1200 1100 1000. La cronologia rappresenta, soprattutto per le prime fasi dell’età del ferro, un problema, in quanto non si dispone di sicuri riferimenti.

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Transcript della presentazione:

La cronologia rappresenta, soprattutto per le prime fasi dell’età del ferro, un problema, in quanto non si dispone di sicuri riferimenti che consentano di ancorare la prospettiva sincronica per tutto il periodo che va dal regno di Ramses III (ca ) agli interventi assiri in Siria e nel Levante nel IX sec. I siti della Palestina (Tel Hadar, Tel Dor, Tel Abu Hawam, Megiddo, Samaria) in cui sono stati rinvenuti frammenti di ceramica greca in stile Proto-Geometrico e Geometrico sono stati recentemente al centro di discussioni relative alla datazione degli strati in cui tali reperti sono stati rinvenuti.

I reperti egei in area palestinese non si discosterebbero quindi troppo cronologicamente da quelli di Lefkandi. In alcuni casi i contesti sono apparsi disturbati, in altri l’attribuzione allo strato incerta. In sostanza, le due cronologie – quella della ceramica greca e quella palestinese – poggiano l’una sull’altra, cosicché non si può stabilire con certezzauna datazione assoluta. Fantalkin (Levant 33, 2001) sintetizza le ipotesi come segue e riconosce che almeno non si discostano di molto le une dalle altre.

Se si considera la questione su un arco di tempo un po’ più esteso si notano altri esempi e documentazione della presenza greca nel Levante. Un caso particolare è rappresentato dal sito di Mesad Hashavyahu che ha restituito grande quantità di ceramica greca, tanto da far supporre un insediamento di mercenari greci. Una valutazione complessiva porta a formulare una prima osservazione generale. Le esportazioni dall’oriente appaiono configurarsi come beni di prestigio. La documentazione greca nel Levante è nel complesso scarsa, nonostante eccezioni come Mesad Hashavyahu, ma ampiamente distribuita e, nella prima fase, principalmente proveniente da Eubea e Attica.

Altra problematica è rappresentata dall’individuazione dei motivi caratteristici di un ambito culturale. Un esempio di tale problematica può essere offerto da un reperto da Megiddo.

Brocca «di Orfeo» da Megiddo Datata da Dothan all’XI sec. Ritenuta un’espressione dell’arte dei Filistei e testimonianza della loro presenza a Megiddo.

Prima di identificare chiaramente i motivi iconografici come filistei è necessario confrontarli con la ceramica cananea della fine del bronzo e poi con il repertorio iconografico introdotto dai Filistei nel 12 sec. e comprendente una serie di figure, in particolare pesci e uccelli.

2. A krater from Ashdod, Stratum XIII. After Dothan and Zukerman 2004: Fig. 19: 3 3. A krater from Ekron, Stratum VI. After Dothan and Zukerman 2004: Fig. 19: 2 4. A jug from Azor. After Dothan 1982: Fig A strainer jug from Tell ‘Aitun. After Dothan 1982: Fig A LHIIIC stirrup jar from Kalymnos. After Mountjoy 1999: Fig. 464: 19

Brocca filistea da Tel ‘Eton 11 sec. a.C. Esemplare raffinato di ceramica che faceva parte di un corredo funebre. Presenta motivi come il pesce e l’uccello caratteristici dell’iconografia filistea, così come le decorazioni geometriche.

Cratere da Tel Zippor datato all’11 sec. A.C. da una buca di rifiuti scavata nel pavimento di un edifico residenziale. La forma del cratere ricorda la ceramica tardo micenea.

Il motivo dell’uccello che appare caratteristica tipica della ceramica filistea sembra poter essere percepito come un motivo di origine egea, di cui si può rintracciare la simbologia nella sfera religiosa e nella rappresentazione della divinità femminile. Peraltro la resa di alcuni dettagli, pur nella coincidenza dei motivi, risulta differente (v. riempimento della figura e curvatura delle ali). Altri paralleli sono stati individuati nello stile cipro-geometrico e in esempi dall’isola che vengono datati ai secc a.C. Si è osservato che durante tale fase di transizione i manufatti in stile cipro-geometrico nel Levante aumentano e inducono quindi a individuare contatti più intensi tra tali aree.

Peraltro, il motivo della lira evoca la funzione stessa della brocca, destinata a servire bevande al banchetto. Il motivo rimanda quindi a un tema di origine orientale celebrato nella Megiddo cananea e fonde motivi come l’albero sacro (connesso alla rappresentazione della divinità femminile) con quelli della natura e della musica.

Cronologia dell’area egea

A Cipro si notano nella fase di passaggio tra Bronzo e Ferro sia l’abbandono di alcuni siti, sia la continuità di altri (Paleopaphos e Kition). Nelle lettere di el-Amarna (età del bronzo tardo), Alashiya compare come interlocutore delle grandi monarchie dell’epoca, si è tuttavia ipotizzato che la continuità di alcuni centri nella fase successiva sia legata anche alla mancanza di centralizzazione burocratica e maggiore flessibilità del sistema economico rispetto alle maggiori organizzazioni imperiali dell’epoca.

Anche dopo la distruzione di Ugarit (1190 ca.), che aveva rappresentato un polo fondamentale per l’esportazione di stagno dall’oriente verso Cipro, i contatti col Levante continuano, soprattutto con i Fenici.

Piatto in stile geometrico –cipriota con raffigurazione di telaio

Nonostante siano necessarie più estese ricerche, si possono notare alcuni fatti che caratterizzano l’isola all’inizio dell’età del ferro. La sopravvivenza della scrittura cipro-minoica è un indizio di continuità; ad essa si collega lo sviluppo della scrittura sillabica cipriota. A questa scrittura si affiancano quella fenicia, anche in iscrizioni bilingui, e poi quella greca. Il commercio sembra condotto da mercanti indipendenti. I commerci raggiunsero nel 10 sec. a.C. l’Eubea dove contribuirono allo sviluppo della metallurgia. Cipro appare aperta a influssi dal Levante e dall’Egeo e contemporaneamente in grado di promuovere traffici e trasmissione culturale. La presenza di ceramica greca nell’isola appare più consistente nei secoli immediatamente successivi.

Esempi di ceramica geometrico-cipriota (11°-9° sec.a.C.)

Brocca Periodo Geometrico Cipriota III ( a.C.) Ceramica lavorata al tornio. Altezza 18,5 cm Chrysochou, Distretto di Paphos

Il nome Fenici deriva dal greco Phoinikes e designa le popolazioni che vivevano lungo la costa siro-libanese a partire dal 1200 e che si auto-appellavano Cananei o Sidonii. Non formavano uno stato unitario, ma abitavano in città rette da dinastie locali (Arwad, Biblo, Sidone, Tiro, ecc.) e che mantennero, in continuità con l’epoca precedente, un ruolo primario nella pratica della navigazione e nell’attività mercantile. La fine degli imperi consentì a queste città di operare in piena autonomia e sviluppare la loro vocazione commerciale. Le fonti locali non sono molte, anche se si contano una serie di brevi iscrizioni di re locali. Altre informazioni derivano dalle fonti egiziane, in particolare la storia di Wen-Amun, che è però un racconto, e dalle fonti assire che narrano le conquiste di tali sovrani. Altre notizie vengono dalla Bibbia, mentre gli annali di Tiro, riportati dallo storico giudaico Giuseppe Flavio, sono limitati ai noi dei sovrani. A partire dall’8° sec.a.C. la regione fu sottoposta agli attacchi assiri, che tuttavia non portarono sempre all’inglobamento nelle province assire, ma imposero comunque l’egemonia dell’impero. La relativa autonomia delle città fenicie era in relazione con la loro funzione commerciale. Verso la fine dell’impero assiro la Fenicia era suddivisa nelle province di Sumura, Sidone e Ushu, mentre Arwad, Biblo e Tiro erano autonome benché tributarie.

A coffin made it [It]tobaal, son of Ahirom, king of Byblos, for Ahirom, his father,lo, thus he put him in seclusion. Now, if a king among kings and a governor among governors and a commander of an army should come up against Byblos; and when he then uncovers this coffin – (then:) may strip off the sceptre of his judiciary, may be overturned the throne of his kingdom, and peace and quiet may flee from Byblos. And as for him, one should cancel his registration concerning the libation tube of the memorial sacrifice. (R.G. Lehmann 2005)

Da Liverani Il passo biblico illustra l’orizzonte commerciale di Tiro e rivela l’importanza delle rotte terrestri. Le rotte mediterranee, benché includano luoghi lontani come la Grecia e Tartesso, sono solo uno degli ambiti di approvviggionamento; altri comprendono le rotte interne verso l’Anatolia, l’Arabia, e la Mesopotamia. Può essere schematizzato in aree concentriche via via più distanti dalla città.