MEDIA E CONFLITTI I giornalisti nei conflitti armati 2° CORSO DIRITTI UMANI E DIRITTO UMANITARIO NEI CONFLITTI ARMATI UNIFE / COA Ferrara 17 maggio 2012 Relazione di Gianandrea Gaiani
GUERRA E MEDIA Crimea giornalisti Rivolta in Sudan giornalisti Guerra dei Boxer giornalisti Sbarco in Normandia giornalisti Guerra del Golfo giornalisti Kosovo giornalisti
EVENTI DI GRANDE RILEVANZA MEDIATICA DOPO L’11 SETTEMBRE 2001 GUERRA IN AFGHANISTAN GUERRA IN IRAQ ATTENTATI TERRORISTICI (Madrid, Londra, Sharm el Sheikh, Amman, Russia……) GUERRE LIBANO/GAZA CRISI NUCLEARI IRAN E COREA GUERRA LIBICA
ASPETTI DI MAGGIORE IMPATTO MEDIATICO ESITO DEI COMBATTIMENTI PERDITE VITTIME CIVILI (DANNI COLLATERALI) CRIMINI DI GUERRA IMPIEGO ARMI PROIBITE RUOLO DEI CONTINGENTI NAZIONALI ATTIVITA’ SERVIZI SEGRETI SEQUESTRI
Il contesto mediatico “…oggi è raro trovare equilibrio nei media. Le cose, le persone, le questioni, gli avvenimenti sono tutti in bianco o in nero. L’usuale grigiore della vita è pressoché assente. All’odierno modo di riportare le notizie sono del tutto alieni i concetti di un tempo: "C’è del bene, come del male", oppure "Alcune cose vanno bene, altre vanno storto". Oggi tutto è o un trionfo o un disastro. Un problema è una "crisi". Una battuta d’arresto è una "politica a brandelli". Una critica è "un attacco brutale“. Se oggi sei un semplice deputato prima devi imparare a rilasciare un comunicato stampa, poi a fare un buon discorso al Parlamento.” Tony Blair
Il contesto mediatico
Mr Bond, vedete, noi siamo entrambi uomini d’azione, ma la vostra era sta finendo, le parole sono le nuove armi, i satelliti la nuova artiglieria…” “…e voi diventerete il Comandante Supremo dell’Informazione…” “Esattamente, Cesare aveva le sue legioni, Napoleone le sue armate, io ho le mie divisioni: TV, riviste e giornali…” (Dialogo tra Elliot Carver e James Bond – da “007 - Il domani non muore mai” )
Il contesto mediatico … è ovvio che la guerra dei media è uno dei metodi più forti per ottenere la vittoria finale …. Il 90 per cento della preparazione per le nostre battaglie deve essere affidato al bombardamento mediatico. … (da una lettera di Osama bin Laden al Mullah Omar)
Reporter sul campo Autonomia, logistica leggera, fonti indipendenti Tempi di lavoro spesso frenetici Rischi crescenti nei movimenti Percepiti come merce di scambio o utili ostaggi Sequestri di giornalisti e conseguenze
Reporter sul campo Pressioni istituzionali Eccessiva politicizzazione Orientamento marcato dei media Scarsa verifica e confronto delle fonti imposti dai «nuovi media» Guerre «totali» e ideologiche = Percezione della neutralità dei media a rischio o irrimediabilmente compromessa?
La sfida dei nuovi media All news tv, Quotidiani on line, web magazine, Blog, social network, Youtube, Twitter Abbreviano il ciclo della notizia News in tempo reale (o quasi) Testi, video, immagini, video fruibili da subito Più velocità, meno verifiche Strumenti ideali per disinformazione e propaganda
Embedded Embedded? non è una novità ! Regole, non censura Possibilità e limiti Nei conflitti i giornalisti “sono tutti embedded” (in Hotel a Baghdad o con le truppe Usa)
Giornalisti embedded? Non in Italia!
IN ITALIA L’assenza di giornalisti “embedded” rende invisibili le operazioni militari italiane Per molti anni BLACK OUT mediatico sulle operazioni militari: UNA TRADIZIONE ITALIANA … (Golfo, Somalia, Kosovo…) blocco temporaneo dell’accesso dei giornalisti al contingente in Iraq - ostacoli ai reporter - Addetti Stampa militari non autorizzati a fornire informazioni – per lungi periodi chiusura ai giornalisti di Nassiryah e Herat Silenzio totale su operazioni aeree in Libia. Piloti e comandanti zittiti dall’autorità politica Censura di Stato non ha mai subito forti critiche da media e giornalisti
ASPETTI CRITICI DEGLI ATTUALI CONFLITTI ASIMMETRICI, NON CONVENZIONALI, NON DICHIARATI CONTRO NEMICI SFUGGENTI SUL PIANO MILITARE MA ORGANIZZATI SUL PIANO MEDIATICO LA MANCATA VITTORIA IN TEMPI RAPIDI METTE IN DISCUSSIONE LE LEADERSHIP MA ANCHE LE TECNOLOGIE DIFFICOLTA’ DELL’OCCIDENTE A SOSTENERE CONFLITTI PROLUNGATI, PERDITE, DANNI COLLATERALI E FUOCO AMICO GUERRE NON PERCEPITE COME TALI E/O NON PRESENTATE COME TALI MISSIONI DI PACE CONTRO JIHAD ? BOMBARDARE LA LIBIA PER «PROTEGGERE I CIVILI» ?
QUALE PERCEZIONE DEL CONCETTO DI “GUERRA”? Sondaggio SWG Guerra in Kosovo 51% degli oltre mille intervistati si dichiarò favorevole ad una guerra a "costo zero" senza vittime da entrambe le parti 25% era pronto ad accettare perdite tra i nostri militari non superiori alle 10 unità
GESTIONE MEDIATICA E TERRORISMO MADRID 11 marzo 2004 (200 morti) LONDRA 7 luglio 2005 (52 morti)
CONCLUSIONI I media influenzano la percezione dei conflitti Le notizie dai teatri operativi hanno pesanti ripercussioni politiche in Occidente La gestione delle notizie può aiutare la propaganda nemica (es. danni collaterali, funerali di Stato, ecc) L’ampia gamma di fonti accessibili riduce l’effetto della censura ma al tempo stesso favorisce la disinformazione. Crescenti e diversificate difficoltà al lavoro dei reporter
DOMANDE ? Come li fermiamo ? Dicendo loro che la CNN non arriva prima di domani.