I FIGLI DEL DIVORZIO Di: Alessandra Accurso; Serena Puntoniero; Flavia Restino; Sara Saltimbanco; Anna Silvestre.

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Transcript della presentazione:

I FIGLI DEL DIVORZIO Di: Alessandra Accurso; Serena Puntoniero; Flavia Restino; Sara Saltimbanco; Anna Silvestre

1. I ntroduzione al divorzio: dinamiche conflittuali e sicurezza dei figli. 1. L’inattesa eredità del divorzio. 1. Critiche all’articolo 1. Lo sviluppo del bambino. 1. Approccio psicopatologico e conclusioni 1. Bibliografia INDICE

* Dinamiche conflittuali e sicurezza dei figli.

Attualmente la costante crescita di divorzi ha etichettato questo evento come normativo; tuttavia non è possibile definirlo tale in quanto strettamente legato alle dinamiche individuali. Quali sono gli effetti a lungo termine sui figli? Quali sono i fattori che possono causare il conflitto coniugale? Quali sono i fattori di rischio a cui sono esposti i bambini?

* Il coparenting * Il termine rimanda all’alleanza supportiva tra i genitori nella cura, nei compiti di allevamento e nell’educazione dei figli. * Perché la cogenitorialità è argomento di cotanto interesse? Conflitto genitoriale come fattore di rischio per la crescita e il buon adattamento dei figli.

I genitori, nel conflitto coniugale, possono avere difficoltà a rispondere ai segnali che i bambini usano per comunicare i propri bisogni. Così i bambini possono percepire poca affidabilità in termini di assistenza e supporto. Al contrario, una relazione genitoriale supportiva favorisce un clima affettivo positivo per il bambino. v.s.

* Continuità tra Coparentng e Coniugalità. l’ostilità coniugale correla con la cogenitorialità competitiva. Risultati di studi evidenziano che le madri insoddisfatte nella coniugalità tendono a svolgere più adeguatamente il loro ruolo genitoriale quando si trovano da sole con il figlio. I padri, al contrario, tendono ad essere meno coinvolti, rivestendo un ruolo marginale.

* Discontinuità tra coparenting e coniugalità La cogenitorialità come fattore di mediazione tra relazione coniugale e genitorialità: il genere del figlio come variabile significativa. Le femmine rischiano di essere più triangolate dei maschi, poichè la loro relazione con i padri risulta più compromessa nelle situazioni di coparenting negative.

* Effetti sui figli * La competenza cogenitoriale subisce un duro attacco in situazioni conflittuali di divorzio e ciò minaccia il sentimento di sicurezza emotiva dei figli. * Goodmann e coll. (2004) individuano tre tipologie di conflitto genitoriale successivo alla separazione e al divorzio : il conflitto legale, il conflitto interpersonale, il conflitto attitudinale.

* Conflitto legale: Rimanda alle azioni connesse al sistema giudiziario le quali sono ingaggiate ai fini di ottenere l’affidamento esclusivo del figlio/a. Dalle battaglie legali tutti i membri della famiglia escono sconfitti e i figli sono le vittime più deboli che in tali situazioni si ritrovano impreparati

* Conflitto interpersonale Comprende quei comportamenti tra i genitori: le interazioni caratterizzate da accese dispute, manifestazioni d’ira, il parlar male l’uno dell’altro anche in presenza del figlio, in casi estremi sono presenti anche violenze fisiche. indebolisce la responsività dei genitori alle esigenze dei figli. Esposizione a tali conflitti indebolisce il sentimento di sicurezza nell’attaccamento e la fiducia nei rapporti tra gli adulti da parte del figlio

Include le espressioni di ostilità e di rabbia direttamente rivolte all’esercizio della genitorialità dell’ex partner. Il contenimento emotivo dei sentimenti ambivalenti come fattore necessario e benefico sia per i genitori che per i figli. * Conflitto attitudinale

* Il chiasma familiare La conflittualità genitoriale può sfociare in dinamiche che coinvolgono anche la famiglia di origine di entrambi i partner. Tale configurazione relazionale cosiddetta chiasma è caratteristica delle coppie che si separano in coincidenza della nascita del primo figlio. In tale scenario, il bambino si trova triangolato ed è costretto a diventare un piccolo adulto. Si Necessita di interventi mediativi e clinici, con l’obiettivo di ridurre i fattori di rischio a cui sono esposti i bambini coinvolti.

* L’inattesa eredità del divorzio (Wallerstein, J. S., Lewis, J. M. «The unexpected legacy of divorce») obiettivi: 1) osservare e valutare le dinamiche psicologiche dei bambini e dei genitori durante il periodo del post-divorzio. 2) Il divorzio muta il percorso evolutivo del ragazzo/a durante il passaggio all’età adulta? 3) In che cosa (e se) differiscono i figli di matrimoni «illesi» e quelli divorziati?

* Lo studio: il presente lavoro si è svolto in due fasi distinte: 1. Ricerca sui figli di divorziati 18 mesi dopo il divorzio dei genitori (un solo campione). 2. Studio di follow up 25 anni dopo il divorzio dei genitori di quei bambini, ormai diventati adulti. (si è aggiunto un gruppo di controllo, il quale non presentava l’esperienza del divorzio).

* Lo studio e il campione de «18 mesi dopo..» * Il campione è formato da 56 famiglie (>30 anni; primo matrimonio) e dai loro figli (3-18 anni). * Status socio-economico medio alto. Si è svolto attraverso delle registrazioni di colloqui ed interviste sia dei bambini che dei loro genitori, separatamente. (salvo eccezioni

* I genitori * Il corteggiamento * Causa del divorzio * Interazioni prima e dopo la causa * Relazioni dei figli con parenti e familiari * Che cosa era stato detto ai bambini. * Conflitto/infedeltà. * Comportamento dei fligli prima e dopo la rottura * I figli * Per i più piccoli (3-8 anni) si allestivano delle stanze adibite con: giocattoli, peluche, casa delle bambole, materiale da disegno ecc. (role playing) * I più grandi effettuavano un intervista semi strutturata individuale con il clinico, dove scaturivano contenuti, idee, emozioni. * Aspetti indagati

* Follow up: 25 anni dopo * Si è aggiunto il gruppo di controllo : simile al gruppo clinico (44 adulti, M=34). * Si è arricchita la strumentazione attraverso un questionario che sondava: qualità della vita, occupazione, contatti con la famiglia di origine autostima, felicità e depressione. * Campione clinico originario.

La ricerca possiede 3 metodi di raccolta: 1. risposte alle interviste 2. risposte al questionario 3. valutazione del clinico

* I PRIMI CAMBIAMENTI * La ristrutturazione economica-genitoriale e sociale causa difficoltà. * I genitori diventano una fonte di stress per il figlio. * Tutte le relazioni sono inaffidabili e destinate alla rottura. * SOLITUDINE E RICORDI * Ricordi vividi e dettagliati. * Alcuni dei soggetti non ricordano quel periodo ma riportano sogni con violenza. * Flash di memoria * I RISULTATI

* FANCIULLEZZA ED ADOLESCENZA * I figli maggiori tendevano a fare le veci dei genitori. * Maggiore «acting out» * Esperienze sessuali prima dei 14 anni (aborto, partner multipli). * Nel gruppo di controllo era presente un maggiore controllo genitoriale. * RELAZIONI CON I PARTNER * Convinzione di essere condannati al divorzio * Sentimenti di disagio e paura di sentirsi esposti. * No gestione di conflitti con il partner. * Il 42% dei soggetti non era mai stato sposato/coabitato per più di 6 mesi. * Matrimoni precoci (<25 anni).

* Conclusioni La premessa iniziale, ossia che il divorzio rappresenta una crisi evolutiva, è stata avvalorata. Visione di tipo CONTINUO-DISCONTINUO delle famiglie integre e divorziate.

* Considerazioni critiche all'articolo Attaccamento Gestione del conflitto Campione Resilienza

Bowlby: Teoria dell'attaccamento Qualità rapporto madre figlio futura capacità relazionale Attaccamento sicuro relazione armonica con il futuro partner

* Gestione del conflitto Incapacità di gestione del conflitto no divorzio No triangolazione

“quando due coniugi sono anche genitori non possono mai divorziare nel senso pieno del termine” (Emery, 1998) Ridefinire le relazioni ricreare nuovi confini famigliari i coniugi devono :attuare il divorzio psichico e elaborare il fallimento della coppia Gestione Collaborativa genitoriale Coparenting azione positiva sull'educazione dei figli

Campione troppo omogeneo: Famiglie con un livello socio-economico troppo alto

* Resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. È la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità. Strategie di coping– capacità di compensare tramite strategie nelle situazioni molto stressanti

RISORSE POTENZIALI Istruzione Autostima Coesione familiare Sostegno sociale Salute Iniziativa nel divorziare Buona posizione economica Ruoli sessuali non tradizionali COMPITI POTENZIALI Variazioni nella propria situazione economica Cambio di residenza Custodia dei figli Conflitti con l’ex coniuge Interazione tra compiti e risorse Valori della società rispetto al divorzio Legislazione sul divorzio Intervallo pre-decisionale Altre sfide concomitanti il modello del processo di divorzio di Tschann, Johnston e Wallerstein * Genitori: risorse potenziali e compiti potenziali

Le madri tendono a seguire meno i loro bambini, ad essere meno sensibili ai loro bisogni e a fornire un minore sostegno nelle sfide quotidiane I bambini tendono ad avere uno sconvolgimento nello sviluppo cognitivo, emotivo e sociale. I bambini hanno più spesso comportamenti negativi (soprattutto nei confronti della madre) * La relazione genitori-figli

La presenza di un adulto con cui la madre abbia una relazione positiva fa si che ella risulti più adeguata nelle interazioni con il figlio. Inversamente, un antagonismo reciproco nella diade marito- moglie, che culmina con una separazione danneggia in modo grave il rapporto della diade madre-figlio e pregiudica la sua funzione di contesto per una socializzazione adeguata. * Rapporto marito moglie come influenza il bambino

Seaver mostra nella sua ricerca come possono influire parenti, vicini ed amici. Possono servire da confidenti, aiuti, sostituti o capri espiatori, fornire informazioni necessarie, consigli o risorse materiali, rinforzare le iniziative, facilitare la formazione di nuove relazioni sociali, rafforzare l’autorità di un’altra persona, oppure creare aspettative relative a come gli altri dovrebbero comportarsi nei confronti del bambino. v.s. Per quanto riguarda gli aspetti negativi, terze persone possono costituire fonte di distrazione, essere percepite come rivali, oppure peggiorare la qualità delle relazioni primarie in cui il bambino è implicato attraverso un loro proprio coinvolgimento in una diade con l’altro genitore caratterizzata da ostilità e frustrazioni reciproche. * Sostegno da parte di terze persone

Sono le caratteristiche dei bambini come l’età, il genere, le risorse, le successive esperienze e soprattutto i rapporti interpersonali che alla lunga possono portare i bambini a diventare dei sopravvissuti, dei perdenti o dei vincenti del divorzio. * Conseguenze psicosociali del divorzio

* Divorzio come affrontarlo dal punto di vista del clinico e del genitori APPROCCIO PSICOPATOLOGICO deve tener conto di due dati: * LA REALTA' DELLA SITUAZIONE VISSUTA E IL MODO IN CUI PUO' INFLUIRE SULLO SVILUPPO DEL BAMBINO & * LA MATURITA' DI OGNI BAMBINO E IL PARTICOLARE SISTEMA DI INTERAZIONE FAMILIARE AL QUALE E' SOTTOPOSTO

Alcune variabili: * la storia familiare * il cambiamento della struttura familiare * la presenza o meno di conflittualita ̀ tra gli ex coniugi * la qualita ̀ dei rapporti fra i singoli partner ed il proprio figlio * le condizioni di salute psico-fisica del genitore affidatario e non * pregresse esperienze luttuose * il contesto sociale e culturale nel quale la famiglia ormai disgregata vive e/o andra ̀ a vivere. * Variabili che si intrecciano a quelle “psicologie individuali” la struttura di personalita ̀ di ogni singolo minore * il sesso, l’ordine di nascita e la fase di sviluppo psicoaffettivo del minore, ad influenzare tali problemi concorrerà anche il sistema cognitivo.

Reazione del bambino in funzione del suo sviluppo psico-affettivo la reazione iniziale difronte alla discordia e alla separazione è innanzitutto L’ANSIA O L’ANGOSCIA quest'ultima è in funzione della sua età e del grado di conflittualizzazione al quale è stato fino a questo momento sottoposto dai genitori. esistono vari livelli di tale conflittualizzazione: -periodo acuto e difficoltà del abbino a mentalizzare l'angoscia. -Bambino in periodo edipico o la cui problematica edipica è prolungata dal conflitto -Bambino difronte alla problematica dell' identità- identificazione

-Bambino libero nella problematica edipica:: a questo livello si osservano due modalità di adattamento alla situazione: nel primo caso il bambino reinveste massicciamente il suo io e acquisisce rapidamente un autonomia più o meno completa, clinicamente ciò si traduce in IPERMATURITA'

la seconda modalità è a REAZIONE PROIETTIVA che può tradursi con lo stabilirsi di relazioni fondate sul ricatto e la manipolazione

* Cosa non dovrebbe fare un terapeuta…

* Cosa non dovrebbe fare una coppia che decide di separarsi Pensare che i figli "sono troppo piccoli per capire" o “quando la situazione sarà più chiara gli spiegherò tutto” perchè “parlargli sarebbe una sofferenza in più per il bimbo”, sono segnali che mettono in luce la difficoltà dei genitori nell'affrontare la situazione evitare che la situazione si trasformi nell'accettazione passiva di una facile rassicurazione che "con il tempo le cose si sistemeranno da sole”. Evitare di “confidarsi” con i figli Evitare di strumentalizzare il figlio Evitare di “parlar male” dell'altro genitore al figlio

Informare i figli dei cambiamenti che riguarderanno la loro famiglia nei mesi a venire, ovviamente con tempi, modalità e contenuti differenti a seconda dell'età e del carattere, osservando attentamente le loro reazioni per cogliere immediatamente sintomi di disagio o confusione, e quindi intervenire con rassicurazioni e chiarimenti. Un'espressione tipo può essere: “Io e la mamma abbiamo deciso di separarci perchè non riusciamo più ad andare d'accordo”. Poi aggiungere subito che “Noi continueremo a volerti bene e ad occuparci di te.” Questo è fondamentale per comunicare al figlio che l'affetto per lui rimarrà immutato e che entrambi continueranno ad esserci per lui, e che quindi la separazione avverrà tra i genitori, ma non tra loro e lui. Affrontare subito gli aspetti più pratici, dandogli punti di riferimento precisi * E allora cosa fare concretamente?

Affrontare una separazione è sempre un momento difficile e molto sofferto per tutte le persone coinvolte,genitori e figli indipendentemente dalla loro età che devono obbligatoriamente imparare a riorganizzare la loro vita sotto molti aspetti e anche a rielaborare sentimenti ed emozioni spesso dolorose e conflittuali. e ̀ un momento di grave destabilizzazione e di perdita che richiede tempo di elaborazione e di accettazione. Inoltre si evidenziano alcuni cambiamenti tali che, è necessario introdurre la nuova situazione, spiegando ai figli cosa sta succedendo è fondamentale che loro non si sentano abbandonati, ma si sentano invece considerati e supportati. La conoscenza dei loro “moti interni”, la capacita ̀ di ascoltare i bambini, di comportarsi coerentemente, di esprimere le emozioni, di narrare la verita ̀ sulla storia dei loro genitori appaiono le migliori strategie da adottare per aiutarli ad affrontare e superare le problematiche emotivo-affettive legate al distacco della coppia genitoriale e alla disgregazione del nucleo familiare originario. * Conclusioni

- U., Bronfenbrenner, «ecologia dello sviluppo umano», C., Cristallo; S., Scamperle; 2006; «diventare genitori», in aiutare i genitori in difficoltà - L.B.Hendry; M.Kloep; 2002; «lo sviluppo nel ciclo di vita»; il mulino - J.,S.Wallerstein; J, M. Lewis, 1995; «the unespected legacy of divorce» - R.Ardone; C.Chiarolanza; 2007; «relazioni affettive»; il mulino - Divorzio e genitorialità, ricerca dott. Bandolini Tania, Galiano Gloria, Mazzocchi - D; Marcelli; D; Cohen; 2013; «psicopatologia del bambino» ; il mulino * Bibliografia