Il romantico neoclassico Ugo Foscolo Il romantico neoclassico Né più mai toccherò le sacre sponde ove il mio corpo fanciulletto giacque, Zacinto mia, che te specchi nell'onde del greco mar da cui vergine nacque Venere, e fea quelle isole feconde col suo primo sorriso, onde non tacque le tue limpide nubi e le tue fronde l'inclito verso di colui che l'acque cantò fatali, ed il diverso esiglio per cui bello di fama e di sventura baciò la sua petrosa Itaca Ulisse. Tu non altro che il canto avrai del figlio, o materna mia terra; a noi prescrisse il fato illacrimata sepoltura. (U. Foscolo, A Zacinto) Dal 1795 si fa chiamare Ugo Andrea Foscolo Diamantina Spathis Niccolò Foscolo (6 febbraio 1778) medico veneziano greca Zacinto = Zante (all’epoca sotto il dominio veneziano)
Ugo Foscolo Solcata ho fronte, occhi incavati intenti, Sguardo incollerito; «occhi intenti» verso qualche obiettivo lontano, che lo spettatore non può cogliere «Labbro tumido acceso», quasi pronto a parlare Solcata ho fronte, occhi incavati intenti, crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto, labbro tumido acceso, e tersi denti, capo chino, bel collo, e largo petto; giuste membra; vestir semplice eletto; ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti; sobrio, umano, leal, prodigo, schietto; avverso al mondo, avversi a me gli eventi: talor di lingua, e spesso di man prode; mesto i più giorni e solo, ognor pensoso, pronto, iracondo, inquïeto, tenace: di vizi ricco e di virtù, do lode alla ragion, ma corro ove al cor piace: morte sol mi darà fama e riposo. (U. Foscolo, Autoritratto) «vestir semplice eletto»: i semplici abiti borghesi assomigliano alla veste di soldato Figura esemplare dell’eroe romantico e risorgimentale: • In perenne lotta con il mondo e la storia • Sprezzante delle ricchezze e del tornaconto personale «Di man prode»: il testo del trattato di Campoformio è stretto in mano con disprezzo e rabbia, accartocciato • Votato a due passioni assolute: la patria e l’amore • Ardimentoso e pronto a gesti estremi, anche “folli” • Inquieto, destinato al dolore e alla solitudine La donna che lo abbraccia è ambigua: cerca di consolarlo (allegoria dell’amore) o cerca consolazione e riscatto (allegoria della patria)? Odoardo Tabacchi (1836-1905), Ugo Foscolo dopo Campoformio
Ugo Foscolo La vita Chiamami romanzo, ed hai forse ragione; ma non lo sono per elezione... io devo alla natura questa ardente immaginazione e questo cuore, che mi hanno fatto soffrire tanti tormenti, ma che non sono stati mai domati, né dall'esperienza, né dalle sventure. (Lettera ad A. Fagnani Arese, EN, XIV, n. 160-VIII 225) Inizio della Campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte 1785 La famiglia Foscolo si trasferisce a Spalato, dove Niccolò frequenta il seminario 1788 Alla morte improvvisa del padre, la famiglia è in gravi difficoltà economiche 1792 Si trasferisce a Venezia, dove Niccolò fre- quenta il salotto di Isabella Teotochi Albrizzi 1796 Pubblica il primo testo poetico: l’ode religio- sa La croce
Ugo Foscolo Annus mirabilis / annus horribilis 1797 Foscolo si rifugia nei colli Euganei; fa rappresentare la tragedia Tieste; si trasferisce a Bologna e pubblica l’ode A Bonaparte liberatore; torna a Venezia dopo la caduta della repub- blica oligarchica; con il trattato di Campoformio, abbandona per sempre la città 1798 Lavora all’Ortis e inizia la stesura dei sonetti 1801 Pubblica Le ultime lettere di Jacopo Ortis 1803 Stampa la raccolta delle Poesie 1806 A Parigi conosce Manzoni; pensa ai Sepolcri 1807 Pubblica il poemetto Dei sepolcri 1808 Ottiene la cattedra di eloquenza a Pavia 1811 Rappresenta alla Scala l’Ajace Campagna d’Italia (1796-97)
Ugo Foscolo 1812 Si trasferisce a Firenze, dove lavora alle Grazie, alla Ricciarda e pub- blica la traduzione del Viaggio sentimentale di Sterne 1813 Dopo la battaglia di Lipsia, torna a Milano 1815 Per il suo impegno antinapoleonico, gli austriaci gli offrono la dire- zione di un giornale, ma il 30 marzo Foscolo fugge in Svizzera Contro Napoleone Contro gli austriaci Contro lo straniero 1816 Pubblica una nuova versione dell’Ortis; si trasferisce a Londra 1822 Torna sul progetto delle Grazie; peggiorano le sue condizioni economiche 1827 Muore il 10 settembre, in assoluta povertà
Classico o romantico? Ugo Foscolo • Cultore della tradizione e del principio d’imitazione • Interessato alla letteratura stranie- ra e cultore di Shakespeare • Appassionato di mitologia, cui ricorre spesso nelle sue liriche e nelle tragedie • A fianco della mitologia, trova spazio la storia, in particolare quella contemporanea • Seguace delle unità aristoteliche e dedito allo studio dei classici • Nell’Ortis è evidente lo sforzo nella ricerca di una lingua moderna • Sostenitore di un ideale di bellezza assoluto, fatto di grazia, e- quilibrio, proporzioni • Personaggio egli stesso romantico, approfondisce la dimensione dell’io e delle passioni • Concezione dell’arte come prodotto di un’elaborazione lunghis- sima, lavoro di lima lontano dalla spontaneità romantica • Impegno nell’espressione dei sentimenti, fino agli eccessi del ti- tanismo, dell’egotismo, dell’eroismo • Neoclassicismo di contenuti, non di forme: a differenza di Monti, Foscolo si sforza di cogliere l’essenza morale dei classici • Ricerca (sempre insoddisfatta) dell’assoluto; rapporto difficile con l’arte stessa, che si configura come un’opera aperta • Pessimismo storico: la storia non è progresso • Poetica delle illusioni: unica fonte di speranza e piacere • Prospettiva laica, materialista, meccanicista • Prospettiva eroica: individualismo, soggettivismo
Le traduzioni Ugo Foscolo 1803 La chioma di Berenice: traduzione dalla traduzione latina di Catullo di un poemetto perduto di Callimaco Nei Discorsi anteposti al commento, Foscolo individua le due qualità essenziali della poesia: Il «mirabile» Il «passionato» Il fondamento è il mito 1804-1806 Intenso lavoro di tra- duzione da Omero 1807 Esperimento di traduzione dell’Iliade di Omero Contiene il primo libro dell’Iliade nella doppia traduzione di Monti e Foscolo Tenta di restituire lo stile originario Scandaglia nella densità dei significati
Le ultime lettere di Jacopo Ortis Ugo Foscolo Le ultime lettere di Jacopo Ortis Laura, lettere (Piano di studi, 1796) Vera storia di due amanti infelici o sia Ultime lettere di Jacopo Ortis (1799) Ultime lettere di Jacopo Ortis (prima edizione, 1801) Ultime lettere di Jacopo Ortis (seconda edizione, 1802) Ultime lettere di Jacopo Ortis (quarta edizione, 1817) Ultime lettere di Jacopo Ortis (terza edizione, 1816) I modelli sono liberamente rielaborati su uno sfondo alfieriano: titanismo, scontro eroico tra virtù individuale e limiti della realtà Johann Wolfgang Goethe, I dolori del giovane Werther, 1774 Jean-Jacques Rousseau, Giulia o la nuova Eloisa, 1761
A Luigia Pallavicini caduta da cavallo Ugo Foscolo Sonetti e odi 1799-1800 A Luigia Pallavicini caduta da cavallo 1802 A Luigia Pallavicini + 8 sonetti 1803 Poesie (11 sonetti + 2 odi) 1803 Poesie (12 sonetti + 2 odi) Crisi del sonetto: le misure brevi e ordinate del sonetto si scontrano con la crescente complessità sintattica Progressiva emancipazione dal modello petrarchesco e identificazione del movimento sintattico con quello metrico • Non son chi fui, perì di noi gran parte, sonetto • Che stai?, sonetto • Te nutrice alle Muse, sonetto • E tu ne' carmi avrai perenne vita, sonetto • Perché taccia il rumor di mia catena, sonetto • Così gl'interi giorni in luogo incerto, sonetto • Meritamente, però ch'io potei, sonetto • Solcata ho fronte, sonetto • Alla sera, sonetto • A Zacinto, sonetto • Alla Musa, sonetto • All’amica risanata, ode • In morte del fratello Giovanni, sonetto
Ugo Foscolo Ampia diffusione della poesia sepolcrale, che dall’Inghilterra dilaga in Germania, Francia, Italia 12 giugno 1804 Napoleone promulga l’editto di Saint-Cloud 5 settembre 1806 L’editto viene esteso all’Italia E. Young, Pensieri notturni (1742-45) J. Hervey, Meditazioni tra le tombe (1748) T. Gray, Elegia scritta in un cimitero di campagna (1750) [prodotte da] tenuissime modificazioni di lingua e da particelle che acquistano senso e vita diversa secondo gli accidenti, il tempo e il luogo in cui sono collocate Foscolo segnala la presenza nei Sepolcri di quelle che chiama «transizioni» Foscolo suggerisce una distinzione in quattro parti Autunno 1806 Foscolo ha un colloquio con Pindemonte, che progetta un poemetto sull’argomento (vv. 1-90) «I monumenti inutili ai morti giovano ai vivi, perché destano affetti virtuosi lasciati in eredità dalle persone dabbene» (vv. 91-150) Rassegna di varie immagini legate al culto dei morti attraverso il tempo e lo spazio (vv. 151-212) Celebrazione del valore educativo delle tombe dei grandi, con esempi tratti da Santa Croce e dai Greci caduti a Maratona (vv. 213-295) Il tema della memoria, conservata dalla tomba ma anche e soprattutto dalla poesia, che risarcisce dalle ingiustizie della storia Aprile 1807 Foscolo pubblica a Brescia il carme Dei sepolcri L’abate Aimé Guillon critica lo stile del carme in un articolo sul «Giornale italiano» Foscolo risponde alle accuse con la Lettera a Monsieur Guillon su la sua incom-petenza a giudicare i poeti italiani
Dei sepolcri Ugo Foscolo • Le tombe non servono ai morti… (prospettiva materialista) • … ma servono ai vivi per rinnovare la memoria dei cari (prospettiva civile) • «Corrispondenza d’amorosi sensi»: tema delle “illusioni” consolatorie • Funzione “esemplare” ed educativa: la memoria dei grandi serve da sprone ai posteri • Analogia con la poesia: in questo senso i sepolcri svolgono la stessa funzione dell’arte, depositaria e cultrice di memoria • Analogia illusioni-mito: se l’uomo non può vincere sulla storia, può trionfare sull’eternità, attraverso la manipolazione letteraria della realtà
Ugo Foscolo Le Grazie Agosto 1812 Foscolo mette mano al progetto di un inno alle Grazie Primavera 1813 Il progetto cambia: carme in tre parti Autunno 1813 Sistemazione in tre inni e dedica a Canova Vesta Pallade Venere Funzione civilizzatrice della bellezza Cacciata delle Grazie dal mondo e loro ritorno sotto forma di illusioni velate 1822 In Inghilterra compare un volume di illustrazioni artisti- che, che ritraggono la collezione del duca di Bedford, di cui facevano parte Le Grazie di Canova Tre aspetti della bellezza Foscolo inserisce nel volume versi dell’episodio del velo delle Grazie fingendo che siano la traduzione di frammenti di un inno di Fanocle