L’INGLESE E LA DISLESSIA Sportello didattico Polo 3 Cividate Borno 22 marzo2012 Servizio NPIA Dott.ssa Federica Serioli.

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Prof.ssa Lucia M.Collerone A.I.D. sez. Caltanissetta Le difficoltà specifiche nell’apprendimento della lingua inglese scritta.
Transcript della presentazione:

L’INGLESE E LA DISLESSIA Sportello didattico Polo 3 Cividate Borno 22 marzo2012 Servizio NPIA Dott.ssa Federica Serioli

Rinfreschiamoci la memoria….. Cosa è la DISLESSIA: In parole semplici…… Un dislessico è una persona che ha avuto più difficoltà degli altri ad imparare a leggere e scrivere e che può continuare a presentare difficoltà anche in età adulta.

Tecnicamente….. La dislessia è un disturbo dell’apprendimento di origine neurobiologica. Il soggetto mostra difficoltà nella lettura accurata, nello scorrevole riconoscimento delle parole, nel compitare e nel decodificare le parole scritte. Queste difficoltà derivano da un deficit della competenza fonologica del linguaggio che non è prognosticabile dalla capacità cognitiva del soggetto e dall’insegnamento avuto durante gli anni di scuola.

Cosa succede nella testa del ragazzo dislessico…… Recenti studi effettuati con risonanza magnetica hanno evidenziato che nel dislessico si attivano poco le parti del cervello deputate alla lettura cioè le parti occipito-temporale e pareto-temporale. Mentre si attiva maggiormente la parte anteriore cioè le aree di Broca che sono meno adatte alla decifrazione dei grafemi corrispondenti ai fonemi della propria lingua.

Ma cosa serve per leggere? 1.Consapevolezza fonologica: capacità di percepire i diversi suoni (fonemi) della lingua parlata. Dà al lettore la possibilità di usare questa capacità per decifrare le lettere delle parole 2.Fonetica della lingua: corrispondenza suono-segno. 3.Fluidità: abilità di decifrare rapidamente e automaticamente, senza sforzo e quasi inconsapevolmente.

…MA CON L’INGLESE….? Le difficoltà che un dislessico trova nella lingua inglese sono determinate principalmente da due fattori: 1.Il numero maggiore di suoni nella lingua parlata; 2.La quantità di modi di scrivere alcuni di questi suoni.

…. E poi… -l’inglese non è una lingua trasparente:una volta che il B/no ha imparato le corrispondenze dirette (lettera-suono;sillabe), deve poi imparare molti altri modi di leggere e di scrivere gli stessi suoni che sono comuni ma diversi da quelli già appresi.

-Ulteriore difficoltà nasce dalle parole omofone,parole con lo stesso suono ma che si scrivono in modo diverso solo per distinguerne il significato.

Quali difficoltà si incontrano nell’insegnamento della lingua inglese? 1.La pronuncia delle vocali brevi “a”, “e”, “i”,”o”,”u” in inglese; 2.Quando non si pronuncia e si pronuncia la “h”; 3.Le parole che iniziano per vocale: i dislessici tendono a pronunciare la “h” in parole che iniziano con una vocale; 4.L’incontro di due consonanti: bisogna aiutare il b/no ad esagerare il suono della consonante perché in italiano non c’è abitudine alle sillabe che finiscono con una consonante;

5. La posizione della sillaba tonica nelle parole inglesi: in italiano l’accento cade sulla penultima sillaba, mentre in inglese è molto spesso sulla prima; 6. La pronuncia con le parole con /au/: questo diagramma ha un solo suono che è lo stesso della pronuncia del suono /aw/. 7. I nomi e i suoni delle lettere: i dislessici hanno difficoltà a ricordare i nomi e i suoni delle lettere che non fanno parte dell’alfabeto italiano; 8. Difficoltà per i suoni sordo/sonoro.

Italiano vs Inglese ITALIANO -21 lettere -28 suoni -30 modi x scrivere i suoni -2 lettere nn pronunciate /h/ e /i/ INGLESE -26 lettere -45 suoni -> 200 modi x scrivere i suoni -Molte lettere nn pronunciate

Italiano vs Inglese ITALIANO -16 consonanti -5 vocali -sillabe: aperte chiuse gruppi digrammi,trigrammi (14) INGLESE -21 consonanti -5x2 vocali -gruppi cons. 34 -digrammi cons 8 -digrammi vocalici -lettere scritte ma non pronunciate -sillabe: chiuse,aperta, con 2 vocali, ….

Quale metodo per i dislessici? - esercizi ripetitivi: occorre molto più tempo prima che una determinata struttura venga realmente assimilata e automatizzata, quindi dare spazio alla variabile tempo, all’allenamento e alla revisione periodica degli argomenti. - contenuto presentato con gradualità, in una certa sequenza ed in modo cumulativo, nel senso che una nuova informazione vada ad aggiungersi a materiale già noto ed acquisito. - contenuto presentato attraverso istruzioni esplicite e strutturate, di tipo deduttivo (metacognizione). - Organizzando le lezioni in modo tale da consentire all’allievo di svolgere le attività richieste con successo, partendo dagli elementi più semplici e muovendosi verso quelli via via più complessi.

Come sostenere gli alunni con DSA nell’apprendimento della LS?  Far riflettere (esplicitamente) sulle difficoltà e confrontare suoni all’interno di parole note con scrittura ortografica diversa e stessa pronuncia o scrittura ortografica uguale e pronuncia diversa: Head/ read - door /book invitando gli alunni a trovare parole che contengano gli stessi suoni (lavoro di tipo metafonologico)  Ricordare che conoscere i singoli vocaboli a memoria non necessariamente consente di comprendere un brano (questi alunni non riescono a memorizzare e recuperare “in automatico”)

Cosa fare per sostenere gli alunni conDSA nell’apprendimento della LS? - Parlare, cantare, giocare, mimare prima di leggere e scrivere.(approccio multisensoriale -TPR) - Legare le nuove conoscenze alle vecchie, per contiguità semantica, per categorizzazione o per assonanza (sheep/green), per favorire un “corretto” immagazzinamento e un recupero più agevole (strategie metacognitive e di memorizzazione).

Applicare gli strumenti compensativi e dispensativi  Procedere con un insegnamento sistematico con molte ripetizioni della stessa struttura o dello stesso contenuto, ma con modalità diverse, per far sì che l’allievo mantenga l’attenzione  Controllare spesso con domande flash se quanto è stato spiegato o è stato oggetto di applicazione gli è sufficientemente chiaro  Riprendere sempre all’inizio della lezione quanto è stato spiegato la volta precedente  Incoraggiarlo a chiedere ogniqualvolta qualcosa non gli è chiaro gratificarlo con commenti positivi  Evitare lo studio mnemonico di parole e dati, soprattutto se in successione cronologica (letteratura, lessico, regole grammaticali e sintattiche)  Evitare di farlo scrivere alla lavagna  Leggergli più volte le consegne delle verifiche o degli esercizi ed accertarsi che gli siano chiare  Assegnare verifiche più brevi

ASCOLTO: è una prova che utilizza abilità che in caso di dislessia sono spesso deficitarie  è necessario che l’insegnante legga più lentamente, se possibile registri in anticipo su cassetta/CD e permetta all’allievo il riascolto  assegnare solo prove d’ascolto in cui l’allievo deve semplicemente segnare domande di vero/ falso che non devono essere numerose ed essere lette, (anche da una voce sintetica) tenendo conto della difficoltà per l’allievo di leggere correttamente la domanda e di ricordare la domanda mentre cerca la risposta scritta (deficit di memoria di lavoro).

PARLATO …è sicuramente da privilegiare prima di assegnargli un argomento da studiare, lavorare in classe producendo alla fine schemi e tabelle in modo collegiale assegnare un argomento chiaro e definito - quando deve riferire concetti/contenuti studiati a casa lasciargli utilizzare mappe, schemi costruiti da lui, possibilmente con sinonimi in L1 a fianco delle parole chiave - nelle funzioni comunicative semplici, di vita quotidiana già note, interagire con lui, dandogli un input ogniqualvolta sia necessario

SCRITTURA  Evitare gli esercizi di traduzione o di semplice applicazione meccanica delle strutture grammaticali (far usare i traduttori)- richiedono doppi passaggi di codice;  assegnare esercizi di scelta multipla o di vero/falso, dando se possibile, un esempio della struttura richiesta e non il termine grammaticale (come tale in genere non sempre viene recepito correttamente)

nel P iano D idattico S pecifico OBIETTIVI MINIMI · Saper cogliere l’intenzione comunicativa di un semplice messaggio · Saper comprendere globalmente un testo scritto, cogliendone i diversi messaggi contenuti nel medesimo saperli riferire in modo essenziale,anche se con errori di pronuncia,intonazione e grammatica · Saper produrre semplici messaggi orali comprensibili ed abbastanza efficaci dal punto di vista comunicativo, anche se con errori di pronuncia,intonazione, grammatica · Saper redigere semplici testi descrittivi e narrativi, comprensibili e sintatticamente accettabili, anche se con errori grammaticali e lessicali

nel P iano D idattico S pecifico STRATEGIE PER L’APPRENDIMENTO · L’alunno sarà incoraggiato e gratificato ogniqualvolta ci sarà l’occasione per farlo · procederò con un insegnamento “sistematico”, con molte ripetizioni dello stesso concetto, ma con modalità diverse affinchè queste risultino interessanti e motivanti · controllerò spesso se quanto gli è stato spiegato oppure è stato oggetto di applicazione gli è sufficientemente chiaro · gli darò più tempo per l’esecuzione di un’attività in classe o ne ridurrò i contenuti, senza modificarne lo scopo · accetterò che non sempre svolga per intero i compiti assegnati a casa, ma almeno una parte minima, quel tanto che gli permetta di rendersi conto se l’argomento o la struttura affrontati gli sono chiari

nel P iano D idattico S pecifico STRATEGIE PER L’APPRENDIMENTO (continua) · gli leggerò a voce alta qualunque testo o frase per facilitargli la sola comprensione di quanto è richiesto nell’esercizio(se non utilizzerà un programma di lettura) · utilizzerò immagini, cards families per il lessico; schemi o mappe per le strutture grammaticali o i contenuti di letture (meglio sarebbe se lui le organizzasse ed insieme le controllassimo) · durante i compiti in classe lo inviterò a dettarmi la risposta, se per lui complessa, evitandogli così la fase della scrittura (a meno che non utilizzi un programma di scrittura). Se si tratta di produzione, potrà usare mappe e schemi impostati

NUOVA NORMATIVA: MIURAOODGOS prot. n /R.U./U Roma, in sede di esame di Stato non è possibile dispensare gli alunni dalle prove scritte, in particolare da quelle di lingua straniera e dalla prova scritta nazionale prevista per gli esami conclusivi della scuola secondaria di I grado. Le oggettive difficoltà degli studenti dovranno essere pertanto compensate mediante l’assegnazione di tempi più distesi per l’espletamento delle prove, l’utilizzo di apparecchiature, strumenti informatici e ogni opportuno strumento compensativo, valutazioni più attente ai contenuti che alla forma. Pertanto, in tutti i casi in cui le prove scritte interessino lingue diverse da quella nativa, i docenti vorranno riservare maggiore considerazione per le corrispondenti prove orali come misura compensativa dovuta.