Il programma di governo Alessandro Natalini
I programmi del proporzionale Funzione di rappresentazione pubblica per accordi tra i partiti della coalizione Non interessava il rapporto tra gli elettori Non interessava il rapporto tra il Governo e le amministrazioni pubbliche I singoli dicasteri agivano in base a logiche plurime e dissociate tra loro; la programmazione era soppiantata dalla contrattazione politica istituzionalizzata
Le innovazioni della l. n. 400/88 Il PdG è oggetto di una deliberazione del Consiglio dei ministri, prima di essere sottoposto alle Camere Il PCM ha il compito di indirizzare, coordinare e promuovere la politica generale del Governo Con il permanere del sistema proporzionale nei fatti è cambiato poco
I programmi : i destinatari I PdG dei Presidenti del consiglio usciti vittoriosi dalle elezioni (Berlusconi I e Prodi): rivolte anche ai cittadini, riprendendo i contenuti dei programmi elettorali; Le dichiarazioni dei Governi Dini, D'Alema e Amato II: indirizzate alle forze politiche più che al paese
I programmi : specificazione obiettivi Berlusconi I: elevata percentuale di obiettivi specifici e agenda dei cento giorni Dini e Amato II: notevole numero di impegni specifici (ma sono governi “di programma”) D'Alema: enunciati di politica generale. Prodi: un livello intermedio, in relazione alle politiche perseguite, senza dettagliare gli atti da attuare.
I programmi : rapporto con l’indirizzo politico Nessuno dei governi ha sviluppato un Programma di governo che fosse il centro della funzione di indirizzo politico e che fosse oggetto di una specifica valutazione.
I programmi : tendenze Ha cominciato a costituirsi un nesso di continuità tra il programma elettorale e quello di governo; Si è accentuato il ruolo di indirizzo e coordinamento del premier all'interno dell'esecutivo.
Berlusconi II: innovazioni Scaturisce dal contratto con gli italiani Nomina di un ministro e costituzione di un ufficio per il Programma di governo Collegato con indirizzo politico - amministrativo del Governo e di ciascun ministro. Il monitoraggio è rivolto non solo (e non tanto) a fornire informazioni al Consiglio dei ministri, ma anche (e soprattutto) a mostrare ai cittadini i risultati dell'azione dell'esecutivo.
Berlusconi II: struttura 10 pilastri fondamentali: 5 grandi missioni (riorganizzazione stato; riforma istituzionale; rivisitazione leggi e codici; piano delle grandi opere; piano per il sud) e 5 grandi strategie (sviluppo economico e sociale; welfare; progetto prevenzione reati; scuola, università, alfabetizzazione digitale e ricerca; ambiente e salute dei cittadini) 58 macro - aree 308 obiettivi programmatici.
Berlusconi II: carattere aperto I 212 obiettivi definiti nel giugno 2001 sono diventati 298 nel dicembre del 2002, raggiungendo nel giugno del 2003 il numero di 308 Il 35 % del totale degli obiettivi è stato individuato nei due anni successivi all’inizio della legislatura Fonti di revisione: manovra finanziaria, accordi tra Governo e parti sociali, piani nazionali di settore, audizioni, risoluzioni e odg parlamentari, accordi internazionali e disposizioni comunitarie.
Berlusconi II: incongruenze sistematiche 17 macro aree non sono suddivise in obiettivi molti obiettivi rappresentano una competenza amministrativa. gli obiettivi sono definiti con riferimento ad un prodotto (output) ad un risultato (outcome), atti meramente strumentali al perseguimento di una policy. A volte gli obiettivi sono delle semplici dichiarazioni di un intento politico.
Berlusconi II: monitoraggio Rapporti a carattere semestrale Rivolti al Governo, al Parlamento, ma anche all’opinione pubblica Molto esteso: 400 pagine Mescolanza di linguaggio burocratico e sforzi di comunicazione
Berlusconi II: criticità valutazione Valutazioni “quantitative” in forma aggregata (non singolo obiettivo) Indicatori poco determinati: es. “avanzato stato di realizzazione” o “avviati” Mancata esclusione obiettivi indeterminati (es. opzioni politiche di tipo generale) Mancata definizione scadenze temporali. Mancata valutazione dell’impatto (benefici auspicati o risultati diversi?).
Berlusconi II: risultati Nel dicembre del 2002 gli obiettivi conseguiti erano il 22 %, quelli avviati erano il 63 % e quelli non avviati erano il 2, 5 %. Nel giugno del 2003 il 94 % degli obiettivi è in avanzata fase di realizzazione o conseguito e il restante 6 % è stato comunque avviato.
Programma Governo Prodi Basato su un complesso Albero del programma articolato su più livelli (4 direttrici e poi tanti obiettivi/azioni) per diversi ambiti E’ uno strumento di controllo e trasparenza Laddove le informazioni a disposizione lo consentivano, si è tenuto conto di elementi di carattere gestionale e non necessariamente normativo (ma vedi bilancio per missioni e programmi) Fallito il tentativo di associare dati e informazioni relative all’impatto dei provvedimenti
L’influenza della riforma del bilancio dal 2009 e poi con il Semestre europeo Bilancio organizzato per Missioni e Programmi Programmazione strategica collegata al bilancio e trasparenza dal 2009 (prima i referti erano segreti) Ogni anno Piano Nazionale delle Riforme vagliato dal livello europeo
Programma Governo Monti Concentrato sull’attuazione delle decisioni legislative, attraverso un puntuale monitoraggio dei processi di implementazione normativa previsti dalle singole leggi: no dati gestionali o impatto. Il monitoraggio è un’attività interna dell’amministrazione funzionale ad accelerare i tempi di adozione dei provvedimenti richiesti. Pressione dell’opinione pubblica quando i dati sono resi noti. Governo Monti: 45 tra leggi e decreti legge convertiti e 24 decreti delegati. Dall’insieme di questi provvedimenti, emergono norme di rinvio a 832 atti di normazione secondaria. Ogni governo in carica deve dare attuazione anche alla normativa non ancora efficace lasciata in eredità dai precedenti Governi.
Programma di governo Renzi Concentrato sulla produzione normativa del governo: mostrando che nel secondo anno si fanno meno decreti legge e meno dei governi precedenti Percentuale provvedimenti autoapplicativi Tasso di attuazione provvedimenti attuativi distinguendo per quelli previsti dai diversi governi
PdG e indirizzo amministrativo Molti obiettivi del Programma non trovano riscontro nella manovra di bilancio o nelle direttive generali dei singoli ministeri. Entrando nel dettaglio dei singoli provvedimenti rischia di comprimere l’autonomia dell’amministrazione
PDG ed Europeizzazione Costringe a ricucire obiettivi e programmazione di bilancio L’interlocuzione non è più solo con la politica e con l’elettorato ma anche con la Commissione europea e gli altri stati membri
PdG e contratto con gli italiani Le elezioni decidono chi governa, ma non sono un referendum su un insieme eterogeneo di decisioni, spesso imprevedibili nel momento in cui si vota Rischio che l’esigenza del consenso mini alla radice l’obiettività delle valutazioni