“EUTANASIA” Rodolfo Proietti Istituto di Anestesiologia e Rianimazione Facoltà di Medicina e Chirurgia “A. Gemelli” Università Cattolica del Sacro Cuore.

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Transcript della presentazione:

“EUTANASIA” Rodolfo Proietti Istituto di Anestesiologia e Rianimazione Facoltà di Medicina e Chirurgia “A. Gemelli” Università Cattolica del Sacro Cuore. Roma

EUTANASIA Cos’è

EUTANASIA Azione od omissione che di natura sua, o nelle intenzioni, procura la morte allo scopo di eliminare il dolore. Si tratta, pertanto di una morte inflitta o attraverso una azione diretta o con l’omissione di un intervento dovuto e capace di sostenere la vita S. Congregazione per la Dottrina della Fede, 5 maggio 1980

EUTANASIA Somministrare farmaci per provocare la morte (Eutanasia attiva). Sospendere trattamenti medici proporzionati e dovuti con l’intenzione esplicita di affrettare il decesso (Eutanasia omissiva).

EUTANASIA VOLONTARIA Su richiesta del paziente NON VOLONTARIA Attuata su paziente non in grado di esprimere la propria volontà (SV)

EUTANASIA Cosa non è

Eutanasia attiva Non è una terapia (del dolore e della sofferenza). Si avvale di farmaci ma non come medicamenti bensì come agenti tossici somministrati per determinare la morte. Si colloca al di fuori degli obbiettivi della medicina (guarire, curare, alleviare la sofferenza).

Eutanasia omissiva (passiva) Coinvolge il medico nel giudizio sulla proporzionalità delle cure. Ma non rientra tra i poteri del medico la facoltà di decidere la sospensione di una terapia proporzionata e dovuta. Al contrario è dovere del medico non praticare terapie sproporzionate e inutili.

EUTANASIA Non è la mancata applicazione o sospensione di mezzi terapeutici sproporzionati e inutili

La rinuncia a mezzi straordinari o sproporzionati non equivale al suicidio o all’eutanasia; esprime piuttosto l’accettazione della condizione umana di fronte alla morte. S.S. Giovanni Paolo II° - Lettera Enciclica “Evangelium Vitae”, 1995

Nell’imminenza di una morte inevitabile nonostante i mezzi usati, è lecito in coscienza prendere la decisione di rinunciare a trattamenti che procurerebbero un prolungamento precario e penoso della vita, senza tuttavia interrompere le cure normali dovute all’ammalato in simili casi. Congregazione per la Dottrina della Fede.

Cure normali Terapia del dolore Nutrizione e idratazione Cura delle ulcere da decubito Terapie sintomatiche –Nausea, vomito, prurito –Infezioni

ABBANDONO TERAPEUTICO Comportamento di rinuncia in termini sia di interventi terapeutici che di assistenza e cure palliative quando si ritiene che la malattia sia giunta nella fase terminale

EUTANASIA Giustificazioni  Principio di autonomia: diritto di disporre della propria vita.  Insopportabilità e inutilità del dolore e della sofferenza.

RIFIUTO DELLA MORTE E DELLA SOFFERENZA Il rifiuto della sofferenza quale dimensione dolorosa eppure esistenziale della vita umana conduce ad una scelta di eutanasia.Il rifiuto della sofferenza quale dimensione dolorosa eppure esistenziale della vita umana conduce ad una scelta di eutanasia. Il rifiuto della morte quale inevitabile e naturale evoluzione della vita conduce all’accanimento terapeutico.Il rifiuto della morte quale inevitabile e naturale evoluzione della vita conduce all’accanimento terapeutico.

QUALI FATTORI FAVORISCONO LA RICHIESTA DI EUTANASIA?  Assenza di un programma di cure palliative.  Perdita di una figura medica di riferimento.  Ospedalizzazione ed allontanamento dal contesto familiare.  Progressiva solitudine del morente.

EUTANASIA Crisi del rapporto medico-paziente  Dal rapporto con il “medico di fiducia” a quello con il “team di specialisti”  Dal contatto interpersonale alla medicina tecnologica  Dalla comunicazione all’informazione  Dalla condizione di paziente a quella di utente/cliente.

Eutanasia Per chi viene proposta?  Malati giunti alla fase terminale di patologie inguaribili.  Malati con lesioni gravi e persistenti dello stato di coscienza (Stato Vegetativo)

SVP e morte cerebrale SVP Patologia Persona viva Non è una condizione “terminale” Morte cerebrale Criterio di accertamento della morte Persona morta

Stato Vegetativo Persistente Quadro clinico (1/3) Stato di veglia senza coscienza (occhi aperti). Il paziente sorride senza apparente motivo. Il capo e gli occhi possono ruotare verso suoni e oggetti in movimento senza fissazione dello sguardo. La vocalizzazione, se presente, consiste in suoni incomprensibili.

Stato Vegetativo Persistente Quadro clinico (3/3)  Il paziente respira in modo autonomo  E’ normale la funzione cardiocircolatoria  E’ conservata la funzione digestiva  E’ normale la termoregolazione

Stato Vegetativo Persistente Il problema della prognosi Persistente (diagnosi) Permanente o irreversibile (prognosi)

Stato Vegetativo Persistente Prognosi Da Persistente a Permanente Criterio eziologico: –Traumi, emorragie –Anossia, arresto cardiaco Criterio temporale: –Persistente da 3 mesi nei casi di anossia ischemica –Persistente da 12 mesi nei casi di trauma cranico

Stato Vegetativo Persistente Si definisce Permanente quando giudicato irreversibile. Il giudizio di irreversibilità si fonda su criteri probabilistici che ancora non hanno raggiunto il livello della certezza.

Stato Vegetativo Persistente 4 livelli di trattamento:  Supporto assistenziale.  Supporto nutrizionale.  Medicazioni ed altri trattamenti farmacologici.  Terapie strumentali invasive.

Stato Vegetativo Persistente Nutrizione - Idratazione “L’alimentazione e l’idratazione, anche artificialmente somministrate, rientrano fra le cure normali dovute sempre all’ammalato quando non risultino gravose per lui: la loro indebita sospensione può avere il significato di vera e propria eutanasia”. Carta degli operatori sanitari

Università Cattolica del Sacro Cuore Centro di Ateneo per la Vita 21 giugno 2013 Umanizzazione delle cure nelle diverse culture dell’area mediterranea

Università Cattolica del Sacro Cuore Centro di Ateneo per la Vita 4 dicembre 2014 Interreligious diaologue on the end of life

Eutanasia L’eutanasia e l’uccisione per pietà è un grave male morale …. Tale uccisione è incompatibile col rispetto della dignità umana e la venerazione per la vita. San Giovanni Paolo II

Eutanasia e Religioni Cattolici – Ebrei – Musulmani Uniti nel dire no all’eutanasia e all’accanimento terapeutico. Difficoltà a stabilire la linea di confine tra cura e accanimento terapeutico. Per tutti: sacralizzare la vita e umanizzare la morte.

Eutanasia e Religioni Islam Vieta tutte le forme di omicidio e tutte le azioni che possono agevolare il suicidio. E’ consentito il rifiuto delle terapie. E’ da evitare l’accanimento terapeutico.

Eutanasia e Religioni Ebraismo La vita è sacra in quanto dono di Dio. No all’eutanasia. No all’accanimento terapeutico.

Eutanasia e Religioni Buddismo Manca un magistero centrale. In generale netto rifiuto dell’eutanasia. In casi eccezionali occorre valutare il singolo caso (Stato Vegetativo). Contrario alla sedazione terminale.

Eutanasia e Religioni Induismo Difficile trovare una posizione unitaria. In genere contrario all’eutanasia.

Eutanasia e Religioni Commissione Bioetica della Tavola Valdese “l’eutanasia non è un attentato alla vita umana, ma una norma che vuole indicare come si può morire con dignità”. Sergio Rostagno 2006