Parma e la Strategia europea per l’occupazione Parma, 17 Aprile 2007 Collegio Europeo – Sala «Jean Monnet» presentazione a cura di Pier Giacomo Ghirardini Monica Pellinghelli OML O SSERVATORIO SUL M ERCATO DEL L AVORO A SSESSORATO F ORMAZIONE P ROFESSIONALE P OLITICHE DEL L AVORO E P ARI O PPORTUNITÀ
Autori Pier Giacomo Ghirardini (ricercatore responsabile dell’Osservatorio sul Mercato del Lavoro, ha esteso il testo del rapporto in qualità di analista e ha realizzato le previsioni demografiche nel primo capitolo) Monica Pellinghelli (ricercatrice dell’Osservatorio sul Mercato del Lavoro, ha realizzato la documentazione statistica del rapporto e ha curato la raccolta, il controllo e la standardizzazione delle basi di dati nazionali e internazionali) Ringraziamenti Gaetana Ariu (Laboratorio per l’innovazione del sistema formativo, documentazione sulle politiche comunitarie) Maurizio Marengon (statistico del Servizio Lavoro della Regione Emilia-Romagna, ha condotto le operazioni di filtraggio ed estrazione delle informazioni sui database regionali Istat relativi alle rilevazioni sulle forze di lavoro )
Lisbona e la Strategia europea per l’occupazione La piena occupazione come equilibrio avanzato fra società, lavoro e mercato
Lo spirito di Lisbona il Consiglio europeo di Lisbona del marzo 2000 fissa un nuovo obiettivo strategico: fare dell’Unione europea l’area economica basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo arrivare alla piena occupazione entro il 2010 e a un generale miglioramento delle condizioni di lavoro: - tasso medio di occupazione = 70% - tasso di occupazione femminile = 60% - tasso di occupazione dei lavoratori anziani = 50% collegare l’Europa e collegare i mercati moltiplicare gli investimenti nella ricerca e nella conoscenza per incentivare competitività e crescita
La Strategia europea per l’occupazione (Seo) nasce nel 1997 (Consiglio di Lussemburgo) dal 2000 la Strategia europea per l’occupazione si è posta, per quel che riguarda le politiche del lavoro, come strumento di realizzazione della più ampia Strategia di Lisbona nel 2003 la Seo è stata riformata sulla base di tre nuovi grandi obiettivi: - raggiungere la piena occupazione - migliorare la qualità e la produttività del lavoro - rinforzare la coesione e l’inclusione sociale il Consiglio europeo del 12 luglio 2005 ha definito gli Orientamenti per l’occupazione
Orientamenti integrati per l’occupazione (Employment Guidelines) 17Attuare strategie volte alla piena occupazione, a migliorare la qualità e la produttività sul posto di lavoro e a potenziare la coesione sociale e territoriale 18Promuovere un approccio al lavoro basato sul ciclo di vita 19Creare mercati del lavoro inclusivi e rendere il lavoro più attraente e proficuo per quanti sono alla ricerca di impiego e per le persone meno favorite e inattive 20Migliorare la risposta alle esigenze del mercato del lavoro 21Favorire al tempo stesso flessibilità e sicurezza occupazionale e ridurre la segmentazione del mercato del lavoro, tenendo debito conto del ruolo delle parti sociali 22Garantire un’evoluzione del costo del lavoro e meccanismi per la determinazione dei salari favorevoli all’occupazione 23Potenziare e migliorare gli investimenti in capitale umano 24Adattare i sistemi di istruzione e formazione ai nuovi requisiti in termini di competenze
La batteria di indicatori di monitoraggio degli Orientamenti per l’occupazione: un esempio 17. Attuare strategie volte alla piena occupazione, a migliorare la qualità e la produttività sul posto di lavoro e a potenziare la coesione sociale e territoriale 17.1Tasso di occupazione 17.2Tasso di crescita dell’occupazione 17.3Tasso di occupazione in termini di unità di lavoro equivalenti a tempo pieno 17.4Tasso di crescita del Prodotto interno lordo 17.5Tasso di crescita dell’offerta di lavoro 17.6Tasso di disoccupazione 17.7Tasso di attività …… 17.11Disequilibri regionali – regioni sottoperformanti
Un approccio di valutazione comparativo i risultati della ricerca sono riferiti complessivamente ad una batteria di circa 30 indicatori calcolati per… le 9 province dell’Emilia-Romagna il totale Emilia-Romagna e Italia i 25 Stati membri che costituivano l’Unione europea nel 2005 il totale dell’Unione europea, dell’Europa «a 15» e dei 10 paesi «neocomunitari» al 2005 informazioni integrative di tipo demografico (previsioni al 2010) analisi dell’evoluzione strutturale del Valore aggiunto, del Pil e della produttività del lavoro nell’ultimo decennio ( )
Gli obiettivi occupazionali 2010 La prospettiva del «possibile» e le criticità per il raggiungimento dei principali obiettivi quantitativi
I vincoli al raggiungimento degli obiettivi Seo pesante vincolo sociodemografico posto da una bassa partecipazione al mercato del lavoro delle donne e della popolazione lavorativa più anziana insufficiente crescita economica e scarso peso specifico e qualità dei «nuovi» posti di lavoro la questione del part-time il cruciale dilemma della conciliazione vita-lavoro le difficoltà del sistema nel sostenere le competenze dei lavoratori nell’arco della vita lavorativa incombente ripresa della disoccupazione giovanile nuova segmentazione del mercato del lavoro fra cittadini italiani e stranieri (quarta fase migratoria)
Proiezione delle forze di lavoro al 2010 previsione sui tassi specifici di attività proiezione demografica relativa alla popolazione in età lavorativa +
Occupati / popolazione totale di anni
Occupati / popolazione femminile di anni
Occupati / popolazione anziana di anni
Lavoro e ciclo di vita La scarsità di «reali» posti di lavoro femminili, la parità delle opportunità e la conciliazione lavoro-vita privata
Ogni 100 donne si registrano sì 60 occupate ma sono equivalenti a 40 lavoratrici a tempo pieno
Il divario di occupabilità fra uomo e donna ci vede ancora distanti dalla media europea
Copertura dei servizi per l’infanzia 0-2 anni = 33% 3-5 anni = 90%
Servizi per l’infanzia = partecipazione femminile province dell’Emilia-Romagna, anni
La solidarietà fra generazioni I rischi di disoccupazione giovanile e di nuove segmentazioni, il problema dell’invecchiamento attivo
2003: l’immigrazione ha invertito la tendenza secolare di declino della popolazione giovanile
La quarta fase dell’immigrazione ripropone una disoccupazione giovanile quasi «dimenticata» …
… rischiando di compromettere la capacità di inclusione del nostro mercato del lavoro
L’elevamento del livello dell’occupazione nelle età più elevate avrà conseguenze sul turn-over?
Il problema non è solo nell’età di pensionamento ma nello scarso numero dei lavoratori anziani obiettivo Seo 2010 = 64,9 anni
La precarietà nel mercato del lavoro è la carenza di posti di lavoro standard alle dipendenze
La sfida della crescita È molto più difficile crescere … … per chi è già cresciuto: la sfida della produttività e della competitività
Parma conserva una invidiabile capacità nel produrre ricchezza …
…che pone la nostra provincia allo stesso livello di regioni europee dalla notevole performance Gloucestershire, Wiltshire and North Somerset ( euro) Salzburg (30.487) Lombardia (30.426) Stuttgart (30.328) Provincia Autonoma Bolzano/Bozen (30.141) Bedfordshire and Hertfordshire (29.598) Mittelfranken (29.499) Vorarlberg (28.905) Karlsruhe (28.876) Etelä-Suomi (28.681) Zuid-Holland (28.561) Comunidad de Madrid (28.416) Lazio (28.345) Tirol (28.254) Surrey, East and West Sussex (28.051) Prov. Vlaams-Brabant (27.973) Pil per abitante nel 2004 in PPS (euro)
… con una crescita del Pil significativa anche nel difficile biennio
Il problema è la crescita della produttività a prescindere dall’adesione a «tesi decliniste» non vi è dubbio che nel nostro Paese a partire dal 2001 vi sia stata una variazione negativa della produttività la recente ricerca Ervet segnala il problema della produttività come quello più critico per la Regione la scarsa produttività del lavoro è dipesa: - da un «effetto composizione» nel Valore aggiunto (maggiore crescita del terziario più labour intensive) - da scarsi investimenti in capitale umano - da scarsi investimenti in nuove tecnologie - da un clima negativo di aspettative imprenditoriali - da scarsa propensione all’innovazione
Parma condivide però la stagnazione della produttività acuitasi in Italia dopo il 2001
Lo sviluppo delle attività terziarie più labour intensive ha depresso localmente la produttività
La popolazione lavorativa esprime una ancora bassa propensione al Life-long learning …
… e un livello bassissimo di formazione continua degli occupati alle dipendenze
Una scarsa crescita degli investimenti in capitale fisico specie nel settore delle TIC
«Competitività» è «occupazione» Gli indicatori non valgono per quello che sono ma per quello che indicano: il monitoraggio è un mezzo la riflessione è il fine
Parma e la Strategia europea per l’occupazione Parma, 17 Aprile 2007 Collegio Europeo – Sala «Jean Monnet» presentazione a cura di Pier Giacomo Ghirardini Monica Pellinghelli OML O SSERVATORIO SUL M ERCATO DEL L AVORO A SSESSORATO F ORMAZIONE P ROFESSIONALE P OLITICHE DEL L AVORO E P ARI O PPORTUNITÀ