linee guida
AZIENDA ULSS 20 DI VERONA LA DISABILITA’ COME RISORSA PER LO SVILUPPO DI COMPETENZE RELAZIONALI, SOCIALI, EMOTIVE L’AZIENDA ULSS PROMUOVE I LABORATORI.
Mappa dei Bisogni Educativi Speciali
D.S.A. LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico.
PAI Piano Annule di Inclusione
La normativa Miur per l’inclusione dei BES
BES: parliamone insieme
Bisogni educativi speciale e disabilità
INCLUSIONE E BES.
TAVOLO DI COORDINAMENTO TRA MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI E LE CITTA’ RISERVATARIE AI SENSI DELLA LEGGE 285/97 INCONTRO TECNICO ROMA,
Direttiva MIUR 27 DICEMBRE 2012 C.M. N° 8 DEL 3 MARZO 2013.
BES – DSA – DISABILITA’ Chiariamoci le idee … Scuola Secondaria di 1°Grado «G.Bianco – G.Pascoli» Collegio dei Docenti del 07/05/14.
B isogni E ducativi S peciali Alunni diversamente abili Alunni dsa adhd o con altre certificazioni mediche Alunni con particolari esigenze NON certificate.
Istituto Comprensivo “Roccagorga-Maenza” Per una scuola attenta ai….. Bisogni Educativi Speciali Gruppo di Lavoro per l’Inclusione Scolastica.
ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI dalla Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 alla Circolare Ministeriale n.8, del 6 marzo 2013.
Direzione Didattica Circolo 3 Sesto Fiorentino Gruppo di Lavoro per l'Inclusione LE FAMIGLIE SI CONFRONTANO PER UNA SCUOLA INCLUSIVA 25 GENNAIO 2016 Direzione.
Piano Provinciale di Formazione rivolta ai docenti neoassunti A.S. 2015/16 attività laboratoriale a cura di Davide Ceccaroni – I.P.S. Versari/Macrelli.
BES Direttiva MiurDirettiva Miur del 27 dicembre 2012del 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento“Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi.
Il ruolo dei docenti nell’individuazione dei BES Conferenza di Servizio - UST Vicenza 3 dicembre 2013 Flavio Fogarolo.
BES - ICF Michele Cirelli, PhD Psychologist
FS AREA 1 LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 Nuove norme in materia di DSA Disturbi Specifici di Apprendimento in ambito scolastico.
L’area dei Bisogni Educativi Speciali, conosciuta in Europa come Special Educational Needs, rappresenta quell’area dello svantaggio scolastico che comprende.
Formazione docenti Mercoledì 16 marzo 2016 C entro T erritoriale per l’ I nclusione Verdellino Spunti operativi per una scuola interculturale docenti:
Misure dispensative e strumenti compensativi
Didattica inclusiva della matematica IIS Federico Caffè maggio 2016 Vera Francioli & Claudio Marchesano Introduzione Insegnamento capovolto & Apprendimento.
Transcript della presentazione:

Inclusione e democrazia Francesca Valentini Difficoltà d’apprendimento e Bisogni Educativi Speciali

IL RUOLO DELL’INSEGNANTE La figura dell’insegnante di sostegno rappresenta una risorsa di coordinamento per la classe che accoglie allievi con difficoltà di apprendimento, ma l’azione dell’inclusione è compito di tutti i docenti.

IL PERCORSO FORMATIVO Evoluzione del processo di formazione in una ottica finalizzata a fornire strumenti efficaci per l’acquisizione dell’autonomia sociale dell’allievo con Bisogni Educativi Speciali. Valorizzazione delle attività disciplinari in funzione della risposta ai bisogni educativi e formativi dell’allievo. Confronto tra teorie e pratiche educative. Stimolo ad approfondire i fondamenti di aree disciplinari diverse per favorire la cooperazione.

Alunni con BES Alunni con disabilità per i quali esiste una documentazione medica (legge 5 febbraio 1992, n.104). Alunni con disturbi evolutivi specifici, con documentazione medica (legge 8 ottobre 2010, n.170). Alunni con svantaggio socio - economico, linguistico, culturale (Dir. Min. 27/12/2012; Circolare n. 8 del 6 Marzo 2013) per i quali esiste documentazione medica, pedagogica o segnalazione dei servizi sociali, che renda necessaria “…. una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano conto di caratteristiche peculiari del soggetto …”

Dall’integrazione all’inclusione Organizzare la distribuzione delle risorse di sostegno e recupero a favore di allievi con: difficoltà di apprendimento problematiche causate da motivi familiari, sociali, economici, etnici.

DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO Rallentamento dei processi di apprendimento con esiti negativi se non si attivano necessari interventi individualizzati/personalizzati.

ALLIEVI CON DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO Alunni che presentano deficit di sviluppo certificati, con difficoltà negli apprendimenti scolastici, a causa di diverse difficoltà nelle abilità di autonomia, nella socialità, nella comunicazione, nelle abilità cognitive. Alunni “normali” che incontrano difficoltà significative negli apprendimenti scolastici tradizionali della lettura, della matematica e del calcolo, della scrittura, delle capacità di autoregolazione cognitiva e comportamentale.

INDIVIDUALIZZAZIONE/PERSONALIZZAZIONE DELL’INSEGNAMENTO Attiva una didattica avanzata Contribuisce a ridurre le difficoltà di apprendimento Rende gli apprendimenti più facili, alla portata di un maggior numero di alunni.

INDIVIDUALIZZAZIONE O PERSONALIZZAZIONE “..la didattica individualizzata consiste in attività di recupero individuale per potenziare abilità o acquisire specifiche competenze … la didattica personalizzata calibra l’offerta sulla specificità e unicità personale dei bisogni educativi …. per favorire l’accrescimento dei punti di forza, …… lo sviluppo consapevole del talento di ciascun alunno.

APPRENDIMENTO La sinergia tra didattica individualizzata e didattica personalizzata determina per l’alunno con DSA, le condizioni per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento. individualizzazionepersonalizzazione

Strumenti compensativi Utilizzo, commisurato alle necessità individuali e all’entità del disturbo di apprendimento, di strumenti come calcolatrici, tabelline, formulari, sintesi vocale, registratore e altri. Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA (Decreto Ministeriale 2011)

Misure dispensative Interventi che consentono allo studente, senza differenziare il percorso in ordine agli obiettivi, di non svolgere prestazioni che, a causa del disturbo, risultano difficoltose e non migliorano l’apprendimento. Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA (Decreto Ministeriale 2011)

LE RISORSE DELL’INDIVIDUALIZZAZIONE Le risorse dell’individualizzazione sono utilizzate per il beneficio di tutti gli allievi. L’elaborazione della Diagnosi Funzionale del Profilo Dinamico Funzionale e del Piano Educativo Individualizzato era limitata solo agli allievi certificati. Ogni alunno apprenderà meglio tutti possono trarre benefici da una didattica individualizzata

IL PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO E’ lo strumento che consente il passaggio da una scuola differenziata ad una scuola per tutti dove ognuno può seguire un percorso didattico costruito sulle sue specifiche necessità. il fine è realizzare, all’interno del Piano Educativo Individualizzato, un percorso che renda significativa la presenza dell’allievo in classe.

IL PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO Strumento personalizzato didattico - pedagogico per favorire i processi di apprendimento, rendere funzionale la comunicazione scuola/famiglia. La personalizzazione non richiede un rapporto individuale ma indica l’uso di strategie didattiche finalizzate a garantire a ogni studente di coltivare le proprie potenzialità intellettive. Viene redatto a scuola dagli insegnanti.

LA COLLABORAZIONE E LA COOPERAZIONE La qualità dell’inclusione è opera di tutti gli insegnanti della classe. Alcuni insegnanti credono di non possedere le competenze per lavorare con determinati allievi.

Gli insegnanti curriculari Alcuni insegnanti di sostegno pensano di essere gli unici titolari dell’insegnamento all’allievo in situazione di handicap. Molti pensano che l’insegnante di sostegno sia un insegnante con compiti, più che didattici, di controllo e di custodia.

I PRIMI PASSI Osservazione sistematica Analisi degli obiettivi della classe Scelta degli obiettivi individualizzati Confronto con il gruppo/classe

Una risorsa per tutti Siamo sicuri che in una classe tutti gli allievi sappiano leggere l’orologio, siano in grado di usare il denaro, sappiano pianificare un acquisto? Forse molte attività che l’allievo svolge isolato potrebbero trovare un piccolo spazio nella programmazione di classe!

AIUTARE UN COMPAGNO Può darsi che gli allievi di una classe non necessitino di nessuno degli interventi programmati per l’allievo in difficoltà! Tutto ciò che fa riferimento al compagno disabile è una perdita di tempo!

Aiutare un compagno Davanti alla necessità di insegnare qualcosa si impara a: individuare tutti gli elementi fondamentali di un problema; portare qualcuno, passo dopo passo, a cercare la soluzione; dividere un compito complesso in parti più semplici; fornire aiuti e facilitatori.

Il tema di Gerta, una alunna albanese L’acqua e il suo immaginario Resto seduta di fronte a lui e mi ciama, mi ciama in nome e mi sorride con la sua facia dolce. Il suo colore qualche parte blu e qualche parte celeste mi tranquilla l’anima. E facciamo a parlare. Lo racconto tutte le mie cose e lui mi ascolta, è il migliore amico che ho, che non mi tradisce mai. Il mio migliore amico è l’acqua, il mare. Tutte le volte quando sto con lui aspettiamo il tramonto. Quando sono triste lui mi abbraccia forte e mi tranquilla il corpo e mi toglie tutti pensieri tristi della mente, ma quando è triste lui io non facio niente io solo lo vedo e lui questo vuole …. (da Insegnare a chi non vuole imparare di Bagni Conserva 2005 EGA Editore)

Il rapporto tra studenti e insegnanti Gli insegnanti sono la risorsa più preziosa della scuola. Una migliore prestazione degli studenti sembra correlata: alle aspettative che gli insegnanti hanno nei confronti dei loro allievi; al livello di soddisfazione che gli insegnanti traggono dal loro lavoro.

LA QUALITA’ DEL LAVORO UNA SCUOLA INCLUSIVA E’ UNA SCUOLA IN CUI SI OPERA IN UN GRUPPO DI QUALITA’!

LA QUALITA’ NEL PERCORSO FORMATIVO DEL DOCENTE La qualità del percorso formativo è garantita dallo stimolo costante ad imparare per trasferire in ambiti sempre diversi le proprie capacità.

Il METODO COOPERATIVO La strategia è quella di stimolare interazioni che attivino opportunità di collaborazione e di cooperazione. La cooperazione è la vera strategia per amplificare ogni esperienza individuale oltre gli ambiti strettamente disciplinari.

LA SOLA MOTIVAZIONE Un livello elevato di motivazione non garantisce la continuità dell’impegno in un lavoro di gruppo.

L’ INTERAZIONE La motivazione, deve essere intesa in una prospettiva interattiva tra le persone ed una ampia gamma di circostanze.

IL RISULTATO La motivazione on è una condizione preesistente, una serie di caratteristiche personali immodificabili, è un obiettivo formativo, da raggiungere tramite l’interazione, all’interno di un contesto.

Risorse per l’ Inclusione Costituzione del GLI (Direttiva 2012, Circolare n.8 6/3/2013) Presenza di una funzione strumentale Uso efficace degli strumenti di inclusione: P E I (Legge 104/92) e PDP (Legge170/2010) Collegialità degli interventi Piano Annuale per l’Inclusività (PAI) (Direttiva 2012, Circolare n.8 6/3/2013)

IL PAI Piano Annuale per l’Inclusività Direttiva 27 dicembre 2012 e C.M. n. 8 del 6/3/2013 Il PAI non è un adempimento burocratico. Promuove consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei “risultati” educativi Determina un contesto educante per realizzare concretamente la scuola “per tutti e per ciascuno”.