Agosti Anna Contini Nina Montani Anna Giuseppina Liceo Scientifico «E. Mattei» Classe 2A Anno scolastico 2012 – 2013.

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Transcript della presentazione:

Agosti Anna Contini Nina Montani Anna Giuseppina Liceo Scientifico «E. Mattei» Classe 2A Anno scolastico 2012 – 2013

Due parole sono in rima quando risultano identiche dall’ultima sillaba accentata. Possono essere di vario tipo: baciate (AABB), alternate (ABAB), incrociate (ABBA), incatenate (ABA BCB), ripetute (ABC ABC), invertite (ABC CBA). Le rime inoltre possono anche essere: - nel mezzo, la parola finale di un verso rima con un’altra posizionata a metà del verso successivo. -interne, le parole che rimano si trovano entrambi all’interno di uno stesso verso o in versi vicini. Cuore-amore CURIOSITA’ Cuore-amore: rima definita da U. Saba la più antica e difficile del mondo

Meriggiare pallido e assorto A presso un rovente muro d’orto A ascoltare tra i pruni e gli sterpi B schiocchi di merli, frusci di serpi. B (E. Montale) Forse io ricordo un dolce tempo ch'ero A tutto tuo, del tuo corpo, del tuo cuore, B quando non era in te,vivo pensiero A che non fosse di mia vita un bagliore. B (M. Moretti) Tramonta il giorno. Un vespero d'oblio A riconsola quest'anima bambina; B giunge un riso, laggiú dalla cucina B e il ritmo eguale dell'acciotolio. A (G. Gozzano) Nel mezzo del cammin di nostra vita A mi ritrovai per una selva oscura B ché la diritta via era smarrita. A Ahi quanto a dir qual era è cosa dura B esta selva selvaggia e aspra e forte C che nel pensier rinova la paura! B (D. Alighieri) E se' begli occhi, ond'io me ti mostrai A et là dov'era il mio dolce ridutto B quando ti ruppi al cor tanta durezza, C mi rendon l'arco ch'ogni cosa spezza, C forse non avrai sempre il viso asciutto: B ch'i' mi pasco di lagrime, et tu 'l sai. C (F. Petrarca) Ogni altro conobbi umano amore; A ma per Lina vorrei di nuovo un’altra B vita, di nuovo vorrei cominciare. C Per l’altezze l’amai del suo dolore; A perché tutto fu al mondo, e non mai scaltra, B e tutto seppe, e non se stessa, amare. C (U. Saba)

Assonanza (da assonare, nel senso di «avere suono simile») in questo caso solo le vocali delle parole sono identiche dall’ultima sillaba accentata. Assonanza (da assonare, nel senso di «avere suono simile») in questo caso solo le vocali delle parole sono identiche dall’ultima sillaba accentata. Consonanza (dal latino consonare, "suonare insieme") in questo caso le parole sono uguali solo le consonanti a partire dall’ultima sillaba accentata. Non so dove i gabbiani abbiano il nido, ove trovino pace. Io son come loro in perpetuo volo. La vita la sfioro com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo. (V. Cardarelli) com’è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia. (E. Montale)

La parola retorica indica l’arte del ben parlare, diffusa già nell’antica Grecia e insegnata a tutti coloro che dovevano parlare in pubblico. La retorica, infatti, insegnava le tecniche utili a esporre le idee in modo efficace e convincente. Tutti mi dicono di tacere. Tutti mi dicono taci! Mi ripetono taci! Mi impongono taci! retorica

In poesia le tecniche retoriche sono dette figure retoriche. Esse si dividono in tre gruppi in base alla loro funzione: Del significato: agiscono sul senso logico delle parole Dell’ordine: giocano sulla disposizione sintattica delle parole Del suono: giocano sui suoni delle parole e sui rapporti che si possono creare tra le parole stesse

LE FIGURE DEL SUONO Rime Rime imperfette Allitterazione Fonosimbolismo Paronomasia Onomatopea Rimbombò, rimbalzò, rotolò Tic toc, ticchettio Avara amara Oppresso d’amor, di piacere Il cullare del mare Loro volo

L'allitterazione è una figura retorica che esalta rapporti fonetici tra le parole. Consiste nella ripetizione di una lettera, di una sillaba o più in generale di un suono in parole successive. deriva dal latino adlitterare, che significa appunto "allineare le lettere". Grazie alle allitterazioni possono essere evocate diverse sensazioni condizionate dalle lettere che realizzano l'allitterazione stessa. le consonanti dal suono secco (g, c, r e s) evocano una sensazione di durezza. le consonanti dal suono dolce (v e l) evocano una sensazione di morbidezza, piacere. la vocale a evoca un senso di ampiezza. la vocale u evoca un senso di gravezza. la vocale i evoca un senso di chiarezza. la vocale e evoca un clima rasserenante.

Alcuni esempi Nel parlato: Coca Cola Cip & Ciop Mickey Mouse Nella poesia: "Fr/e/sche le mie parole ne la s/era ti sian come il fruscìo che fan le foglie del gelso ne la man di chi le coglie silenzioso... (G. D’Annunzio) l’allitterazione dei suoni f / sc riproduce la sensazione del fruscio del fogliame agitato dal dolce vento, paragonato alla dolcezza delle parole del poeta.

E’ l’accostamento di due parole simili per sonorità, ma diverse per il significato. Può essere usata per rendere marcata l'associazione tra due concetti, per esaltare la musicalità di un verso o per scopi umoristici (gioco di parole). Spesso viene utilizzata dall'autore per la ricerca di effetti fonetici giocosi o con scopi umoristici. dal greco paronomasía, composto da pará, «vicino», e onomasía, «denominazione».

Alcuni esempi Nel parlato: Dalle stelle alle stalle Chi non risica non rosica Senza arte né parte Volente o nolente Il troppo stroppia Nella poesia: "...e non mi si partia dinanzi al volto anzi 'mpediva tanto il mio cammino ch'i‘ fui per ritornar più volte volto." (Dante nella Divina Commedia Inferno Canto I verso 36)

Onomatopea Propria Impropria Dal latino tardo onomatopoeia «creazione di un nome» In generale è un’espressione che richiama un suono naturale. Sono proprie se imitano direttamente il suono, improprie se sono dotate di un loro significato, ma capaci di evocare rumori e suoni connessi ad esso.

Alcuni esempi Proprie Improprie Clap clap, fru fru, bau bau, miao miao, cra cra, din don dan, cin cin, cucù, cip cip. Bubbolio, rimbombo, fruscio, crepitio, cinguettio, miagolare, ululare, scrosciare.

E’ la proprietà dei suoni linguistici di simboleggiare il valore semantico che veicolano. I suoni delle lettere dell’alfabeto evocano sensazioni e stati d’animo. Per esempio: A ed E sensazioni calde e luminose O e U hanno un suono grave che suggerisce stati d’animo cupi

Alcuni esempi Chiare, fresche e dolci acque  sensazioni di luminosità Volaron sul ponte che cupo sonò  sensazione di paura Cigola la carrucola nel pozzo  percezione stridente Dell’immobilità del mutamento  percezione di pacata serenità Maestro del fonosimbolismo è Pascoli, ma anche in molti altri autori le sonorità assumono valenza simbolica: Petrarca, Manzoni, Montale, Luzi…