L A S ICUREZZE E NERGETICA TRA ECONOMIA E POLITICA Di Nicolò Rossetto ISPI – Milano IUSS – Pavia.

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Transcript della presentazione:

L A S ICUREZZE E NERGETICA TRA ECONOMIA E POLITICA Di Nicolò Rossetto ISPI – Milano IUSS – Pavia

S OMMARIO Definizione del concetto di sicurezza energetica I fattori di rischio della sicurezza e le politiche che possono essere poste in essere Il caso dell’Unione Europea: tanti paesi, tanti interessi La crisi ucraina e il caso del gas naturale L’Italia: un paese dipendente dalle importazioni Temi di attualità Domande dal pubblico Bibliografia & sitografia 2

D EFINIZIONE DI S ICUREZZA E NERGETICA Termine frequentemente utilizzato nel dibattito pubblico con sfumature diverse. In generale la Sicurezza Energetica implica l’accesso senza interruzioni ( reliable ) a fonti di energia a prezzi ragionevoli ( affordable ).  Un concetto, due elementi. La sicurezza energetica è importante perché la disponibilità di energia è fondamentale per il benessere materiale delle società (consumo famiglie e competitività imprese). => La sicurezza energetica si presenta come bene pubblico che la politica è chiamata a produrre in quantità sufficiente. 3

Il perseguimento della sicurezza energetica rientra nel trilemma della politica energetica. Il perseguimento della politica energetica spesso implica una dimensione esterna e una interna, che richiede misure diverse a seconda che il paese sia importatore o esportatore di energia. 4

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I F ATTORI DI R ISCHIO PER LA S ICUREZZA I fattori di rischio sono di tipi diversi. Per quanto riguarda l’affidabilità delle forniture vi sono: 1. Rischi tecnici (guasti, eventi naturali catastrofici); 2. Rischi di attentati terroristici o criminali; 3. Rischi politici da parte di altre entità statuali (embargo). Per quanto riguarda la ragionevolezza dei prezzi vi sono: 1. Rischi di collusione tra produttori; 2. Rischi di bassi investimenti da parte dei produttori e insufficiente capacità di produzione o trasporto; 3. Rischi di inaspettata forte crescita della domanda; 4. Rischi legati a meccanismi di prezzo inefficienti e scarsa trasparenza/liquidità dei mercati. 7

Data la sensibilità di imprese e famiglie e la molteplicità di fattori di rischio, i decisori politici sono chiamati a intervenire sia nel breve che nel lungo termine. Nel breve periodo si deve promuovere la resilienza del sistema energetico (= capacità di reagire a perturbazioni esterne), tramite la ridondanza delle infrastrutture (sicurezza N-1), la disponibilità di riserve di energia e la preparazione di piani di emergenza. Nel lungo periodo si deve promuovere l’investimento in capacità di produzione, trasporto e distribuzione dell’energia, così da soddisfare la domanda in ogni evenienza. Va perseguita poi la diversificazione delle fonti, le infrastrutture, ecc. 8

La dotazione di risorse, il livello di sviluppo economico e la struttura della domanda influenzano pesantemente le politiche da adottare per garantire la sicurezza. L’ indipendenza energetica non è necessariamente la migliore soluzione al problema della sicurezza. I paesi esportatori soffrono spesso del problema simmetrico, la sicurezza della domanda.  La ricerca dell’interdipendenza può essere la via migliore. NB: le diverse fonti di energia richiedono spesso politiche diverse (petrolio vs. gas naturale, specificità dell’energia elettrica). 9

I L C ASO DELL ’U NIONE E UROPEA L’UE è il più grande importatore netto di energia del mondo, davanti a Cina e Stati Uniti. La dipendenza dalle importazioni è attorno al 53% e prevista in leggera crescita per via del calo della produzione interna di fonti fossili. 10

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La UE importa energia da una pluralità di paesi diversi : Federazione Russa, Norvegia, Algeria, Libia, Stati Uniti, Colombia, ecc. Solamente la Russia ha un peso molto significativo con riferimento a più fonti energetiche contemporaneamente. NB: gli Stati membri della UE sono molto eterogenei tra di loro con riferimento alla dotazione di risorse energetiche e alla struttura dell’approvvigionamento (Regno Unito vs Ungheria). => Non è facile definire politiche coerenti con gli interessi di tutti, tanto più che gli Stati membri mantengono la sovranità su alcuni aspetti della politica energetica. 19

20 Paniere energetico di alcuni Stati membri della UE nel 2014.

21 Paniere elettrico di alcuni Stati membri UE nel 2014.

I L G AS N ATURALE E LA C RISI U CRAINA La UE è dipendente dalle importazioni di gas naturale dalla Russia. Una parte importante del gas russo giunge(va) attraverso l’Ucraina. In certi Stati membri dell’Europa orientale la Russia è l’unico fornitore di gas (monopolio). Alcuni di questi paesi sono sensibili ai rapporti con la Russia per motivi storici. Conflitto strisciante da anni tra Russia e Ucraina (crisi del , , ). 22

23 Infrastrutture di adduzione del gas in Europa nel 2015.

Le possibili soluzioni : a) Acquisti collettivi di gas (problemi di compatibilità con la concorrenza); b) Promozione di mercati trasparente e certezza per gli investimenti a livello internazionale (Trattato sulla Carte dell’Energia, Comunità dell’Energia, ecc.); c) Integrazione del mercato interno del gas, sia dal punto di vista fisico che regolatorio (interconnessioni, capacità di contro-flusso, codici di rete, borse del gas all’ingrosso, ecc.); d) Indagini anti-trust della Commissione europea contro l’abuso del potere di mercato. o Negli ultimi anni la situazione è migliorata, anche a seguito della riduzione dei consumi e dei finanziamenti europei per le opere infrastrutturali. 24

L’I TALIA : UN P AESE D IPENDENTE DALLE I MPORTAZIONI L’Italia è tradizionalmente dotata di poche fonti primarie di energia. Data l’elevata domanda domestica, l’Italia ricorre molto alle importazione. Il tasso di dipendenza è tra l’85 e il 90%. Negli ultimi anni è calato per via della maggiore produzione di energia da fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico, biomasse, ecc.) e della riduzione dei consumi (crisi economica, de-industrializzazione, ecc.). 25

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29 mld $ petrolio gas carbone totale

T EMI D ’A TTUALITÀ L’oil glut e la caduta dei prezzi del petrolio. La crisi libica e il caos in Medio Oriente. Lo shale gas americano: vero game changer? La COP 21 e la lotta al cambiamento climatico. Le sfide per il settore elettrico in un contesto con elevata penetrazione delle fonti rinnovabili e della generazione distribuita. Il referendum sulle concessioni marine in Italia. Revisione della Strategia Energetica Nazionale (SEN). L’Italia come hub mediterraneo del gas. Il nucleare: opportunità o minaccia? 30

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B IBLIOGRAFIA AA. Vv. ( ), Focus Sicurezza energetica, Parlamento Italiano – MAE. Buchan D., M. Keay (2015), Europe’s Long Energy Journey: Towards an Energy Union?, Oxford University Press, Oxford. Nicolazzi M., N. Rossetto (2016), L’età dell’abbondanza. Come cambia la sicurezza energetica, Edizioni Epoké, Novi Ligure. Verda M. (a cura di) (2015), Energia e geopolitica. Gli attori e le tendenze del prossimo decennio, ISPI, Milano. Verda M. (2012), Politica estera e sicurezza energetica. L’esperienza europea, il gas naturale e il ruolo della Russia, Edizioni Epoké, Novi Ligure. Verda M. (2011), Una politica a tutto gas. Sicurezza energetica europea e relazioni internazionali, UBE, Milano. 32

S ITOGRAFIA Grazie a tutti per l’attenzione. Grazie a Matteo Verda per alcuni grafici ed elaborazioni. Contatti: 33