Quale governance per l’Università? Il caso italiano a confronto con le esperienze europee presentazione del volume L’Università italiana e l’Europa Analisi.

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Transcript della presentazione:

Quale governance per l’Università? Il caso italiano a confronto con le esperienze europee presentazione del volume L’Università italiana e l’Europa Analisi dei sistemi di istruzione superiore: Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Svezia, Ungheria di Anna Laura Trombetti e Alberto Stanchi (Rubbettino Editore, 2010) Trieste, 14 marzo 2011

Obiettivi Conoscere (meglio) struttura e funzionamento di alcuni sistemi europei di istruzione superiore Contribuire a colmare una delle lacune più vistose delle ricerche condotte in Italia (oggi se ne contano un buon numero, quasi assenti quando abbiamo iniziato il lavoro) Fornire uno strumento propedeutico ad approfondimenti Approccio descrittivo Confronto fra sistemi di istruzione superiore, NON fra singoli atenei Analisi condotta su basi bibliografiche e sitografiche, avvalorata da confronti con esperti stranieri Metodologia

Organizzazione del volume Un capitolo per argomento: sistema di formazione superiore, studenti, governance, docenti, finanziamento, valutazione All’interno di ciascun capitolo sono analizzati tutti i 7 paesi (Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Svezia, Ungheria) Schemi riassuntivi al termine di ciascun capitolo Al termine del volume: alcune indicazioni per l’Italia (sole 25 pagine su 900) È un’analisi di base: non può rispondere a tutti gli interrogativi Non tiene conto delle evidenti e profonde differenze fra atenei Non è stato costituito un gruppo di lavoro (un esperto per paese), né sono state condotte interviste strutturate Limiti della ricerca

I paesi 6 paesi, oltre all’Italia, per non limitare l’analisi alle 4 realtà più note e analizzate, estendendola a paesi collocati in diverse aree geografiche e sociali Scelta dei paesi non guidata dai temi che si volevano affrontare Paesi (e relativi sistemi di istruzione superiore) molto diversi per storia, organizzazione, livello di finanziamento, ma trattati con metodologia uniforme Temi volutamente ampi: istituzioni formative, attuazione del Bologna process, politiche di accesso; contribuzione studentesca, diritto allo studio; governance di sistema e di ateneo; reclutamento, compiti e retribuzioni dei docenti; politiche di finanziamento; valutazione della didattica e della ricerca Non c’è un capitolo specifico sulla ricerca, ma se ne parla in più parti I temi

I sistemi di istruzione superiore analizzati PaeseOrganizzazione complessiva Statale vs Federale Autonomia degli atenei ItaliaUnitario: UniversitàStatale. Regioni: DSU e ricerca Crescente, ma ancora limitata FranciaUniversità, Grandes Écoles, percorsi professionalizzanti Statale. Regioni: competenze modeste Crescente, ma ancora limitata GermaniaUniversità e Fachhochschulen FederaleSchemi eterogenei in rapida transizione Regno Unito Formalmente unitario, ma molto diversificato Statale, con poche differenze regionali Elevata; Stato: ruolo di indirizzo e valutazione SpagnaUnitario: UniversitàStatale-FederaleCrescente, ma ancora limitata SveziaFormalmente unitario (presenza università e college) StataleElevata (ma inferiore a UK); Stato: indirizzo e valutazione UngheriaFormalmente unitario (presenza università e college) StataleCrescente, ma ancora limitata

La governance universitaria: i 2 piani Governance di SistemaGovernance di Ateneo CHI deve fare COSA tra Stato (o sue articolazioni) e Atenei CHI deve fare COSA all’interno degli Atenei Stato, Regioni, Atenei Risorse finanziarie (autonomia di spesa, di stabilire le tasse studentesche) Didattica (come si approva e si valuta un corso) Gestione del personale (a chi compete il reclutamento e con quali criteri, chi stabilisce i compiti didattici e le retribuzioni) Organi collegiali (Senato e CdA) Organi individuali (Rettore, Presidi, Direttori di Dipartimento) Interdipendenza

Governance di Ateneo

CdA: sempre più l’organo di indirizzo strategico Italia legge 2010 Francia legge 2007 Germania leggi Länder UK Prassi + legge 1992 Spagna leggi 2001 e 2007 Svezia legge 1993 OldNew Membri VariabileMax 56Max 15 Esterni< 30% %Pochi100%< 20%50% Chi sceglie esterni ??RettoreMinistro opp. Ministro e Senato Autorità esterne e Senato 3 scelti dal Consejo social Ministro Nomina interni (docenti) ??Eletti dai docenti Eletti dai docenti o nominati dal Senato 70% eletti, 30% nomina Rettore Eletti (3 su 15) NotePoteri crescenti In transizione Poteri elevati ma NON gestione ordinaria Pochi esterni per forti resistenze Unico organo collegiale Esterni: imprenditori, rappresentanti enti locali, accademici, …

Rettore: poteri crescenti ItaliaFranciaGermaniaUKSpagnaSvezia Elezione vs Nomina Eletto dai docenti Eletto dal CdA (solo interni) Eletto dai docenti, da CdA o da Senato Nomina CdA o CdA e Senato Eletto dai docenti o da Senato Nomina governo su proposta CdA PoteriIndirizzo, iniziativa, proposta, program- mazione Contratti con Stato, veto su reclutamento Crescenti / esercitati da Rettorato Delegati da CdA, gestione ordinaria Attua decisioni CdA Delegati da CdA. Gestione generale Presiede organi Senato e CdA CdA, CS e CEVU Senato e CdA Membro di diritto CdA Sfiducia2/3 Senato, dopo 2 anni Non previstaCdA o Senato con magg. qualific. CdA2/3 Senato CdA Tendenza alla managerializzazione ma chiare differenze nel meccanismo di NOMINA (e quindi di responsabilità)

Senato: ruolo consultivo su didattica e ricerca Note: Francia: 2 organi collegiali con poteri consultivi (CS e CEVU) Spagna: oltre a CdA e Senato, istituto il Consejo social, maggioranza di esterni, per collegamenti con il territorio Germania: in qualche caso il Senato ha poteri maggiori di quelli del CdA ItaliaFrancia (CS e CEVU) GermaniaUKSpagna MembriMax VariabileMax 300 Nomina interni (docenti) Eletti dai docenti + figure apicali PoteriConsultivi Sfiducia Rettore ConsultiviConsultivi vs decisionali (sempre meno). Può eleggere e sfiduciare Rettore Consultivi (differenze Old- New). Può contribuire a nominare il Rettore Consultivi. Può eleggere e sfiduciare Rettore

Strutture intermedie e di base (didattica e ricerca) ItaliaFranciaGermaniaUKSpagna Quante strutture intermedie Max 12UFR: molte (coord. debole) Facoltà: molte (coord. debole) Faculty: poche (coord. forte) Facoltà: molte (coord. debole) Nomina responsabili strutture intermedie Eletto da organo direttivo / nominato Eletti dai docenti delle UFR Eletti dai docenti delle facoltà Nomina Rettore Eletti dai docenti delle facoltà Poteri strutture intermedie ??Organizzativi (no finanziamen- ti) OrganizzativiDecide fin.ti ai Dip. Organizzativi Strutture di base Dip (min docenti) Istituti, scuole, laboratori Dip. / istitutiDip. Poteri strutture di base Did.& ric. Ricerca Numero, poteri e nomina dei responsabili delle strutture intermedie: funzione del modello di governo e delle dimensioni dell’ateneo

Due esempi dalla recente letteratura Leicester (UK)Strasburgo (F) N. iscritti LocationCittadina di provinciaMedio-grande centro urbano N. strutture intermedie 4 Colleges8 Collegiums che coordinano 29 Facoltà (UFR) e 9 istituti e scuole N. strutture di base costitutive 9 Schools – 23 Dipartimenti – 3 Centri di ricerca – 1 Istituto 77 laboratori Responsabili strutture intermedie e di base Nominati dal Vice-ChancellorEletti Poteri strutture intermedie Responsabili coordinamento e governo attività didattiche e di ricerca. Deans sono manager per conto dell’ateneo (qui sono anche prorettori) Ruolo meno cogente. Atenei legati a modelli tradizionali di coordinamento debole (elettività della carica di preside) Capano, Regini (2011)

In sintesi: la “Gelmini” e la sua applicazione Il Rettore resta eletto Il CdA resta a maggioranza di interni (accademici) Direttori di dipartimento restano eletti. I direttori delle strutture intermedie saranno eletti o nominati La legge 240/2010 modifica alcuni assetti della governance di ateneo ma NON cambia radicalmente prospettiva rispetto al modello tradizionale europeo: Tuttavia, dall’analisi delle prime applicazioni e riflessioni emergono modelli differenti. Alcuni esempi: All’art. 2 della 240/2010 si afferma che gli atenei con bilancio sostenibile e elevati livelli scientifici…, potranno “sperimentare propri modelli funzionali e organizzativi” (proposta di Trento: CdA di 7 membri: Rettore + studente + 5 esterni nominati da enti locali; il Rettore nomina parte del Senato) Al contrario, Roma La Sapienza ha lasciato sostanzialmente immutata la precedente organizzazione, fatto salvo il numero di dipartimenti e facoltà

Governance di Sistema: l’autonomia degli atenei

L’allocazione delle risorse finanziarie PaeseModalità di allocazione Quota di formula funding Chi stabilisce le tasse studentesche ItaliaStorico + formula funding 7% nel 2010, ma perdite per gli atenei Atenei MA entrate < 20% FFO FranciaFormula funding + contrattazione 9% (stima) per il solo funzionamento; stipendi esclusi Stato GermaniaDiffusione di formula funding + accordi di programma In 11 Länder su 16, per quote diverse; solo funzionamento, stipendi esclusi Länder UKFormula funding + finanziamenti finalizzati Nel 2010, l’85% del totale fondi HEFCE Atenei MA top-up fee decisa dal governo SpagnaDiffusione formula funding + contrattazione In 10 Comunità Autonome su 17, per quote ancora limitate Comunità Autonome MA nell’ambito di limiti nazionali SveziaFormula funding per la didattica. Ricerca: altri criteri Didattica: quasi il 100% Gratuita (probabile introduzione per studenti stranieri) Autonomia di spesa è diffusa. Cambia quota premiale e criteri di allocazione

Allocazione di risorse e ripercussioni sulla governance: alcuni esempi Italia: CIVR effetti modesti sull’allocazione delle risorse: nel 2010 ripartito il 20% della quota premiale del FFO (7%). Esercizio fermo al periodo Scarsi effetti sulle strategie di ateneo UK: RAE Risorse consistenti: nel 2010 quasi il 22% del totale dei fondi allocati dall’HEFCE inglese (7,4 mld £). RAE 2008 è stato il 6° esercizio, il primo nel Imminente sostituzione con REF Selezione severa: premiati solo atenei con ottime performance: 2/3 dei fondi alle old universities. (contrappesi per altri atenei: studenti part time hanno peso superiore, questo premia le istituzioni la cui missione è spostata sulla formazione) Conseguenze: le università orientate alla ricerca tendono a reclutare ricercatori con i migliori risultati nel RAE. Anche le aziende tengono in considerazione i risultati. Forte stratificazione del sistema Germania: ExzellenzInitiative (2006) Finanziamenti aggiuntivi (2 mld €), su base selettiva, per scuole di dottorato, cluster di ricerca, università di eccellenza. Effetti sul governo e sulle strategie di ateneo

Tasse universitarie e ripercussioni sulla governance: alcuni esempi Italia università libere, pur nel rispetto del vincolo statale secondo cui le entrate da tasse non possano superare il 20% del FFO. Modesta leva gestionale UK università libere, pur nel rispetto del livello massimo stabilito dal governo (la top-up fee), collocato però su livelli piuttosto elevati (portato da 3mila a 6 o 9mila £ l’anno). Gli atenei sono tenuti a utilizzare parte delle entrate aggiuntive destinandola a borse di studio (tuttavia, la percentuale è libera) il controllo statale si limita all’attività dell’Office For Fair Access (che valuta le politiche degli atenei e ne può imporre la revisione) Francia i livelli di tasse e contributi sono fissati (a livello piuttosto bassi) dallo Stato anche se i relativi importi sono incassati dagli atenei. Questi ultimi non dispongono di questa leva gestionale

L’autonomia nella gestione del personale PaeseModalità di reclutamento Chi stabilisce i compiti didatticile retribuzioni ItaliaAbilitazione nazionale + selezione locale StatoStato (introdotti incentivi?) FranciaAbilitazione nazionale + selezione locale StatoStato + incentivi GermaniaModalità differenziate + criteri autonomi Länder MA parametri nazionali. Crescente autonomia atenei Länder MA parametri nazionali + incentivi UKAtenei, con criteri autonomi (diffusione tenure track) Atenei MA tenuto conto accordi atenei- sindacati SpagnaAbilitazione nazionale + selezione locale StatoStato + incentivi SveziaAtenei, con criteri autonomi (peer review) Atenei MA tenuto conto accordi atenei- sindacati

Gestione del personale ed effetti sulla governance: alcuni esempi Italia la legge 240 reintroduce l’abilitazione nazionale, seguita dalla selezione locale, modello simile a quello francese e spagnolo tuttavia, compiti didattici e livelli retributivi restano fissati dallo Stato. Atenei non dispongono di questa leva gestionale UK le università stabiliscono autonomamente i criteri di selezione dei candidati (profilo scientifico, capacità didattiche, relazioni con il tessuto produttivo, risultati nel RAE, etc.). La scelta dipende dalla missione dell’ateneo. Non esistono concorsi compiti didattici e livelli retributivi sono negoziati ad personam, anche se si inquadrano negli accordi siglati tra rappresentanti dei docenti e rappresentanti delle università

L’autonomia didattica PaeseTabelle statali vs autonomiaSchema di valutazione ItaliaTabelle degli insegnamenti previste dallo Stato. Rispetto dei “requisiti minimi” Nucleo di valutazione, Comitato regionale coordinamento, CNVSU (requisiti corsi), CUN. Verifiche successive assenti. ANVUR? FranciaRecente autonomia. Schemi peculiari in alcune discipline (ingegneria, economia). Possibili titoli non riconosciuti Valutazione dell’AERES come precondizione per l’approvazione statale (risultati pubblici) GermaniaAbbandono progressivo delle tabelle nazionali Accreditamento come precondizione per l’approvazione statale (risultati pubblici) UKPiena autonomia nella definizione dei contenuti e nella durata Verifica interna e peer review della QAA (risultati pubblici) SpagnaTabelle degli insegnamenti previste dallo Stato. Possibili titoli non riconosciuti Accreditamento come precondizione per l’approvazione statale (risultati pubblici) SveziaAutonomia, nell’ambito della missione concordata con lo Stato Högskoleverket: valutazione atenei e corsi (risultati pubblici) Accreditamento dei corsi è divenuta pratica diffusa (ripetuto ogni 5-6 anni)

Valutazione della didattica ed effetti sulla governance: alcuni esempi Italia l’approvazione dei corsi resta basata (nonostante ripetuti dibattiti) sull’aderenza a tabelle ministeriali, valutata dal CUN non è prevista alcuna valutazione successiva, fatto salvo il rispetto dei “requisiti minimi” Germania in tempi recenti, radicale mutamento di prospettiva: da aderenza a tabelle statali ad accreditamento, basato sulla peer review organismo federale stabilisce i criteri generali e accredita le singole agenzie (finanziato dai Länder ) i costi dell’accreditamento gravano sugli atenei a causa dell’ingente mole di lavoro e degli elevati costi, tendenza a spostare l’accreditamento dai corsi alle istituzioni, secondo un processo già avvenuto in altri paesi