La congiuntura manifatturiera in Toscana Firenze, Febbraio 2014 Consuntivo III trimestre 2013 Aspettative IV trimestre 2013.

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La congiuntura manifatturiera in Toscana Firenze, Febbraio 2014 Consuntivo III trimestre 2013 Aspettative IV trimestre 2013

Indice Capitolo 1 - Il contesto di riferimento Capitolo 2 - La congiuntura regionale Capitolo 3 - Il commercio estero della Toscana Nota metodologica Riconoscimenti

Capitolo 1 Il contesto di riferimento Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero

Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero Si rafforza il ciclo economico internazionale Nel terzo trimestre 2013 continua a rafforzarsi il ciclo economico internazionale che però presenta forti disomogeneità nei tassi di crescita. Complessivamente il Pil nei paesi OECD recupera anche rispetto al trimestre precedente (dopo il +1% del II trimestre adesso raggiunge il +1,4%) grazie in particolare alla crescita degli USA (+2%) e del Regno Unito (+1,9%), realtà che vedono una ripresa significativa nei consumi interni (fig. 1.1). Più differenziato il quadro dei paesi emergenti nei quali però complessivamente il PMI del mese di dicembre continua ad indicare aumento dell’attività soprattutto grazie alla componente manifatturiera. Segnali di espansione in particolare arrivano dalla Cina con un Pil cresciuto nel terzo trimestre del 7,8% in termini tendenziali dopo il precedente 7,5% e dall’India dove il deprezzamento della moneta e il recupero produttivo dell’agricoltura, hanno sollevato l’indicatore al +5,2%. In rallentamento invece il Brasile (dal +3,3% al +2,2%) e la Russia che ristagna al +0,6% dopo il +1,3% del periodo aprile-giugno. Fonte: OECD, novembre 2013

Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero Migliorano gli scenari per il 2014 Secondo le ultime stime disponibili dell’OCSE il 2014 dovrebbe essere un anno di rafforzamento graduale anche se la ripresa resterà modesta e guadagnerà slancio solo lentamente. Inoltre l’attuale difficile congiuntura non permette di escludere rischi di revisione al ribasso soprattutto legati alle limature sulle attese sui grandi paesi emergenti. Il Pil mondiale dopo una crescita del +2,7% nel 2013 dovrebbe raggiungere nel 2014 il +3,6% mentre il commercio mondiale dovrebbe salire al 4,8% (fig. 1.2). Gli Usa e il Regno Unito vedrebbero accelerare l’attività rispettivamente a +2,9 e +2,4% mentre il Giappone rallenterebbe al +1,5%. Per l'area dell'euro si prevede una graduale ripresa, con una crescita dell'1% nel 2014 e dell’1,6% nel 2015 e questo dovrebbe migliorare l’attuale gravissimo quadro occupazionale. Anche nelle principali economie emergenti, fatta eccezione per il Brasile, il prodotto interno lordo si rafforzerebbe rispetto al 2013: +8,2% dopo il +7,7% per la Cina, 4,7% dopo il 3% per l’India e 2,3% dopo il +1,5% per la Russia. Dovrebbero inoltre continuare a crescere a ritmi più veloci di altre economie avanzate Cile, Turchia, Messico, Corea e Israele. Si tratterebbe quindi di una cauta accelerazione della crescita economica mondiale connessa al miglioramento delle condizioni finanziarie internazionali, al sostegno proveniente dalle politiche monetarie accomodanti e al superamento da parte dei Paesi dell’Eurozona della fase più gravosa di aggiustamento dei conti pubblici.

Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero Si apprezza l’Euro mentre si riducono i prezzi degli input e dell’energia Come già evidenziato nella precedente analisi, anche nel terzo trimestre 2013 resta preoccupante il continuo apprezzamento dell’Euro. Questo fenomeno infatti penalizza gli scambi internazionali che rappresentano il principale traino dell’economia dell’Europea, la cui domanda interna stenta a ripartire per le pesanti politiche restrittive messe in campo dai governi nazionali. Il tasso di cambio dell’Euro si è apprezzato sulle principali valute compresi il dollaro statunitense e lo yen giapponese oltre che su gran parte delle economie emergenti dell’Asia e su quelle di alcuni dei grandi paesi esportatori di materie prime. Fonte: Fondo Monetario Internazionale Tale fatto, unito alla riduzione del prezzo del petrolio a seguito dell’allentamento delle tensioni geopolitiche e alla ripresa dell’offerta mondiale di greggio, ha tuttavia determinato un positivo arretramento dell’indice dei prezzi sia degli input industriali (-5,2%) che dell’energia (-3,1%), rappresentando quindi un importante stimolo per la ripresa della produzione industriale (fig. 1.3).

Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero In Italia ancora flessioni per la produzione industriale manifatturiera Dopo 8 trimestri consecutivi di caduta, nel terzo trimestre del 2013 il Pil italiano ha segnato una variazione nulla rispetto al trimestre precedente mentre è diminuito dell’1,8% nel confronti del corrispondente trimestre del In termini tendenziali, quasi tutte le componenti del Pil partecipano alla contrazione, sia pure rallentando la caduta rispetto al dato del trimestre precedente: scendono del 2% i consumi delle famiglie e del 5,1% gli investimenti. Le uniche eccezioni sono rappresentate dalla spesa della pubblica amministrazione, con una variazione del +0,1% che sancisce una battuta di arresto delle rigorose politiche di risanamento degli ultimi anni, e le esportazioni (+0,0%), che però vedono esaurirsi la spinta propulsiva dei precedenti trimestri. Nel sistema manifatturiero restano ancora in perdita i principali indicatori anche se le flessioni risultano decisamente meno marcate. La produzione, esattamente in linea con il precedente trimestre, continua a flettere del 3,4% mentre il fatturato si ferma al -2,9% dopo il precedente -5,1% (fig. 1.4). Più contenute anche le perdite sul fronte della domanda che complessivamente segna un - 1,1% sollevata dalla componente estera mentre restano pesanti le difficoltà sul mercato interno (-2,2% il dato grezzo). Fonte: Istat

Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero Sembra migliorare il clima di fiducia delle imprese In questo contesto non si è ancora esaurito il calo degli occupati. Nel terzo trimestre 2013, secondo l’Istat, il tasso di disoccupazione italiano ha toccato l’11,3% in aumento di 1,5 punti percentuali rispetto al corrispondete periodo dello scorso anno. Il calo degli occupati (-2,3% in termini tendenziali) si accompagna ad una flessione della Cassa Integrazione Guadagni che infatti nel periodo luglio-settembre segna un -10,4% soprattutto per il crollo della cassa in deroga a seguito della mancata disponibilità di fondi. Tuttavia nonostante le difficoltà ancora fortemente presenti gli indicatori congiunturali più recenti sembrano disegnare un quadro in leggera espansione dell’attività produttiva e anche i risultati delle indagini presso le imprese risultano confermare questa linea. In dicembre la fiducia delle imprese è ulteriormente aumentata, seppure in misura contenuta, e nella media dell’ultimo trimestre dell’anno nel manifatturiero i giudizi sugli ordini risultano in sensibile miglioramento sia nella componente estera che in quella interna, che continua comunque a restare decisamente indietro (fig. 1.5). Complessivamente ordini esteri e produzione sono ai livelli di metà 2011 mentre le scorte, la cui ricostruzione sosterrà l’attività, sono valutate molto basse. Fonte: Istat

Congiuntura regionaleContesto di riferimentoCommercio estero Capitolo 2 La congiuntura regionale

Congiuntura regionaleContesto di riferimentoCommercio estero Dall’indagine Unioncamere Toscana-Confindustria Toscana effettuata sulle imprese manifatturiere toscane si rileva, nel terzo trimestre dell’anno, un miglioramento diffuso dei principali indicatori congiunturali, che si traduce in un arresto della caduta produttiva in atto ormai da due anni. L’andamento della produzione (-0,1%) segna difatti una sostanziale stabilità rispetto al terzo trimestre del 2012 (fig. 2.1). Tale risultato è però condizionato favorevolmente dagli andamenti particolarmente positivi realizzati da tre grandi unità produttive della lavorazione dei metalli e della farmaceutica – dovuti in parte a fenomeni transitori – al netto dei quali l’indicatore registrerebbe una contrazione del -1,3%. Si conferma dunque il superamento del punto di minimo del ciclo economico, e la graduale uscita dalla recessione che ha contrassegnato il sistema manifatturiero regionale dalla seconda metà del 2011, ma la ripresa produttiva che dovrebbe avviarsi nei prossimi trimestri sarà condizionata dalla problematica situazione del mercato interno e dalle ancora difficili condizioni di accesso al credito. Si arresta la caduta di fatturato e produzione Tra gli indicatori di domanda, il fatturato segue l’andamento della produzione e raggiunge anch’esso il punto di pareggio rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Anche su questa variabile pesa tuttavia l’effetto delle tre grandi unità locali di cui sopra – al netto delle quali il fatturato sarebbe diminuito dello 0,6 – evidenziando ancora una volta la fragilità delle condizioni su cui si basa il miglioramento registrato nel trimestre in esame.

Congiuntura regionaleContesto di riferimentoCommercio estero Si attenua inoltre la contrazione degli ordinativi totali, la cui dinamica resta però leggermente negativa (-0,4%), a causa della perdurante contrazione degli ordini interni (-3,0%), che la decisa espansione della componente estera (+4,0%) non riesce a compensare (fig. 2.2). Difatti non accenna a chiudersi la forbice apertasi dalla seconda metà del 2011 tra la domanda interna, che riesce a malapena a rallentare la caduta, e la domanda proveniente da oltreconfine, che rafforza invece la propria crescita. Nel complesso il portafoglio ordini è in grado di assicurare 69 giorni di produzione, in aumento rispetto ai 63 giorni della rilevazione del terzo trimestre Ancora una volta dunque il miglioramento del quadro congiunturale è per lo più imputabile al traino della domanda estera, che si rafforza anche in termini di fatturato (+4,1%). Permane il gap tra domanda interna e domanda estera L’economia regionale, così come quella nazionale, appare ancora gravata da pesanti difficoltà: i bilanci delle famiglie sono stati depauperati dalla crisi del mercato del lavoro e dall’incremento della pressione fiscale e il clima di fiducia dei consumatori stenta a reagire all’avvio della ripresa. Il sistema imprenditoriale è provato dai lunghi anni di crisi, con il capitale fisico reso obsolescente dagli scarsi investimenti e un precario equilibrio finanziario, che assieme alle persistenti difficoltà di accesso al credito rischiano di minare la capacità di molte imprese di beneficiare appieno della ripresa della domanda.

Congiuntura regionaleContesto di riferimentoCommercio estero Aumenta la domanda di Cig Straordinaria Dopo la preoccupante stagnazione dello scorso trimestre, anche i prezzi alla produzione tornano a crescere, nonostante il calo delle quotazioni sui mercati internazionali (-5,2% l’Industrial Inputs Price Index in Euro), sia pure ad un tasso molto contenuto (+0,5%). Per quanto riguarda invece gli indicatori di offerta, il grado di utilizzo degli impianti, pari al 77,9%, è in lieve aumento rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Come prevedibile, resta negativa l’intonazione della dinamica occupazionale (-0,3%), che – tuttavia – riesce a ridurre la contrazione rispetto alla prima parte dell’anno. La flessione del 10,8% delle ore di Cassa Integrazione autorizzate è imputabile all’esaurimento dei fondi per la Cassa in Deroga e alla riduzione della componente ordinaria, a fronte di un aumento del 21,5% della domanda di ammortizzatori sociali per la gestione di crisi e ristrutturazioni aziendali: in conseguenza di tale aumento la Cig Straordinaria ha oltrepassato i 5 milioni di ore nel trimestre luglio-settembre, raggiungendo uno dei valori più elevati dall’inizio della serie storica (inizio 2005) (fig. 2.3).

Congiuntura regionaleContesto di riferimentoCommercio estero Le grandi imprese tornano a crescere Il terzo trimestre si connota per la performance delle grandi imprese (oltre 250 addetti), che come era già successo nel 2009 si mostrano particolarmente reattive nella fase di uscita dalla recessione. Questa classe dimensionale sperimenta infatti un netto miglioramento di tutti gli indicatori monitorati, con produzione (+6,8%) e fatturato (+6,2%) in territorio decisamente positivo grazie in particolare ai risultati delle tre unità locali di cui si è detto precedentemente, al netto dei quali si registrerebbero variazioni rispettivamente del -0,5% e del +2,9% (fig. 2.4). La buona crescita degli ordinativi (+4,5%), trainata dal mercato estero (+11,2%), fa ben sperare per il futuro, anche se l’ulteriore contrazione degli organici aziendali (-0,8%) segnala la presenza di forza lavoro in eccesso. Resta inoltre positiva la situazione delle medie imprese ( addetti): malgrado la dinamica della produzione rallenti dal +1,2% del secondo trimestre al +0,2% del periodo luglio-settembre, il fatturato torna in territorio positivo (+1,4%) dopo le contrazioni della prima metà dell’anno, ed un lieve miglioramento si registra anche per quanto riguarda la dinamica degli ordinativi (+0,9%) e dell’occupazione (+0,5%). Passando infine le piccole imprese (10-49 addetti), il mitigarsi della crisi non è sufficiente a far tornare in positivo produzione (-2,1%), fatturato (-2,2%), ordinativi (-1,8%) e occupazione (-0,6%), per i quali si rileva per adesso solo un rallentamento del calo.

Congiuntura regionaleContesto di riferimentoCommercio estero Torna a crescere la meccanica L’analisi dell’andamento del fatturato -totale e estero- per i principali settori di attività economica, oltre a confermare il ruolo trainante dei mercati esteri a fronte della perdurante debolezza della domanda interna, delinea una quadro congiunturale a macchia di leopardo con segnali positivi in aumento che tuttavia non determinano per il momento un avvio generalizzato della ripresa (fig. 2.5). Ancora una volta emerge la farmaceutica (+15,3%), trainata – come già detto – dalla performance di una grande unità locale, seguita dalla meccanica (+3,5%), che consegue il primo risultato positivo dopo cinque trimestri in negativo. In lievissima crescita, grazie in particolare ai mercati esteri, anche abbigliamento (+0,3%) e manifatture varie (+0,2%). I mezzi di trasporto, pur tenendo in termini di fatturato (+0,2%), registrano nel trimestre un pesante calo produttivo (-9,0%), sono sostanzialmente stabili i metalli (-0,1%) e perde lo 0,8% del fatturato l’industria alimentare e l’1,2% la chimica. Tessile (1,6%) e pelletteria (- 0,4%) contengono le perdite grazie alle vendite oltreconfine.

Congiuntura regionaleContesto di riferimentoCommercio estero In positivo i settori ad alta tecnologia Sono più gravi i cali di fatturato di calzature (-3,6%) e legno (-5,9%), che non godono del sostegno della domanda estera. Perdono rispettivamente il -2,2% e il -2,8% i minerali non metalliferi, penalizzati dal crollo del fatturato domestico, e l’elettronica. Complessivamente si osserva che i settori classificati ad alta tecnologica conseguono risultati mediamente superiori rispetto agli altri: in termini di andamento della produzione questo segmento del sistema manifatturiero regionale è cresciuto del 14,7% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, anche grazie al contributo determinante della della farmaceutica di cui si è detto precedentemente (fig. 2.6). Non si riscontrano invece significative differenziazioni tra le restanti categorie, la cui dinamica si colloca tra il -3 e il +1%.

Congiuntura regionaleContesto di riferimentoCommercio estero In lento miglioramento il clima di fiducia delle imprese L’indicatore sintetico destagionalizzato del clima di fiducia (-5) registra un ulteriore miglioramento rispetto al periodo precedente, anche se l’atteggiamento degli imprenditori continua ad essere orientato prevalentemente al pessimismo, in particolare per quanto riguarda il mercato interno, il cui indicatore perequato segna -13 (fig. 2.7). Coerentemente con lo scenario internazionale, la speranza degli imprenditori è infatti rivolta ai mercati oltreconfine, in merito ai quali per la prima volta dalla fine del 2011 il saldo destagionalizzato tra ottimisti e pessimisti è connotato da un segno positivo (+2). Al contrario, l’atteggiamento di sfiducia è ancora prevalente relativamente alla produzione (-3) e, soprattutto, all’occupazione (-6). Le imprese potranno beneficiare nei prossimi mesi del rafforzamento del ciclo economico mondiale e di un’intonazione meno restrittiva della politica fiscale. Tuttavia il contesto nazionale configura alcuni elementi di incertezza, in primis l’instabilità politica e il rischio di deflazione, che potrebbero rendere meno sostenibile sia il debito privato di famiglie e imprese che quello sovrano.

Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero Capitolo 3 Il commercio estero della Toscana (1)Per il 2012 dati rettificati, per il 2013 dati provvisori. Dati al netto dei metalli preziosi Fonte: Coeweb - Istat

Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero Crescono le importazioni di beni di consumo non durevoli e di beni intermedi Se andiamo ad analizzare i dati relativi agli scambi commerciali per raggruppamenti principali di industrie merita soffermarci sulle importazioni che, dopo 5 trimestri consecutivi, tornano adesso in terreno positivo segnalando una cauta ripresa della domanda interna e, in particolare, un possibile recupero nei processi di investimento. Tale positivo risultato infatti è sostenuto dai beni di consumo non durevoli e dai beni strumentali ed in particolare dalle macchine di impiego generale e dagli autoveicoli. Si collocano invece in terreno negativo gli acquisti dall’estero di prodotti intermedi e, soprattutto, di beni di consumo durevoli che infatti flettono nel trimestre considerato del 26,5% (fig.3.1). Anche relativamente alle esportazioni la crescita complessiva trova spiegazione nei beni strumentali (+5%) - ed in particolare nelle macchine di impiego generale e nell’elettronica - e nei beni di consumo che crescono del 12% e del 16% rispettivamente in termini di beni non durevoli e di beni durevoli.

Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero Al netto dei metalli preziosi continuano a crescere le esportazioni toscane Limitandoci al manifatturiero, le esportazioni toscane anche nel III trimestre continuano a flettere per il crollo del valore degli scambi di metalli preziosi che infatti hanno contribuito negativamente sulla crescita delle esportazioni regionali per oltre 8 punti percentuali. La quotazione dell’oro infatti nel terzo trimestre segna la flessione più marcata dall’inizio dell’anno e questo inevitabilmente si ripercuote sugli scambi di semilavorati (-51% la flessione dell’export e -24,2% la variazione del prezzo dell’oro). (1)Per il 2012 dati rettificati, per il 2013 dati provvisori. Fonte: Coeweb - Istat Se infatti ricalcoliamo il dato al netto di questa componente la variazione toscana torna in terreno positivo (+5,3%) e supera il risultato non solo della media italiana (+1,7% al lordo dell’oro) ma anche delle principali regioni nostre competitors: +2,4% la Lombardia, +3,8% il Veneto e l’Emilia Romagna.

Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero In crescita la maggior parte dei settori (1)Per il 2012 dati rettificati, per il 2013 dati provvisori. Dati al netto dei metalli preziosi Fonte: Coeweb - Istat A livello settoriale il quadro appare piuttosto confortante. Infatti sia nel trimestre in esame che, in generale, nel periodo cumulato gennaio – settembre prevale il segno positivo. Gli unici comparti in flessione risultano appunto i metalli che risentono del crollo del valore dell’oro, la chimica (-18,8% soprattutto per la forte contrazione dei prodotti petroliferi), la gomma e plastica (- 1,1%) e i mezzi di trasporto per il crollo di vendite all’estero di materiale ferrotranviario. Buoni invece i risultati per i prodotti dell’agroindustria (+10,5%) tra cui le bevande (+3,7%) e gli oli (+21,5%), per la farmaceutica (+23%), la meccanica (+6,4%) e l’elettronica (+7,2%). Complessivamente in recupero nel trimestre anche il sistema moda nel quale pelli e cuoio, maglieria e abbigliamento in pelliccia si muovono su crescite a due cifre rispetto al 2012 (rispettivamente +16,3%, +13,4% e +15,8%) mentre le calzature e i filati, seppur positivi, si fermano a +6,2% e a +9,9% compensando le flessioni dei tessuti (-3,4%).

Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero In accelerazione il continente asiatico e africano In termini di mercati di sbocco, in linea con i dati del precedente trimestre, risulta l’Europa la più penalizzata dalla forte contrazione di vendite di metalli preziosi (da sola assorbe oltre il 90% dell’export di questi prodotti). Se infatti ricalcoliamo il dato al netto di tale componente i risultati cambiano segno e dal -9,7% si passa al +5,2% rispetto al corrispondente periodo del 2012 grazie ai positivi dati dell’Unione Europea (+5,9%) ed in particolare del Regno Unito (+15%) mentre l’area Extra UE si ferma al +2,4% a causa della brusca battuta d’arresto del mercato turco. Passando al continente americano, la contrazione dei paesi settentrionali (-4%) nonostante la significativa crescita di quelli meridionali (+22%) abbassa il dato aggregato a +4,6% dopo il +12,3% del secondo trimestre dell’anno. Continuano invece a crescere a due cifre le vendite verso l’Africa (trainate soprattutto dai macchinari e dai gioielli in Algeria e dai prodotti petroliferi in Egitto) mentre resta al di sotto del 3% la crescita del continente asiatico, dove il sensibile rallentamento di alcuni mercati (in particolare Giappone, Arabia Saudita e India) controbilancia la crescita di Emirati Arabi, Quatar e Cina.

Cenni metodologici L’indagine sulla congiuntura manifatturiera regionale viene svolta trimestralmente su un campione di unità locali manifatturiere con almeno dieci addetti. I risultati relativi al terzo trimestre 2013 sono analizzati nel cap. 2. La rilevazione presso le imprese si è svolta dal 20 settembre al 31 ottobre Per un approfondimento sulla metodologia utilizzata per lo svolgimento dell’indagine è disponibile una nota metodologica scaricabile dal sito nell’Area territoriale Toscana. Per i risultati a livello provinciale si rimanda alle pubblicazioni e/o comunicati stampa realizzati dalle singole Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura della Toscana e dalle Associazioni Industriali provinciali. Cenni metodologici e Riconoscimenti Riconoscimenti L’indagine sulla congiuntura manifatturiera della Toscana è il frutto della collaborazione fra l’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana ed il Centro Studi di Confindustria Toscana. L’impostazione metodologica dell’indagine è stata curata da un gruppo di lavoro composto, oltre che dai rappresentanti di Unioncamere Toscana e Confindustria Toscana, dai responsabili degli Uffici Studi e Statistica delle Camere di Commercio della Toscana e da Universitas Mercatorum S.Cons.R.L. La rilevazione è stata effettuata dalle Camere di Commercio di Arezzo, Pisa, Pistoia, Prato e Siena, dalle Aziende Speciali COAP della Camera di Commercio di Grosseto, dal Centro Studi della Camera di Commercio di Livorno e dall’Associazione Industriali di Firenze – che hanno coperto in tutto o in parte le quote del campione da rilevare nei rispettivi territori di competenza – e dall’Azienda Speciale ISR della Camera di Commercio di Massa-Carrara per la parte restante del campione regionale. La validazione dei dati delle interviste e le elaborazioni dei risultati sono state effettuate da Universitas Mercatorum S.Cons.R.L. Coordinamento: Riccardo Perugi (Unioncamere Toscana) Capitolo 1: elaborazioni e testo a cura di Sara Pucci (Confindustria Toscana) Capitolo 2: elaborazioni di Silvia Rettori (Unioncamere Toscana) e Lauretta Ermini (Unioncamere Toscana), testo a cura di Silvia Rettori Capitolo 3: elaborazioni di Sara Pucci e Cristina Marullo (Unioncamere Toscana), testo a cura di Sara Pucci