18 gennaio Incontro Provincia di Genova La relazione d’aiuto nella rete Intervento di Enrico Lisei
UNA STORIA..posso portare anche mio zio ?
CONTESTO Agenzia di formazione
PROGETTO ALBATRO
Per chi? Giovani adulti dai 18 ai 30 anni con problemi di tipo psichiatrico in carico al Servizio di Salute Mentale Con nessuna o poche esperienze lavorative
OBIETTIVI Sviluppo e/o recupero autonomie sociali e relazionali Aumento dell’autostima Riconoscere ruoli e regole sociali e lavorative Sviluppo motivazione al lavoro Sostegno alla parte “sana”permettendo un ruolo diverso da quello di “malato” Sviluppo competenze,abilità lavorative
TEMPI 600 ore ( da marzo a dicembre con pausa ad agosto) Impegno di 4 giorni settimanali dalle 4 alle 6 ore Il progetto è di un anno ripetibile per tre
Caratteristiche Gruppo d’aula da 8 a 10 persone max Possibilità di progetti individualizzati
Gruppo di lavoro Un educatore con funzioni di tutor Uno psicologo con funzioni di coordinamento e interventi specifici Tre, quattro educatori Consulenti di vario genere Psichiatra supervisore
ARTICOLAZIONE Modulo di accoglienza Modulo di formazione al lavoro Modulo di alfabetizzazione informatica Modulo di attività integrative di supporto Modulo di bilancio conclusivo
Modulo accoglienza Costruzione del gruppo Conoscenza delle esperienze della persona Prima valutazione competenze e capacità Definizione degli obiettivi
Modulo attività integrative di supporto Sostegno e supporto ( in senso “to support”, fare il tifo per) alla persona Sviluppo delle competenze trasversali Strumenti vari ( gite, soggiorni, pasti in comune, attività espressive, discussioni a tema, role playing, attività culturali)
Posso portare anche mio zio? ……..e così fu “vengo anch’io..no tu no” E.Jannacci
Mattia Chiuso,silenzioso,osservatore Fragilità palpabile Competenze:guida la vespa “con il silenzio delle mie labbra confondo totalmente lo scettico” W.Whitman
Cosa chiede il corso? Presenza tutti i giorni Frequentare il gruppo aula Compilare schede Esprimere opinioni ……………. “come mi vuoi?
Cosa facciamo? Rispetto delle sue difficoltà Flessibilità nell’orario Rispetto delle sue minime decisioni Riconoscimento della sua motivazione Possibilità di coinvolgimento della famiglia …cosa mi dai?..dove mi porti tu?” P.Conte
Fase di avvio Contratto con il Servizio (burocratico e concordato) Contratto a tre: noi, servizio, persona Contratto con la famiglia
LA COSTRUZIONE DELLA RELAZIONE (..mescola il sangue col sudore.. I.Fossati)
La partenza o avvio della vespa Sperimentarsi poche ore in gruppo Visite in eventuali stage Attività espressive Colloqui individuali per la verifica del percorso “.. intanto mi compro una moto.. con tanti bottoni e accessori più strani.. far finta di essere sani” G.Gaber
Scaldare il motore Una figura educativa di riferimento nelle diverse esperienze : In aula In stage in piccolo gruppo per tutto il primo anno “vieni vieni in città che stai a fare in campagna.. se vuoi farti una vita..” G.Gaber
L’accelerata Frequenza al gruppo anche nei pasti Nuovi contesti, altro stage in piccolo gruppo Esprime competenze riconosciute dal gruppo (disegno, acutezza nelle osservazioni) Visita guidata fuori città Fino a metà del secondo anno “io penso positivo perché son vivo..niente e nessuno al mondo potrà fermare quest’onda..” Jovanotti
EVIDENZA DEL LIMITE
La sosta Permette una maggiore vicinanza dell’educatore al problema dell’autonomia Fare il punto in seguito alla crisi da parte di tutti gli operatori, di Mattia, della famiglia “forse lo stage da meccanico mi piace troppo e mi ha agitato” “diavolo rosso dimentica la strada.. vieni qui con noi a bere un’aranciata contro il buio tutto il tempo se ne va.” P.Conte
La ripresa Durante il terzo anno il “tifo” per lui ha permesso un recupero più veloce rispetto alle precedenti ricadute Uno stage di gruppo focalizzato sulle sue abilità (restauro barche)favorisce il processo di crescita rinforzando la stima di sé “….quanta strada nei miei sandali quanta ne avrà fatta Bartali..quegli occhi allegri da italiano in gita” P.Conte
In viaggio Lo stage diviene individuale e durante l’ultimo anno c’è una nuova figura educativa Al termine, si inserisce nella coop. dello stage come socio di tipo B “ I can live with or without you..” U2
In giro per le strade della vita Allenamento al lavoro (2 anni), seguito da un riferimento che conosceva solo per la parte dei colloqui. Al termine “basta, tu non ci sei più, altri lo sai non mi va’ tanto … posso farcela anche senza un progetto..” “ ne me quitte pas…” J.Brel
La supervisione Intreccio dato clinico e quello sociale Le dinamiche di M. sul tema dipendenza/autonomia con l’educatore referente Il cambio della figura educativa necessario come momento di sviluppo, di affrancamento da un vecchio modello Il tema famigliare sei un malato versus sei un fannullone Il tema delle dinamiche competitive rispetto ai compagni in stage. Nello stage individuale funzionava meglio da solo e con poche responsabilità La dinamica famigliare riportata nel contesto educativo
Mentre viaggiamo alcune riflessioni su Il metodo Educatore è primus inter pares Gruppo luogo delle molteplicità e laboratorio della comunicazione sociale e affettiva Stage dal piccolo gruppo con l’educatore a quello individuale con la presenza dell’educatore saltuaria Approccio individuale ed educativo con la famiglia Lavoro in rete e condivisione degli obiettivi Coordinamento costante tra educatori Supervisione
…..sulla relazione PUNTI FORTI Contesto non di cura Ascolto Riconoscimento motivazione, capacità,problemi Supporto alle problematiche famigliari Aspetto ludico Una certa direttività CRITICITA’ Ascolto (della parte patologica) Sostituirsi a Non direttività Non lavoro di rete e obiettivi condivisi
….ma il viaggio non finisce
….intanto se io sto bene.. anche mio zio può venire qui.. così trova lavoro.. sai.. è fuori di testa ….. “zio zio com’è com’è spiega la vita spiega cos’è..” P.Conte