1 PREVENZIONE DEL SUICIDIO DI PAZIENTE IN OSPEDALE Raccomandazione n. 4, Marzo 2008.

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Dott.ssa M. Assunta CECCAGNOLI
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1 PREVENZIONE DEL SUICIDIO DI PAZIENTE IN OSPEDALE Raccomandazione n. 4, Marzo 2008

2 IL SUICIDIO IN OSPEDALE RAPPRESENTA UN EVENTO SENTINELLA DI PARTICOLARE GRAVITÀ LA CUI PREVENZIONE SI BASA SU UNA APPROPRIATA VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI DEL PAZIENTE

3 IL SUICIDIO IN OSPEDALE RAPPRESENTA UN EVENTO SENTINELLA RILEVANTE, COME DIMOSTRATO ANCHE DAI DATI INTERNAZIONALI E, PERTANTO, E’ NECESSARIO CHE NEGLI OSPEDALI VENGANO ADOTTATI STRUMENTI E MISURE IDONEE DI PREVENZIONE

4 PREMESSA La conoscenza degli specifici fattori di rischio consente l’adozione di strategie efficaci per la riduzione dell’evento suicidio in ospedale, agendo su:

5 Strumenti di valutazione del paziente Profili assistenziali per i pazienti che hanno una reazione suicidiaria o tentano il suicidio che prevedano la continuità della cura anche dopo la dimissione

6 Processi organizzativi Formazione degli operatori Idoneità ambientale e strutturale

7 OBIETTIVO Ridurre il numero di suicidi e/o tentati suicidi all’interno dell’ospedale

8 AMBITI DI APPLICAZIONI La presente Raccomandazione riguarda tutti i pazienti che si rivolgono all’ospedale per diagnosi e cura

9 Possono essere considerati a maggiore rischio le aree cliniche quali il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC), le Unità Operative di Oncologia, Ostetricia e Ginecologia e il Dipartimento di emergenza, nonché gli spazi comuni quali scale, terrazze e vani di servizio

10 AZIONI

11 PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE Per una efficace ed appropriata presa in carico del paziente vanno previste almeno le seguenti attività:

12 ANAMNESI La valutazione del rischio di suicidio si avvale di: Ricostruzione storica della vita del paziente, considerando in particolare pregressi atti autolesivi e familiarità per il suicidio: è opportuno sottolineare che circa il 30-40% dei suicidi ha già tentato il suicidio

13 Analisi delle caratteristiche anagrafiche e socio-culturali del paziente Accertamento delle condizioni cliniche, sindromi cerebrali organiche, patologia psichiatrica Esame obiettivo per cogliere i segni tipici dell’alcolismo cronico Rilevazione di altri segni, tra cui: difficoltà di ragionamento, commenti o battute sul suicidio, affermazioni concernenti l’assenza di speranza, assenza di significato

14 Particolare attenzione va rivolta ai pazienti fragili sottoposti a repentini cambiamenti di vita e a coloro che: Presentano una chiara patologia psichiatrica Manifestano una sindrome organica confusionale Giungono in ospedale e manifestano tale ideazione Hanno una reazione suicidiaria all’interno dell’ospedale Hanno subito o temono di subire una grave perdita (a seguito della comunicazione della diagnosi di patologia oncologica)

15 PERCORSO CLINICO ASSISTENZIALE Il rischio di suicidio è massimo nei primi giorni del ricovero e nella prima settimana dopo la dimissione. La presa in carico del paziente richiede:

16 L’integrazione delle diverse competenze La possibilità di avvalersi delle consulenze specialistiche psicologiche Il maggiore coinvolgimento possibile delle famiglie e degli amici Il coinvolgimento di volontari preparati all’uopo Una comunicazione adeguata tra gli operatori e tra questi i pazienti La prescrizione di terapie “personalizzate”

17 CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’OSPEDALE E PROCESSI ORGANIZZATIVI LE CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE E DEGLI SPAZI OSPEDALIERI ED I PROCESSI ORGANIZZATIVI POSSONO CONTRIBUIRE AD EVITARE IL VERIFICARSI DELL’EVENTO

18 L’OSPEDALE E’ opportuno che l’ospedale, nel rispetto della dignità della persona, disponga rispettando le priorità e i limiti di spesa, di:

19 Dispositivi di sicurezza Infissi di sicurezza Strutture ed attrezzature che non suggeriscano usi impropri Misure che impediscano alla persona a rischio di accedere a mezzi per togliersi la vita (oggetti taglienti, cinture, farmaci…)

20 I PROCESSI ORGANIZZATIVI E’ necessario: Informare il personale sul rischio suicidiario Predisporre procedure specifiche sulla base di linee guida e percorsi assistenziali Evitare di lasciare soli i pazienti a rischio. Particolare attenzione deve essere prestata nelle ore serali e notturne

21 E’ necessario che la struttura sanitaria disponga di una procedura per la corretta gestione dell’accaduto che preveda la comunicazione dell’evento ai familiari

22 LA FORMAZIONE

23 Implementi della raccomandazione a livello aziendale Le Direzioni Generali, le Direzioni Sanitarie, la Direzione Medica di Presidio, i Direttori di Dipartimento sono responsabili della implementazione della raccomandazione

24 Segnalazione dell’evento sentinella e attivazione del protocollo di monitoraggio

25 ALLEGATO 1: Guida per il colloquio con il paziente La presente guida vuole costituire una traccia con la quale gli operatori possono condurre il colloquio e sviluppare, quindi, in relazione alla specifica situazione, una propria linea operativa

26 Vengono elencate alcune domande che possono essere utilizzate per la conduzione del colloquio, che vanno scelte e adattate alla specifica situazione. Il colloquio va iniziato in modo graduale.

27 Come si sente? Che progetti ha quando esce dall’ospedale? Si è sentito giù recentemente? C’è qualcosa che La preoccupa o La turba molto? Ha avuto l’impressione di non farcela più? Ha l’impressione che non ci sia una via d’uscita? Ecc…