Progetto S.I.L.O.S. Storia dell’arte - approfondimento sull’architettura Liceo Scientifico «Vito Volterra», Fabriano Classe VB Prof.ssa Paola Bellucci.

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Transcript della presentazione:

Progetto S.I.L.O.S. Storia dell’arte - approfondimento sull’architettura Liceo Scientifico «Vito Volterra», Fabriano Classe VB Prof.ssa Paola Bellucci

Uno dei problemi più importanti che l’architettura si è trovata ad affrontare è stato il cambiamento del contesto esterno sia riguardo il paesaggio, sia riguardo la struttura che l’organizzazione delle città. Gli architetti si pongono il problema sul grado di «sviluppo sostenibile» dell’umanità.

Charles – Edouard Jeanneret, 1887 – 1965 Esaltato dal progresso tecnologico raggiunto negli ultimi anni, Charles – Edouard Jeanneret, 1887 – 1965, più comunemente conosciuto come Le Corbusier, considerava la casa come una macchina da abitare o come un utensile. «Una casa è una macchina da abitare. Bagni, sole, acqua calda, acqua fredda, calore a volontà, conservazione del cibo, igiene, bellezza e proporzione…» Le Corbusier, paragonando la casa ad un piroscafo

Antonio Sant’Elia, 1888 – 1916, che nel Esaltato dal dinamismo della città moderna è invece Antonio Sant’Elia, 1888 – 1916, che nel 1914, attraverso la presentazione delle tavole della «Città Nuova», proponeva un modello di architettura legato soprattutto alla funzionalità più che alla bellezza.

Rottura con il passato e ricerca di uno stile nuovo; Rifiuto del superfluo; Valorizzazione dei nuovi materiali edilizi; Consapevolezza dell’attualità del problema ambientale e del rapporto tra uomo – natura;

Antonio Sant’Elia sintetizza le sue idee in 8 punti, nel manifesto dell’architettura futurista, da lui redatto: 1. Che l'architettura futurista è l'architettura del calcolo, dell'audacia temeraria e della semplicità; l'architettura del cemento armato, del ferro, del vetro, del cartone, della fibra tessile e di tutti quei surrogati del legno, della pietra e del mattone che permettono di ottenere il massimo della elasticità e della leggerezza;

2. Che l'architettura futurista non è per questo un'arida combinazione di praticità e di utilità, ma rimane arte, cioè sintesi, espressione; 3. Che le linee oblique e quelle ellittiche sono dinamiche, per la loro stessa natura hanno una potenza emotiva mille volte superiore a quella delle perpendicolari e delle orizzontali, e che non vi può essere un'architettura dinamicamente integratrice all'infuori di esse;

4. Che la decorazione, come qualche cosa di sovrapposto all'architettura, è un assurdo, e che soltanto dall'uso e dalla disposizione originale del materiale greggio o nudo o violentemente colorato, dipende il valore decorativo dell'architettura futurista; 5. Che, come gli antichi trassero l'ispirazione dell'arte dagli elementi della natura, noi - materialmente e spiritualmente artificiali - dobbiamo trovare quell'ispirazione negli elementi del nuovissimo mondo meccanico che abbiamo creato, di cui l'architettura deve essere la più bella espressione, la sintesi più completa, l'integrazione artistica più efficace;

6. L'architettura come arte di disporre le forme degli edifici secondo criteri prestabiliti è finita; 7. Per architettura si deve intendere lo sforzo di armonizzare con libertà e con grande audacia, l'ambiente con l'uomo, cioè rendere il mondo delle cose una proiezione diretta del mondo dello spirito;

8. Da un'architettura così concepita non può nascere nessuna abitudine plastica e lineare, perché i caratteri fondamentali dell'architettura futurista saranno la caducità e la transitorietà. Le case dureranno meno di noi. Ogni generazione dovrà fabbricarsi la sua città. Questo costante rinnovamento dell'ambiente architettonico contribuirà alla vittoria del Futurismo, che già si afferma con le Parole in libertà, il Dinamismo plastico, la Musica senza quadratura e l'Arte dei rumori, e pel quale lottiamo senza tregua contro la vigliaccheria passatista.

«Sentiamo di non essere più gli uomini delle cattedrali, dei palazzi, degli arengari, ma dei grandi alberghi, delle stazioni ferroviarie, delle strade immense, dei porti colossali, dei mercati coperti[…]; Noi dobbiamo inventare e rifabbricare la città futurista simile a un immenso cantiere tumultuante, agile, mobile, dinamico in ogni sua parte, e la casa futurista simile a una macchina gigantesca.» Antonio Sant’Elia

Rapporto sullo stato del pianeta L’interesse per l’innovazione trova un rallentamento e solo grazie al «Rapporto sullo stato del pianeta» del 1970, che mostrò effettivamente i problemi legati allo sfruttamento intensivo delle risorse energetiche e naturali, molti problemi legati alle tematiche dell’ecologia e quelli relativi alla crescita di megalopoli disumane vennero portati alla ribalta.

Innumerevoli sono state le tragedie connesse all’abusivismo edilizio: Costruzione di abitazioni in posti a rischio (vulcani, costoni di montagna e a picco sul mare); Disboscamento invasivo di ampie zone boschive con conseguente indebolimento del terreno (le radici degli alberi trattengono il terreno); Rovina del paesaggio naturale con la costruzione di edifici altamente contrastanti con il territorio.

Nasce così, per contrastare l’abusivismo e la violenza ambientale, una nuova coscienza sul piano dell’arte, dell’architettura e dell’urbanistica: Land Art; Public Art; Atopie (i non – luoghi).

SICUREZZA «Bando alle spiegazioni tautologiche: la minaccia nucleare e i giochi privi di regole non garantiscono alcuna SICUREZZA; tuttavia è esaltante il compito non di «conservare» e «salvaguardare» l’ambiente, ma di reinventarlo con quotidiana tensione.» Bruno Zevi – Paesaggi e Città

FINE