Con il termine delfino si indica comunemente un gruppo di mammiferi marini appartenenti alla specie dei cetacei. Il termine delfino talvolta viene utilizzato per riferirsi particolarmente alle specie più conosciute: il tursiope e il delfino comune. La parola delfino deriva dal greco e significa utero. Giulia Menditto
STRUTTURA Il delfino è un vertebrato appartenente alla classe dei mammiferi. Ha un corpo affusolato, adattato per nuotare velocemente, e usa la pinna caudale come organo motore. La testa contiene un organo particolare e voluminoso, utilizzato per l'orientamento e la ricerca del cibo. Il cervello del delfino è largo e possiede una corteccia molto complessa, paragonabile al cervello umano anche se non è ancora chiaro per cosa sia utilizzato. In molte specie le mandibole formano un becco distintivo; per alcune specie, come il tursiope, la bocca assume una curva con una espressione simile a un sorriso permanente. In alcune specie i denti possono essere molto numerosi, fino a 250. La colorazione di base consiste in gradazioni di grigio con il lato del ventre bianco, spesso combinato con linee e macchie con tonalità differenti. La pupilla nell'occhio del delfino ha forma di cuore. Le specie più piccole riescono a cavalcare le onde, e i delfini sono spesso visti affiancare le navi e "accompagnarle" nuotando in superficie. I delfini sono anche famosi per le loro evoluzioni acrobatiche fuori dall'acqua. Arrivano a vivere sino a 35 anni.
NUTRIZIONE I delfini sono predatori e cacciano le loro prede in velocità. La dentatura è adattata agli animali che cacciano; le specie con molti denti si nutrono prevalentemente di pesci, mentre le specie con becchi più corti e minor numero di denti si nutrono di molluschi, come seppie, calamari e polpi. Alcune specie di delfini catturano anche crostacei, tra cui i granchi.
Nel mar Mediterraneo fin dall'antichità i delfini sono stati qualificati di una intelligenza superiore a quella normalmente attribuita ai pesci e ad altri mammiferi, il che ha creato una precoce e persistente idea della loro socievolezza e li ha posti al centro di culti, miti e rappresentazioni. In effetti è ormai noto che i delfini, come gli altri cetacei, dispongono di un sistema di comunicazione complesso come un vero e proprio linguaggio, fondato non solo sulla capacità di produrre ultrasuoni significanti all'interno del gruppo, ma anche su schemi di movimento utilizzati come segni di comunicazione.
L’udito è particolarmente importante. Infatti esso lo utilizza per il suo sistema “sonar”, che gli consente di percepire oggetti a distanza o in condizioni di oscurità, ma quando questo sistema è turbato o semplicemente alterato a causa di parassiti può accadere che i delfini finiscono per lo spiaggiarsi. Capaci di apprendere ma anche di interpretare le informazioni che percepiscono mediante gli organi sensoriali, i delfini sono considerati tra gli animali più intelligenti. *Ecolocazione-organo che gli permette di vedere grazie ai suoni
I delfini vedono bene sia sott’acqua, sia fuori dall’acqua, grazie ad un particolarità del cristallino dell’occhio che si deforma leggermente quando essi passano dall’ambiente acquatico a quello aereoo. La capacità dell’ecolocazione consente loro di “vedere” per mezzo del suono. L’organo di ecolocazione si trova all’interno della testa.
Il loro odorato è leggero perché non hanno nervi. LA PELLE … La pelle, sprovvista di peli, è fornita di numerose terminazioni nervose che lo rendono molto sensibile. Infatti essi amano strofinarsi gli uni contro gli altri alla ricerca di carezze.
Essendo, i delfini, animali a sangue caldo devono essere in grado di conservare il calore del corpo. Per questo motivo hanno dimensioni maggiori rispetto agli animali a sangue freddo. Il calore è prodotto all’interno dell’animale e si disperde attraverso l’epidermide. Inoltre lo spesso strato di grasso sotto la loro pelle isola il corpo e ne conserva il calore. Anche il loro apparato circolatorio contribuisce al risparmio di calore; il sangue, infatti, si raffredda a mano a mano che scorre verso le estremità del corpo.
I delfini annegano se l’acqua entra nei loro polmoni. Hanno quindi terminazioni nervose intorno allo sfiatatoio che suggeriscono all’animale di aprirlo o chiuderlo quando emerge o si immerge. Hanno bisogno di emergere soltanto superficialmente avendo gli sfiatatoi in cima alla testa: di conseguenza espirano ed inspirano molto rapidamente. I polmoni anche se non molto grandi sono molto efficienti. Fuori dall’acqua il cuore dei delfini batte due o tre volte più in fretta di quando sono in immersione, quindi ai polmoni arriva più sangue che permette al corpo di assorbile più ossigeno. Anche i muscoli riescono ad immagazzinare grandi quantità di ossigeno per brevi periodi. Durante l’immersione trattengono il respiro, il cuore rallenta il battito ed, ad organi importanti come cuore e cervello, affluirà più sangue, mentre organi non impegnati nella respirazione non necessiteranno di grandi quantità di ossigeno I delfini sono in grado di decidere quando voler respirare quindi può capitare che il delfino può rimanere fuori dall’acqua senza respirare perchè non ha la respirazione automatica come l’uomo, ma è voluta.
UNA PICCOLA CURIOSITA’ … Secondo la tradizione marinara il delfino sarebbe amante della musica: pare infatti che basti un qualsiasi motivo musicale per “incantarlo” e tenerlo nei pressi delle imbarcazioni.