Dr.ssa Marilena Moretti Ferrara Marzo 2010 INTERAZIONI PRECOCI MADRE-BAMBINO: LA PROSPETTIVA DELL’ATTACCAMENTO Interaction Development.

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Dr.ssa Marilena Moretti Ferrara Marzo 2010 INTERAZIONI PRECOCI MADRE-BAMBINO: LA PROSPETTIVA DELL’ATTACCAMENTO Interaction Development and Early Attachment Group

STRANGE SITUATION PROCEDURE Procedura Procedura standardizzata che ha l’obiettivo di attivare e intensificare i comportamenti di attaccamento del bambino nei confronti del genitore, sottoponendolo a una situazione di stress moderato, ma crescente nel tempo La procedura si svolge in un contesto non familiare al bambino (strange=“insolito”), prevede la presenza di una persona adulta sconosciuta al piccolo (definita l’estraneo), e una serie di due separazioni e ricongiungimenti con la madre o il padre. Applicata a partire dal 12 mesi di vita del bambino e può essere somministrata nuovamente dopo 6 mesi. L’intervallo di sei mesi tra una somministrazione e l’altra permette al bambino di dimenticare la procedura e fare in modo che la procedura rappresenti per il piccolo una condizione di stress tale da attivare i comportamenti di attaccamento

La Strange Situation Procedure permette di misurare la qualità del legame di attaccamento che il bambino ha costruito con quella particolare figura di accudimento: non dice nulla sulla natura del legame che il bambino può aver stabilito con altri adulti significativi o rispetto ai comportamenti di cura che il caregiver mette in atto con il bambino in situazioni naturali. La Strange Situation Procedure permette di misurare la qualità del legame di attaccamento che il bambino ha costruito con quella particolare figura di accudimento: non dice nulla sulla natura del legame che il bambino può aver stabilito con altri adulti significativi o rispetto ai comportamenti di cura che il caregiver mette in atto con il bambino in situazioni naturali. La SSP è suddivisa in otto brevi episodi che, eccetto il primo, hanno una durata di circa tre minuti ciascuno, che si succedono secondo un ordine fisso e con una consegna chiaramente esplicita.

EPISODI DELLA SSP PRIMO EPISODIO la madre e il bambino vengono introdotti da un osservatore nella stanza da laboratorio e viene spiegata loro la consegna. Il genitore viene fatto accomodare su una sedia e il bambino posto accanto ai giocattoli affinchè sia libero di esplorarli e manipolarli. Al genitore viene data una rivista, chiedendo di fare finta di essere impegnato nella lettura. Lo scopo è di mettere il bambino in un ruolo di primo piano, lasciandolo libero di coinvolgere il genitore se lo desidera, ma anche di esplorare l’ambiente circostante in modo libero e autonomo. in generale in tutta la procedura al genitore viene affidato un ruolo di supporto al bambino, quanto più naturale possibile, ma viene esplicitamente richiesto di lasciare che sia il piccolo a iniziare le eventuali interazioni con l’adulto.

SECONDO EPISODIO si ha l’inizio della procedura vera e propria con il genitore e il bambino che sono soli nella stanza, il primo apparentemente impegnato nella lettura e il secondo alle prese con l’esplorazione dell’ambiente nuovo e dei giocattoli a sua disposizione. Se, dopo due minuti dall’inizio dell’episodio, il bambino non ha ancora iniziato ad esplorare la stanza o gli oggetti, un segnale prestabilito indica alla madre che può cercare di stimolare la sua attenzione verso i giocattoli. COSA SI OSSERVA? - LA NATURA E IL GRADO DI ATTENZIONE CHE IL BAMBINO RIVOLGE ALL’ESPLORAZIONE (MOTORIA, MANIPOLATORIA E VISIVA) - IL GRADO DI INTERESSE CHE EGLI PONE NEI CONFRONTI DELLA MADRE.

TERZO EPISODIO inizia con l’ingresso dell’estraneo, una figura adulta non conosciuta dal bambino. L’estraneo saluta il genitore e si siede sull’altra sedia disponibile, rimanendo in attesa per circa un minuto e poi inizia a conversare con il genitore nella maniera più naturale possibile, facendo alcune domande (Come si chiama il bambino?, Quanti mesi ha?, Ha già iniziato a camminare?, Con chi sta durante la giornata?) Passato un altro minuto l’estraneo inizia a interagire con il bambino, cercando di coinvolgerlo in un gioco comune. Alla fine dell’episodio il genitore abbandona la stanza in modo discreto, lasciando una borsa o un oggetto che gli appartiene sulla sedia. COSA SI OSSERVA? - REAZIONI DEL BAMBINO ALLA PRESENZA DI UNA PERSONA ADULTA NON FAMILIARE - SE E CON QUALI MODALITA’ USA IL GENITORE PER VALUTARE LA NUOVA SITUAZIONE - SE SI LASCIA O MENO COINVOLGERE NELL’INTERAZIONE PROPOSTA DALL’ESTRANEO

QUARTO EPISODIO: prima separazione. - L’estraneo riduce gradualmente l’interazione con il bambino in modo che si accorga dell’allontanamento del caregiver e, se il piccolo riprende a giocare, torna a sedersi. - Egli può rispondere a qualunque tentativo di contatto da parte del bambino e consolarlo nel caso pianga, distraendolo con un gioco o prendendolo in braccio se piange. COSA SI OSSERVA? - IN CHE MODO IL BAMBINO REAGISCE ALL’USCITA DEL CAREGIVER E QUALI STRATEGIE UTILIZZA - L’EVENTUALE MESSA IN ATTO DI COMPORTAMENTI DI RICERCA NEI CONFRONTI DELLA FIGURA DI ATTACCAMENTO - I COMPORTAMENTI CHE METTE IN ATTO NEI CONFRONTI DELL’ESTRANEO

QUINTO EPISODIO il genitore, dopo aver segnalato il suo rientro parlando fuori dalla porta, resta da solo con il bambino per i successivi tre minuti. Al genitore viene chiesto di adeguare il suo comportamento alle relazioni mostrate dal bambino: se il bambino ricerca vicinanza e conforto, il caregiver può consolarlo e rassicurarlo per poi riportare la sua attenzione verso i giochi; se il bambino non mostra disagio ma ignora il ritorno del caregiver o rimane impegnato nelle sue attività, al genitore è richiesto di lasciarlo libero di continuare ciò che sta facendo. COSA SI OSSERVA? - LE MODALITA’ CON CUI IL BAMBINO SI RICONGIUNGE AL GENITORE - SE UTILIZZA CHIARI COMPORTAMENTI DI SALUTO, DI RICERCA, VICINANZA E CONTATTO - SE IGNORA IL SUO RITORNO, MOSTRANDOSI AUTONOMO, IMPEGNATO NELLE PROPRIE ATTIVITA’ OPPURE INDIFFERENTE AL REINGRESSO DELL’ADULTO

SESTO EPISODIO il bambino rimane da solo Seconda separazione: momento più critico della osservazione. A volte i bambini iniziano a piangere e manifestare chiaro disagio per l’uscita del genitore. In questo caso l’episodio viene immediatamente interrotto e l’estraneo rientra nella stanza, cercando di consolare il bambino. In altri casi invece il piccolo sembra aver risorse sufficienti a gestire adeguatamente la situazione di stress e la separazione e l’episodio viene fatto durare per tutti i tre minuti previsti. COSA SI OSSERVA: - LA SUA CAPACITA’ DEL PICCOLO DI FAR FRONTE ALLA SITUAZIONE E IN PARTICOLARE ALLA SEPARAZIONE - EVENTUALI MANIFESTAZIONI DI DISAGIO E/O PARTICOLARE TRANQUILLITA’ - MANCANZA DELLA FIGURA DI ATTACCAMENTO E D EVENTUALE SUA RICERCA

SETTIMO EPISODIO: l’estraneo rientra nella stanza. Anche in questo caso il ruolo dell’adulto è di supporto alle iniziative del bambino. Se questo desidera essere consolato o ricerca l’interazione, l’estraneo risponde al bambino cercando di farlo sentire a proprio agio. Se appare autonomo e non ricerca l’adulto, l’estranea si siede al suo posto e attende eventuali iniziative del piccolo. COSA SI OSSERVA: - SE O COME IL BAMBINO INTERAGISCE CON L’ESTRANEO (FIGURA DI ATTACCAMENTO SOSTITUTIVA)

OTTAVO EPISODIO : seconda riunione. L’indicazione per il genitore è quella di consolare il bambino se particolarmente stressato o di accomodarsi sulla sedia qualora il bambino non richieda direttamente l’interazione COSA SI OSSERVA: Nel bambino: - LA MODALITA’ DI RICONGIUNGIMENTO - LE RISPOSTE E LE INIZIATIVE NEI CONFRONTI DEL GENITORE - LO STATO EMOTIVO (CONTENTO, ARRABBIATO..) Nel genitore: - LE MODALITA’ DI CONSOLARE E DI PRENDERSI CURA (SE NECESSARIO) DEL PICCOLO - VERBALIZZAZIONI

SETTING: stanza di laboratorio, in cui vi sono posizionate due sedie ad angolo verso il centro, e dove sono posti numerosi giocattoli adatti all’età del bambino. Una delle pareti della stanza è provvista di uno specchio unidirezionale che permette di registrare gli episodi e di osservare in modo chiaro i comportamenti e le espressioni facciali dei comportamenti.

Sulla base del comportamenti manifestati dai bambini nella Strange Situation nei confronti della figura di attaccamento, Ainsworth e coll. (1978) hanno individuato tre tipologie di attaccamento: SICURO (B) INSICURO-EVITANTE (A) INSICURO- AMBIVALENTE (C)

L’ATTACCAMENTO SICURO (B) IL BAMBINO SICURO, IN PRESENZA DEL CAREGIVER MANIFESTA UN CHIARO DESIDERIO DI VICINANZA, DI CONTATTO FISICO O DI INTERAZIONE NEI CONFRONTI DELLA FIGURA DI ATTACCAMENTO. QUANDO IL CAREGIVER E’ PRESENTE IL BAMBINO PUO’ APPARIRE RELATIVAMENTE AUTONOMO NELL’ESPLORAZIONE DELL’AMBIENTE, MA DI SOLITO TENDE A CERCARE IN MODO ATTIVO LA PARTECIPAZIONE DELL’ADULTO E DURANTE LE SEPARAZIONI MOSTRA SEGNI DI ATTACCAMENTO E RICERCA DELL’ADULTO.

L’ATTACCAMENTO SICURO IL BAMBINO SICURO ACCOGLIE LA MADRE, NEGLI EPISODI DI RICONGIUNGIMENTO, CERCANDO ATTIVAMENTE IL CONTATTO FISICO E LA VICINANZA, SE IL DISAGIO E’ ELEVATO. IL SOLO RITORNO DEL CAREGIVER DA PROTEZIONE E CONFORTO AL BAMBINO CHE E’ IN GRADO DI RIPRENDERE L’ESPLORAZIONE. DURANTE LA SECONDA RIUNIONE IL B. SICURO E’ SUBITO PLACATO DAL CONTATTO FISICO CHE CERCA CON ILCAREGIVER E DI SOLITO E’ NECESSARIO UN MINUTO AFFINCHE’ L’INTENSITA’ DELL’ATTACCAMENTO DIMINUSICA GRADUALEMENTE E IL BAMBINO RIPRENDA L’ESPLORAZIONE.

L’ATTACCAMENTO EVITANTE (A) I b. con attaccamento INSICURO-EVITANTE mostrano un evitamento del genitore,in particolare negli episodi di riunione: sembra quindi che abbiano una disattivazione di tutto o gran parte del repertorio comportamentale collegato all’attaccamento. La strategia di regolazione affettiva che adottano si basa sul distanziamento dal caregiver e sull’inibizione dell’espressione affettiva di disagio nelle situazioni di pericolo. A livello comportamentale sono bambini che appaiono particolarmente autonomi e indipendenti, maggiormente focalizzati sull’esplorazione dell’ambiente e dei giocattoli che sulla presenza del caregiver

L’ATTACCAMENTO EVITANTE Durante le separazioni mostrano minimi segni di disagio e di ricerca del caregiver e una prevalenza di comportamenti di auto- consolazione: vi è un apparente basso livello d’ansia e scarsi comportamenti di ricerca del genitore. Le manifestazioni di disagio sono per lo più da attribuire al fatto di essere lasciati soli e non tanto all’assenza della madre. Tendono ad interagire con l’estranea in modo simile a come fanno con la madre, mostrandosi a volte visibilmente più responsivi.

L’ATTACCAMENTO EVITANTE Durante i ricongiungimenti sembrano ignorare o dare poco rilievo al ritorno dell’adulto, per esempio salutandolo distrattamente o mostrandosi assorti e intenti nelle proprie attività di gioco. Sono quindi INCAPACI di segnalare i propri bisogni di protezione e il desiderio di vicinanza e contatto Essi minimizzano le proprie reazioni affettive in particolare dopo le separazioni, mostrandosi indaffarati e coinvolti nel gioco

L’ATTACCAMENTO EVITANTE I BAMBINI CON ATTACCAMENTO INSICURO-EVITANTE SI CARATTERIZZANO PER IL FATTO CHE TENDONO AD INIBIRE LA MANIFESTAZIONE DEI PROPRI BISOGNI PSICOLOGICI DI CONFORTO E PROTEZIONE RISPETTO ALLA FIGURA DI ATTACCAMENTO, ENFATIZZANDO UNO STILE RELAZIONALE DI AUTONOMIA E INDIPENDENZA.

L’ATTACCAMENTO AMBIVALENTE (C) Marcato attaccamento nei confronti del caregiver, nel senso che tendono ad essere maggiormente centrati sulla relazione con l’adulto che sull’esplorazione dell’ambiente circostante e ciò diviene sempre più evidente con il trascorrere della procedura. I bambini tendenzialmente manifestano fin da subito una minore capacità di esplorare l’ambiente in modo autonomo e di interagire con la figura estranea, un notevole disagio durante la separazione, accompagnato anche da una minore capacità di recupero nei momenti di ricongiungimento.

L’ATTACCAMENTO AMBIVALENTE IL RITORNO DEL GENITORE DOPO LA SEPARAZIONE NON SEMBRA SUFFICIENTE A CONSOLARLI, COME SE LA PRESENZA DELLA FIGURA DI ATTACCAMENTO NON FOSSE IN GRADO DI RISTABILIRE IL LORO SENSO DI SICUREZZA E DI PLACARE LE RICHIESTE DI ULTERIORE ATTACCAMENTO E BISOGNO DI CONFORTO. COMPORTAMENTI AMBIVALENTI NEI RIGUARDI DEL CAREGIVER: ALTERNANO O MESCOLANO INSIEME RICHIESTE DI VICINANZA E CONTATTO A COMPORTAMENTI MARCATAMENTE RESISTENTI O DI ESTREMA PASSIVITA’, COME SE LA SEPARAZIONE DAL GENITORE DETERMINASSE UN’INSICUREZZA ACCOMPAGNATA DA RABBIA O DA SENSO DI IMPOTENZA.

L’ATTACCAMENTO AMBIVALENTE IL BILANCIAMENTO TRA ESPLORAZIONE E ATTACCAMENTO E’ IN DISEQUILIBRIO : MOSTRANO UN’IPERATTIVAZIONE DEL SISTEMA DI ATTACCAMENTO CHE LI PORTA AD ESSERE DOMINATI DALLE EMOZIONI E A FOCALIZZARSI ESCLUSIVAMENTE SULL’ADULTO A DISCAPITO DELL’ESPLORAZIONE IL GENITORE NON RAPPRESENTA UNA BASE SICURA POICHE’ I BAMBINI AMBIVALENTI QUANDO SONO A DISAGIO E SPAVENTATI NON SEMBRANO RIUSCIRE A CONSOLARSI CON LA SUA PRESENZA, COME SE FOSSE CARENTE IL SENTIMENTO INTERNO DI POTER DISPORRE DI UNA FIGURA STABILE SU CUI FARE RIFERIMENTO. FORTE DESIDERIO DI CONTATTO VS. OPPOSIZIONE AL CONFORTO.

L’ATTACCAMENTO AMBIVALENTE IL BAMBINO PROVERA’ EMOZIONI CONTRASTANTI: - - FORTE RABBIA, DOVUTA ALL’INCERTEZZA E INCOERENZA DELLE CURE SPERIMENTATE - - UN DESIDERIO DI CONFORTO PER LE ESPERIENZE PIACEVOLI DI CONTATTO OFFERTE SALTUARIAMENTE E IN MODO DISCONTINUO DALL’ADULTO - - UN’INTENSA PAURA DI ABBANDONO CHE LO PORTA AD ESPRIMERE IN MANIERA ESAGERATA I SUOI BISOGNI AL FINE DI OTTENERE PIU’ FACILMENTE UNA RISPOSTA DI AIUTO

RIASSUMENDO   ATTACCAMENTO SICURO (B) - - CORRETTO BILANCIAMENTO TRA ESPLORAZIONE E ATTACCAMENTO - - UTILIZZA IL GENITORE COME BASE SICURA - - RICERCA IL GENITORE DURANTE E DOPO LA SEPARAZIONE - - SI FA CONSOLARE E RIPRENDE L’ESPLORAZIONE  ATTACCAMENTO EVITANTE (A) - ENFASI SULL’ESPLORAZIONE E L’INDIPENDENZA - IL BAMBINO TENDE A NON FARE RIFERIMENTO ALL’ADULTO - NON RICERCA IL GENITORE DOPO LA SEPARAZIONE E LO EVITA O MINIMIZZA LE MANIFESTAZIONI - NON CERCA CONTATTO FISICO

  ATTACCAMENTO INSICURO AMBIVALENTE (C) - - ENFASI SULL’ATTACCAMENTO - - NON SI CONSOLA CON L’ADULTO - - RICERCA MOLTO IL CONTATTO FISICO E L’INTERAZIONE - - APPARE DIPENDENTE E CENTRATO SUL GENITORE, CON POCA AUTONOMIA - - PUO’ ESSERE ARRABBIATO O PASSIVO: NON RIPRENDE L’ESPLORAZIONE

Madri di bambini sicuri(B): Fin dai primi mesi di vita:  sensibili ai segnali e alle comunicazioni del bambino: sensitivity  capaci di rispondere ai segnali (pianto, nutrimento): responsivity  flessibilità emotiva Attorno al primo anno:  accessibili psicologicamente al bambino  sentimenti positivi/negativi nelle interazioni  adeguata capacità comunicativa  modulazione affettiva

Madri di bambini evitanti (A):  chiaramente rifiutanti  spesso i sentimenti positivi verso il bambino sono travolti da rabbia ed irritazione  esperienze di contatto fisico spiacevoli  mancanza di espressioni emozionali interpretata come un modo di controllare la rabbia  rigide e compulsive nelle interazioni con i loro bambini  insensibili ai segnali del bambino.

Madri di bambini ambivalenti (C):  scarse capacità di holding e di contenimento del bambino  pochi comportamenti affettuosi  relativamente insensibili ai segnali del bambino  comportamenti contraddittori: contenuto vs. significante

L’ATTACCAMENTO DISORIENTATO- DISORGANIZZATO  PARTENDO DAL FATTO CHE ALCUNI BAMBINI NON PRESENTAVANO UN’ORGANIZZAIZONE DEL COMPORTAMENTO SECONDO LE TIPOLOGIE DI AINSWORTH E COLL. (1978), MAIN e SOLOMON (1990) HANNO IDENTIFICATO UNA NUOVA CATEGORIA DI ATTACCAMENTO, CARATTERIZZATA DA UNA MANCANZA DI UNA STRATEGIA ORGANIZZATA DI ATTACCAMENTO  DURANTE LA PROCEDURA I COMPORTAMENTI MANIFESTATI DA QUESTI BAMBINI APPAIONO NON FINALIZZATI AL RAGGIUNGIMENTO DI OBIETTIVI PRECISI, DIFFICILMENTE INTERPRETABILI, CONFLITTUALI E CONTRADDITORI. (Main, Solomon, 1990)

LE CARATTERISTICHE PIU’ EVIDENTI SONO: - LA CONTRADDITORIETA’ NELLE INTENZIONI O NEI PIANI COMPORTAMENTALI DEL BAMBINO (DISORGANIZZAZIONE) - E/O LA SENSAZIONE CHE IL PICCOLO ABBIA UNA PERDITA DI ORIENTAMENTO NELL’AMBIENTE CIRCOSTANTE (DISORIENTAMENTO) QUESTE CONDOTTE APPAIONO SOLAMENTE IN PRESENZA DEL QUESTE CONDOTTE APPAIONO SOLAMENTE IN PRESENZA DEL CAREGIVER, COME SE FOSSE PROPRIO LA PRESENZA DELLA FIGURA DI ATTACCAMENTO, NEI MOMENTI IN CUI E’ PIU’ NECESSARIA, A DETRMINARE UNA DISORGANIZZAZIONE NEL COMPORTAMENTO DEL BAMBINO. CAREGIVER, COME SE FOSSE PROPRIO LA PRESENZA DELLA FIGURA DI ATTACCAMENTO, NEI MOMENTI IN CUI E’ PIU’ NECESSARIA, A DETRMINARE UNA DISORGANIZZAZIONE NEL COMPORTAMENTO DEL BAMBINO. L’ATTACCAMENTO DISORIENTATO- DISORGANIZZATO

COMPORTAMENTI DISORGANIZZATI NELLA SSP  UNA SUCCESSIONE DI SCHEMI DI COMPORTAMENTO CONTRADDITORI: IL BAMBINO MOSTRA MANIFESTAZIONI MOLTO FORTI DI ATTACCAMENTO O DI COMPORTAMENTO ARRABBIATO SUBITO SEGUITI DA EVITAMENTO O DA UN COMPORTAMENTO “CONGELATO” O “INEBETITO”. PER ESEMPIO IL BAMBINO, PIANGENDO, SI PRECIPITA VERSO IL GENITORE, MA SUBITO DOPO DIVENTA SILENZIOSO E SI DIRIGE VERSO LA PARETE. OPPURE A UN GIOCO CALMO E CONTENUTO SEGUE UN COMPORTAMENTO STRESSATO, ARRABBIATO. PER ESEMPIO IL BAMBINO, PIANGENDO, SI PRECIPITA VERSO IL GENITORE, MA SUBITO DOPO DIVENTA SILENZIOSO E SI DIRIGE VERSO LA PARETE. OPPURE A UN GIOCO CALMO E CONTENUTO SEGUE UN COMPORTAMENTO STRESSATO, ARRABBIATO.

COMPORTAMENTI DISORGANIZZATI NELLA SSP  LA PRESENZA SIMULTANEA DI SCHEMI DI COMPORTAMENTO CONTRADDITORI: IL BAMBINO HA UN COMPORTAMENTO EVITATANTE SIMULTANEAMENTE AD UNA RICERCA DI VICINANZA, DI MANTENIMENTO DEL CONTATTO O DI RESISTENZA AL CONTATTO OPPURE MANIFESTA CONTEMPORANEAMENTE ALTRI COMPORTAMENTI CONTRAPPOSTI.  PER ESEMPIO IL BAMBINO SI AVVICINA AL GENITORE CON LA TESTA RIVOLTA ALTROVE O S’ INCLINA FORTEMENTE INDIETRO QUANDO E’ A CONTATTO CON IL GENITORE; OPPURE SORRIDENDO IMPROVVISAMENTE COLPISCE O GRAFFIA IL VOLTO DEL GENITORE

COMPORTAMENTI DISORGANIZZATI NELLA SSP  MOVIMENTI ED ESPRESSIONI NON MIRATI, INADATTI, INCOMPLETI E INTERROTTI: PER ES. IL B. VAGA PER LA STANZA SENZA PRESTARE ATTENZIONE AI GIOCATTOLI O ALLE PERSONE,O, QUANDO E’ AGITATTO SI RIVOLGE SINGHIOZZANDO ALLA PARETE ANZICHE’ AL GENITORE.  STEREOTIPIE, MOVIMENTI ASIMEMTRICI O NON SINCRONIZZATI E POSTURE ANOMALE: PER ES. IL B. SI DONDOLA SULLE MANI E SULLE GINOCCHIA AL RITORNO DEL GENITORE, ACCOGLIE IL GENITORE META’ SORRIDENDO E META’ ESPRIMENDO PAURA O ANSIA, O STENDE LE BRACCIA IN AVANTI AD ALTEZZA DELLE SPALLE TENENDO GLI OCCHI CHIUSI.

COMPORTAMENTI DISORGANIZZATI NELLA SSP (Main, Solomon, 1990)  MOVIMENTI ED ESPRESSIONI RALLENTATI, LIMITATTI BLOCCATI (FREEZING), STILLING (IMMOBILI) : SI DEFINISCONO “CONGELATI”QUEI COMPORTAMENTI CHE DETERMINANO UNA PROLUNGATA IMMOBILITA’ DEL BAMBINO, SECONDOUNA POSTURA CHE IMPLICA UNO SFORZO ATTIVO PER CONTRASTARE LA FORZA DI GRAVITA’ E SONO INDICI MARCATI DI DISORIENTAMENTO.  I COMPORTAMENTI “IMMOBILI” SONO SIMILI, MA IL BAMBINO UTILIZZA UNA POSTURA PIU’ NATURALE CHE NON RICHIEDE UNA RESISTENZA ATTIVA ALLA GRAVITA’. SONO COMPORTAMENTI DI NATURA PIU’ LIEVI.  PER ESEMPIO IL B. SI AVVICINA MOLTO LENTAMENTE AL GENITORE, COME SE SI MUOVESSE NELL’ACQUA O CONTRO UN AQUALCHE RESISTENZA FISICA, O SI BLOCCA COMPLETAMENTE PER VENTI SECONDI CON LE MANI IN ALTO.

COMPORTAMENTI DISORGANIZZATI NELLA SSP  SEGNALI ESPLICITI DI APPENSIONE RIGUARDO AL GENITORE: ESPRESSIONI DI FORTE PAURA O TIMORE SUBITO DOPO IL RITORNO DEL GENITORE O QUANDO CHIAMA IL BAMBINO O GLI SI AVVICINA.  PER ESEMPIO, ALL’INGRESSO DEL GENITORE IL BAMBINO PORTA LE MANI ALLA BOCCA CON ESPRESSIONE SPAVENTATA O SI APPOGGIA ALLA PARETE CON UN SORRISO IMPAURITO.  SEGNALI ESPLICITI DI DISORGANIZZAZIONE, DISORIENTAMENTO E CONFUSIONE: QUALSIASI INDICE CHIARO DI CONFUSIONE E DISORGANIZZAZIONE NEL PRIMO MOMENTO DELLA RIUNIONE CON IL GENITORE.  PER ESEMPIO, IL B. VAGA PER LA STANZA IN MODO DISORDINATO O APPENA DOPO L’INGRESSO DEL GENITORE, SALUTA RAGGIANTE L’ESTRANEA CON LE BRACCIA APERTE.

L’ATTACCAMENTO DISORIENTATO- DISORGANIZZATO  Main, Hesse (1990): IL COMPORTAMENTO DISORGANZIZATO DIPENDE DAL FATTO CHE IL BAMBINO, NEI PRIMI ANNI DI VITA, SPERIMENTA UNA FIGURA DI ATTACCAMENTO SPAVENTANTE O SPAVENTATA: POSSONO PER ESEMPIO ESSERE PERSONE CHE HANNO SUBITO TRAUMI O LUTTI VERIFICATOSI NEL CORSO DELL’INFANZIA O NEI PERIODI PRECEDENTI ALLA MATERNITA’ E NON ANCORA RIELABORATI E RISOLTI DALLA PERSONA. (Ainsworth, Eichberg, 1995; Main, Hesse, 1990)  CIO’ IMPLICA CHE PER IL BAMBINO LA SUA FIGURA DI ATTACCAMENTO E’ “NELLO STESSO TEMPO L’ORIGINE E LA SOLUZIONE DELLA SUA PAURA” (Main, Hesse, 1990)

L’ATTACCAMENTO DISORIENTATO- DISORGANIZZATO  QUESTE ESPERIENZE PER IL PICCOLO COMPORTANO UN “COLLASSO” DELLE STRATEGIE COMPORTAMENTALI CHE RISULTANO INSTABILI E INCOERENTI NELLA GESTIONE DEI RAPPORTI INTERATTIVI E AFFETTIVI CON LA FIGURA DI ATTACCAMENTO.  PER ALCUNI L’ATTACCEMENTO DISORGANIZZATO E’ CONNESSO AD UNA “COMUNICAZIONE AFFETTIVA DISTURBATA TRA MADRE E FIGLIO” AD UNA “COMUNICAZIONE AFFETTIVA DISTURBATA TRA MADRE E FIGLIO”