L a «ordinatio» è la subordinata misura dei membri dell’edificio considerati ad uno ad uno e il giusto rapporto della proporzione generale rispetto al modulo. Essa si basa sulla quantità la quale consiste nel calcolo deduttivo dei moduli dai membri dell’opera, e nell’armonica esecuzione dell’insieme in relazione alle singole parti di ciascun membro. L a «dispositio» è la messa in opera delle cose, è l’elegante esecuzione dell’edificio nelle varie composizioni dal punto di vista della qualità. Le figure della dispositio, in greco idea, sono tre iconografia, ortografia, scenografia L ‘ «eurytmia» è la leggiadra figura e il commisurato aspetto dei membri nella composizione: si ottiene quando i membri dell’opera sono nelle tre dimensioni armonici : di altezza rispetto alla larghezza e di larghezza rispetto alla lunghezza: quando insomma tutti corrispondono alla loro giusta rispettiva commisurazione L a «simmetria» o con-misurazione, appunto, è il collegamento armonico dei singoli membri dell’edificio; più particolarmente, è la corrispondenza proporzionale, computata a moduli (o frazioni di moduli), delle singole parti a se rispetto alla figura complessiva dell’ opera (analogia) Il «decor» è il bell’aspetto dell’opera, composta da membri ben calcolati e commisurati con gusto e sapienza. Si ottiene dalla statio, dalla consuetudine e dalla natura. La «distributio» consiste nella misurata attribuzione di materiali e di area, e nella oculata parsimonia di spesa nel costruire 1°lezione_rapporto con la tradizione classica
La misura dunque in quanto sistema di regole cambia in relazione ai cambiamenti culturali ma in quanto carattere dell’architettura ha come fine essenzialmente quella di entrare in relazione con l’animo umano e di generare un’emozione. Per questo nelle sei figure c’è una costante l’uomo (senza stabilire una corrispondenza tra architettura e umanità non ci può essere sentimento poetico) ma la figura cambia e risponde cioè ai cambiamenti culturali delle diverse epoche che ciascuna rappresenta. 2°lezione_misura
3 - dal tipo al riferimento La parola tipo non presenta tanto l’immagine di una cosa da copiarsi o da imitarsi perfettamente, quanto l’idea di un elemento che deve egli stesso servire di regola al modello. Così non si dirà punto (o almeno non dovrebbe dirsi) che una statua, una composizione di un quadro determinato ha servito da tipo alla copia che se ne è fatta; ma se un frammento, uno schizzo, il pensiero di un maestro, una descrizione più o meno vaga, abbiano dato origine nella meditazione di un artista ad un’opera, si dirà che il tipo ne è stato da lui fornito con una tale o talaltra idea, per un tale o talaltro motivo o intendimento. Il modello, inteso secondo l’esecuzione pratica dell’arte, è un oggetto secondo il quale ciascuno può concepire delle opere che non si rassomigliano punto tra loro. Tutto è preciso e dato nel modello; tutto è più o meno vago nel tipo. Quatrémere De Quincy il tema in architettura è il tramite fra l’architettura e la realtà, il tema è posto dalla realtà esterna, la casa, il teatro, il museo […] sono temi che appartengono alla città e che la città affida agli architetti perché questi ne mettano in opera il significato Antonio Monestiroli Il sentimento che ne deriva determina il suo carattere Étienne-Louis Boullée carattere come punto centrale di un’“idea di poesia dell’architettura”... il ridimensionamento della referenzialità teorica nelle tematiche relative al carattere e il nuovo riferimento alla poesia accentuano la dialettica tra contributo autobiografico dell’architetto e contenuti posti collettivamente; al contempo, supportano la convinzione che il legame tra forme architettoniche e destinazioni d’uso non debba essere posto tanto in termini di riconoscimento, quanto piuttosto, come narrazione, racconto, commento Nicola Delledonne