“Croce Rossa Italiana”

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Transcript della presentazione:

“Croce Rossa Italiana” VdS Roma Nord L’emorragie Dott.ssa Ferretti Alessia Roma, 18/04/2006

Si chiama emorragia la fuoruscita di sangue dai vasi sanguigni Si chiama emorragia la fuoruscita di sangue dai vasi sanguigni. Quando per emorragia un soggetto perde la metà del suo sangue si verifica l'exitus

L'emorragia può essere: arteriosa (a getti intermittenti, il sangue è rosso vivo); venosa (a flusso costante, il sangue è rosso scuro); capillare (goccia a goccia); ed inoltre può essere: esterna quando il sangue fuoriesce da una ferita o da una via naturale; interna quando il sangue si versa all'interno del corpo; esteriorizzate quando la ferita è interna ma il sangue fuoriesce da vie naturali.

Tecniche per bloccare un’emorragia (1) Compressione diretta pressione diretta tramite garza sterile o fazzoletto pulito; se c’è un oggetto premere ai lati della ferita con i pollici Fasciatura compressiva per premere un tampone sopra la ferita o sui lati (tampone di cotone, garza sterile, benda)

Tecniche per bloccare un’emorragia (2) Compressione indiretta ha lo scopo di controllare le gravi emorragie attraverso punti che non sono localizzati sul punto della ferita stessa ma tra questa ed il cuore. Laccio emostatico deve essere applicato solo se non si può mantenere la compressione e la medicazione compressiva è insufficiente

Compressione indiretta MAX 10 MINUTI

Compressione dell'arteria succlavia In caso di ferite alla spalla o amputazioni del braccio. Il soccorritore si posiziona dietro la schiena dell'infortunato e introduce le dita nella cavità dietro la clavicola comprimendo con forza verso il basso.

Compressione dell'arteria ascellare In caso di ferite al braccio o all'avambraccio. E' consigliabile sollevare in alto il braccio dell'infortunato, per poi comprimere energicamente con i pollici nella cavità ascellare.

Compressione dell'arteria omerale superiore Utile nel caso di ferite al braccio. Bisogna comprimere con tre dita sotto il bicipite in corrispondenza dell'omero, nella parte interna del braccio.

Compressione dell'arteria omerale inferiore Indicata nel caso di ferite all'avambraccio o alla mano. Si comprime con i due pollici nell'incavo del gomito.

Compressione dell'arteria femorale superiore In caso di ferite alla coscia o prossime all'inguine. Bisogna far stendere l'infortunato e comprimere sull'inguine, con la mano chiusa a pugno, in modo deciso e con forza, con il braccio teso e facendo forza anche con l'altro braccio.

Compressione dell'arteria femorale inferiore In caso di ferite alla coscia. L'infortunato è disteso a terra con la gamba leggermente piegata: il soccorritore comprime con forza contro il femore, nella parte interna della coscia, con la mano chiusa a pugno e il braccio teso.

Compressione dell'arteria poplitea In caso di ferite alla gamba o al polpaccio. L'infortunato è disteso a terra, il soccorritore pone il suo piede sulla propria spalla, in modo che rimanga sollevato, e comprime nell'incavo del ginocchio con i due pollici.

Laccio emostatico Si applica solo in uno dei seguenti casi: amputazione o semiamputazione di un arto; emorragia inarrestabile in caso di insuccesso della compressione manuale dell'ascella o del braccio, dell’ inguine o della coscia; schiacciamento di un arto (in questo caso occorre mettere un laccio prima di togliere il peso che gravando sull'arto aveva l'effetto di bloccare anche un’eventuale emorragia); fratture esposte sulle quali è poco prudente esercitare manovre di compressione; quando i feriti sono molti ed i primi soccorritori sono in pochi

segnare sempre l'ora in cui il laccio viene applicato perché la sua permanenza troppo prolungata può essere dannosissima.

Non rimuovere il laccio, perché: Ripresa emorragia Shock Messa in circolo di emboli Messa in circolo di sostanze pericolose

Le fratture

Tipi di fratture: Si chiama frattura l’interruzione della continuità di un osso. Possono essere di origine traumatica o patologica Tipi di fratture: diretta quando la frattura avviene nel punto in cui si ha il trauma indiretta quando la frattura avviene lontano dal punto d’urto completa quando interessa l’osso a tutto spessore incompleta quando non interessa l’osso a tutto spessore composta quando i monconi sono rimasti in sede scomposta quando i monconi o i frammenti si sono spostati chiusa quando la cute sovrastante è rimasta intatta esposta quando il moncone o i frammenti comunicano con l’esterno

Sintomi dolore vivo che aumenta con il movimento perdità della funzionalità della parte alterazione della forma e dell’atteggiamento gonfiore ed edema Regole generali di primo soccorso evitare movimenti inutili immobilizzare la parte lesa nella posizione in cui si trova bloccando le articolazioni a monte e a valle usare ove possibile delle stecche oppure le parti sane del corpo mettere spessori fra le stecche e la parte lesa lasciare libere le dita degli arti nel caso di fratture esposte proteggerle coprendole con dei telini sterili

Shock Lo shock consiste in una caduta improvvisa della pressione arteriosa cui consegue una riduzione dell’irrorazione di sangue a tutti gli organi.

Tipi di shock shock emorragico dovuto a perdita del liquido circolante; shock neurogeno a parità di contenuto ematico (sanguineo) il sistema circolatorio aumenta il calibro dei suoi vasi per vasodilatazione da stimolazione nervosa conseguente a forte dolore fisico o emozioni intense; shock cardiogeno per disfunzione della pompa cardiaca; shock anafilattico per reazione allergica generalizzata causata da punture d’insetti, farmaci o alimenti. La reazione è dovuta ad una seconda introduzione di una sostanza proteica verso cui l’organismo è sensibilizzato.

In ogni grave lesione (ferite sanguinanti, fratture, ustioni estese o profonde) aspettatevi sempre la comparsa dello shock e agite in modo da ridurlo. I suoi sintomi sono: la pelle pallida, fredda, sudaticcia; il polso frequente e piccolo; labbra e mucose bluastre; il respiro superficiale, frequente o irregolare. Il ferito è spaventato, irrequieto, apprensivo.

Posizioni antishock