Bessone Matteo, El hamouti Farah, Saggese Corinne, Sibilla Marzia, Unia Giacomo.

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Transcript della presentazione:

Bessone Matteo, El hamouti Farah, Saggese Corinne, Sibilla Marzia, Unia Giacomo

L'Italia è stata interessata dal fenomeno dell'emigrazione soprattutto nei secoli XIX e XX. Il fenomeno ha riguardato dapprima il Settentrione (Piemonte, Veneto Friuli in particolare) e, dopo il 1880, anche il Mezzogiorno.

In particolare, dai porti del Mar Mediterraneo partirono molte navi con migliaia di italiani diretti in America.

Caratteristiche Tra il 1860 e il 1885 sono state registrate più di 10 milioni di partenze dall'Italia. Nell'arco di poco più di un secolo un numero quasi equivalente all'ammontare della popolazione che vi era al momento della proclamazione del Regno d'Italia (23 milioni nel primo censimento italiano) si trasferì in quasi tutti gli Stati del mondo occidentale e in parte del Nordafrica.

Si può distinguere l'emigrazione italiana in due grandi periodi. Il primo è quello della grande emigrazione tra la fine del XIX secolo egli anni Trenta del XX secolo. La dimensione del fenomeno migratorio italiano è importantissima; nessun altro paese europeo ha avuto un flusso costante di emigranti per un periodo così lungo.

Tutte le regioni italiane, nessuna esclusa, hanno contribuito alla grande massa di italiani nel mondo. L'emigrazione italiana oltre ad essere stata una via di fuga da condizioni socioeconomiche difficili ha anche rappresentato un’ opportunità per lo sviluppo dell'economia marittima nella costa ligure dell'Ottocento.

La Grande Emigrazione La Grande Emigrazione ha avuto come punto d'origine la diffusa povertà di vaste aree dell'Italia. Essa ebbe come destinazioni soprattutto l'America Del sud e l'America del Nord (in particolare Argentina, Stati Uniti d'America e Brasile, paesi con grandi estensioni di terre non sfruttate e necessità di manodopera). A partire dalla fine del XIX secolo vi fu anche una consistente emigrazione verso l'Africa, che riguardò principalmente l'Egitto, la Tunisia ed il Marocco, ma che nel secolo XX interessò pure l'Unione Sudafricana e le colonie italiane della Libia e dell'Eritrea.

Negli Stati Uniti si caratterizzò prevalentemente come un'emigrazione di lungo periodo. A dare avvio alla possibilità di emigrazione verso le Americhe fu il progresso in campo navale della seconda metà dell'Ottocento, con navi a scafo metallico e sempre più capienti, che ridusse sia il costo (prima Improponibile per un emigrante povero) sia la pericolosità del viaggio.

L‘Emigrazione verso il Brasile fu favorita a partire dal 1888 quando in quel paese fu abolita la schiavitù, cosa che rese favorevole quel paese all'accoglienza di manodopera d'immigrazione. I periodi interessati dal movimento migratorio vanno dal 1876 al 1915 e dal 1920 al 1929 circa. Si stima che solo nel primo periodo partirono circa 14 milioni di persone (con una punta massima nel 1913 di oltre partenze), a fronte di una popolazione italiana che nel 1900 giungeva a circa 33 milioni e mezzo di persone. Molti piccoli paesi (in particolare quelli a tradizione contadina) si spopolarono.

L ' emigrazione in America La simbolica data d'inizio dell'emigrazione italiana nelle Americhe può essere considerata il 4 ottobre 1852, quando venne fondata a Genova la Compagnia Transatlantica per la navigazione a vapore con le Americhe. L'emigrazione nelle Americhe fu enorme nella seconda metà dell'Ottocento e nei primi decenni del Novecento. Quasi si esaurì durante il Fascismo, ma ebbe una piccola ripresa subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Emigrazione interna Il fenomeno migratorio italiano ha falcidiato fin dall’Ottocento, in misura diversa, tutte le comunità regionali. La nostra ricerca si sofferma, in particolare, sugli aspetti che esso ha assunto negli anni del miracolo economico. Soprattutto fra gli anni ’55-’63, un flusso notevole di persone scorre verso le città del centro-nord Italia, in particolare verso le metropoli di Milano, Torino e Genova, ai vertici del cosiddetto “triangolo industriale”.

Gravi condizioni di vita e di lavoro al sud spinsero gli uomini ad andare via da una terra che sembrava arcigna. Il fenomeno non si limitò al sud, ma coinvolse anche alcune zone del nord, impoverito per le stesse ragioni. L’emigrazione italiana, dal 1861 al 1970, coinvolse da ogni parte del territorio complessivamente oltre 27 milioni di cittadini, una cifra impressionante!