1 Fondi strutturali e POLITICHE PER LO SVILUPPO REGIONALE NELL’UNIONE EUROPEA: Dal trattato di Roma alla programmazione Autore: Valeria Sodano
Gli Stati membri della C.E. già nel Trattato di Roma (1957) si prefiggono di ridurre le disparità tra le diverse regioni ed il ritardo di quelle meno favorite per assicurare lo sviluppo economico della Comunità. In occasione della Conferenza al vertice tenutasi a Parigi (1972), viene riconosciuta "un'alta precedenza all'obiettivo di rimediare, nella Comunità, agli squilibri strutturali e regionali che avrebbero potuto pregiudicare la realizzazione dell'unione economica e monetaria". Nel 1975 viene istituito il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) attraverso il quale vengono erogati contributi in conto capitale per investimenti produttivi 2Autore: Valeria Sodano
L'Atto Unico Europeo (1987) ha dato inizio alla politica di coesione economica e sociale ed alla riforma dei Fondi Strutturali che costituiscono gli strumenti finanziari della politica stessa. Il fondamento normativo dei Fondi è costituito dal Regolamento quadro 2052/88/CEE. Specifici regolamenti disciplinano i singoli Fondi: 4254/88/CEE (FESR), 4255/88/CEE (FSE), 4256/88/CEE (FEAOG). Viene istituito altresì uno nuovo strumento finanziario, il Fondo di Coesione, destinato a quegli Stati Membri il cui reddito nazionale pro-capite è inferiore al 90% della media comunitaria (Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda). 3Autore: Valeria Sodano
La Riforma del 1988 definisce 5 obiettivi prioritari che la politica strutturale comunitaria intende perseguire: Obiettivo 1: promuovere lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo, affinché possano integrarsi completamente nello spazio comunitario (Area: Mezzogiorno) - (Fondi: FESR, FSE, FEAOG); - Obiettivo 2: riconvertire le regioni industriali in declino, aiutandole ad orientarsi verso nuove attività (Area: numerosi comuni del Centro-Nord) - (Fondi: FESR, FSE); - Obiettivo 3: lottare contro la disoccupazione di lunga durata (Area: tutto il territorio nazionale) - Fondi: FSE); - Obiettivo 4: facilitare l'inserimento professionale dei giovani (Area: tutto il territorio nazionale) - (Fondi: FSE); - Obiettivo 5: promuovere un più veloce adattamento delle strutture di produzione agricola (obiettivo 5a); favorire lo sviluppo delle zone rurali con basso livello di sviluppo socio-economico (obiettivo 5b) (Area: alcuni comuni del Centro-Nord) - (Fondi: FSE, FEAOG-orientamento). 4Autore: Valeria Sodano
INTERREG II ( ) The Interreg Community Initiative, which was adopted in 1990, was intended to prepare border areas for a Community without internal frontiers. The aim of the Regen Initiative launched in the same year was to help fill in some of the missing links in the trans-European networks for transport and energy distribution in the Objective 1 regions. Interreg II combined the functions of Interreg I and Regen. It had three distinct strands with a total budget allocation of ECU 3,519 million in 1996 prices (of which ECU 2613 million must go to Objective 1 and 6 regions): Interreg II A ( ): cross-border co-operationInterreg II A Interreg II B ( ): completion of energy networksInterreg II B Interreg II C ( ) : co-operation in the area of regional planning, in particular management of water resourcesInterreg II C Some examples of Interreg II A projects 5Autore: Valeria Sodano
Nel 1988 era stata varata una prima riforma dei fondi strutturali, alla quale hanno fatto seguito due periodi di programmazione: a dieci anni di distanza, i dati ufficiali della Commissione europea hanno dimostrato che nella loro applicazione i Fondi hanno rappresentato una nuova politica economica e sociale di sviluppo, e non una semplice politica assistenzialistica di sostegno ai Paesi più deboli. Infatti si sono ridotte le disparità di reddito pro-capite tra gli Stati membri, anche grazie al Fondo di coesione che riguarda Spagna, Irlanda, Portogallo e Grecia; nelle regioni in ritardo di sviluppo (ex obiettivo 1) il reddito pro-capite è passato dal 64,6% al 67,2% della media europea; sono diminuite, anche se quasi impercettibilmente, le disparità di reddito tra le regioni. Ma tutto ciò non bastava perché: il livello della disoccupazione e le disparità di reddito all'interno degli Stati membri permangono tuttora su limiti inaccettabili Nel 1988 era stata varata una prima riforma dei fondi strutturali, alla quale hanno fatto seguito due periodi di programmazione: a dieci anni di distanza, i dati ufficiali della Commissione europea hanno dimostrato che nella loro applicazione i Fondi hanno rappresentato una nuova politica economica e sociale di sviluppo, e non una semplice politica assistenzialistica di sostegno ai Paesi più deboli. Infatti si sono ridotte le disparità di reddito pro-capite tra gli Stati membri, anche grazie al Fondo di coesione che riguarda Spagna, Irlanda, Portogallo e Grecia; nelle regioni in ritardo di sviluppo (ex obiettivo 1) il reddito pro-capite è passato dal 64,6% al 67,2% della media europea; sono diminuite, anche se quasi impercettibilmente, le disparità di reddito tra le regioni. Ma tutto ciò non bastava perché: il livello della disoccupazione e le disparità di reddito all'interno degli Stati membri permangono tuttora su limiti inaccettabili Nel 1988 era stata varata una prima riforma dei fondi strutturali, alla quale hanno fatto seguito due periodi di programmazione: a dieci anni di distanza, i dati ufficiali della Commissione europea hanno dimostrato che nella loro applicazione i Fondi hanno rappresentato una nuova politica economica e sociale di sviluppo, e non una semplice politica assistenzialistica di sostegno ai Paesi più deboli. Infatti si sono ridotte le disparità di reddito pro-capite tra gli Stati membri, anche grazie al Fondo di coesione che riguarda Spagna, Irlanda, Portogallo e Grecia; nelle regioni in ritardo di sviluppo (ex obiettivo 1) il reddito pro-capite è passato dal 64,6% al 67,2% della media europea; sono diminuite, anche se quasi impercettibilmente, le disparità di reddito tra le regioni. Ma tutto ciò non bastava perché: il livello della disoccupazione e le disparità di reddito all'interno degli Stati membri permangono tuttora su limiti inaccettabili Nel 1988 era stata varata una prima riforma dei fondi strutturali, alla quale hanno fatto seguito due periodi di programmazione: a dieci anni di distanza, i dati ufficiali della Commissione europea hanno dimostrato che nella loro applicazione i Fondi hanno rappresentato una nuova politica economica e sociale di sviluppo, e non una semplice politica assistenzialistica di sostegno ai Paesi più deboli. Infatti si sono ridotte le disparità di reddito pro-capite tra gli Stati membri, anche grazie al Fondo di coesione che riguarda Spagna, Irlanda, Portogallo e Grecia; nelle regioni in ritardo di sviluppo (ex obiettivo 1) il reddito pro-capite è passato dal 64,6% al 67,2% della media europea; sono diminuite, anche se quasi impercettibilmente, le disparità di reddito tra le regioni. Ma tutto ciò non bastava perché: il livello della disoccupazione e le disparità di reddito all'interno degli Stati membri permangono tuttora su limiti inaccettabili Nel 1988 era stata varata una prima riforma dei fondi strutturali, alla quale hanno fatto seguito due periodi di programmazione: a dieci anni di distanza, i dati ufficiali della Commissione europea hanno dimostrato che nella loro applicazione i Fondi hanno rappresentato una nuova politica economica e sociale di sviluppo, e non una semplice politica assistenzialistica di sostegno ai Paesi più deboli. Infatti si sono ridotte le disparità di reddito pro-capite tra gli Stati membri, anche grazie al Fondo di coesione che riguarda Spagna, Irlanda, Portogallo e Grecia; nelle regioni in ritardo di sviluppo (ex obiettivo 1) il reddito pro-capite è passato dal 64,6% al 67,2% della media europea; sono diminuite, anche se quasi impercettibilmente, le disparità di reddito tra le regioni. Ma tutto ciò non bastava perché: il livello della disoccupazione e le disparità di reddito all'interno degli Stati membri permangono tuttora su limiti inaccettabili Infatti si sono ridotte le disparità di reddito pro-capite tra gli Stati membri, anche grazie al Fondo di coesione che riguarda Spagna, Irlanda, Portogallo e Grecia; nelle regioni in ritardo di sviluppo (ex obiettivo 1) il reddito pro-capite è passato dal 64,6% al 67,2% della media europea; sono diminuite, anche se quasi impercettibilmente, le disparità di reddito tra le regioni. Ma tutto ciò non bastava perché: il livello della disoccupazione e le disparità di reddito all'interno degli Stati membri permangono tuttora su limiti inaccettabili; il futuro allargamento dell'Unione europea prevede ingressi di Paesi che contano globalmente 105 milioni di abitanti ma il cui reddito medio pro-capite è pari ad un terzo della media degli attuali 15 Stati membri; la maggiore concorrenza che scaturisce dalla mondializzazione dell'economia necessita di ulteriori strumenti per aiutare le regioni svantaggiate ed i gruppi sociali più deboli sul mercato del lavoro; la realizzazione dell'Unione economica e monetaria impone una "disciplina finanziaria" attraverso il patto di stabilità che certamente avrà ripercussioni sulle condizioni di occupazione e sociali dei vari Paesi. In questo contesto era importa Nel 1988 era stata varata una prima riforma dei fondi strutturali, alla quale hanno fatto seguito due periodi di programmazione: a dieci anni di distanza, i dati ufficiali della Commissione europea hanno dimostrato che nella loro applicazione i Fondi hanno rappresentato una nuova politica economica e sociale di sviluppo, e non una semplice politica assistenzialistica di sostegno ai Paesi pi ù deboli. Infatti si sono ridotte le disparit à di reddito pro-capite tra gli Stati membri, anche grazie al Fondo di coesione che riguarda Spagna, Irlanda, Portogallo e Grecia; nelle regioni in ritardo di sviluppo (ex obiettivo 1) il reddito pro-capite è passato dal 64,6% al 67,2% della media europea; sono diminuite, anche se quasi impercettibilmente, le disparit à di reddito tra le regioni. Ma tutto ciò non bastava perch é : il livello della disoccupazione e le disparit à di reddito all'interno degli Stati membri permangono tuttora su limiti inaccettabili 6 Autore: Valeria Sodano
Il Trattato sull'Unione Europea firmato a Maastricht (1992) ha fatto della coesione uno dei tre pilastri della costruzione europea, accanto all'UEM ed al mercato unico. Con il Trattato di Amsterdam (1997) il ruolo della coesione è stato ulteriormente potenziato in considerazione della sua rilevanza nella lotta contro la disoccupazione e nella prospettiva di allargamento a nuovi paesi con livelli di sviluppo assai diversi 7Autore: Valeria Sodano
Seconda riforma dei fondi strutturali giugno 1999 Programmazione le linee guida della riforma sono avvenute nel 1997 con l'adozione di Agenda 2000, il documento politico sulle strategie europee relative all'allargamento, nel quale sono state abbozzate le prime linee guida sulla riforma dei Fondi. 5 Con Agenda 2000 l'impostazione dei Fondi strutturali viene profondamente modificata negli obiettivi, nei contenuti e nella loro organizzazione, anche se i fondi propriamente detti rimangono gli stessi. 8Autore: Valeria Sodano
Le novit à pi ù rilevanti sono cos ì riassumibili: 1. I l periodo di programmazione dell'utilizzo dei Fondi diventa pi ù ampio, passando da 6 a 7 anni ( ). 2. Per quanto riguarda i Paesi candidati all'adesione è stato individuato un fondo specifico che prosegue l'azione gi à avviata con i programmi Phare e Tacis. 3. U na maggiore concentrazione, dovuta al fatto che i singoli Fondi riguarderanno un numero inferiore di obiettivi prioritari (che passano da 7 a 3) e la popolazione comunitaria che beneficer à degli obiettivi 1 e 2 scender à ad una percentuale tra il 35 e 40% (attualmente è oltre il 50%); l'istituzione di una fase di sostegno transitorio (phasingout) per le regioni che escono dall'obiettivo 1 4. La riduzione delle Iniziative comunitarie, che vengono ridotte a 4 (Interreg, Urban, Leader, Equal). 5. La semplificazione delle procedure, per una maggiore autonomia e snellezza nell'utilizzo delle risorse. 6. La valorizzazione del partenariato, cioè una stretta concertazione tra Commissione, Stato, autorità competenti (es. regioni), parti sociali, altri partner sociali, che riguarda tutte le fasi della messa in opera. 9Autore: Valeria Sodano
Con la riforma dei Fondi Strutturali del Giugno 1999 vi è stato un accorpamento degli obiettivi che risultano essere, fino al 2006, i seguenti: -Obiettivo 1: promuovere lo sviluppo e l'aggiustamento strutturale delle regioni che presentano ritardi nello sviluppo (FESR, FSE, FEAOG-Orientamento, SFOP). -Obiettivo 2: favorire la riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali (FESR, FSE). - Obiettivo 3: favorire l'adeguamento e l'ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione (FSE). 10Autore: Valeria Sodano
I FONDI STRUTTURALI F.E.S.R. (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) F.S.E. (Fondo Sociale Europeo) Il FEAOG (Fondo Europeo per l’Agricoltura sezione "Orientamento" o sezione "Garanzia“) S.F.O.P. (Lo strumento finanziario della pesca) 11Autore: Valeria Sodano
Programmazione I Fondi strutturali, per la programmazione , contrariamente al periodo che ne prevedeva cinque,vengono collegati a soli tre Obiettivi Obiettivo 1: ha lo scopo di promuovere lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo; vi rientrano in particolare le regioni il cui PIL è minore del 75% della media europea,in particolare le Regioni del mezzogiorno di Italia.PIL Obiettivo 2: ha lo scopo di sostenere la riconversione socioeconomica delle zone con difficoltà strutturali. Obiettivo 3: mira a sostenere, per le regioni escluse dall'obiettivo 1, l'ammodernamento dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione 12Autore: Valeria Sodano
Programmazione La programmazione degli obiettivi a livello nazionale è regolata per l'Obiettivo 1 e l'Obiettivo 3 dal Quadro Comunitario di Sostegno (QCS), mentre il Documento Unico di Programmazione (DOCUP) fa riferimento all'obiettivo 2.Quadro Comunitario di SostegnoDocumento Unico di Programmazione Tali documenti sono la base per gli interventi e per le spese concesse ai Fondi strutturali. Questi analizzano la situazione ex-ante socio-economica e ambientale delle regioni interessate dallo specifico obiettivo e delineano le linee di intervento all'interno dei cosiddetti assi prioritari che ordinano l'ampia casistica dei materiali propositivi e progettuali di ogni singolo Programma operativo (PO).assi prioritari All'interno di ogni Obiettivo si sviluppano quindi i Programmi Operativi, che si dividono in Programmi Operativi Nazionali (PON) e Programmi Operativi Regionali (POR) che delineano gli obiettivi specifici all'interno degli assiProgrammi OperativiProgrammi Operativi NazionaliProgrammi Operativi Regionali 13Autore: Valeria Sodano
Interreg III Che cos'è interreg III? interreg III è la nuova iniziativa comunitaria del FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale) per il periodo I relativi orientamenti sono stati approvati dalla Commissione il 28 aprile 2000 [GUCE C 143 del L'obiettivo della nuova fase di INTERREG è rafforzare la coesione economica e sociale nell'Unione europea promuovendo la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale e uno sviluppo equilibrato del territorio comunitario. L'iniziativa è infatti imperniata su azioni che interessano le frontiere e le zone di frontiera tra Stati membri e tra l'Unione europea e i paesi terzi. Particolare attenzione sarà riservata: alle frontiere esterne dell'Unione europea, soprattutto in prospettiva dell'allargamento; alla cooperazione con le regioni ultraperiferiche dell'Unione 14Autore: Valeria Sodano
La riforma del 1999 ha guidato la programmazione La successiva programmazione riguarda il periodo Autore: Valeria Sodano
Programmazione La nuova programmazione è basata sull'agenda di Lisbona e ha introdotto diverse variazioni rispetto alla programmazione del periodo precedente sia nella definizione degli obiettivi che restano essenzialmente tre,sia nella composizione dei Fondi strutturali di cui alcuni cambiano nome e finalità come il FEOGA che si trasforma in FEASR e lo SFOP in FEP. Il Docup (documento unico di programmazione) previsto dal periodo di programmazione precedente per le Regioni obiettivo 2 è stato eliminato,tutte le regioni beneficiano invece dei Programmi Operativi Regionali 16Autore: Valeria Sodano
Programmazione I nuovi obiettivi sono: Obiettivo "Convergenza" Obiettivo "Competitività regionale e occupazione” Obiettivo "Cooperazione territoriale europea" " 17Autore: Valeria Sodano
Obiettivo "Convergenza Questo obiettivo, in linea con l'attuale obiettivo 1, è volto ad accelerare la convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo, migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. Esso riguarda gli Stati membri e le regioni in ritardo di sviluppo. I settori d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente nonché efficienza amministrativa. Il finanziamento è effettuato tramite FESR, FSE e Fondo di coesione. 18Autore: Valeria Sodano
Obiettivo "Competitività regionale e occupazione" Questo obiettivo punta, al di fuori delle regioni in ritardo di sviluppo, a rafforzare la competitività, l'occupazione e le attrattive delle regioni. Esso consentirà di anticipare i cambiamenti socio-economici, promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo di mercati di lavoro che favoriscano l'inserimento. Si Il finanziamento è effettuato tramite FESR e FSE. Le regioni ammissibili sono le seguenti: le regioni attualmente ammissibili all'obiettivo 1 per il periodo di programmazione , che non soddisfano più i criteri di ammissibilità regionale dell'obiettivo convergenza e beneficiano pertanto di un finanziamento transitorio. Spetta alla Commissione selezionare ed adottare l'elenco delle regioni ammissibili, valido dal 2007 al 2013; tutte le altre regioni della Comunità non ammissibili all'obiettivo convergenza. Per quanto riguarda i programmi finanziati dal FSE, la Commissione propone quattro priorità, in linea con gli orientamenti formulati nell'ambito della Strategia europea per l’occupazione (SEO): accrescere l'adattabilità dei lavoratori e delle imprese, potenziare l'accesso all'occupazione, rafforzare l'inserimento sociale e avviare riforme nel settore dell'occupazione e dell'inserimento 19Autore: Valeria Sodano
Obiettivo "Cooperazione territoriale europea" Questo nuovo obiettivo è inteso a rafforzare la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale, basandosi sull' iniziativa Interreg. L’azione è finanziata dal FESR. L'obiettivo consiste nel promuovere la ricerca di soluzioni congiunte a problemi comuni tra le autorità confinanti, come lo sviluppo urbano, rurale e costiero e la creazione di relazioni economiche e reti di PMI. La cooperazione è orientata su ricerca, sviluppo, società dell'informazione, ambiente, prevenzione dei rischi e gestione integrata delle acque. Sono ammissibili le regioni di livello NUTS III, situate lungo le frontiere terrestri interne e talune frontiere esterne, nonché alcune frontiere marittime adiacenti, separate da un massimo di 150 chilometri. L'articolazione territoriale degli interventi viene ripartita in : PON (programmi operativi nazionali) POR (programmi operativi regionali) monofondo POIN (programmi operativi interregionali). 20Autore: Valeria Sodano