La percezione del ruolo politico del loro impegno nei giovani volontari Barbara Pojaghi, Alessandra Fermani* Università degli Studi di Macerata *Hanno collaborato alla ricerca Elisabetta Crocetti, Grazia Di Petta, Annamaria Galanti, Elena Giuliani
Introduzione Molti sono gli studi sulle motivazioni che sottendono l’impegno dei volontari (Boccacin, Marta 2003, Pozzi, Marta, 2006). La letteratura scientifica (Castellani 1997, Graziani 2004, Pojaghi 2008 e gli ultimi rapporti IARD) rileva una tendenza a non impegnarsi nella vita politica attiva, dovuta anche ad una crisi delle ideologie e dei partiti, in particolare nei giovani che non si identificano più nelle usuali categorie politiche. Questa disaffezione non corrisponde necessariamente ad un disinteresse per il bene della comunità, ma ad una partecipazione ad altre forme di impegno, come l’appartenenza a gruppi ambientalisti, di volontariato sociale, culturali o di acquisto solidale. L’appartenenza a questi gruppi, talvolta minoritari, può svolgere un ruolo politico molto rilevante di cambiamento sociale (Moscovici, 1976).
Obiettivi indagare se nei giovani volontari esiste consapevolezza del ruolo politico che può avere il loro impegno in vari gruppi di volontariato analizzare quanto è forte nei partecipanti il senso di appartenenza e il valore attribuito all’attività di volontariato
Partecipanti 247 giovani volontari italiani (99 maschi e 148 femmine) età compresa tra i 18 e i 30 anni (età media 24,31; DS 4,2). associazioni ambientaliste (33 volontari – 23 M e 10 F); associazioni culturali (64 volontari – 23 M e 41 F); associazioni sociali (130 volontari – 42 M e 88 F); associazioni di economie solidali (20 volontari – 11 M e 9 F).
Partecipanti 2 In media, praticano attività di volontariato da circa 5 anni per circa 10 ore al mese. Sono 224 i giovani che dichiarano di conoscere altri individui (familiari e amici) che sono impegnati nel volontariato 129 volontari (52,9%) dicono di essere stati influenzati nella scelta di iniziare a fare attività di volontariato principalmente da amici e genitori mentre i restanti dichiarano di non aver subito alcuna influenza.
Misure 1. Identification Scale di Mael e Ashforth (1992): 6 item; α =.68) 2. versione italiana (Barbaranelli, Caprara,Capanna e Imbimbo, 2003) del Voluntary Function Inventory di Omoto e Snyder (1995): carriera (5 item; α =.87) “Fare volontariato mi può offrire l’occasione di inserirmi nel posto dove vorrei lavorare” sociale (5 item; α =.77) “I miei amici fanno volontariato” valoriale (5 item; α =.61): “Sento che è importante aiutare gli altri” self- enhancement / sviluppo dell’io (5 item; α =.77): “Fare volontariato mi fa sentire importante protezione dell’io (5 item; α =.78): “Facendo volontariato mi sento meno solo” conoscenza/comprensione (5 item; α =.73): “Fare volontariato mi consente di apprendere cose attraverso l'esperienza diretta” comunità (4 item; α =.83): “Faccio volontariato per contribuire all’arricchimento culturale della mia comunità” 3. Valori. 11 valori (ad esempio: amicizia, famiglia, politica ecc…) tratti dalla check list della sesta indagine IARD (Buzzi, Cavalli, de Lillo, 2007).
Risultati 43 volontari (17%)si rappresentano come politicamente impegnati; 127 ( 52%)come persone che si tengono al corrente della politica senza però parteciparvi attivamente; 31 (13%) dichiarano che l’attività politica va fatta da persone competenti e 44 (18%) affermano di essere disgustati dalla politica (2 persone non rispondono). orientamento politico: tra i 218 che hanno risposto alla domanda, 5 (2%) ragazzi si dichiarano di estrema destra, 43 (20%) di destra, 52 (24%) di centro, 105 (48%) di sinistra e 13 (6%) di estrema sinistra. “Penso che la mia attività di volontariato sia una forma di partecipazione politica”: 112 (47%) dichiarano di essere per nulla d’accordo, 30 (13%) poco d’accordo, 39 (16%) a volte d’accordo e a volte no; 36 (15%) d’accordo, 22 (9%) molto d’accordo.
Risultati sull’identificazione Buoni livelli di identificazione con il gruppo in cui svolgono attività di volontariato (M=3.47; SD=.74). Non risultano differenze significative tra maschi e femmine e tra tipologie di associazionismo (ambientaliste, sociali, culturali, economie solidali)
Punteggi medi delle motivazioni
Punteggi medi delle funzioni motivazionali del volontariato in base alla rappresentazione dell’attività di volontariato come forma di partecipazione politica carriera (F (4, 247) = 4.56, p <.001; η2 =.07), sociale (F (4, 247) = 3.39, p <.01; η2 =.05), valoriale (F (4, 247) = 2.88, p <.05; η2 =.06), conoscenza (F (4, 247) = 6.97, p <.000; η2 =.11), comunità (F (3.57, 247) = 4.56, p <.001; η2 =.06).
Punteggi medi della fattore motivazionale “aiutare la comunità” in base alla rappresentazione del proprio atteggiamento nei confronti della politica (F (3, 247) = 10.81, p <.001; η2 =.06)
Punteggi medi della fattore motivazionale “protezione dell’io” in base all’orientamento politico (F (4, 247) = 2.94, p <.05; η2 =.05)
Punteggi medi dei valori
Conclusioni La ricerca conferma alcuni risultati di studi precedenti la disaffezione politica, il forte senso di appartenenza al gruppo di volontariato di riferimento, l’influenza di famiglia ed amici nella decisione di impegnarsi nel volontariato, la prevalenza del valore “famiglia”, confermata anche dalla maggiore vicinanza dei soggetti ai valori familiari che non ai valori amicali. Interessante è il prevalente rifiuto di considerare il proprio impegno nel volontariato come una forma diversa di partecipazione politica. Sono interessanti le evidenze che mostrano che i partecipanti più motivati sono quelli che più ritengono la loro attività di volontariato sia una forma di partecipazione politica.
Prospettive di ricerca si pensa sia utile integrare questo lavoro con una successiva ricerca qualitativa che ci permetta di approfondire i reali significati che vengono attribuiti a “partecipazione politica”, all’azione di volontariato in generale, alla azione di volontariato soggettiva, ci permetta di capire se l’appartenenza a gruppi di volontariato diversi (sociale, ambientalista, culturale o di economia solidale) renda più o meno consapevoli dell’azione politica che viene da loro effettuata. L’ipotesi di una ricerca-azione potrebbe darci la possibilità anche di co-costruire con i gruppi di giovani una consapevolezza condivisa.