I l t e s t o p o e t i c o  C C o s ’ è l a p o e s i a ?  T T e c n i c h e d e l l a s c r i t t u r a p o e t i c a  L L e f i g u r e r e t o r.

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Transcript della presentazione:

I l t e s t o p o e t i c o  C C o s ’ è l a p o e s i a ?  T T e c n i c h e d e l l a s c r i t t u r a p o e t i c a  L L e f i g u r e r e t o r i c h e  L L ’ i n t e r p r e t a z i o n e

IL TESTO POETICO si presenta sulla pagina scritta con un aspetto diverso dalla PROSA: -È-È frammentato in righe di lunghezza variabile cioè in VERSI (da “VERTERE” cioè “VOLTARE” “ANDARE A CAPO”) - Esprime “SENTIMENTI o IDEE” La Poesia

Che cos’è la poesia? ESPRIMERE IN VERSI Perché si abbia “poesia” occorre che siano presenti insieme almeno due caratteristiche: una particolare “FUNZIONE” del linguaggio: L’ESPRIMERE una particolare “STRUMENTO TECNICO: il “VERSO”

La poesia comunica in modo speciale Sono “POETICI” quei personaggi o quelle situazioni, fatti che ci comunicano”qualcosa di più” rispetto al valore normale, quotidiano. Esempio: “QUEL TRAMONTO”, che ci appare poetico non è solo “un tramonto”, ma “un’ esperienza speciale”, che ci suscita pensieri, sogni, tenerezze.

Quindi perché il testo sia poetico Occorre: Che tale testo sia realizzato per una certa funzione linguistica (esprimere), utilizzando una tecnica particolare (il verso); che ci comunichi dei “significati speciali” aggiunti rispetto all’uso quotidiano del linguaggio.

Un “di più” di senso e “l’ordine delle parole” Inserita in un contesto poetico una “PAROLA” può assumere “UN SENSO DIVERSO” da quello che ha nell’uso comune. È importante la “SCELTA” delle parole, ma anche “L’ORDINE” in cui esse sono combinate.

La poesia risulta dalla combinazione di fattori diversi: L a presenza di una f inalità espressiva ; la presenza di una t ecnica di versificazione ; la scelta di c erte parole non comuni; l’abilità nel c ollegare le parole fra loro, suscitando accostamenti e significati inconsueti; i l legame molto forte che si stabilisce nel testo fra le unità linguistiche impiegate. NB: un testo è poetico quando “METTE IN RISALTO” quel che dice grazie e come lo dice

Creato da: Mazzeo Cinzia Giardino Ermelinda De Furia Stefania IIA Istituto tecnico commerciale e per geometri “G.Bruno”

Il Verso Il Ritmo La Rima La Strofa Il Metro LE TECNICHE DELLA VERSIFICAZIONE

Cos’è ?

è l’unità costitutiva della poesia Il verso è ognuna delle righe che la formano

ha due unità di misura Il numero delle sillabe che lo compongono Il ritmo Il verso

Tipi di verso In base al numero delle sillabe il verso è: VERSODESCRIZIONEESEMPIO trisillabo Composto da 3 sillabe Si tace quadrisillabo “ 4 sillabe gli almi onori quinario “ 5 sillabe e so di scacchi senario “ 6 sillabe fratelli d’Italia settenario “ 7 sillabe e tu, lenta ginestra ottonario “ 8 sillabeChi vuol esser lieto, sia novenario “ 9 sillabeMa ora verranno le stelle decasillabo “ 10 sillabeBen talor nel superbo viaggio endecasillabo “ 11 sillabeVaghe stelle dell’Orsa. Io non credeva N.B.

N.B. Per il controllo corretto del numero delle sillabe La vocale finale di una parola e quella iniziale della parola seguente si contano come una sola sillaba ES: gli almi onori

Il concetto di ritmo Il ritmo è l’andamento imposto al verso dagli “accenti” delle parole che lo formano Il ritmo del verso fa in modo che, nella lettura sia dato più risalto a questo o a quell’accento grammaticale. Es: “Non v’è più bàrbaro” ( accenti grammaticali -3- ) Es: “Non v’è più bàrbaro” ( accenti ritmici -2-)

La Rima..

Che cos’è la rima? Come può essere?

L a r i m a è l a r i p e t i z i o n e d e i s u o n i ( v o c a l i c i o c o n s o n a n t i c i ) d i d u e p a r o l e c h e s i t r o v a n o a l l a f i n e d e l v e r s o a p a r t i r e d a l l ’ u l t i m a v o c a l e t o n i c a. D u e v e r s i s o n o i n r i m a f r a l o r o q u a n d o l a p a r o l a c h e c o n c l u d e i l p r i m o v e r s o h a i n c o m u n e, c o n l a p a r o l a c h e c o n c l u d e i l s e c o n d o v e r s o, l a p a r t e t e r m i n a l e. E s : A m ò r e / D o l ò r e B e l l ì s s i m o / F o r t ì s s i m o

La rima può essere: Baciata: due versi consecutivi rimano fra loro (AA BB CC) Alternata: lega il primo verso con il terzo, il secondo con il quarto, in modo alternato ( AB AB) Incrociata: quando il primo verso si unisce con il quarto e il secondo con il terzo (A BB A) Incatenata: le rime formano una catena, il primo con il terzo verso, il secondo con il primo e il terzo della terzina successiva ( ABA BCB CDC)

La rima può essere anche: Interna: Collega l’ultima parola di un verso con una parola che si trova all’interno del verso stesso. Perfetta: La completa identità di fonemi di due parole (cuore/amore) Imperfetta: Quando l’identità dei suoni non è completa. Rime imperfette sono l’assonanza e la consonanza L’Assonanza: si ha quando, a fine verso, sono identiche le vocali, mentre le consonanti sono diverse. La Consonanza: si ha quando sono identiche le consonanti.

Questo lavoro è stato realizzato da: Aurora di Furia Francesca D’Addona

La Strofa..

Che cos’è la strofa? I tipi di strofa

La strofa è un raggruppamento di versi secondo un modello prestabilito. L’unità superiore al verso in cui una poesia si articola è la “strofa”

Tipi di strofa I tipi principali sono: Il distico, è una coppia di versi a rima baciata. La terzina, è costituita su 3 versi endecasillabi a rima incatenata. La quartina, è una strofa di 4 versi, uniti da una rima alternata o incrociata. La sestina, è una strofa di 6 versi, rimati. L’ ottava, è una strofa di 8 endecasillabi, i primi 6 a rima alternata e gli altri a rima baciata. La strofa libera, non ha fissi né il numero di versi, né l’ordine delle rime. Si chiama anche verso “sciolto”.

Questo lavoro è stato realizzato da: Aurora di Furia Francesca D’Addona

INTERPRETAZIONE *Il CommentoIl Commento *La ParafrasiLa Parafrasi

CHE COS’ E’ LA PARAFRASI? La PARAFRASI dal greco “PARAPHÁZO” che La PARAFRASI dal greco “PARAPHÁZO” che significa “ DICO CON ALTRE PAROLE ” è l’esposizione del contenuto del testo con parti proprie.

È un operazione importante che come fine ha …. La comprensione del testo ….

Si chiarisce il SIGNIFICATO DEI VOCABOLI, dell’espressione, dei concetti e dei riferimenti a fatti o argomenti che non si conoscono, ricorrendo a vocabolari, enciclopedie o altri libri …..

Si può eseguire la parafrasi di TESTI DI QUALUNQUE TIPO, siano essi in PROSA O IN POESIA, ma diventa indispensabile quando si leggono opere di difficile comprensione. In tal caso, letto il testo si ricorre alla parafrasi per DECODIFICARLO, cioè comprenderne il significato o spiegarlo ad altri ….

Leggere con attenzione il testo,suddividendolo in unità coincidenti con i periodi sintattici. Sottolineare o evidenziare le parole di cui non conosci il significato o che presentano una grafia inconsueta. Cercare sul vocabolario il significato dei termini non noti o inconsueti e annotare a margine del testo il risultato della ricerca. Sciogliere le eventuali metafore e le altre figure retoriche di traslato. Ricostruire l’ordine sintattico dei periodi e delle proposizioni, eliminando le inversioni. Procedere alla stesura della parafrasi !

IL COMMENTO DI UN TESTO CHE COS’È IL COMMENTO? Il COMMENTO è il lavoro di ANALISI, INTERPRETAZIONE, VALUTAZIONE E GIUDIZIO PERSONALE del contenuto di un testo.

A CHE COSA SERVE? Il COMMENTO serve AD ANALIZZARE CRITICAMENTE un testo, per darne un’interpretazione e approfondire l’esame dei temi trattati

SU QUALI TESTI? Si possono commentare TESTI DI QUALUNQUE TIPO.

SUDDIVIDIAMO I TESTI DA COMMENTARE IN 3 GRUPPI o GLI ARTICOLI DI CRONACA oppure una NOTIZIA DI CRONACA o I TESTI ARGOMENTATIVI ED ESPOSITIVI: IL SAGGIO, L’EDITORIALE, IL SONDAGGIO, L’INCHIESTA. o I TESTI LETTERARI

COME SI FA? LETTURA DEL TESTO DI RICHIAMO ALLA MENTE, sull’argomento trattato del testo, di informazioni e concetti letti precedentemente o a te noti. LA STESURA DEL COMMENTO secondo gli SCHEMI-GUIDA indicati.

CON QUALE TECNICA ESPOSITIVA? Si usano entrambe le tecniche: OGGETTIVA nell’analisi e nella valutazione del testo SOGGETTIVA nel commento personale

PER FARE UN COMMENTO Lettura del testo Lettura del testo Richiamo alla mente di informazione e concetti letti precedentemente Richiamo alla mente di informazione e concetti letti precedentemente Stesura secondo lo schema-guida Stesura secondo lo schema-guida NOTA BENE: è possibile cambiare l’ordine degli schemi- guida oppure ammettere la trattazione di quei punti che non si ritengono utili.

IL COMMENTO DI UN TESTO ARGOMENTATIVO ESPOSITIVO Il LAVORO PRELIMINARE consiste nelle seguenti operazioni: a)Lettura del testo b) richiamo alla mente delle informazioni e concetti letti precedentemente o a te noti sull’argomento del testo. Segue quindi la fase della STESURA secondo il seguente schema guida.

SCHEMA GUIDA 1) ANALISI DEL CONTENUTO DEL TESTO a) TEMA (argomento) generale b) TESI DELL’AUTORE del testo c) PROVE e/o ARGOMENTAZIONI e/o ESEMPI in cui l’autore sostiene la propria tesi. d) ANTITESI, se è presente nel testo. e) CONFUTAZIONE DELL’ANTITESI da parte dell’autore del testo.

2) VALUTAZIONE DEL TESTO a) VALUTAZIONE DELLA TESI dell’autore :è valida? Perché? b) NOVITÁ: l’ argomento del testo è nuovo e originale oppure i mass media se ne escono già occupati? In questo caso perchè? c) CONFORMITÁ AL TIPO DI SOCIETÁ: l’ argomento è conforme al tipo di società in cui viviamo o è in contrasto? Per quale motivo? d) COMPLETEZZA: la trattazione è completa? Perchè? e) L’ESPOSIZIONE: è chiara o è eccessivamente complessa? Vi si notano termini tecnici non spiegati e parole straniere, d’uso non comune, non tradotte?

3) commento PERSONALE a)Tu CONCORDI CON LA TESI ESPOSTA dell’autore? Perchè? Se dissenti, esponi la tua tesi sull’argomento del testo confermandola con prove e/o argomentazioni. b) L’argomento del testo TI COINVOLGE particolarmente? Perché? c)Eventualmente CONFRONTA IL TESTO con un altro simile o antitecnico, per chiarire e approfondire maggiormente l’analisi dell’argomento in esame.

L’unità poetica superiore al verso e alla strofa è il metro: cioè è il componimento nel suo insieme.

I METRI PIÙ DIFFUSI La canzone Il sonetto La ballata

 La canzone ha le sue origini nella cultura provenzale del XII e XIII secolo, quando i Trovatori componevano e suonavano le loro poesie nelle corti della Francia Meridionale.

 In Italia questo metro è ripreso da Dante che considera la canzone il tipo più elevato di componimento poetico: quella a cui si addicono gli argomenti sublimi.

Nell’800 viene usata una variante della canzone: LA CANZONE LIBERA, inventata da Giacomo Leopardi, il quale utilizza sempre endecasillabi e settenari, ma rinuncia alle strofe con numero fisso di versi e alla rima regolare.

Il sonetto è un metro molto diffuso, è costituito da due quartine e due terzine. Lo schema di rime più usato : è ABBA CDE CDE.

È probabilmente di origine popolare. Questo metro accompagna il canto alla danza.

Gabriella Lo Conte Meri Riccio Samantha Albanese Dalila Coppola

L E F I G U R E R E T O R I C H E

Le figure retoriche sono FORME ESPRESSIVE basate su una deviazione del LINGUAGGIO COMUNE. Sono parole o espressioni che assumono un significato nuovo e originale.

Il loro scopo è di rendere il MESSAGGIO più espressivo. Qual è il loro scopo?

 L LE FIGURE DI SIGNFICATO  L LE FIGURE DI RITMO  L LE FIGURE DI COSTRUZIONE  L LE FIGURE DI PENSIERO

.

Lavoro svolto da : Sabrina Chianca Daniela Scrima Antonella Bongo Vincenzo Capone Alessio Molinario.

I T I P I D I F I G U R E R E T O R I C H E

F i g u r a m e t r i c a c h e c o n s i s t e n e l l a m a n c a t a c o i n c i d e n z a t r a l a f i n e d e l v e r s o e l a f i n e s i n t a t t i c a d e l l a f r a s e o d e g l i e l e m e n t i d e l l a f r a s e E s : Q u e l l a s e r a l a l u n a e r a b e l l a. Enjambement

Figura retorica di pensiero che consiste nell’affermare un concetto negando il suo contrario, al fine di attenuare l’espressione. Es: non molto per non dire >. Litote

Metafora F i g u r a r e t o r i c a d i s i g n i f i c a t o c h e c o n s i s t e n e l l ’ u s a r e u n t e r m i n e o u n c o n c e t t o n o n n e l s u o s i g n i f i c a t o p r o p r i o, m a s o s t i t u e n d o l o, i n u n a l t r o c o n t e s t o, a u n t e r m i n e o c o n c e t t o s i m i l e. E s : A v e r e c a r t a b i a n c a.

Metonimia - F i g u r a r e t o r i c a d i s i g n i f i c a t o - s o s t i t u i s c e u n a p a r o l a c o n u n ’ a l t r a c h e h a c o n l a p r i m a u n r a p p o r t o l o g i c o. E s : B e r e u n a t a z z i n a d i c a f f è.

Eufemismo F i g u r a r e t o r i c a d i p e n s i e r o m e d i a n t e l a q u a l e s i a t t e n u a l ’ a s p r e z z a d i u n c o n c e t t o, u s a n d o u n a p e r i f r a s i o s o s t i t u e n d o u n v o c a b o l o c o n u n a l t r o. E S : M a l a t o d i m e n t e p e r “ p a z z o ”

Iperbole F i g u r a r e t o r i c a d i p e n s i e r o c o n s i s t e n t e n e l l ’ u t i l i z z a r e t e r m i n i o i m m a g i n i e s a g e r a t i p e r e s p r i m e u n c o n c e t t o o u n ’ i d e a. E S : I e r i h o f a t t o u n m i l i a r d o d i c o s e

Onomatopea - Figura di suono - Trascrizione-imitazione, mediante le parole, di suono o di un rumore. ES: din don / gre gre

Ossimoro F i g u r a r e t o r i c a d i p e n s i e r o c h e c o n s i s t e n e l l ’ a c c o s t a m e n t o i n u n u n i c o s i n t a g m a d i d u e t e r m i n i d i s i g n i f i c a t o a n t i t e t i c o. E S : “ e d e l l a v i t a i l d o l o r o s o a m o r e ” ( S a b a, U l i s s e )

Questo lavoro è stato realizzato da: Aurora di Furia Francesca D’Addona

ALLITTERAZIONE Figura retorica che consiste nella ripetizione degli stessi fonemi in due o più parole vicine. Ad esempio “Ed ascoltando il campo/della rana rimota della campagna”( Leopardi, Le ricordanze)

ANÀFORA Figura retorica che consiste nella ripetizione di una o più parole all’inizio di versi o frasi successive, sottolineando in modo enfatico l’elemento ripetuto. Ad esempio: “S’i fosse foco, ardere’ il mondo/ s’i fosse foco vento, lo tempesterei” (Angiolieri, Sonetti). Figura retorica che consiste nella ripetizione di una o più parole all’inizio di versi o frasi successive, sottolineando in modo enfatico l’elemento ripetuto. Ad esempio: “S’i fosse foco, ardere’ il mondo/ s’i fosse foco vento, lo tempesterei” (Angiolieri, Sonetti).

ANÀSTROFE Figura retorica che consiste nell’inversione dell’ordine normale di due parole. Ad esempio eccezion fatta, cammin facendo. Viene sovente assimilata all’ ipèrbato

ANTÌTESI Figura retorica di parola, risultante dall’accostamento, nella stessa frase, di termini o concetti di significato opposto. Ad esempio: “ Pace non trovo, et non ò da far guerra;/ e temo, et spero; et ardo, et son un ghiaccio”( Petrarca, Canzoniere, CXXXIV). Figura retorica di parola, risultante dall’accostamento, nella stessa frase, di termini o concetti di significato opposto. Ad esempio: “ Pace non trovo, et non ò da far guerra;/ e temo, et spero; et ardo, et son un ghiaccio”( Petrarca, Canzoniere, CXXXIV).

APÒSTROFE Figura retorica che consiste nel rivolgersi, con tono enfatico, direttamente a persona o cosa personificata o anche al lettore. Ad esempio: “Italia mia, benché ‘ l parlar sia indarno2 (Petrarca, Canzoniere, CXXVIII).

CHIASMO Disposizione incrociata di due espressioni in cui ordine delle parole è invertito nella seconda rispetto alla prima. Disposizione incrociata di due espressioni in cui ordine delle parole è invertito nella seconda rispetto alla prima.

CLIMAX O GRADATIO Figura retorica che consiste nella disposizione di termini o frasi in ordine di intensità crescente (climax ascendente) o decrescente (climax discendente o anticlimax).

DIALÈFE Figura metrica per cui la vocale finale di una parola e quella iniziale della parola successiva vengono pronunciate separatamente (cioè con uno iato) e devono essere considerate come parti di due differenti sillabe. Es: O anima cortese mantovana (Dante)

SINALÈFE FIGURA METRICA OPPOSTA ALLA DIALÈFE: che consiste nella fusione in una sola sillaba metrica della vocale finale di una parola con quella iniziale della parola successiva. Esempio: “Voi che ascoltate in rime sparse il suono” (Petrarca, Canzoniere). che consiste nella fusione in una sola sillaba metrica della vocale finale di una parola con quella iniziale della parola successiva. Esempio: “Voi che ascoltate in rime sparse il suono” (Petrarca, Canzoniere).