ALBERELLO
Alberello In generale, la vite allevata ad alberello è una pianta con un tronco di 20-100 centimetri di altezza, terminante con un sistema di 3-4 branche brevi, portanti speroni tagliati a 1-3 gemme e, talvolta capi a frutto. Questo sistema di allevamento non necessita di impalcatura di sostegno oppure si presta per l'impiego di tutori semplici e individuali.
Sistema a potatura in cui il fusto della vite viene tenuto ad un'altezza di 30-40 cm. Su di lui sono allevate alcune branche che portano ciascuna uno o piu' speroni, con una o due gemme. E il sistema adottato di solito nelle regioni calde, dove l'acqua scarseggia (Italia, Francia Meridionale, Spagna) ma è presente anche in zone fredde (ad esempio nel nord della Francia) perché consente di sfruttare al meglio il calore accumulato nel terreno. Sistema poco produttivo, di solito non si avvale di sostegni.
Esso è concepito per sviluppare una vegetazione di taglia ridotta allo scopo di adattare la produttività del vigneto alle condizioni sfavorevoli dei suoli poveri e siccitosi e delle basse temperature. L’alberello è il sistema di allevamento più anticamente diffuso ovunque le condizioni ambientali sono in grado di limitare lo sviluppo delle piante.
I principali fattori ambientali che orientano la scelta verso l’alberello sono i seguenti: basse temperature ; clima caldo – arido.
Circa le basse temperature va ricordato che l’alberello , è diffuso in zone molto fredde (Valle d’Aosta, Svizzera, Champagne, Germania, Moldavia, ecc.) dove il fattore limitante è la temperatura, per cui si mantengono i grappoli vicini al suolo per sfruttare il calore di riverbero del terreno. In casi estremi, grazie al ceppo basso, si possono interrare i tralci per sfuggire alle temperature invernali particolarmente rigide.
Circa il clima caldo – arido è da evidenziare che l'alberello è il sistema di allevamento più anticamente diffuso nell'Italia meridionale e insulare e largamente diffuso anche in altre regioni a clima caldo-arido (Spagna, Grecia, Africa del nord, ecc.).
I tipi di alberelli utilizzati nelle diverse regioni viticole sono diversi, le differenze riguardano soprattutto l’altezza del ceppo, il numero delle branche e degli speroni. Questi possono variare da appena uno con una sola gemma (Champagne) fino ad oltre 8-10 con 1-3 gemme ciascuno. Ovviamente il tutto è legato alle produzioni ad ettaro volute o possibili per quell’ambiente, che possono variare da 30 a 150 ql ad ettaro.
Le distanze d’impianto sono generalmente inferiori a 0,80 m sulla fila (talvolta anche solo 0,50 m), mentre tra le file possono essere analoghe oppure superiori (fino a 2- 2,5 m) per consentire il transito dei mezzi meccanici. Nelle zone pianeggianti e con investimenti ad ettaro molto elevati, le lavorazioni ed i trattamenti vengono effettuati con trattrici scavallatrici.
La potatura di formazione tende ad ottenere in due-tre anni la forma definitiva, generalmente disposta a vaso. La potatura di produzione deve mantenere la forma, favorendo la fruttificazione.
Aprile 2008 1-Quando i germogli raggiungono la lunghezza di 25-30 cm se ne seleziona uno (o al massimo due), legandolo al tutore (di legno o di ferro, dell’altezza di 120-130 cm fuori terra e interrato di 40-50 cm) e si tagliano gli altri.
Giugno 2008 2-Quando il germoglio prescelto ha raggiunto l’altezza di circa 1 metro va cimato (accorciato), allo scopo di favorire una buona lignificazione grazie alla formazione di femminelle, cioè di ricacci ricchi di foglie giovani.
Febbraio 2009 3-Alla fi ne del primo anno d’impianto si deve procedere a potare il tralcio selezionato all’altezza di circa 50-70 cm da terra, dando cosi il via alla formazione della futura chioma della vite, e si devono eliminare i germogli (femminelle) lungo il tralcio.
Inizio maggio 2009 4-Nel corso della primavera successiva, a germogliamento ultimato, si eliminano i germogli alla base della pianta, lasciandone solo 3-4 per ceppo, nella parte terminale, in funzione della vigoria della singola vite.
Febbraio 2010 5-Con la potatura alla fi ne del secondo anno d’impianto si potano tre tralci, posizionati a un’altezza compresa tra i 50 e i 70 cm da terra, alla lunghezza massima di due gemme.
Fine maggio 2010 6-Questi tralci costituiranno le branche che caratterizzeranno la forma ad alberello; i germogli che ne nasceranno – destinati a formare le sottobranche – nel corso della primavera verrano legati al palo tutore come indicato nel disegno
Di solito si sperona a due gemme il germoglio più basso, eliminando quello superiore. Quando la vegetazione tende a “scappare” verso l’alto si effettua la potatura di ritorno utilizzando uno o più succhioni che si sviluppano sul ceppo da gemme latenti.
In molti casi gli alberelli sono sprovvisti di sostegni, con il vantaggio di mantenere ridotti i costi d’impianto. La tendenza è però verso una palificazione bassa con uno - due fili sui quali si fissa la vegetazione. Così operando e con opportune modifiche dei tagli si costituisce in pratica un filare, con una distribuzione uniforme della produzione che migliora la raccolta a macchina, difficile sull’alberello classico, causa la zona fruttifera concentrata in prossimità del ceppo.
I vitigni più adatti alla potatura ad alberello sono quelli fertili sulle gemme basali e provvisti di tralci vigorosi e assurgenti, in grado di auto sorreggersi, con il solo aiuto di periodiche cimature.
Tipologie di alberello L'alberello presenta diverse varianti, in relazione a condizioni ambientali pedoclimatiche e ad usi e costumi locali. Il criterio di differenziazione si basa fondamentalmente sul tipo di potatura, ovvero sul numero di gemme lasciate, sul numero di branchette, sullo sviluppo in altezza del tronco e, naturalmente, sulle caratteristiche del vitigno.
Alberelli a potatura cortissima Adottato in passato in Calabria e Sicilia è oggi del tutto abbandonato. Le denominazioni di questa tipologia, facenti capo ad usi locali, erano testa di salice, capitozza, testa di cavolo. Questo sistema prevedeva il taglio cortissimo degli speroni, ridotti a monconi, in modo che la vegetazione sia sviluppata dalle gemme della corona, e si presta solo per i vitigni che producono tralci fertili da queste gemme (es. Sangiovese, Zibibbo di Pantelleria).
Alberelli a potatura corta Alberello a potatura corta, con speroni a 2 gemme (Paesi Baschi, Spagna). È la tipologia più diffusa, in grado di fornire buoni risultati in terreni poveri e con viti in grado di fruttificare sui tralci emessi dalle prime gemme basali. L'altezza del tronco varia dai 10 cm dell'alberello pantesco ai 40-50 cm dell'alberello a vaso.
Secondo la tipologia e gli usi locali, il tronco si divide alla sommità in 2-5 branche, più o meno lunghe, ciascuna portante 1-3 speroni. Su ogni sperone vengono lasciate, secondo il vitigno e le condizioni pedologiche, da 1 a 3 gemme basali. Le gemme della corona non vengono sfruttate, fatta eccezione, talvolta, per l'alberello pantesco, che sfrutta la tendenza alla fruttificazione da queste gemme nello Zibibbo di Pantelleria.
Le varianti riconducibili a questa tipologia sono le seguenti: Alberello a vaso: largamente diffuso è il tipo più rappresentativo, con tronco relativamente alto e suddiviso in da 3-5 branche orientate a raggiera. Alberello pantesco: in uso a Pantelleria, quasi esclusivamente con viti di Zibibbo di Pantelleria, ha tronco molto corto e 4-10 branche piuttosto lunghe, con speroni cortissimi (massimo 2 gemme).
Alberello siciliano o alberello pugliese o alberello a orecchie di lepre: in uso in alcune località della Sicilia orientale e nell'Italia meridionale (Puglia e Calabria), è caratterizzato da due sole branche, portanti ciascuna un solo sperone con 1-3 gemme. Alberello a ventaglio: è caratterizzato dalla presenza, in genere, di tre branche disposte su un unico piano parallelo al senso dei filari, ciascuna portante uno o più speroni potati a due gemme. La particolarità di questa variante consiste nello sviluppo della chioma in parete, emulando una spalliera bassa.
Alberelli a potatura mista Alberelli a potatura mista, con capi a frutto di 7-8 gemme (Andalusia, [Spagna). Caratteristica comune di questi sistemi è la presenza contemporanea di speroni e capi a frutto. I primi, tagliati corti, a 2-3 gemme, hanno la funzione di produrre i tralci da cui saranno selezionati i capi a frutto nella stagione successiva.
I capi a frutto hanno lo scopo di produrre i grappoli nella stagione in corso. L'adozione di questo sistema è finalizzata a sfruttare i vitigni che fruttificano sui tralci emessi dalle gemme intermedie, avendo gemme basali poco fertili o del tutto sterili. Il capo a frutto è in genere fissato ad un filo di sostegno o ad un tutore morto, oppure raramente lasciato libero. In alcune zone si usa anche piegarlo e intrecciarlo formando un anello.
La potatura si esegue tagliando a sperone il capo a frutto della stagione precedente e lasciando come capo a frutto il tralcio più vigoroso emesso dallo sperone della stagione precedente.
Alberello alcamese: diffuso nella Sicilia occidentale è composto da un ceppo terminante con una sola branca che porta uno sperone e un capo a frutto acciambellato. Una particolare variante dell'alcamese consiste nell'assenza dello sperone e che, pertanto, va classificata a rigore fra i sistemi a potatura lunga (praticamente non concepiti nell'alberello); in questo caso si destina come capo a frutto della stagione successiva uno dei tralci emessi dalle gemme basali, in genere privi di grappoli.
Alberello marsalese: è riconducibile al sistema a vaso della tipologia a potatura corta, con 3-5 branche, di cui, i tralci di una o due vengono potati lunghi, con 6-10 gemme. Con questo sistema si usano singolari metodi di legatura che permettono di evitare il ricorso ai fili o ai tutori di sostegno.