La Riforma del Modello Contrattuale e l’ Osservatorio sulla Contrattazione di 2°livello in sigla OCSEL A cura di Anna Rosa Munno Ricercatrice CESOS Referente.

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La Riforma del Modello Contrattuale e l’ Osservatorio sulla Contrattazione di 2°livello in sigla OCSEL A cura di Anna Rosa Munno Ricercatrice CESOS Referente OCSEL – Osservatorio sulla contrattazione di 2° livello - CISL Nazionale 1 Bordeaux 7-10 Ottobre 2012

CRISI DEL MODELLO del 23 Luglio 1993 e le ragioni di una riforma Accordo storico, pietra miliare delle R.I. che ha ben funzionato in riferimento alle 2 grandi priorità di quella fase: il drastico contenimento dell’inflazione e l’ingresso del nostro paese in Europa. Raggiunti questi due importanti obiettivi nel tempo si sono evidenziate le crescenti difficoltà a rinnovare i CCNL, le regole stabilite nell’accordo del ‘93 hanno perso sempre più efficacia: Perdita di credibilità del vecchio tasso di inflazione programmata (deciso unilateralmente dal Governo, sottratto alle parti sociali e che non ha più consentito di recuperare l’inflazione reale); Tempi dei rinnovi contrattuali troppo lunghi (non tiene più il modello quadriennale -biennale del CCNL e occorre semplificare le procedure di rinnovo contrattuale ); Scarsa diffusione della contrattazione di 2° livello (con un sistema di R.I fortemente centralizzato che nei fatti ci ha impedito di legare in maniera significativa quote della ns. retribuzione alla produttività e alla qualità delle ns. produzioni). La centralizzazione eccessiva delle dinamiche retributive assorbendo una quota media stimata della produttività ha sterilizzato lo sviluppo delle retribuzioni. In Italia, le retribuzioni reali per occupato, nel periodo erano cresciute meno che nella media UE. In particolare, il nostro Paese ha fatto peggio di Grecia, Regno Unito, Francia e Germania; Inoltre, l'insufficienza della contrattazione collettiva di secondo livello, ovvero aziendale o territoriale nel fornire risposte collettive ai bisogni dei lavoratori nei luoghi di lavoro ha aperto margini di manovra integrativi e complementari nella contrattazione individuale fra lavoratore e azienda, con la determinazione diretta o unilaterale del datore di lavoro di elementi retributivi variabili. Esauritasi la sua funzione “difensiva” ed antinflazionistica, l’accordo si dimostrava, dunque, incapace di sostenere lo sviluppo incidendo in modo positivo sull’incentivazione della produttività del sistema Paese. Nello stesso tempo, il sindacato avvertiva come l’accordo non fosse stato in grado di tenere i salari sufficientemente al passo con gli andamenti inflattivi …….. Occorreva riformare!!!!! 2

Un segnale di responsabilità …la trattativa L’attuale fase di recessione economica ha nei fatti imposto alle parti sociali una forte assunzione di responsabilità rendendo improcrastinabile rinnovare il sistema di R.I. La riforma della contrattazione collettiva si era resa indispensabile per poter affrontare le criticità del nostro sistema produttivo e contribuire a migliorare la nostra capacità di tutela dell’occupazione e delle retribuzioni. L “invecchiamento” del modello del ‘93- la conseguente esigenza di innovazione-era chiaro da un pezzo a molti soggetti, e dalla CISL in particolare, ma, per un mix complesso di contrapposizioni di interessi (politici, economici e sociali), nonché ritardi politico culturali, soltanto il 12 maggio 2008, dopo 16 anni, il sindacato confederale è riuscito a mettere a punto una proposta organica, unitaria, volta a definire le linee di riforma della contrattazione collettiva sia per il settore pubblico che per quello privato. Dopo un lungo e paziente lavoro il 22 gennaio 2009 la CISL, con la UIL e la grande maggioranza delle Confederazioni firmano con il Governo e le Associazioni datoriali l’Accordo Quadro per la Riforma degli Assetti Contrattuali. Un Patto trilaterale. Il Governo firma in qualità di datore di lavoro pubblico. La CGIL decide di non firmare. Successivamente, nel giro stretto di soli 2 anni e mezzo, e come preannunciato nell’Accordo quadro le parti sociali firmano l’Accordo sulla rappresentanza (21 settembre 2011) e con la Legge Finanziaria 2011 all’art 8 si conferma il rafforzamento della contrattazione di 2° livello. 3

Tutte le tappe Febbraio 2008 Documento Unitario “struttura della Contrattazione” - Elezioni politiche- 12 maggio 2008 Approvazione piattaforma Unitaria CGILCISLUIL 12 settembre Presentazione Bozza Confindustria 10 ottobre AVVISO COMUNE Linee Guida CISL UIL CONFINDUSTRIA CONFINDUSTRIA – CISL e UIL CONFINDUSTRIA – CISL e UIL (11 ottobre 2008 PROTOCOLLO D’INTESA TRA GOVERNO e CISL e UIL PER IL P.I. PROTOCOLLO D’INTESA TRA GOVERNO e CISL e UIL PER IL P.I. (30 ottobre 2008)‏ ARTIGIANATO (CISL, UIL, CNA, CONFARTIGIANATO, CASA, CLAAI) ARTIGIANATO (CISL, UIL, CNA, CONFARTIGIANATO, CASA, CLAAI) – (21 novembre 2008)‏ CONFAPI – CISL e UIL CONFAPI – CISL e UIL – (4 dicembre 2008)‏ CONFCOMMERCIO – CISL e UIL CONFCOMMERCIO – CISL e UIL (17 dicembre 2008)‏ CONFESERCENTI – CISL e UIL CONFESERCENTI – CISL e UIL (22 dicembre 2008)‏ 22 gennaio 2009 Accordo Quadro per la Riforma degli Assetti Contrattuali “Specifiche intese” 15 Aprile 2009 Accordo con Confindustria. 4

Accordo Quadro – Obiettivi Nasce così un accordo sulle regole e sulle procedure della contrattazione che sostituisce l’accordo del ’93 e che punta ad una riforma della contrattazione collettiva, volta a migliorare il livello di competitività e produttività delle imprese così come i livelli dei redditi e le condizioni dei lavoratori, in un contesto economico che vede l’Italia perdere punti nel confronto con gli altri paese, in termini di concorrenza e redditività. Ecco gli obbiettivi principali: La contrattazione intesa come risorsa per la competitività delle imprese e la valorizzazione del lavoro. Non un semplice accordo sul costo del lavoro; La crescita dei livelli di competitività e produttività del paese, unita ad un miglioramento dei redditi e della qualità complessiva dello stato sociale (in prospettiva post-crisi, per ripartire); Una più efficiente dinamica retributiva; Un miglioramento dei servizi resi dalla pubblica amministrazione; Il carattere sperimentale dell’Accordo Le parti firmatarie concordano un nuovo modello di relazioni industriali, comune per settore pubblico e per quello privato, con carattere sperimentale per la durata di 4 anni, il cui controllo ed analisi sono affidate ad un comitato paritetico, composto da rappresentanti di entrambi le parti firmatarie, che svolgerà periodicamente un rapporto sullo stato di attuazione della riforma. 5

I punti principali della riforma 1/3 CCNL Elemento centrale del testo è la riconferma dei due livelli di contrattazione : Nazionale, attraverso un CCNL- titolare dei trattamenti economici e normativi di base con funzione di garantire tutele universali per tutti i lavoratori del settore in tutto il territorio nazionale, che deve difendere il potere di acquisto, definire la normativa nazionale e generale del lavoro e regolare il sistema delle relazioni industriali a livello settoriale; Aziendale o Territoriale – per ridistribuire la produttività e il cui ambito di competenza è definito dallo stesso CCNL. Di portata certamente innovativa, tuttavia, appare il rapporto tra CCNL e contrattazione decentrata, laddove nell’accordo si prevede la possibilità, a livello territoriale o aziendale, di modificare istituti economici e normativi previsti dai CCNL,aprendo dunque ancora di più alla derogabilità di quest’ultimo a favore della contrattazione decentrata per garantire maggiore sviluppo e cercare di gestire meglio le situazioni di crisi a livello aziendale o locale. Al CCNL, inoltre, viene attribuito il ruolo di individuazione, promozione e sviluppo dei nuovi fondi bilaterali per la gestione paritetica dei servizi ai lavoratori. Con riferimento allo stesso CCNL, nel documento le parti condividono la proposta di passare ad un periodo di vigenza contrattuale unitario di 3 anni, sia per la parte economica che per quella normativa, in modo da semplificare le procedure per i rinnovi contrattuali. Il testo condiviso procede ulteriormente, proponendo di istituire un elemento retributivo di garanzia, per garantire una crescita delle retribuzioni, per tutti quei lavoratori che non abbiamo avuto aumenti negli ultimi 4 anni o per chi non benefici della contrattazione di 2° livello. 6

I punti principali della riforma 2/3 Semplificazione e razionalizzazione delle aree contrattuali Si ritiene importante procedere alla riduzione ed all’accorpamento degli stessi contratti collettivi nazionali, oggi oltre 400, per aree omogenee e per settori, al fine di giungere ad una semplificazione e razionalizzazione del sistema contrattuale, evitando per altro le non infrequenti situazioni di dumping contrattuale. Calcolo dell’Inflazione -Superamento inflazione programmata- Definizione di un meccanismo di recupero certo degli scostamenti fra l’inflazione programmata e quella effettiva misurati con il nuovo indicatore entro la fine del periodo di vigenza contrattuale Certamente di portata innovativa è la scelta di utilizzare l’IPCA ( Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato in ambito europeo, depurato dagli effetti della spesa energetica importata) come indice per il calcolo della inflazione, superando il precedente indice di inflazione programmata, calcolato dal Governo, che non appariva più in grado di rispondere alle reali variazioni del potere d’acquisto dei lavoratori e dei pensionati. Il nuovo indice infatti, sarà elaborato da un soggetto terzo,autorevole ed affidabile, che provvederà anche alla verifica degli eventuali scostamenti tra l’inflazione prevista e quella reale, sempre al netto della dinamica dei prezzi dei beni energetici importati. 7

I punti principali della riforma 3/3 Procedure più semplici e chiare per i rinnovi contrattuali L’ accordo inoltre, per evitare situazioni di eccessivo prolungamento per i rinnovi contrattuali e per favorire un sereno svolgimento delle trattative, prevede l’obbligo di aprire le trattative nei sei mesi antecedenti la scadenza del contratto (due per quanto riguarda il contratto di 2° livello) e un c.d periodo di “tregua sindacale”. Nella stessa ottica, in attesa dei rinnovi, si prevede un meccanismo che, alla scadenza del contratto precedente, riconosca una copertura economica, stabilita nei singoli contratti collettivi,per i lavoratori, sino alla data di stipulazione del nuovo contratto. Nella logica di evitare il degenerare dei conflitti, in caso di mancato rispetto delle scadenze, l’accordo assegna un ruolo particolare agli istituti della conciliazione e dell’arbitrato, da prevedere e regolare nei CCNL Potenziamento della Contrattazione di 2°livello In riferimento alla contrattazione di 2° livello il testo richiama l’esigenza di potenziare tale strumento, al fine di avere maggiori spazi di manovra salariale a livelli aziendale e territoriale e soprattutto sui temi delle condizioni di lavoro,dell’organizzazione del lavoro, della valorizzazione della professionalità e produttività, degli orari e delle flessibilità contrattati. La contrattazione di 2° livello avverrà sulle materie e negli ambiti demandati dal CCNL, dagli accordi Interconfederali e dalla legge; La contrattazione aziendale con risvolti economici riguarderà l’instaurazione di un premio variabile calcolato avendo a riferimento i risultati nella realizzazione di programmi concordati che hanno per obiettivo incrementi di qualità, produttività, redditività e competitività. Potranno essere individuate linee guida e modelli standard di contrattazione per favorire l’estensione della contrattazione decentrata; Le parti chiedono al Governo di rendere strutturale la decontribuzione e la detassazione dei premi di risultato erogati al secondo livello di contrattazione, estendendo il campo di tali istituti. 8

I miglioramenti dovuti all’applicazione del nuovo modello- Sintesi Un nuovo indicatore per adeguare i salari all’aumento del costo della vita: il nuovo indicatore dei prezzi al consumo armonizzato europeo, depurato dell’inflazione da energia importata, è più aderente alla realtà e più elevato del tasso di inflazione programmato. Quindi appare in grado di meglio tutelare il potere di acquisto delle retribuzioni. La copertura economica, ossia la previsione (da inserire nei CCNL) di un meccanismo di copertura salariale dell’eventuale “spazio” temporale tra scadenza e rinnovo dei contratti I contratti saranno di durata triennale: la minore durata di vigenza contrattuale (tre anni, rispetto ai 4 attuali) e l’unificazione della parte di vigenza normativa con quella economica consentiranno di migliorare tempi e procedure per i rinnovi. Salario netto maggiore in busta paga con la detassazione e la decontribuzione dei premi di risultato erogati con la contrattazione di 2° livello: le parti firmatarie chiedono congiuntamente al Governo di rendere strutturale la detassazione degli aumenti erogati dalla contrattazione di 2° livello. Il nuovo regime, unito alla decontribuzione dei premi di risultato, consentirà la riduzione significativa del prelievo fiscale e contributivo sul salario erogato dalla contrattazione di 2° livello. Il sindacato ha chiesto che i benefici vengano estesi oltre i limiti attuali e che riguardano anche i lavoratori pubblici. Un elemento retributivo per garantire i lavoratori che non godono della contrattazione integrativa: I CCNL precederanno un elemento retributivo di garanzia per chi non ha avuto aumenti negli ultimi 4 anni e per le realtà dove la contrattazione collettiva integrativa non viene effettuata. 9

E’ in questo quadro di regole che s'inserisce anche l'accordo sulla rappresentanza e la contrattazione siglato da CGIL, CISL e UIL con CONFINDUSTRIA il 28 giugno Un passo molto importante compiuto dalle parti sociali per il rafforzamento delle relazioni sindacali, la misurazione della rappresentanza, la certezza di effetti della contrattazione collettiva. Un segnale fondamentale per dare prospettiva all'occupazione e al sistema industriale. Un Accordo finalizzato a rilanciare la contrattazione di secondo livello e che introduce importanti novità : un criterio sulla rappresentanza sindacale e il valore degli accordi collettivi. L’accordo è composto da: una premessa che riconosce il valore del lavoro e della partecipazione dei lavoratori e ribadisce l'importanza delle relazioni sindacali e della contrattazione per la tutela dei diritti, per la promozione dell'occupazione e per lo sviluppo del sistema industriale alcuni punti che definiscono: per il contratto nazionale: la piena validità del Ccnl di categoria quale strumento per garantire ai lavoratori trattamenti economici e normativi comuni. la titolarità a partecipare alle trattative del Ccnl per i sindacati con una rappresentatività di almeno il 5% degli iscritti e dei voti delle elezioni RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie) 10 Un cenno …. Accordo Interconfederale 28/06/2011: “l'accordo unitario che sancisce un nuovo assetto del sindacalismo italiano"

una clausola conclusiva che conferma la comune volontà di applicare le norme previste nell’intesa e ribadisce il valore dell’autonomia contrattuale delle parti sulle materie delle relazioni industriali e della contrattazione. 11 Un cenno …. Accordo Interconfederale 28/06/2011: “l'accordo unitario che sancisce un nuovo assetto del sindacalismo italiano" per la contrattazione integrativa aziendale: lo sviluppo della contrattazione sulle diverse materie previste dal contratto nazionale la richiesta al Governo di stabilizzare decontribuzione e detassazione dei premi di risultato la piena validità dei contratti aziendali per tutti i lavoratori quando sono sottoscritti dalla maggioranza delle RSU la possibilità di accordi per regolare in modo specifico alcune normative del Ccnl nelle aziende in crisi o che fanno investimenti con aumento dell'occupazione L’ACCORDO SEGNA UN PASSO AVANTI MOLTO IMPORTANTE RECUPERA L’UNITA’ SINDACALE SU UN’IMPOSTAZIONE CONTRATTUALE D I TIPO PARTECIPATIVO RAFFORZA LA CONTRATTAZIONE DI SECONDO LIVELLO COME FATTORE DI COMPETITIVITA’ BASATO SULLA VALORIZZAZIONE DEL LAVORO COLMA 30 ANNI DI INCERTEZZE SULLA VALIDAZIONE E VINCOLATIVITA’ DEGLI ACCORDI RENDE PIÙ EFFICACE LA TUTELA DEI LAVORATORI

Monitoraggio della contrattazione di 2° livello: la CISL si dota di nuovi strumenti Le nuove relazioni industriali caricano, dunque, la contrattazione di 2° livello di maggiori opportunità e responsabilità, come uno dei fattori strategici per attrarre investimenti e per favorire la crescita. In questo quadro occorreva un nuovo approccio culturale alla contrattazione di 2° livello basato sulla conoscenza del contesto in cui si opera e sulla capacità di elaborare proposte e trovare soluzioni. Per questo la CISL mette a disposizione dell’organizzazione non soltanto una linea di politica contrattuale, ma anche strumenti si supporto ad un’attività contrattuale di qualità: OCSEL (l’Osservatorio sulla Contrattazione di 2° livello), MONITORBILANCI (la Banca dati delle imprese) e la FORMAZIONE. OCSEL Uno strumento unico sul piano nazionale. Non una semplice raccolta ma uno strumento articolato di inserimento/consultazione di accordi, una rete di conoscenza, di analisi, di ricerca e di comparazione di esperienze e di soluzioni contrattuali adottate nelle aziende e nel territorio. Dotato di una doppia funzionalità di ricerca che consente comparazioni non solo per area, settore e cronologia ma per singoli temi contrattuali (oltre 100 voci). La funzionalità e la duttilità dello strumento è, infatti, tale da consentire ad ogni struttura, ad ogni livello, di fare ricerche, studi e comparazioni avendo a disposizione l’intero panorama nazionale della contrattazione di secondo livello. Oggi OCSEL è una realtà che conta un’ampia rete di referenti territoriali (oltre i 200) coordinati dai responsabili Individuati dalle Unioni Sindacali Regionali e Federazioni Nazionali che contribuiscono ad implementare OCSEL e un numero considerevole di accordi (oltre 2000). 12