Incidenza, Mortalità, Sintomatologia

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Transcript della presentazione:

Incidenza, Mortalità, Sintomatologia Corso di Laurea Scienze Infermieristiche Principi di Oncologia Incidenza, Mortalità, Sintomatologia Prof.ssa Silvia Mezi

PERCHÉ UN CORSO DI ONCOLOGIA? Perché nel vostro percorso professionale avrete molte volte contatti con malati oncologici

CONCETTI FONDAMENTALI IN ONCOLOGIA Epidemiologia dei tumori Oncologia: risultati ottenuti Definizioni in oncologia Valutazione clinica del paziente oncologico

Epidemiologia come strumento di navigazione Epidemiologia dei tumori Epidemiologia come strumento di navigazione Studia la presenza delle malattie nella popolazione Studia i fattori e le condizioni che le determinano Indispensabile ai fini di elaborare mirate scelte preventive

Epidemiologia: definizioni Epidemiologia dei tumori Epidemiologia: definizioni Incidenza: numero di nuovi casi di malattia che si verificano in un determinato intervallo di tempo in una popolazione Mortalità: numero di decessi causati dalla malattia in studio in un intervallo di tempo Sopravvivenza: probabilità di essere vivo dopo un certo periodo dalla diagnosi Prevalenza: numero di malati esistenti in un dato momento in una popolazione I

Stima di nuovi casi di cancro per sesso: Incidenza (le prime 10 cause di cancro) Incidenze e mortalità USA, 2012

Stima di Mortalità da cancro per sesso (le prime 10 cause di cancro) USA, 2012

In Italia: i 5 tumori più frequentemente diagnosticati per sesso: Incidenza Le % indicano la proporzione sultotale dei tumori esclusa la cute Si stimano nel 2011 in Italia, 360.000 nuovi casi di tumore maligno, di cui circa 200.000 (56%) nel sesso maschile e circa 160.000 (44%) nel sesso femminile. AIOM, 2011

In Italia: le 5 cause di morte più frequenti per sesso (Mortalità) Le % indicano la proporzione sul totale dei decessi in Italia 174.000 decessi nel 2011 da cancro in Italia (98.000 fra i maschi e 76.000 fra le femmine). I tumori sono la 2° fra le cause di morte (30% di tutti i decessi) dopo il gruppo delle cause cardiocircolatorie (39%).

In Italia: la prevalenza Soggetti italiani con diagnosi di tumore pregressa o in corso (divisa per sesso ed età; espressa in % e numerica) AIOM 2011 Lezione Introduttiva – Cortesi 2/10/2012 Corso di Med. e Chir. I

Definizioni… sì ma a che servono? L’ incidenza è conseguenza della diffusione dei fattori di rischio e delle attività di prevenzione La mortalità misura l’efficacia dell’ insieme dei processi di prevenzione, diagnosi e terapia messi in atto per il controllo della patologia

Definizioni… sì ma a che servono? L’incidenza aumenta Trend incidenza dal 1975 al 2008 in USA

Definizioni… sì ma a che servono? La mortalità diminuisce Trend mortalità nei maschi dal 1975 al 2008 in USA

Definizioni… sì ma a che servono? La mortalità diminuisce Trend mortalità nelle femmine dal 1975 al 2008 in USA

STORIA della CHEMIO PREVEN-ZIONE

CONCETTI FONDAMENTALI IN ONCOLOGIA Epidemiologia dei tumori Oncologia: risultati ottenuti? Definizioni in oncologia Sintomatologia più comune nei pazienti oncologici

200 Anni di Ricerca nel Cancro Oncologia: risultati ottenuti? 200 Anni di Ricerca nel Cancro Vincent T. DeVita, Jr., M.D., and Steven A. Rosenberg, M.D., Ph.D.

Quello che in laboratorio può esser fatto in ore richiede mesi e anni per essere replicato nella clinica … … da qui i lenti passi della ricerca

Tumor en bloc = chirurgia del cancro EVENTI STORICI NEL TRATTAMENTO DEL CANCRO Alcuni esempi… 1894: William Halsted introduce la mastectomia radicale per il carcinoma mammario: “la diffusione del tumore mammario è di tipo centrifugo verso le strutture adiacenti. Resezione en bloc del tessuto circostante per garantire l’asportazione di tutte le cellule tumorali, compresa la testa dell’omero se coinvolta”. Tumor en bloc = chirurgia del cancro divenne la chirurgia per rimuovere qualunque tipo di tumore

EVENTI STORICI NEL TRATTAMENTO DEL CANCRO Alcuni esempi… 1950: la miglior resezione el a miglior radioterapia per quanto accurata e per quanto la dose erogata possa essere elevata da sole non sono sufficienti per la cura del cancro. Solo 1/3 dei tumori possono essere curati con l’utilizzo di questi 2 trattamenti locali. Paul Ehrlich per primo sviluppò farmaci per la cura contro il cancro e coniò il termine “chemioterapia” Ma dai modelli animali al laboratorio ? Testare farmaci sull’uomo contro il cancro??

EVENTI STORICI NEL TRATTAMENTO DEL CANCRO Alcuni esempi… Le seguenti 2 osservazioni aprirono la strada agli studi nell’uomo: l’uso della mostarda nitrogena nei linfomi nel 1943 1948: report su antagonisti dell’ acido folico per la temporanea remissione della leucemia giovanile I primi 2 studi su farmaci in terapia adiuvante !! In prevenzione contro il cancro sull’uomo ! 1975 Fisher (testò un singolo farmaco) 1976: Bonadonna (testò una combinazione di farmaci (CMF = cyclophosphamide, methotrexate, fluorouracil)

EVENTI STORICI NEL TRATTAMENTO DEL CANCRO Alcuni esempi… 1968 (74 anni dopo!!): Fisher introduce il concetto delle terapie integrate “il carcinoma mammario ha un accesso precoce al sistema ematico e ai tessuti linfatici … la mastectomia radicale è sia troppo che troppo poco: troppo per i tumori piccoli e troppo poco per i grandi tumori che hanno già metastatizzato” Nascono gli studi dei Gruppi Cooperativi per la Ricerca (ad es. National Surgical Adjuvant Breast and Bowel Projet) di cui Fisher è fondatore che dimostrano che una minore chirurgia radicale associata alla chemio e radioterapia ottengono un maggior risultato con una morbidità inferiore. Lezione Introduttiva – Cortesi 2/10/2012 Corso di Med. e Chir. I

Con l’evoluzione delle diverse tecniche diagniste, dei farmaci chemioterapici di nuova generazione, delle terapie target si è osservato un’aumento di dell’incidenza con una riduzione della mortalità dagli anni 90 in poi (vedi incidenza e mortalità riportata nella figura in basso)

EVENTI STORICI NEL TRATTAMENTO DEL CANCRO Alcuni esempi… 2006: Drucker dimostra l’efficacia dell’imatinib, farmaco che colpisce l’unica anormalità della leucemia mieloide cronica Il primo lavoro che ha aperto le porte alla terapia molecolare “target”

EVENTI STORICI NEL TRATTAMENTO DEL CANCRO Alcuni esempi…

EVENTI STORICI NEL TRATTAMENTO DEL CANCRO Un esempio dei risultati ottenuti dall’aggiunta delle target therapy… Sopravvivenza libera da malattia con CHT +/- bevacizumab o Avastin (terapia anti-VEGF)

CONCETTI FONDAMENTALI IN ONCOLOGIA Epidemiologia dei tumori Oncologia: risultati ottenuti? Definizioni in oncologia Valutazione clinica del pazinete oncologico L’Oncologia che vedrete

Obiettivi chiari in Oncologia Malattia operabile Guarigione (Sopravvivenza globale e libera da malattia) Malattia non operabile Controllo di malattia (Qualità di Vita, Sopravvivenza globale e libera da progressione) Per i malati affetti da cancro operabile radicalmente o potenzialmente tale, l’obiettivo dell’oncologo è la guarigione. Per i pz con malattia metastatica le possibilità di guarigione sono molto scarse, quindi l’obiettivo che l’oncologo si pone è la palliazione. Le terapie vengono decise in base all’istotipo e alla siadiazione secondo linee guida internazionali. CURARE Prendersi CURA

Malattia localmente avanzata OBIETTIVI IN ONCOLOGIA Per stabilire l’obiettivo del trattamento bisogna conoscere l’estensione del tumore! Malattia localmente avanzata Malattia avanzata = metastatica Malattia locale Guarigione Guarigione/Curare Prolungare Vita/ Migliorare Sintomi

MALATTIA LOCALMENTE AVANZATA Quali strategie terapeutiche abbiamo a seconda dell’obiettivo? MALATTIA LOCALE MALATTIA LOCALMENTE AVANZATA MALATTIA AVANZATA = METASTATICA

STRATEGIE TERAPEUTICHE MALATTIA LOCALE = OPERABILE Chirurgia primaria Chemioterapia adiuvante (= postoperatoria) Radioterarapia adiuvante (= postoperatoria)

CHEMIOTERAPIA ADIUVANTE Trattamento medico applicato successivamente all’acquisizione del controllo, da parte della chirurgia o della radioterapia, del focolaio neoplastico primitivo Il trattamento adiuvante ha come finalità la distruzione delle micrometastasi disseminatesi nell’organismo a partire dalla neoplasia primitiva, incrementando la potenzialità di guarigione dell’individuo

STRATEGIE TERAPEUTICHE MALATTIA LOCALMENTE AVANZATA = POTENZIALMENTE OPERABILE Chemioterapia neoadiuvante (= preoperatoria) Radioterapia neoadiuvante (= preoperatoria) Radio/Chemioterapia neoadiuvante +/- Chirurgia secondaria (se con intento radicale)

Terapie Neoadiuvanti: obiettivi NEOADIUVANTE- vantaggi Recupero di pazienti non resecabili - conservazione d’organo Controllo precoce delle micrometastasi Possibilità di precoce- superamento farmaco resistenza Aumento della sopravvivenza (se pCR) Test in vivo- determinazione di marcatori biologici predittivi o prognostici Migliore tolleranza del trattamento in pre-chirurgia NEOADIUVANTE- svantaggi Progressione durante il trattamento (solo 2% dei pazienti) Alterazione dello stadio patologico- T, N- con conseguente alterazione della valutazione prognostica Quando?: Mammella, retto, gastrico, vescica, polmone,..

MALATTIA NON OPERABILE STRATEGIE TERAPEUTICHE MALATTIA AVANZATA = METASTATICA = MALATTIA NON OPERABILE CHEMIOTERAPIA PALLIATIVA RADIOTERAPIA PALLIATIVA (su sedi di malattia sintomatiche ad es. osso, metastasi cerebrali) CHIRURGIA PALLIATIVA (ad es. occlusione intestinale in ca. colon pluri-metastatico)

le strategie terapeutiche cambiano a seconda dello STADIO di malattia Stadi avanzati metastatici Stadi precoci Stadi localmente avanzati chirurgia Chemioterapia chemioterapia neoadiuvante o primaria +/- chemioterapia adiuvante radioterapia chirurgia chirurgia guarigione prolungamento della sopravvivenza operabilità guarigione prolungamento della sopravvivenza (guarigione) prolungamento della sopravvivenza palliazione

CONCETTI FONDAMENTALI IN ONCOLOGIA Epidemiologia dei tumori Oncologia: risultati ottenuti? Definizioni in oncologia Valutazione clinica del paziente oncologico L’Oncologia che vedrete

Valutazione clinica pz oncologico …in prima visita con un pz oncologico prima della programmazione terapeutica 4 domande fondamentali Come sta il paziente? Quale diagnosi ha? Abbiamo tutte le informazioni necessarie per la programmazione terapeutica (tipo tumore, caratteristiche biologiche, estensione di malattia …)? Il paziente è informato?

Valutazione clinica pz oncologico Come sta il paziente? Anamnesi: Comorbidità Storia farmacologica (terapie in atto) / Allergie a farmaci Sintomatologia (dolore, tosse, dispnea, subocclusione…) Valutazioni cliniche: Età e Condizioni generali (scale di Performance Status / Scale di valutazione cognitiva) Esame Obiettivo (alla ricerca di versamenti pleurici, ascite, masse palpabili e parametri di malattia …) Ematochimici (riserva epatica, renale, midollare) e markers tumorali Tutte queste valutazioni si rendono necessarie per porre indicazione a qualunque trattamento (CHT/RT/CHIRURGIA/BSC)

Valutazione clinica pz oncologico Come sta il paziente? Attenta valutazione dei sintomi Sintomatologia aspecifica-comune a tumori avanzati Sintomatologia specifica (legata alla sede di malattia) Sintomatologia secondaria ai trattamenti (effetti collaterali chemioterapia, radioterapia, per la presenza del CVC)

Sintomatologia aspecifica è quasi sempre presente nei tumori avanzati Valutazione clinica Come sta il paziente? Sintomatologia aspecifica è quasi sempre presente nei tumori avanzati

Prevalenza dei sintomi nel paziente oncologico Accertato che il problema cancro sia preponderante nell’anziano quali sono i sintomi in grado di limitare fisicamente, e non solo come vedremo, il malato oncologico? Donelly SM, Walsh TD; Sem Oncol 1995; 22: 67-72

Epidemiologia dolore Il dolore è presente nel 50% dei pazienti affetti da cancro considerando tutto il percorso della malattia Il dolore è presente nel 70% dei pazienti in fase avanzata di malattia

Tipo di neoplasia-incidenza del dolore Epidemiologia dolore Tipo di neoplasia-incidenza del dolore Tumori metastatici alle strutture ossee: 75-80% Tumori del pancreas: 79% Tumori dello stomaco, dell’utero, della mammella e dei polmoni: 72-75% Tumori della prostata e dell’intestino: 70%

Cause cliniche del dolore oncologico Legate alla malattia neoplastica Lesioni ossee Ostruzione di organi cavi Compressione di strutture nervose Altre Legate alle terapie attuate Chirurgia Chemioterapia Radioterapia Legate alle comorbidità Neuropatie (es. diabetica) Patologie cerebrovascolari Patologie osteoarticolari Patologie cronico-degenerative

Il paziente terminale oncologico: I sintomi nell’ultimo anno di vita Astenia 90% Dolore 84% Anoressia e iporessia 71% Nausea e vomito 51% Insonnia 51% Dispnea 47% Stipsi 47% Depressione 38% Confusione mentale 33% Piaghe da decubito 28% Cartwright,1991

Valutazione clinica pz oncologico Come sta il paziente? Sintomatologia Specifica = Legata alla sede della malattia primaria Alcuni esempi più frequenti…

Patterns di esordio CARCINOMA POLMONARE Assenza di sintomatologia (6%) Sintomatologia polmonare Sintomatologia regionale Sintomatologia extrapolmonare

Sintomatologia polmonare Sintomi legati alla crescita intrapolmonare del tumore: Centrale: tosse, emoftoe, emottisi, dispnea, febbre Periferica: febbre, vomica, tosse, dolore, dispnea

SINTOMATOLOGIA REGIONALE Tumore di Pancoast r Infiltraz. esofago Sindrome cavale sup.

SINTOMATOLOGIA SISTEMICA -EXTRAPOLMONARE

Tumori del colon-retto

I tumori del colon e del retto : sintomatologia Nelle forme ‘precoci’ la sintomatologia è poco indicativa: Anemia ed astenia ad essa correlata Generiche alterazioni dell’alvo Vaga sintomatologia dolorosa addominale ASINTOMATICI

I tumori del colon e del retto: sintomatologia Nelle forme avanzate la sintomatologia è correlata alla sede della neoplasia: Disturbi della canalizzazione (fino alla occlusione!) nelle forme vegetanti a ridosso della valvola ileocecale Alvo alternante, con prevalenza alla diarrea nelle lesioni del ceco-ascendente

I tumori del colon e del retto: sintomatologia Nelle forme avanzate la sintomatologia è correlata alla sede della neoplasia: Stipsi tanto più significativa per quanto più la lesione è situata in prossimità del retto Sangue misto alle feci o che le vernicia per le lesioni vegetanti ulcerate basse Tenesmo rettale e sanguinamento per le neoplasie del retto basso o dell’ano

BREAST CANCER Anatomical site Upper inner Nipple Central portion Lower inner Upper outer Axillary tail Lower outer RIGHT

BREAST CANCER/LOCAL MANIFESTATIONS Signs and symptoms at presentation Palpable mass Thickening NO Pain Mass or pain in the axilla Nipple discharge Nipple retraction Edema or erythema of the skin

Valutazione clinica pz oncologico Come sta il paziente? Sintomatologia secondaria ai trattamenti = Le tossicità, la presenza del CVC Alcuni esempi più frequenti…

La citotossicità dei farmaci non è selettiva verso le cellule tumorali

agiscono su cellule a rapida proliferazione Citotossici agiscono su cellule a rapida proliferazione

TOSSICITÀ DA CHEMIOTERAPIA Farmaci chemioterapici antiblastici Azione su cellule neoplastiche Azione su cellule normali Colpiti soprattutto i tessuti a rapida proliferazione: midollo osseo, sistema linfatico, epitelio mucose tratto GI, cute, bulbo pilifero, epitelio germinale delle gonadi.

MIDOLLO OSSEO EMOPOIETICO IMMUNOSOPPRESSIONE TROMBOCITOPENIA ANEMIA INFEZIONI FEBBRE EMORRAGIE

SQUILIBRIO IDROELETTROLITICO MUCOSA DEL TRATTO GASTRO-INTESTINALE MUCOSITI DIARREA ULCERAZIONI DISFAGIA CALO PONDERALE SQUILIBRIO IDROELETTROLITICO DETERIORAMENTO DELLE CONDIZIONI GENERALI DISIDRATAZIONE SQUILIBRIO IDROELETTROLITICO EMORRAGIE

CUTE E BULBI PILIFERI ALOPECIA

CELLULE GERMINALI AZOOSPERMIA AMENORREA STERILITÀ

Nausea e Vomito Chemio Correlata (CINV) La risposta emetica alla chemioterapia nucleus tractus solitarius (NTS) the area postrema (AP) Si pensa che il meccanismo che induce la CINV avvenga attraverso 2 vie: la via periferica (x irritazione/danno diretto del CHT sulla mucosa GI) e la via centrale (x attivazione diretta di neutrotrasmettitori che agiscono a livello del centro del vomito- tronco encefalo prodotti per stimolo diretto attraverso il sangue e il liquido cerebrospinale) – References: NEJM 2003 e JSupportOncol 2010, 8; S1. La via periferica: 1. After the administration of chemotherapy, free radicals are generated, leading to localized exocytotic release of 5-hydroxytryptamine (5-HT) from the enterochromaffin cells; 5-HT then interacts with 5-hydroxytryptamine3 (5-HT3) receptors on vagal afferent terminals in the wall of the bowel. 2. Vagal afferent fibers project to the dorsal brain stem, primarily to the nucleus tractus solitarius (NTS), and, to a lesser extent, the area postrema (AP), the two parts of the brain referred to collectively here as the dorsal vagal complex. 3. Efferent fibers project from the dorsal vagal complex to the final effecter of the emetic reflex, the central pattern generator, which is an anatomically indistinct area occupying a more ventral location in the brain stem. La via centrale: - It is activated by substance P, which is abundant in the CTZ of the area postrema and is present in small amounts about GI vagal efferent nerve fibers. Substance P induces vomiting by binding to neurokinin-1 (NK1) receptors, which are highly concentrated in the brain. Other neurotransmitter and receptor systems may play important roles in the vomiting response. These include serotonin and 5-HT4 receptors; dopamine (D) and D2 and D3 receptors; cannabinoids (CBs) and CB1 receptors; histamine (H) and H1 receptors; acetylcholine and the muscarninic (M) acetylcholine M3 and M5 receptors; and γ-aminobutyric acid (GABA) and GABAβ receptors. All their receptors are present in the dorsal vagal complex (the neurokinin-1, 5-HT3, and dopamine-2 receptors, which bind to substance P, 5-HT, and dopamine, respectively.) - Antineoplastic agents may also induce emesis through an interaction with the area postrema within the dorsal vagal complex. The area postrema is a circumventricular organ located at the caudal end of the floor of the fourth ventricle, which is accessible to blood and cerebrospinal fluid–borne emetic stimuli. Other potential sources of efferent input that result in emesis after chemotherapy include a number of structures in the temporal lobe, such as the amygdala. Evidence for this pathway is less well established than for other proposed sites of chemotherapeutic action. NEJM 2008;358:2482-94.

Tossicità cutanea  Hand-foot syndrome o Eritrodisestesia palmo plantare (Capecitabine (Xeloda®), 5-Flurouracil (5FU), continuous-infusion doxorubicin, doxorubicin liposomal (Doxil®)) Reazioni cutanee maculopapulari eritematose (gemcitabina, pemetrexed, bleomicina)

CVC a lungo termine: tipo Port-a-cath L’accesso al reservoir: Ago di Huber Ago gripper Puntura percutanea con un ago non-coring (ago di Huber a punta deviata “non carotante” con diametro di G. 14 o G.19). Il setto può essere perforato fino a 2-3000 volte circa, infatti, questo è un accesso venoso a lunga permanenza, scelto per un utilizzo superiore a sei mesi.

Complicanze CVC Infezione: Sintomatologia (febbre nelle ore successive l’utilizzo del CVC) +/- obiettività (rossore, calore, dolore) Diagnosi Clinica e laboratoristica (emocolture da CVC e da vena periferica) Trombosi: Sintomatologia (dolore locale e/o irradiato lungo decorso caterere -> arto superiore/sovraclaveare), obiettività (rossore/calore/dolore) Diagnosi clinica / strumentale (eco-colordoppler) Dislocamento/Torsione del reservoir: Sintomi: ostacoli al ritorno venoso / al flusso / alla puntura del sito Diagnosi clinica e strumentale (Rx torace)

STRAVASI Classificazione degli antiblastici in base alla tossicità tissutale 1) Necrotizzanti: sono farmaci che producono un danno immediato e, legandosi al DNA,rimangono a lungo nei tessuti provocando un danno tissutale progressivo con ulcerazione; spesso richiedono un intervento chirurgico e possono determinare sintomatologia algica ed esiti molto gravi da un punto di vista funzionale (antracicline, mitomicina C, alcaloidi della vinca, actinomicina, mecloretamina) 2) Vescicanti: sono farmaci che vengono rapidamente metabolizzati, provocano un danno immediato seguito da riparazione dei tessuti (mostarde azotate, mitoxantrone, carmustina, dacarbazina, taxani e cisplatino, etoposide) 3) Irritanti: causano soltanto infiammazione ed irritazione; l’azione lesiva dipende soltanto dal volume stravasato (bleomicina, carboplatino, ciclofosfamide, ifosfamide, fluorouracile, melphalan, streptozotocina, tiotepa, oxaliplatino) 4) Neutrali: non provocano reazioni locali (citarabina, claribina, asparaginasi, estramustina, gemcitabina, irinotecan, methotrexate, raltitrexed, topotecan, alimta)

Stravaso: diagnosi Diagnosi: - rallentamento o interruzione del flusso venoso - aumento della resistenza durante l’infusione - gonfiore o eritema - sintomatologia riferita dal paziente come bruciore o dolore pungente Da non confondere con flebiti da doxorubicina caratterizzata da infiammazione della vena durante l’infusione tipico delle antracicline a causa del loro pH o della dacarbazina che provoca dolore durante l’infusione; questi casi si risolvono generalmente con diminuzione della velocità di infusione.

Quali strumenti ci aiutano nella valutazione clinica del paziente oncologico?

Scale di Performance Status Valutazione clinica

Valutazione clinica Scale di Dolore Scala analogico-visiva (VAS) Nessun dolore Il massimo dolore Scala categorica numerica (NRS) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Scala semantica (VRS) Dolore grave Dolore lieve Dolore moderato The Pain Affect Faces Scale

CONCETTI FONDAMENTALI IN ONCOLOGIA Epidemiologia dei tumori Oncologia: risultati ottenuti? Definizioni in oncologia Sintomatologia più comune nei pazienti oncologici L’Oncologia che vedrete

LE TIPOLOGIE DI ATTIVITA’ IN UN DAY HOSPITAL – AMBULATORIO ONCOLOGICO Fondamentali Integrative Prime visite Visite pre-trattamento Diluizione e somm. CT Terapie di supporto Rivalutazioni Urgenze Controlli Valutazioni intercorrenti Contatti telefonici Consulenze/valutazioni psicologiche nutrizionali Valutaz. infermieristiche

L’ Oncologia che vedrete: LA MULTIDISCIPLINARIETA’ patologo ONCOLOGO MEDICO CHIRURGO RADIOTERAPISTA VOLONTARIO PALLIATIVISTA TERAPISTA DEL DOLORE MMG RIABILITATORE PSICOLOGO ASSISTENTE SPIRITUALE ASSISTENTE SOCIALE STAFF INFERMIERISTICO

Il paziente che vedrete: Diagnosi Nell’immaginario collettivo, la parola “cancro” è sinonimo di morte e sofferenza

Il paziente che vedrete: Diagnosi La prima risposta alla comunicazione della diagnosi è una reazione di shock: il cancro è interpretato come una minaccia inaspettata per la propria integrità psico-fisica, alla quale l’individuo reagisce mettendosi in allarme

Il paziente che vedrete: Diagnosi Il secondo scalino è rappresentato dall’adattamento, che lo condurrà all’acquisizione della consapevolezza di malattia. Ovviamente non tutti arrivano a questo obiettivo e utilizzano strade diverse a seconda del proprio background socioculturale. Il paziente inizia il percorso dell’adattamento che lo condurrà all’acquisizione della consapevolezza di malattia

…..”gli scrissi che godesse di non avere il cancro, ma che se voleva fare un esercizio interessante, immaginasse per un giorno di averlo e riflettesse su come non solo la vita, ma le persone e le cose che ci stanno attorno improvvisamente appaiono in una luce diversa. Forse una luce più giusta.” Tiziano Terzani, 2004

Continuum del ciclo di cura Assistenza domiciliare Terapia del dolore Oncologia Medica (Degenza, DH) Hospice MMG Ruoli che cambiano per garantire Servizi specialistici ospedalieri

Simultaneous care in oncologia CURA PROLUNGAMENTO della VITA FASE TERMINALE LUTTO DIAGNOSI CURA/REMISSIONE - RECIDIVA - PROGRESSIONE MORTE TERAPIA DI SUPPORTO Ahmedzai SH, Walsh DT; Palliative medicine and modern cancer care; Sem Onc; 2000

GESTIONE GLOBALE del paziente oncologico  Caratteristiche del paziente:  Età, occupazione  Contesto sociale e familiare  Psicologia  Performance status and co-morbidità  Compliance e motivazioni  Caratteristiche del tumore:  Sede  Staging  Storia Naturale  Istotipo  Fattori biomolecolari Risorse locali ed expertise  Coesistenza nello stesso centro di esperti di varie branche diagnostiche e terapeutiche  Numero adeguato di personale medico e infermieristico  Esistenza di una RT ad alte energie  Possibilità di utilizzo di nuovi farmaci  Possibilità di terapia di supporto adeguata