La standardizzazione dei processi per accrescere l’efficienza e la competitività dell’industria del risparmio gestito “Il contesto e le iniziative a supporto del Risparmio gestito” Corrado Baldinelli Servizio Supervisione Intermediari Specializzati Banca d’Italia Salone del Risparmio Gestito Milano, 8 aprile
Da anni è in corso un deflusso netto di risparmio dai fondi comuni italiani verso altre forme di investimento. Il peso dei fondi comuni nella ricchezza finanziaria delle famiglie italiane è sceso ben al di sotto dei valori che si riscontrano nei sistemi finanziari più avanzati. 2
Per esaminare gli interventi atti a rilanciare l’industria dei fondi comuni, la Banca d’Italia promosse, nel febbraio 2008, la costituzione di un gruppo di lavoro, con la partecipazione di rappresentanti dell’industria, del Ministero dell’Economia e delle finanze e della Consob. 3
Il gruppo, i cui lavori terminarono nel luglio 2008, individuò tre fattori principali alla base del declino dell’industria dei fondi comuni: asimmetrie nella regolamentazione in materia di trasparenza rispetto ad altri prodotti finanziari; svantaggi fiscali; elementi di criticità del rapporto tra produzione e distribuzione. 4
Le asimmetrie regolamentari in materia di trasparenza ostacolano i confronti fra strumenti diversi in termini di oneri, rendimenti, rischi e liquidabilità degli investimenti. 5
Su questo aspetto è intervenuta la Consob con la comunicazione del 2 marzo 2009, dettando le linee di condotta e il regime di trasparenza che gli intermediari devono seguire nel collocamento dei prodotti strutturati e complessi. 6
Svantaggi fiscali: penalizzazione del sistema italiano per la tassazione sul “maturato”. A causa di mercati connotati da andamenti negativi, si è determinato l’accumulo nei fondi azionari di una rilevante posta illiquida - credito d’imposta - che ha “ingessato” la gestione. Il recente decreto Milleproroghe ha eliminato lo storico svantaggio fiscale dei fondi comuni mobiliari di diritto italiano. 7
Terzo aspetto alla base della crisi del risparmio gestito individuato dal Gruppo di lavoro Bankitalia del 2008: problematiche nel processo di distribuzione dei fondi: ridotta indipendenza strategica delle SGR dai relativi gruppi bancari di appartenenza. 8
Il provvedimento della Banca d’Italia del 23 ottobre 2009 (“Poteri di direzione e coordinamento della capogruppo di un gruppo bancario nei confronti delle società di gestione del risparmio appartenenti al gruppo”) ha inteso bilanciare: l’esercizio dei poteri di direzione e coordinamento della capogruppo bancaria con l’esigenza di salvaguardare la capacità della SGR di agire nell’interesse dell’investitore. 9
Nell’ottica di migliorare i processi di distribuzione, il Gruppo di lavoro del 2008 sul risparmio gestito, mise anche in evidenza la possibilità di sviluppare piattaforme telematiche per la sottoscrizione e rimborso delle quote dei fondi. 10
Dal Rapporto del Gruppo di lavoro sui fondi comuni italiani “FONDI COMUNI ITALIANI: SITUAZIONE ATTUALE E POSSIBILI LINEE DI INTERVENTO” - Luglio 2008, pag. 33 “Lo sviluppo dell’attività di consulenza potrebbe trarre beneficio dalla creazione – attraverso iniziative degli intermediari, eventualmente in collaborazione con i gestori dei mercati - di piattaforme elettroniche/telematiche, nelle quali sia possibile sottoscrivere o chiedere il rimborso delle quote di fondi comuni… 11
“…..Non si tratterebbe di una quotazione delle parti dei fondi (possibilità sempre riconosciuta alle SGR), ma di una modalità di sottoscrizione delle quote dei fondi, della quale potrebbero beneficiare in modo particolare i consulenti indipendenti e le stesse SGR. 12
Le piattaforme elettroniche, favorite da una gestione dematerializzata delle quote dei fondi aperti finalizzata ad assicurarne la piena trasferibilità, possono contribuire ad una maggiore “apertura” del mercato della distribuzione dei prodotti del risparmio gestito, consentendo di ampliare la platea degli intermediari coinvolti e l’ambito dei servizi d’investimento utilizzati per la vendita di fondi comuni…… 13
Nell’agosto 2008 fu istituito un più focalizzato Gruppo di lavoro - promosso da CONSOB – BANCA D’ITALIA, con l’attiva partecipazione dell’industria - sul tema della “dematerializzazione dei fondi”. Il rapporto finale (ottobre 2009) evidenziò profili di attenzione caratterizzanti il fund processing delle quote dei fondi aperti. 14
Tra i principali elementi di criticità risultò la presenza di una pluralità di sistemi, procedure e linguaggi adottati dai soggetti che partecipano al processo distributivo delle quote dei fondi. Tale frammentazione può porre ostacoli all’instaurazione di nuove relazioni commerciali con soggetti che intervengono nella distribuzione dei fondi. 15
Possono generarsi anche disfunzioni nelle modalità di gestione degli ordini relativi alle quote di fondi comuni. Si consideri, ad esempio, il lasso temporale dilatato con cui talora sono eseguiti gli ordini della clientela concernenti la portabilità delle quote. 16
Vi è l’esigenza di incentivare l’industria a superare la frammentazione dei meccanismi operativi, al fine di migliorare l’efficienza della distribuzione. Questo secondo gruppo di lavoro indicò l’opportunità di razionalizzare a livello di sistema le attività di sottoscrizione/rimborso attraverso la standardizzazione dei processi di amministrazione delle quote dei fondi comuni aperti. 17
La standardizzazione attuata “a livello di sistema” risulta potenzialmente in grado di creare un network tra gli operatori, sulla base dell’unicità del linguaggio e delle procedure operative, a prescindere dal modello distributivo prevalente e dall’eventuale appartenenza del soggetto distributore ad un gruppo societario. 18
Questo obiettivo può essere propedeutico alla realizzazione di una piattaforma informatizzata per l’acquisto e la vendita delle quote ed è compatibile con il mantenimento della convenzione di collocamento che attualmente conforma la relazione società prodotto e distributore. 19
Il superamento delle barriere esistenti tra gli operatori appare in grado di introdurre nell’industria un maggiore grado di apertura, con il conseguente innalzamento del livello di competitività. Ne risulterebbero agevolati anche i processi di portabilità delle quote dei fondi da parte degli investitori, nonché di accesso a una pluralità di canali distributivi, da parte degli intermediari. 20
Nel breve periodo la modifica dei processi comporta, indubbiamente, costi di impianto e oneri connessi al mancato ritorno degli investimenti già effettuati. Nel lungo termine tali costi verrebbero recuperati grazie a effetti positivi: apertura del sistema, portabilità delle quote, diminuzione rischi operativi. 21
Partendo da tali conclusioni, le associazioni di categoria (ABI, Assogestioni, ANASF, Assosim e Assoreti) e alcuni rappresentanti dell’industria hanno costituito il “Tavolo Tecnico Interassociativo sulla standardizzazione dei fondi”, alle cui riunioni Banca d'Italia e Consob hanno partecipato in qualità di osservatori. 22
In conclusione: La standardizzazione può essere in grado di generare benefici sotto forma di una maggiore trasparenza e una più ampia competitività dell’industria. L’adozione di standard comuni può contribuire – non da sola - ad accrescere la fiducia nel settore del risparmio gestito, 23
Dell’adozione di linguaggi e procedure standard potrebbe, in ultima istanza, avvantaggiarsi anche il processo di aggregazione degli operatori, ad oggi in atto in Italia. – La standardizzazione dei flussi informativi faciliterebbe l’integrazione tra fabbriche prodotto altrimenti dotate di linguaggi e procedure diversi tra loro. 24
Pur consapevoli degli investimenti richiesti all’industria del risparmio gestito per l’adeguamento dei sistemi e per la formazione del personale, vi è la convinzione che nel lungo periodo la standardizzazione, ove realizzata a livello di sistema, costituisca un ineludibile percorso che il mercato del risparmio gestito deve affrontare in chiave di modernità e competitività. 25
Banca d’Italia e Consob sostengono i vantaggi derivanti dall’entrata a regime della standardizzazione e la necessità di completare il processo avviato. Invitano caldamente gli intermediari a una partecipazione diffusa a questa che deve diventare un’iniziativa “di sistema”. 26