Il Fondo Pensione AGRIFONDO Requisiti per l’iscrizione al Fondo: Lavoratori che abbiano superato periodo di prova assunti in: Contratto full-time e part-time a tempo indeterminato Contratto di formazione lavoro Contratto di apprendistato Contratto a tempo determinato (secondo quanto previsto CCNL di riferimento) 1 1
Il Fondo Pensione AGRIFONDO Agrifondo è il Fondo Pensione Complementare a capitalizzazione istituito dalle parti firmatarie del CCNL per gli operai agricoli e florovivaisti e per i quadri e gli impiegati agricoli e i settori affini. Il fondo è riservato ai lavoratori che applicano il suddetto contratto ed ai lavoratori dei settori affini (Consorzi di bonifica, pesca marittima, Associazioni allevatori, ecct.) Lo scopo di Agrifondo è quello di erogare ai lavoratori associati trattamenti pensionistici complementari alla previdenza pubblica obbligatoria. 2 2
Il Fondo Pensione AGRIFONDO Contribuzione al fondo: Lavoratori ai quali si applica il CCNL per gli operai agricoli e florovivaisti Quota TFR Quota Lavoratore Quota Azienda Lavoratori OTI già occupati al 28.04.1993 28,94% 1,00% Lavoratori OTI occupati dopo 28.04.1993 100% Lavoratori OTD Lavoratori ai quali si applica il CCNL per i quadri e gli impiegati agricoli Associazioni Allevatori Quota TFR Quota Lavoratore Quota Azienda Lavoratori già occupati al 28.04.1993 0% 1,20% Lavoratori occupati dopo 28.04.1993 Lavoratori ai quali si applica il CCNL dei Consorzi di Bonifica Quota TFR Quota Lavoratore Quota Azienda Lavoratori già occupati al 28.04.1993 0% 1,00% Lavoratori occupati dopo 28.04.1993 3 3
Organi del Fondo AGRIFONDO ASSEMBLEA (60 componenti 30 in rappresentanza dei datori di lavoro 30 in rappresentanza dei lavoratori) CDA (16 componenti 8 in rappresentanza dei datori di lavoro 8 in rappresentanza dei lavoratori) REVISORI CONTABILI (4 componenti 2 in rappresentanza dei datori di lavoro 2 in rappresentanza dei lavoratori) 4 4
Chi controlla il Fondo Pensione? Covip Autorità che vigila, autorizza e controlla tutti i Fondi Pensione La Covip emana anche la regolamentazione del settore sulla base di Leggi e Decreti Funzione di Controllo Interno Controlla che le procedure del fondo vengano rispettate Banca Depositaria ( Istituto delle banche popolari ) Custodisce le risorse dei lavoratori e controlla che i gestori finanziari seguano le indicazioni del Consiglio di Amministrazione e i vincoli di legge Service Amministrativo ( Fondazione Enpaia ) riceve tutte le informazioni inerenti gli associati come: i versamenti, gestione delle posizioni individuali, contabilità, ecc. Collegio dei Revisori Contabili Vigila sull’amministrazione del Fondo e sull’osservanza delle norme Tale sistema di garanzie e controlli è previsto solo nei Fondi Pensione Contrattuali 5 5
Possibilità di investimento Ogni aderente può scegliere il comparto di investimento: Linea Garantita Linea Bilanciata La scelta del comparto è totalmente personale e può essere modificata più volte nel corso del periodo di adesione. L’aderente può cambiare comparto ma deve permanere almeno un anno nella medesima linea di investimento. 6 6
La Gestione Finanziaria – Linee di investimento Il CdA decide la politica di investimento di lungo periodo e affida a gestori specializzati la gestione delle risorse Gestori finanziari prescelti per il comparto garantito: Assicurazioni Generali SPA Gestori finanziari prescelti per il comparto bilanciato: Unipol Assicurazioni SPA 7 7
La Gestione Finanziaria – Linea Garantita Comparto Garantito (90% obbligazionario 10% azioni) Il comparto Garantito è la linea di investimento più prudenziale con garanzia di restituzione del capitale e con rendimenti comparabili al tasso di rivalutazione del TFR. Finalità della gestione: Risponde alle esigenze di un soggetto con bassa propensione al rischio I flussi di TFR conferiti tacitamente saranno destinati obbligatoriamente a questo comparto. Orizzonte temporale: breve periodo fino 2/3 anni Grado di rischio: basso Politica di investimento: è orientata prevalentemente verso titoli di di stato e obbligazioni area Euro a breve termine Rendimenti: pari o superiori al TFR 8 8
Costi del Fondo Pensione AGRIFONDO La tesi che si propone in questa presentazione è la seguente: i costi della previdenza complementare per un’azienda sono di ordine davvero poco rilevante, soprattutto in considerazione delle nuove misure compensative introdotte dalla Riforma, mentre i benefici, soprattutto nella gestione delle risorse umane, possono essere davvero rilevanti. Quindi per l’azienda la previdenza complementare costituisce un’importante benefit dei propri dipendenti, che tuttavia presenta dei costi estremamente contenuti, se non addirittura in alcuni casi nulli. Tale analisi ha senso nelle imprese con meno di 50 dipendenti, dal momento che per le altre imprese la devoluzione del Tfr al “Fondo per l'erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto di cui all'articolo 2120 del codice civile”, gestito dall’Inps per conto dello Stato, rende indifferente l’azienda rispetto alla possibile destinazione del Tfr da parte dei lavoratori. 9
I costi del Fondo Pensione Agrifondo Spese all’atto dell’adesione: non previste Spese nella fase di accumulo – direttamente a carico dell’aderente 20 € annui prelevate dal contributo mensile in ragione di 1,67 € ogni mese. Spese nella fase di accumulo – indirettamente a carico dell’aderente Spese per la gestione del patrimonio, calcolate sul totale delle spese che gravano annualmente sul fondo e già ricomprese mensilmente nel valore della quota. Comparto Garantito Sul patrimonio in gestione viene applicata: Commissione su base annua: 0,16% di cui 0,02% per il servizio di banca depositaria 10 10
I costi del Fondo Pensione Agrifondo Spese da sostenere per l’esercizio di prerogative Individuali (prelevate dalla posizione in individuale al momento dell’ operazione) Anticipazione Non previste Trasferimento Non previste Riscatto Non previste Riallocazione della posizione individuale Non previste Riallocazione del flusso contributivo Non previste 11 11
L’ indicatore sintetico dei costi L’indicatore sintetico dei costi è una stima calcolata facendo riferimento a un aderente – tipo che effettua un versamento contributivo annuo di 2.500 euro e ipotizzando un tasso di rendimento annuo del 4%. Nel calcolo sono presi in considerazione tutti i costi praticati dal Fondo Pensione Agrifondo; gran parte dei costi considerati, poiché determinabili solo a consuntivo, sono basati su dati stimati. Dal calcolo sono escluse le commissioni di negoziazione, le commissioni di incentivo e le spese e gli oneri aventi carattere di eccezionalità o comunque collegati a eventi o situazioni non prevedibili a priori. L’indicatore sintetico dei costi consente di avere, in modo semplice e immediato, un’idea del ‘peso’ che i costi praticati dal Fondo Pensione Agrifondo hanno ogni anno sulla posizione individuale. Ad esempio un valore dell’indicatore dello 0,5% comporta su un periodo di partecipazione di 35 anni una riduzione della tua prestazione finale di circa il 10%, mentre per un indicatore dell’1% la corrispondente riduzione è di circa il 20%. 12 12
Confronto ISC Fondi Chiusi – Aperti – Pip Forme pensionistiche complementari. Indicatore sintetico dei costi (ISC) 2 anni 5 anni 10 anni 35 anni Fondi pensione negoziali (media) 1,0 0,6 0,4 0,3 Fondi pensione aperti (media) 2,0 1,3 1,2 1,1 PIP (media) 3,5 2,3 1,9 1,5 Fonte Covip – Relazione Annuale 2008 Fondo Pensione Agrifondo. Indicatore sintetico dei costi 2 anni 5 anni 10 anni 35 anni Agrifondo– Comparto Garantito 0,64% 0,39% 0,28% 0,19% 13 13
Informativa agli iscritti La comunicazione periodica e altre comunicazioni agli iscritti Entro il 31 marzo di ciascun anno ogni iscritto riceve una comunicazione contenente un aggiornamento sul Fondo Pensione Agrifondo e sulla posizione personale. Il Fondo Pensione Agrifondo mette inoltre a disposizione, nell’apposita sezione del sito web, le informazioni relative ai versamenti effettuati e alla posizione individuale tempo per tempo maturata. Tali informazioni sono ovviamente riservate e accessibili esclusivamente da te mediante password personale, che verrà comunicata dal fondo successivamente all’adesione. Il Progetto esemplificativo Il ‘Progetto esemplificativo’ è uno strumento che fornisce indicazioni sulla possibile evoluzione della posizione individuale nel tempo e sull’importo delle prestazioni che si possono ottenere al momento del pensionamento. Si tratta di una mera proiezione, basata su ipotesi e dati stimati. Il Progetto è però utile per avere un’idea immediata del piano pensionistico che si sta costruendo e di come gli importi delle prestazioni possono variare al variare, ad esempio, della contribuzione, delle scelte di investimento, dei costi e così via. Per effettuare una simulazione si deve semplicemente accedere al sito web www.agrifondo.it (sezione ‘Progetto esemplificativo’) e seguire le apposite istruzioni. 14 14 14 14
Dati Fondo Pensione Agrifondo Andamento quote comparto Garantito 31/07/2007 = 10,00 31/12/2007 = 10,121 + 1,21 % 31/12/2008 = 10,673 + 5,45 % 31/12/2009 = 11,130 + 4,28 % 31/12/2010 = 11,235 + 0,94 % 31/12/2011 = 11,480 + 2,18 % 31/12/2012 = 11,853 + 3,25 % 31/12/2013 = 11,904 + 0,98 % 31/12/2014 = 12,144 + 1,46 % 31/12/2015 = 12,267 + 1,01 % 15 15
Dati Fondo Pensione Agrifondo Andamento quote comparto Bilanciato 31/12/2012 = 11,853 + 9,44 % 31/12/2013 = 11,507 + 2,91 % 31/12/2014 = 12,192 + 5,95 % 31/12/2015 = 12,688 + 4,07 % 16 16
Esempio: Calcolo della tassazione del TFR dopo 35 anni a parità di rivalutazione nel tempo. Dati: 35 anni di versamenti di un lavoratore con un reddito iniziale di € 25.000 un rendimento al Fondo pensione del 3% ed un pari tasso di rivalutazione del TFR tenuto in azienda. Tasso di inflazione atteso del 2%. TFR al Fondo Pensione TFR in Azienda Diff. TFR accantonato 86.365 86.365 Rivalutazione/rendimento nel tempo 49.975 49.975 Totale TFR lordo 136.340 136.340 Tassazione netta 7.773 23.356 200,5% TFR netto 128.567 112.984 15.583 17 17
Confronto tra un iscritto e un non iscritto ad un Fondo Pensione In questo esempio, confrontiamo due posizioni, quella di un lavoratore di un iscritto al Fondo Pensione, dal 1 gennaio del 2004 che ha lasciato il lavoro il giorno 30 settembre del 2009 e il caso di un lavoratore dello stesso settore che nello stesso periodo ha scelto di mantenere il TFR in azienda. In ambedue i casi la retribuzione lorda era di circa €.22.000. L’aderente al Fondo aveva deciso di versare l’intero TFR e di contribuire al Fondo con un’aliquota del 2%. Alla data di uscita dal lavoro il Fondo gli ha riconosciuto una quota di liquidazione della sua posizione maturata nel periodo di permanenza nel Fondo (5 anni e 8 mesi) pari a €.8.236. Nell’esempio successivo sono riepilogati i dati delle due posizioni. 18
Esempio Menù Fondi Socio Non associato Contributo Aderente 2% 2.717 - Analogo importo lasciato in busta paga - 2.717 IRPEF 27% (corrisponde all’aliquota marginale applicata allo scaglione di reddito che va da 15.000 a 28.000 Euro) 0 -733 TFR 5.470 5.470 TOTALE LAVORATORE 8.187 7.454 Contributo Azienda 1,20% 1.535 - Rendimento Fondo al 30/09/2009 (TFR + contributo del lavoratore + contributo aziendale) 401 - Rendimento del TFR in azienda 0 207 quote associative periodo 2004/2009 -143 - Totale contributo aziendale + rendimento - spese 1.793 0 VALORE POSIZIONE 9.980 7.661 IMPOSTE SU POSIZIONE (contributi lavoratore e aziendale + TFR) al momento della liquidazione, avvenuta dopo 5 anni e 8 mesi di partecipazione al Fondo -1.744 - IMPOSTA SULLA LIQUIDAZIONE DEL TFR per un rapporto di lavoro durato 5 anni e 8 mesi (aliquota tassazione TFR pari al 23%) -1.258 quanto incassa il lavoratore 8.236 6.403 VANTAGGIO DELL’ISCRIZIONE AD FONDO 1.833 - incremento del capitale incassato in termini percentuali rispetto al non associato + 2 8 , 6 % Menù Fondi 19
dopo la legge di bilancio 2017 Le novità dopo la legge di bilancio 2017
Premi di produttività sostituibili da contributi al fondo pensione Un'importante novità contenuta nella legge di bilancio per il 2017 è costituita dalla possibilità di sostituire le erogazioni dei premi di produttività con contributi ai fondi pensione e contributi alle casse di assistenza sanitaria, senza che tali benefit concorrano alla formazione del reddito di lavoro dipendente, anche in caso di superamento delle soglie di esenzione previste dalle disposizioni di riferimento. L'agevolazione è conseguibile nei limiti per i quali è ammessa la tassazione al 10%; il presupposto è un reddito nell'anno precedente non superiore a 80 mila euro; l'imposta sostitutiva si applica a un premio di 3mila euro, 4mila in caso di coinvolgimento paritetico dei lavoratori nell'organizzazione del lavoro.
in base all'articolo 8 del Dlgs 252/2005 i contributi versati dal datore o dal dipendente ai fondi pensione sono deducibili dal reddito (salvo eccezioni) fino ad un massimo annuo di 5.164,57 euro; la disposizione della legge di bilancio, dal 2017, consente al lavoratore di scambiare il premio di produttività detassato al 10% con contributi alla previdenza complementare in esenzione da Irpef anche qualora l'importo complessivo di tali versamenti (sia da parte del datore di lavoro, sia del dipendente) dovesse superare la soglia dei 5.164 euro. A tale importante agevolazione se ne aggiunge un'altra, consistente nel non far concorrere tali contributi "sostituiti" a formare la parte imponibile delle prestazioni pensionistiche che saranno erogate.
Si tratta pertanto di un doppio vantaggio per il dipendente perché, da un lato, i premi convertiti in contributi ai fondi pensione, anche eccedenti gli ordinari limiti di deducibilità, non saranno tassati e perché al momento della prestazione (in deroga al principio generale che informa il sistema di tassazione della previdenza integrativa, il quale rinvia l'imposizione fiscale al momento dell'erogazione della pensione) la parte della stessa riferibile a tali versamenti non sarà soggetta ad imposte. Per consentire ai fondi pensione di tassare le prestazioni nel rispetto delle disposizioni, dovranno essere comunicati i contributi oggetto di sostituzione con le erogazioni premiali.
La RITA anticipa il ritiro senza prestito Per l'accesso al pensionamento anticipato, la Rita ( rendita integrativa temporanea anticipata erogata dai fondi pensione aziendali o contrattuali) appare la soluzione forse più vantaggiosa per un lavoratore. Infatti, con il pensionamento anticipato tramite Rita non c'è necessità di richiedere il prestito come avviene con l'Ape (l'anticipo finanziario a garanzia pensionistica), di attivare la copertura in caso di premorienza. Infine, non c'è riduzione della prestazione finale maturata nell'ambito dell'Inps. Le nuove disposizioni stabiliscono infatti che in forma sperimentale, così come previsto per l'Ape, dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2018, i lavoratori possano ricevere dal fondo pensione di appartenenza, esclusi quelli del tipo a prestazione definita, l'erogazione di una rendita temporanea decorrente dal momento dell'accettazione della richiesta fino al raggiungimento dei requisiti per l'accesso alle prestazioni dell'Inps.
La Rita può essere erogata nei confronti dei lavoratori che abbiano maturato gli stessi requisiti richiesti per l'Ape (e cioè tutti coloro che abbiano almeno 63 anni di età, almeno 20 anni di anzianità contributiva presso l'Inps e che maturino il diritto alla pensione di vecchiaia entro tre anni e sette mesi). Il possesso dei requisiti, in modo simile a quanto stabilito per l'Ape, dovrà risultare certificato direttamente dall'Inps. La prestazione risulterà pari all'erogazione frazionata del montante accumulato richiesto che potrà essere riscosso dal lavoratore in tutto o in parte a seconda delle decisioni prese. La tassazione della Rita seguirà nella sostanza la normale imposizione fiscale, peraltro vantaggiosa, stabilita per tutte le prestazioni erogate dai fondi pensione al pensionamento e correlata alla lunghezza del periodo di iscrizione, con un massimo del15% sino ais anni di adesione, successivamente ridotta di uno 0,3% all'anno, fino a un minimo del 9% dal trentacinquesimo anno di iscrizione in poi. La prestazione risulterà pari all'erogazione frazionata del montante accumulato richiesto che potrà essere riscosso dal lavoratore in tutto o in parte a seconda delle decisioni prese. La tassazione della Rita seguirà nella sostanza la normale imposizione fiscale, peraltro vantaggiosa, stabilita per tutte le prestazioni erogate dai fondi pensione al pensionamento e correlata alla lunghezza del periodo di iscrizione, con un massimo del 15% sino ai 15 anni di adesione, successivamente ridotta di uno 0,3% all'anno, fino a un minimo del 9% dal trentacinquesimo anno di iscrizione in poi.
Il calcolo di convenienza Quanto devono risparmiare i lavoratori per ricevere dal fondo pensione un assegno anticipato adeguato? Ipotizziamo il versamento di un contributo complessivo pari al 10% della retribuzione annua percepita. Un importo che può risultare ragionevole considerando un 7% circa corrispondente all'accantonamento annuo del trattamento di fine rapporto e il restante proveniente dai contributi versati dall'azienda e dal dipendente stesso. Ipotizziamo un lavoratore che possa pensionarsi all'età di 67 anni e 7 mesi così come attualmente stabilito per il trattamento di vecchiaia. Ipotizziamo anche che il lavoratore percepisca nell'ultimo anno di servizio una retribuzione annua lorda di 30mila euro, dopo un incremento retributivo annuo pari all'uno per cento in termini reali.
Il rapporto contributi/prestazioni Nelle proiezioni effettuate è stato stimato l'anno in cui il lavoratore avrebbe dovuto iscriversi a un fondo pensione per poter anticipare il pensionamento di uno, due o tre anni ricevendo dalla forma pensionistica complementare una Rita pari alla retribuzione annua netta percepita nell'ultimo anno di servizio. Bastano otto anni di iscrizione al fondo pensione per finanziarsi un anno di anticipo pensionistico. Il lavoratore avrebbe dovuto iscriversi a 58 anni per poter maturare, nell'ambito della forma pensionistica complementare un montante contributivo che, convertito in rendita, determini una Rita pari alla retribuzione annua netta percepita nel corso dell'anno immediatamente precedente il pensionamento. Il medesimo lavoratore avrebbe invece dovuto iscriversi a 49 anni per poter anticipare il pensionamento di due anni. E a 42 anni per poter anticipare il pensionamento di tre. In tutti i casi, i periodi di iscrizione necessari per finanziare le relative prestazioni non risultano essere trascurabili. Anche perché l'obiettivo del fondo pensione non dovrebbe essere esclusivamente quello di anticipare il pensionamento, bensì anche quello di integrare le prestazioni erogate dall'Inps. Solo attraverso un'iscrizione al fondo pensione coincidente con tutta la vita lavorativa sarà possibile finanziare il tutto.
Quando iscriversi ad un fondo pensione per anticipare il pensionamento con una Rita pari all'ultima retribuzione netta percepita Ipotesi: pensionamento di vecchiaia: 66 anni e 7 mesi; contribuzione al10% della retribuzione annua lorda percepita (7% di Tfr più ulteriore contributo); tasso annuo di incremento retributivo all‘1% in termini reali; tasso annuo di rendimento del fondo pensione al 2% in termini reati Ultima retribuzione Anni d annua lorda (t) di anticipo con la Rita Età di iscrizione al fondo pensione Anni di contribuzione al fondo pensione Montante maturato alla cessazione servizio (t) Rita annua netta (t) 1 58 8 24.456 21.012 30.000 2 49 16 49.602 21.588 3 42 22 68.761 20.434 60 6 45.582 39.062 75.000 52 13 99.850 43.167 45 19 147.122 43.215