Medicina Riabilitativa e Sport Riccione maggio 2008 Quando lo sport fa male: aspetti preventivi nell’avviamento e nella pratica sportiva giovanile Quando lo sport fa male: aspetti preventivi nell’avviamento e nella pratica sportiva giovanile Andrea Ceciliani Dipartimento Scienze dell’Educazione – Facoltà di Scienze Motorie UNIBO 1
Due FONDAMENTALI problemi PREVENZIONE PSICOLOGIA DivertireMotivareAppassionareAVVIAMENTO DivertireMotivareAppassionareAVVIAMENTO PREVENZIONE ORGANICA ProteggerePreparareAllenarePRATICA ProteggerePreparareAllenarePRATICA Lo SPORT è un fattore utile e preventivo per lo sviluppo della “PERSONA” MA 2 Andrea Ceciliani
PREVENZIONE PSICOLOGIA. Sport come divertimento.Sport come educazione.”Task” orientation.”Ego” orientation (Duda, 1992, 1997, 2002; Bortoli e Robazza 2003, 2004; Roberts et al,1992; Pensgaard et al. 2000; Ommundsen et al. 2003; Fry et al 2003;Balaguer et al 2002 ) PREVENZIONE PSICOLOGIA. Sport come divertimento.Sport come educazione.”Task” orientation.”Ego” orientation (Duda, 1992, 1997, 2002; Bortoli e Robazza 2003, 2004; Roberts et al,1992; Pensgaard et al. 2000; Ommundsen et al. 2003; Fry et al 2003;Balaguer et al 2002 ) 3 Andrea Ceciliani
PREVENZIONE ORGANICA.Sport come crescita.Sport come benessere.Sport come disciplina.Sport come allenamento PREVENZIONE ORGANICA.Sport come crescita.Sport come benessere.Sport come disciplina.Sport come allenamento 4 Andrea Ceciliani
1° LIVELLO DI PREVENZIONE Il “LUNGO PERIODO” 80% dei bambini si affaccia allo sport a 6-7 anni 80% dei bambini si affaccia allo sport a 6-7 anni PRIMA FASE (6 – 10 anni) FASE DELLA MOTRICITA’ DI BASE PRIMA FASE (6 – 10 anni) FASE DELLA MOTRICITA’ DI BASE SECONDA FASE (10 – 13 anni) FASE DELL’ AVVIAMENTO SPORTIVO Prima specializzazione sportiva SECONDA FASE (10 – 13 anni) FASE DELL’ AVVIAMENTO SPORTIVO Prima specializzazione sportiva TERZA FASE 14 – 22 anni) FASE DELL SPECIALIZ ZAZIONE SPORTIVA Seconda Specializzazione Sportiva TERZA FASE 14 – 22 anni) FASE DELL SPECIALIZ ZAZIONE SPORTIVA Seconda Specializzazione Sportiva Distribuzione pluriennale CARICO ALLENAMENTO IMPEGNO SPORTIVO ASPETTATIVE (stress) SUCCESSO Distribuzione pluriennale CARICO ALLENAMENTO IMPEGNO SPORTIVO ASPETTATIVE (stress) SUCCESSO La costruzione a lungo termine (Fr ӧ hner, 2007) FGB (formazione generale di base) AB (allenamento di base) AC (allenamento di costruzione) La costruzione a lungo termine (Fr ӧ hner, 2007) FGB (formazione generale di base) AB (allenamento di base) AC (allenamento di costruzione) Roberto Bagnoli, FASI 5 Andrea Ceciliani
2° LIVELLO DI PREVENZIONE LE FASI DI SVILUPPO (maturazione e crescita) Il “CARICO PSICO/FISICO ADEGUATO” Robert Malina, 2006, Atletica studi, suppl. ai n.1/2 pp Benis Roberto (2004) 6
Età cronologica vs età biologica 2° LIVELLO DI PREVENZIONE Il “CARICO PSICO/FISICO ADEGUATO” Volume cardiaco e max consumo di ossigeno come espressione della prestazione di resistenza in soggetti accellerati e ritardati. INDIVIDUALIZZAZIONEINDIVIDUALIZZAZIONE 7Andrea Ceciliani
Carico e capacità di carico (fatica e supercompensazione vs esaurimento) ALLENABILITA’ (Weineck, 2001, p15) 2° LIVELLO DI PREVENZIONE Il “CARICO PSICO/FISICO ADEGUATO” 8 Andrea Ceciliani
Esercizi di forza veloce (compresi gli esercizi di velocità) Esercizi di resistenza alla velocità Esercizi generali di resistenza Esercizi aerobici-anaerobici Esercizi di forza e di resistenza alla forza Molto adatti per i ragazzi dai 6 ai 14 anni. Inadatti per i ragazzi dai 6 ai 14 anni. Adatti per i ragazzi dai 6 ai 14 anni. Da adatti fino a molto adatti per i ragazzi dai 6 ai 14 anni: attività di durata non superiore ai 2 minuti senza pausa. Inadatti per i ragazzi dai 6 ai 14 anni. Possono essere usati esercizi di resistenza alla forza e alla resistenza alla forza veloce (serie di salti). Il “CARICO FISICO ADEGUATO” 9 Andrea Ceciliani
3° LIVELLO DI PREVENZIONE Il “Fattori di RISCHIO dell’allenamento giovanile” Fröhner e Tronik, 2007, p.44 Le strutture nervose maturano prima rispetto alle strutture che sostengono il carico meccanico. Ossa e articolazioni sono soggette più a lungo alla possibilità di alterazioni: GINOCCHIOSCHIENA Il muscolo si completa precocemente nelle sue componenti propriocettive (7/8 anni) Ma gli occorrono ancora 8/10 anni per la sua piena capacità di produrre lavoro meccanico. NO ALLA STIMOLAZIONE PRECOCE DELLA FORZA Le eccessive ripetizioni Insufficiente rapporto CARICO/RECUPERO Eccessiva intensità Tecnica errata nell’uso precoce dei sovraccarichi MICROTRAUMI 3° LIVELLO DI PREVENZIONE Il “Fattori di RISCHIO dell’allenamento giovanile” 3° LIVELLO DI PREVENZIONE Il “Fattori di RISCHIO dell’allenamento giovanile” 10 Andrea Ceciliani
3° LIVELLO DI PREVENZIONE Gli indicatori della debolezza giovanile Il repentino accrescimento staturale: nuclei di ossificazione sensibili Perdita coordinativa : incapacità di corrette tecniche esecutive (sovraccarichi) Debolezza dei muscoli fissatori: corsetto anatomico, docce vertebrali, fissatori della scapola Posture compensate: ipercifosi dorsale (flessori > estensori) ; iperlordosi lombare (debolezza muscoli fissatori) Senso costante di stanchezza e svogliatezza: rischio inizio ESAURIMENTO INOLTRE OSTEOCONDROSI (dolori specifici sia durante l’azione che a riposo) (Osgood-Schlattler e Sever –Blanke) RACHIALGIE SOFFERENZE EPIFISARIE (legate a movimenti impulsivi) SOFFERENZE ARTICOLARI (Ginocchio e caviglia) OPEN WINDOW (debolezza immunitaria) NECESSITA’ DI COLLABORARE CON MEDICI E TERAPISTI 11 Andrea Ceciliani
I MICROTRAUMI PATOLOGIA DEL SOVRACCARICO continue ripetizioni del gesto tecnico TIPOLOGIA DEL CARICO (urti, gesti esplosivi o rapidi: balzi, salti, tiri, scatti) STRESS MINIMI non percepibili sui vari tessuti: muscolare, connettivo, tendineo, osseo, legamentoso, RIPETUTI NEL TEMPO E CUMULATIVI. POSTURA COMPENSATA (omeostasi di fronte a un microdisturbo) TECNICA SCORRETTA (inadeguata, stanchezza, eccessiva) TENDENZA ALLA CRONICITA’ 12 Andrea Ceciliani
AZIONE PREVENTIVA Evitare la specializzazione precoce (lungo periodo) Privilegiare il controllo POSTURALE e TECNICO Rafforzare i gruppi muscolari di tenuta e fissatori Rafforzare l’atleta attraverso il CARICO NATURALE Insegnare le TECNICHE di utilizzo dei sovraccarichi Alternare il CARICO a un corretto RECUPERO Ridurre il nr. di ripetizioni o FRAMMENTARLE Rispettare le fasi di sviluppo e gli anni ad esse necessarie INDIVIDUALIZZARE IL CARICO INFINE……. DIVERTIRE E MOTIVARE 13 Andrea Ceciliani
Grazie per la paziente attenzione 14 Andrea Ceciliani