La semplificazione normativa è la tecnica legislativa volta a razionalizzare un complesso di disposizioni secondo criteri di organicità, sistematicità.

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Transcript della presentazione:

La semplificazione normativa è la tecnica legislativa volta a razionalizzare un complesso di disposizioni secondo criteri di organicità, sistematicità e completezza.

SITUAZIONE NEGLI ANNI’90 L’Ordinamento giuridico italiano era afflitto da un’inflazione normativa che influiva negativamente sull’operato delle pubbliche amministrazioni Le attività amministrative erano disperse in una moltitudine di procedimenti (iper-procedimentalizzazione) frammentati in un’eccessiva quantità di fasi e regolati da troppe disposizioni normative che finivano per sovrapporsi tra loro. L’inflazione normativa coinvolgeva fattori sia interni che esterni. I gruppi di interesse pressavano le forze politiche per ottenere una protezione rafforzata da una sanzione legislativa. Il parlamento e l’esecutivo cercavano di condizionare l’attività amministrativa. Le stesse burocrazie tentavano di sottrarsi dalle proprie responsabilità limitando la discrezionalità amministrativa e tecnica. Tutti questi fattori hanno generato disfunzioni tali da allungare i tempi dell’azione amministrativa

L’ESIGENZA DI SEMPLIFICARE L’esigenza di semplificare ha assunto maggiore rilievo a partire dagli anni’90 Il primo fattore derivava dalla globalizzazione dei mercati che aveva inasprito la concorrenza tra le economie nazionali. Il secondo fattore riguardava l’esigenza di rendere effettivi i diritti dei privati nei confronti delle pubbliche amministrazioni Il terzo fattore era connesso alla necessità di ridurre i costiper le pubbliche amministrazioni attraverso la diminuzione dei carichi di lavoro necessari all’espletamento delle pratiche burocratiche Le politiche di semplificazione hanno avuto un effettivo momento di avvio agli inizi degli anni ‘90

LA SEMPLIFICAZIONE PROCEDIMENTALE Con il Governo Ciampi si è fatto un uso quasi esclusivo della semplificazione procedimentale; si è cercato di ridurre i tempi ed i costi dell’attività amministrativa agendo in modo selettivo su procediementali di particolare rilevanza. La legge 537 del 1993 non ha semplificato in maniera diretta i procedimenti amministrativi Nella seconda metà degli anni’90 attraverso varie disposizioni di legge si è delineato un approccio che ha presentato dei caratteri distintivi. In particolare si è puntato non solo su un risparmio di tempi e di costi ma anche su una diminuzione della sfera di intervento pubblico e dei vincoli per l’esercizio di attività di impresa. Si è cercato di ridurre i costi delle certificazioni amministrative lasciando sempre al soggetto pubblico la verifica di veridicità delle certificazioni prodotte dagli interessati. Questi interventi hanno prodotto risultati rilevanti. Alla fine degli anni’90 le autocertificazioni avevano sostituito il 60% dei certificati rilasciati dalle anagrafi comunali e il 95% delle autentiche di firma richieste dalle pubbliche amministrazioni mentre si era ridotta del 90% la richiesta del certificato antimafia.

IL MODELLO ORGANIZZATIVO Il tema della semplificazione non si è limitato solo ad agevolare i privati in tema di costi ma si è andata a concentrare anche sugli aspetti che riguardano l’intero procedimento amministrativo. In parole semplici la semplificazione ha cercato di sviluppare un processo decisionale più razionale garantendo anche la partecipazione dei cittadini evitando anche,sempre all’interno del procedimento,la duplicazione di alcuni fasi. In alcuni casi altri interventi si sono proposti di unificare in un’unica macro area ciascuno dei singoli segmenti procedurali oltre a trovare un punto di raccordo per l’esercizio delle varie competenze. L’esempio maggiore è rappresentato dallo sportello unico per le attività produttive per semplificare le start up delle imprese. Questo ufficio ha trovato attuazione solo nei contesti caratterizzati da un elevato livello di cooperazione tra gli uffici delle amministrazioni comunali e tra quelli di diversi livelli di governo.

LA SEMPLIFICAZIONE OGGI Gli ambiti in cui si muove l’agenda di semplificazione del biennio sono la salute,il fisco,l’edilizia,l’impresa,la cittadinanza digitale La cittadinanza digitale: La cittadinanza digitale sposta il focus sul potenziale di creazione di nuovi servizi e di nuove modalità di interazione, rendendo disponibili strumenti – quali ad esempio l’identità digitale o l’anagrafe unica – in grado di abilitare la semplificazione di innumerevoli adempimenti e realizzare progressivamente il principio del “digital by default”, in base al quale i servizi devono essere progettati ed erogati in primo luogo in forma digitale. L’obbiettivo è garantire u sempre maggior numero di servizi on line Welfare e salute:Assicurare l’accesso ai referti on line o “sotto casa” presso le farmacie e la prenotazione delle prestazioni per via telematica o per telefono significa eliminare file inutili e notevoli perdite di tempo per milioni di italiani. L’obbiettivo è semplificare l’accesso ai servizi sanitari e offrire un maggior numerodi servizi alle persone disabili.

LA SEMPLIFICAZIONE OGGI Il fisco: Cittadini e imprese considerano gli adempimenti fiscali molto gravosi e, d’altra parte, il sistema fiscale si presenta assai complesso. Semplificare, per cittadini e imprese, significa prioritariamente ridurre i tempi e i costi amministrativi necessari per rispettare gli obblighi fiscali (dichiarazioni, comunicazioni, calcolo e versamento delle imposte etc.). Le linee di azione puntano a facilitare tutti gli adempimenti, ad introdurre nuove e più sistematiche forme di colloquio tra gli utenti e il fisco, anche nella delicata fase del controllo, ad offrire nuovi servizi e adempimenti on line, a rendere trasparenti e disponibili on line dati e informazioni. È un approccio nuovo, che cambia la filosofia del rapporto tra amministrazione utenti basato sulla trasparenza e sulla fiducia reciproca.

LA SEMPLIFICAZIONE OGGI L’edilizia:L’edilizia è un settore particolarmente critico: l’Italia è al 112° posto della graduatoria Doing Business della Banca Mondiale. I cittadini e le imprese segnalano le seguenti complicazioni: 1) tempi lunghi e costi burocratici eccessivi per il rilascio dei titoli abilitativi; 2) un numero eccessivo di amministrazioni a cui rivolgersi; 3) differenziazione delle procedure tra un Comune e l’altro e incertezza sugli adempimenti. Il dipartimento della Funzione Pubblica ha stimato costi burocratici1 in edilizia pari a 4,4 miliardi di euro all’ anno e un tempo medio di rilascio del permesso di costruire di 175 giorni. Ridurre i tempi e i costi, assicurare un interlocutore unico per cittadini e imprese, standardizzare i moduli e gli adempimenti è essenziale per agevolare la ripresa di un settore fortemente colpito dalla crisi.

LA SEMPLIFICAZIONE OGGI L’impresa:I tempi lunghi e incerti, l’eccesso dei costi e la numerosità degli adempimenti continuano a rappresentare un ostacolo fondamentale per chi vuole “fare impresa”. Negli anni si sono susseguiti annunci e interventi normativi, che non hanno affrontato efficacemente questo problema cruciale per la crescita e lo sviluppo del paese. Le azioni descritte di seguito utilizzano quattro diverse leve: 1. impegno, condiviso tra Stato, Regioni e Comuni, per dare effettiva ed efficace attuazione alle semplificazioni già adottate da anni (ad es. Sportello unico attività produttive, autorizzazione unica ambientale, SCIA e silenzio assenso etc.); 2. predisposizione di una base dati dei procedimenti amministrativi, base conoscitiva indispensabile per la semplificazione; 3. adozione di modelli unici e standardizzazione degli adempimenti; 4. nuove misure per tagliare i tempi (a partire dall’individuazione di soluzioni per sbloccare le conferenze dei servizi). Il complesso delle azioni descritte, converge sulla necessità di mettere finalmente “sotto controllo” e ridurre costi e tempi dei procedimenti, con il supporto di un’attività sistematica di misurazione e verifica.